Rai: un Mux sul DVB-T2 da settembre
Stefano Ciccotti, direttore tecnologie della Rai, ha confermato il passaggio al DVB-T2 del mux B, che conterrà anche i duplicati delle prime 3 reti Rai
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L'avvio delle trasmissioni televisive in DVB-T2 ha una data ufficiale: il primo passo si compirà il primo settembre con il passaggio di un mux Rai, che sarà così disponibile solo col nuovo standard. I lettori con buona memoria ricorderanno che una data indicativa era già stata fissata lo scorso anno dalla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. In quell'occasione si era motivata la scelta con la volontà di tutelare le tv locali, in modo che potessero disporre della banda necessaria per trasmettere con buona qualità e anche in HD.
Come è però evidente la data preannunciata non è stata rispettata: il passaggio del mux doveva infatti avvenire il 10 gennaio 2024 e così non è stato. Ora però le cose sono cambiate notevolmente: nei giorni scorsi si era parlato di una nuova data inserita nel Contratto di Servizio, un documento che impegna la Rai a rispettare quanto scritto. Nelle anticipazioni trapelate si parlava di "entro il primo settembre". La convalida delle indiscrezioni è arrivata oggi in occasione di un evento organizzato per la presentazione del libro "La televisione del futuro - Le prospettive del mercato televisivo nella transizione digitale", realizzato da Fondazione Astrid e pubblicato da Il Mulino.
Alla presentazione, che si è tenuta in mattinata a Bologna, erano presenti diverse figure importanti del panorama radiotelevisivo italiano tra cui Stefano Ciccotti, direttore tecnologie della Rai. Rispondendo ad una domanda diretta proprio sull'avvio del DVB-T2, Ciccotti ha confermato che effettivamente il passaggio avverrà il prossimo settembre e coinvolgerà il mux B della Rai (nazionale), precisando anche che la data precedente era un "gossip di stampa", cioè voci mai ufficialmente avvalorate. Mux è l'abbreviazione di Multiplex e indica un sistema che diffonde più canali televisivi sulla stessa banda di frequenze.
La scelta sul multiplex da convertire è basata su un semplice ragionamento: un eventuale spostamento del mux MR, quello macroregionale, avrebbe sicuramente tagliato fuori una parte non trascurabile dei cittadini più fragili, soprattutto gli anziani che vivono in piccoli paesi. Il mux B avrà maggiore banda e permetterà anche di effettuare alcune sperimentazioni, come ad esempio la duplicazione delle prime tre reti Rai che verranno proposte in versione DVB-T2 tramite il simulcast. Cosa significa? In pratica Rai 1, Rai 2 e Rai 3 (nazionale) saranno trasmesse sia in DVB-T sia in DVB-T2.
Questa sovrapposizione servirà per capire se l'applicazione pratica del DVB-T2 poterà alcuni vantaggi che teoricamente dovrebbero migliorare la ricezione dei canali, risolvendo limiti legati a interferenze e propagazione del segnale televisivo. Al momento non è stata comunicata la composizione del mux B che passerà al DVB-T2. Considerando che alla scadenza mancano ancora diversi mesi, non è improbabile che la scelta dei canali che racchiuderà sia ancora in fase di valutazione. Il Contratto di Servizio fissa del resto solo l'obbligo di cambiare lo standard di trasmissione di un mux, senza alcuna imposizione relativa ai canali.
Resta però da verificare se la nuova data verrà rispettata. La tradizione italiana non è molto positiva in tal senso: ricordiamo i ritardi corposi per il passaggio al DVB-T in MPEG-4, inizialmente previsto per settembre 2021 e conclusosi a dicembre 2022, e anche il mancato switch-off che avrebbe dovuto già portarci nell'era del DVB-T2, che nei piani originali doveva cominciare da gennaio 2023, e sappiamo bene com'è andata.
Fonte: Fondazione Astrid, DDay