Eco Controllo: codec video "Made in Italy"
Presentato lunedì presso la sala Capitolare del Senato della Repubblica, Eco Controllo è un inedito algoritmo di compressione per immagini e video sviluppato interamente in Italia che promette di essere più efficiente di codec come l'Mpeg4 o l'H.264
L'azienda partenopea Eco Controllo SpA, ha presentato in questi giorni i risultati di approfonditi test oggettivi e soggettivi commissionati al consorzio Cerict (che raggruppa 5 università campane, il CNR, la Fondazione Pascale e il Consorzio Interuniversitario per l'Informatica) sull'efficienza del proprio algoritmo lossless (senza perdita) proprietario "Cappelli" alla base del codec "Eco Controllo".
Questo ambizioso progetto è costato 5 milioni di Euro, finanziati al 60% direttamente dal Ministero per lo Sviluppo Economico e i risultati presentati dal Cerict dimostrerebbero che il nuovo codec è più efficiente a parità di bitrate rispetto ai codec attualmente in uso per la compressione delle immagini statiche e quelle in movimento (Mpeg2, Mpeg 4 e H.264). Per quanto riguarda le immagini sono stati utilizzati file di partenza RAW e TIFF a 16 bit applicando una compressione pari a circa il 51% (RAW) e 84% (TIFF) senza che i test abbiano potuto riscontrare differenze qualitative rispetto ai file originali.
Venendo al video, il codec Eco Controllo è stato utilizzato per comprimere file di partenza senza compressione a 720p@25Hz, 720p@50Hz e 576i@25Hz e ogni file è stato compresso utilizzando i codec Eco Controllo, Mpeg2, Mpeg4 e H.264 a bitrate di 500, 1000, 2000, 3000 e 4000Kbps. In tutte le circostante, dai test oggettivi l'algoritmo "Cappelli" è risultato più efficiente rispetto ai concorrenti, mentre con i filmati 720p i test soggettivi hanno prodotto una sostanziale parità nella percezione qualitativa degli spettatori tra il codec Eco Controllo e l'H.264 a bitrate più elevato.
Durante la conferenza stampa di presentazione è stato anche riprodotto un filmato a 1080i di 20 secondi con un peso di appena 1,44MB (l'equivalente di un floppy-disk). Il che vorrebbe dire che utilizzando il codec Eco Controllo, un film di circa 90 minuti con risoluzione 1080i corrisponderebbe a un file inferiore ai 400MB (cui aggiungere poi l'audio) e che un film in HD potrebbe quindi stare dentro un tradizionale CD! Attualmente non sappiamo che tipo di sviluppo commerciale potrà avere questo codec "Made in Italy", certo è che i risultati dei test pubblicati sembrano davvero incoraggianti e l'utilizzo di questo codec potrebbe aprire scenari per la distribuzione dei contenuti davvero interessanti.
Per maggiori informazioni: Analisi comparativa del codec "Eco Controllo"
Fonte: Eco Controllo
Commenti (37)
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Ho dato un occhiata al sito di questa Eco Controllo, ci sono veramente molte cose poco convincenti... a cominciare dall'organigramma (salta all'occhio l'esiguità del reparto ricerca e sviluppo), per poi passare al curriculum delle persone coinvolte.
Sento puzza di operazione per drenare fondi pubblici... -
Originariamente inviato da: coserCi guadagna perchè ogni innovazione tecnologiaca porta a nuovi investimenti e posti di lavoro, oltre ad aumentare la ricchezza del paese
la ricchezza del paese? non è mica proprietà dello stato il codec, ma della Eco Controllo SPA...dai non scherziamo...
E poi da dove deriverebbero i nuovi posti di lavoro? qui si parla di un codec, mica di far su uno stabilimento industriale...
Se il codec dovesse veramente funzionare come dicono verrà comprato da una multinazionale, o una società leader nel campo audio video (sicuramente non italiana) e la ricchezza va a finire nelle tasche dei soci della SPA... -
In effetti è impossibile che 20 minuti di video finiscano in 1.44mb... ed appunto se visitate il sito della Eco Controllo, vedrete che nelle news si parla di un equivoco, in quanto si tratta di 20 secondi!!!!
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Originariamente inviato da: Fax3DIn effetti è impossibile che 20 minuti di video finiscano in 1.44mb...
Infatti, nella nostra news non abbiamo mai parlato di 20 minuti, ma appunto di 20 secondi! E tutti i calcoli che ne ho dedotto si basano proprio sui dati riferiti a quei 20 secondi!
Gianluca -
sono troppi anche 20 secondi infatti
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Ho letto il documento e queste sono le mie impressioni:
- Effettivamente la parte lossless è riferita solo alle immagini fisse prodotte dalla macchina fotografica
- Le foto usate per il test non sembrano essere disponibili. Perché non hanno usato uno dei tanti test set disponibili (anche ITU) per fare questo tipo di prove invece di pagare un fotografo professionale?
- La parte del video è invece lossy: anche qui, non si sa che tipo di sequenze sono state utilizzate. Forse quelle dell'EBU? Potevano scriverlo.
- Il guadagno che riportano in termini di PSNR è effettivamente elevato. Una obiezione che sollevo risiede nell'algoritmo di rate-control, che per quanto sia fatto bene, può far perdere 2-3 dB rispetto ad una compressione fatta usando un indice di quantizzazione. Hanno fatto una codifica multipassaggio oppure no? Gran parte del vantaggio potrebbe risiedere proprio in questo più che nell'algoritmo di compressione.
- Il gruppo che studia lo H.264 o lo MPEG-4 è composto da decine (centinaia) di persone che lavorano nelle maggiori industrie dell'ICT e del video, che si incontrano regolarmente più volte l'anno e che fanno analisi, contro-studi ecc a più non posso ad ogni innovazione apportata, prima di inserirla nello standard. Ergo, è veramente difficile e costoso ottenere dei guadagni così alti senza una grande organizzazione alle spalle.
Detto questo, spero che abbiano ragione, almeno torna un po' di tecnologia in Italia! -
Mi associo all scetticismo diffuso..
Sarei curioso di evedere test su strada! -
Originariamente inviato da: Dave76la ricchezza del paese? non è mica proprietà dello stato il codec, ma della Eco Controllo SPA...dai non scherziamo...
Se il codec dovesse veramente funzionare come dicono verrà comprato da una multinazionale, o una società leader nel campo audio video (sicuramente non italiana) e la ricchezza va a finire nelle tasche dei soci della SPA...
Si vede che sei male informato. Per citarti un esempio il processori Intel sono coperti da segreto nazionale,non sono proprietà dello stato ma sono tutelati perchè costituiscono una risorsa importate per l'economia del paese (che di conseguenza ne aumenta la ricchezza). Inoltre non bisogna sottovalutare le innovazioni tecnologiche, non bisogna per forza costruire hardware per creare un azienda che fattura miliardi, vedi ad esempio facebook.
Se la cosa funzionasse realmente, potrebbe aprire nuovi scenari per lo streaming video abbattendo enormemente i costi di gestione. Pensate alla tv a pagamento.
Non vorrei sbagliarmi ma un paio di anni fa ho sentito che all'università di Salerno avevano sviluppato un algoritmo di compressione delle fotografie dai risultati strabilianti, forse si tratta dello stesso progetto.
Detto questo, pure io sono molto scettico, la documentazione è troppo sintetica. -
Ho anch'io l'impressione che per quanto riguarda il video si tratti di un … diciamo risultato secondario dello sviluppo del codice di compressione fotografico. Sarà una banalità, ma un frame è in tutto e per tutto una fotografia, solo la quantità dei frame digitalizzati in riferimento alla larghezza di banda per la loro trasmissione impone una loro approssimazione allo scopo di ridurre il carico per una qualsiasi connessione. Se limitassimo l'ipotesi d'applicazione di quei risultati ad un video totalmente RAW, grezzo, già avremmo un bel progresso perché l'algoritmo alla base del Cappelli codec sui file raw dichiara vantaggi che mi paiono notevoli ed incontestabili a meno di una menzogna spudorata.
Sembra una contraddizione accostare i termini compressione e RAW, ma chi usa comunemente file di dati compressi sa che a priori il documento estratto da un .zip, per esempio, è in tutto e per tutto identico a quello d'origine. Nelle compressioni applicate dai fabbricanti di fotocamere questo principio dovrebbe essere altrettanto rispettato (?) per le immagini digitali, ma al momento ogni marca risolve a modo suo e non esiste uno standard RAW, per cui in realtà ci fidiamo della qualità dichiarata e comunque abbiamo le nostre preferenze, opinioni o … pregiudizi.
Quindi il fatto sostanziale credo sia che l'algoritmo Cappelli potrebbe servire a migliorare ed unificare il prodotto base fotografico: il RAW
È a partira da una questa premessa che do una valutazione positiva del codec video poiché credo che, prima o poi, si cesserà d'inseguire prioritariamente l'incremento di risoluzione ed invece il progresso lo si cercherà maggiormente nella direzione di una minore perdita da compressione. I risultati dichiarati mostrano miglioramenti significativi nelle condizioni critiche mentre non sembrano stravolgenti in quelle normali. Un dato di solidità, quindi, ma tutt'altro che trascurabile.
I riferimenti di tipo legale al valore probatorio attribuibile ad un file raw, similmente a quello di un negativo, mi fanno pensare che alla base della ricerca ci siano solide premesse di tipo teorico/pratico. Non rischiamo di farne un caso Meucci in un eccesso di scetticismo per altro gistificatissimo in Italia. -
Giusto cerchiamo di non farli scappare se ci riusciamo stavolta
Comunque un filmato HD in un floppy non ci può stare perché il floppy è troppo lento per leggerlo
In ogni se funziona davvero sta tecnologia è troppo rivoluzionaria: farebbe la fine delle automobile ad acqua una multinazionale si comprerebbe la tecnologia e poi la chiuderebbe in un cassetto pieno di cemento a cui darebbe fuoco e po spargerebbe le ceneri in mare
Se un film HD 1080p sta in 700 MB (un CDRom) a che diavolo servirebbe il BluRay?
Non so se lo vedremo mai utilizzato in un prodotto commerciale... avrebbe più speranze come prodotto free... come diceva nordata se ne facessero un implementazione free (alla X264 per intenderci) sarebbe la gioia dei pirati
fanoI