philip ha detto:
I DRM di Apple sono sempre e comunque DRM.
Sono le case discografiche che hanno inizialmente imposto a Apple l'uso di un DRM, condizione sine-qua-non per poter vendere i brani online.
La Apple VENDE brani senza DRM su iTunes, purchè la casa discografica sia d'accordo. Esempio, appunto, la EMI.
Masterizzare un cd audio partendo da un file AAC compresso e poi ripparlo di nuovo in mp3 per poterlo trasferire su un player che non sia della Apple (come suggerisce Kotaku), non mi sembra una genialata.
Questo cosa c'entra con il fatto che il DRM della Apple sia, tra tutti quelli esistenti, il più liberale per l'utente ? Altri DRM non ti permettono NEANCHE di fare il CD audio!
Dovrebbero saperlo tutti che decomprimendo un file audio compresso (AAC) e ricomprimendolo una seconda volta (AAC o MP3) c'è perdita di qualità rispetto al file originale.
Questo è palese, ovvio ed evidente, a parte il fatto che puoi anche ripparlo in un formato lossless (tipo Flac), e, comunque, se il CD audio viene ascoltato così com'è, suona uguale al file AAC che avevi comprato.
In ogni caso, se l'uso del file ri-rippato è (come dicono sempre tutti quelli che sono contro i DRM per motivi religiosi) è per "ascoltarlo su un altro player, oppure in macchina", vorrei vedere quanti riescono a sentire la differenza indotta dalla ricompressione, magari rippando la seconda volta a 320kbit/s, in macchina, oppure su un altro player mp3, magari con le cuffiette in dotazione.
Se uno deve comprare un brano per ascoltarlo con la massima qualità, sul proprio hi-fi, non compra in partenza un file compresso, ri-rippaggio o meno...compra il CD normale.
Comunque, ripeto, il problema non è Apple. Se vuoi comprare i brani da Apple senza DRM, basta che scegli le case discografiche giuste.