Più che visto direi sentito.
I punti salienti sono stati, secondo me, la prima parte, esposta da Paolo Nuti, che ha definito come irrilevante il jitter lato informatico, quello cioè derivante dal computer come "meccanica" di lettura e trasporto in quanto la capacità di trasmissione e di elaborazione dei vari componenti hardware (cpu, ram, hard disk, protocollo USB, ...), è enormente superiore alle richieste necessarie ad elaborare un flusso audio anche ad altissima risoluzione (32 bit/352 kHz). Tutte le connessioni informatiche verso il DAC inoltre sono asincrone (si iniziano a vedere anche le prime implementazioni asincrone della USB direttamente nei DAC, era presente anche un modello dell'Arcam rDAC), quindi un normalissimo personal computer è sufficiente ad essere utilizzato come player.
Altro punto saliente, l'intervento di Gianni Falcone che ha esaminato le migliori architetture fisiche per riprodurre musica liquida. In particolare, quella che io prefersico, è la suddivisione fisica in tre entità: repository della libreria musicale (su un NAS), streaming player (personal computer o un riproduttore integrato, alla dimostrazione si è utilizzato un Linn) e DAC separato per la conversione.
A seguire l'indicazione di alcuni modelli di player (bit perfect o meno) e ascolto delle differenze tra file a risoluzione CD e alta risoluzione.