Steve Jobs 1955 - 2011

Grazie Steve per aver dimostrato quanto conti "crederci" per riuscire a fare.

... e volendo credere come te nella reincarnazione dello spirito spero proprio di incontrare il tuo in futuro per poter fare qualcosa con te. Ciao
 
Alla prossima...

...vita...buddisticamente parlando...questa è stata fantastica...
Ultma breve considerazione, il famoso discorso di Stanford University del 2005 dovrebbero vederlo e assimilarlo un pò tutti i giovani in formazione di vita...tutto e soprattutto la parte finale sulla morte, straordinaria di insegnamento e verità senza vacui paroloni o concetti ultrafilosofici.

http://www.youtube.com/watch?v=oObxNDYyZPs
 
Ultima modifica:
Ho già espresso la mia modesta riflessione sulla grandezza di Jobs nell'altro thread a lui dedicato.

Mi spiace solo constatare come, a 36 ore dalla morte, in molti altri siti - soprattutto "non tecnici" (vedi quotidiani, Facebook, Beppe Grillo, etc.) - si stia scatenando una vera e propria crociata ideologica contro Jobs, alimentata dai commenti impietosi e ingenerosi (nonché, spesso, molto approssimativi) di molti lettori. :rolleyes:
 
Rip Steve purtroppo abbiamo perso una grande mente, ma questo ci riporta sulla terra, nonostante i soldi certe cose non si possono evitare...
 
Steve Jobs, sicuramente è stato un innovatore e da quello che ho visto di lui, anche una persona mite e piacevole. Però, gli attribuisco, più che altro il merito di aver creato la Pixar, non certo quello di aver fatto indebitare milioni di famiglie con giocattoli costosi, che hanno fatto credere al mondo che in caso di emergenza, non basta un telefonino da 90 euro, ma è necessario uno da 600! Il famoso discorso agli universitari di Stanford, francamente, mi sembra pieno di retorica. Concetti quali "Ascoltate il vostro cuore, inseguite i vostri sogni" sono cliché tipici di riunioni alla 'Scientology', dove si esalta il concetto del "te stesso al 100%&" e altri luoghi comuni molto inflazionati. Solo che qui, quei cliché sono espressi da Steve Jobs... Hmmm...
Con questo mi rifaccio anche all'intervento di Roberto Pilot, con il quale concordo.
 
Dispiace sicuramente per la morte di un genio, ma stiamo assistendo alle solite estremizzazioni, dai commenti ingiuriosi sul suo passato fatto anche di droghe alla quasi beatificazione di un personaggio che, sopratutto negli ultimi tempi, ha creato oggetti di puro divertimento.
Forse l'umanità farebbe meglio a mitizzare gente come Jenner, Fleming e tanti altri scienziati che si adoperano per curare mali come quelli che hanno ucciso Jobs e rendere il giusto tributo, senza esagerare, a personaggi che ci hanno reso la vita più "leggera".
 
Steve Jobs, uno che ha vissuto la vita che tanti non riescono nemmeno a sognare.
Grazie per tutto ciò che ci hai lasciato e in cui continuerà a vivere il tuo spirito.
 
E’ certamente merito di Apple se oggi, al termine della carriera di ricercatore universitario ho raggiunto soddisfacenti risultati nei miei campi di ricerca. E’ sicuramente merito della sua tecnologia sempre all’avanguardia che mi ha permesso prima di altri di conseguire i risultati predetti. E’ certamente merito di Apple, e del suo Macintosh, se oggi dopo oltre trent’anni di uso, non sono stressato da crash di sistema, virus vari, incompatibilità con periferiche e compagnia bella. Infine è anche certamente merito di Apple, del suo think different, delle sue tecnologie se ancora oggi mi sento un inguaribile sognatore, guardo con ottimismo al futuro e penso di aver contribuito anch’io, nel mio piccolo, non a cambiare il mondo come i grandi del classico spot, ma semplicemente ad allargare un pò le conoscenze dell’umanità. Grazie Apple. Grazie Steve, RiP
 
Cerco di intervenire nuovamente nel post prendendo spunto da quanto riferito da due utenti e "svilupparlo" un pò...
In effetti, probabilmente per l' emozione, si sta mitizzando talvolta eccessivamente la figura di Steve Jobs. Parlare di "Einstein" o addirittura di "Leonardo da Vinci" del mondo informatico mi pare francamente esagerato. Però vi è da dire che quello che ha intuito lui non è riuscito ad intuirlo nessuno, forse solo il suo grande rivale-amico (e neanche troppo bene...).
Non avrà salvato vite come Fleming, non avrà elaborato grandi teorie come Einstein, e neanche avrà progettato personalmente a livello tecnico i parti della sua mente. Però quello che ha fatto non è poco. Dire che ha cambiato il mondo è forse esagerato, ma poco poco in questo caso. Ha permesso che un "aggeggio" brutto e complicatissimo da usare in un' opera di (almeno) design che riescono ad usare con (relativa) facilità anche dei bambini. Ha aumentato esponenzialmente le capacità di ognuno di noi, ora, con queste sue intuizioni.
Senza la sua visione del mondo del computer avremmo tutto questo oggi? Direi di no, francamente. E considerando l' importanza (anche se non vitale) di tutto questo, non si può non rendergli il giusto tributo (e ripeto, non sostengo appieno il suo modo di vedere le cose...).
Tutto quello che ha creato (o almeno contribuito a creare... vedo lui come il Demiurgo Urano, mentre Wozniak lo vedo come Efesto [spero mi perdoni :D !]) può anche avere l' apparenza di un giocattolo costoso, ma a mio avviso sottende un pensiero un pò più sottile.
Bill Gates ha visto l' importanza del software, cosa a cui nessuno dava più di tanto conto. Jobs secondo me ricercava invece qualcosa di diverso. Lui cercava "l' esperienza", ossia non importa da quale hardware o software è composto il prodotto, ciò che è importante è rendere lo scopo per il quale è stato creato un oggetto più facilmente raggiungibile.
In questo solco si inserisce ad esempio l' utilizzo dell' interfaccia grafica, che ha letteralmente rivoluzionato il modo di usare il computer. Allora, nel lontano 1984, è cambiata "l' esperienza" che il genere umano aveva del computer: dagli spaventosi "armadioni" che occupavano intere palestre a oggetti "colorati" che suscitavano quasi simpatia. I computer erano uguali e diversi ad un tempo rispetto a prima.
Anche un' altra sua creatura, il tanto amato e criticato iPhone, risponde a questo criterio: non stiamo parlando di un telefonino, stiamo parlando di un "oggetto di comunicazione".
Col telefonino si parla. Con l' iPhone, onestamente, mi pare si faccia molto altro! Quanti telefonini potevano vantare, già da allora, il fatto di poter navigare così semplicemente su internet, cercare informazioni, contattare non solo a voce i conoscenti? Con tutte le limitazioni tecniche dei primi modelli e che talvolta soffrono anche quelli nuovi, non possiamo non dire che ha letteralmente stravolto ed ampliato il concetto che avevamo del tele/videofonino. Ripeto, non ha risolto un bisogno primario per l' essere umano, ma ha comunque cambiato il modo di vivere per una buona, e forse in futuro un' ottima, parte di noi.
Mi preme anche sottolineare un fatto: lui non ha inventato per primo né il computer, né l' interfaccia grafica (Xerox non ci ha creduto al punto di darla via gratis), né il telefonino. Hanno fatto quasi tutto gli altri, lui ha visto "oltre" quello che gli altri avevano creato, rivoluzionandone il concetto.
Forse non è stato neanche un genio in senso stretto, ma è stato un grande inventore e comunicatore delle sue idee (e, mettiamocelo dato che non è poco, anche un grande venditore). Lo vedo come un Henry Ford: ha creduto fermamente in un' idea, contro tutto e tutti, e (pur non da solo) l' ha realizzata, cambiando la vita di tutti. Non un uomo di scienza o fede, ma un uomo importante.
Ah, quanto alla parte "filosofica" e il discorso ormai celeberrimo di Stanford: la retorica la si può vedere in ogni discorso, anche e soprattutto in uno che parla dell' umana vita e dell' umana morte. La cosa forse più bella di quel discorso è che in quel particolare caso Steve Jobs abbia parlato della sua vita e della sua (allora scampata) morte. Da qui è risalito ai concetti, che purtroppo essendo per loro natura astratti hanno sempre qualche parte di vuoto, che si riempie solo quando riusciamo a farne esperienza.
Mi scuso per la prolissità.
 
Qualche aneddoto sulla azienda più gay friendly del mondo (Apple), a dimostrazione che S. Jobs non era "avanti" solo in questioni prettamente legate al suo lavoro, ma anche nel sociale:

L'ex CEO di Apple è morto a 56 anni dopo aver lasciato nel mondo dell'hi-tech intuizioni e creazioni che hanno modificato l'esperienza tecnologica di tutti, e non solo di chi possiede un oggetto targato Apple.

I prodotti Apple sono particolarmente popolari nella comunità LGBT (Lesbiche Gay, Bisessuali, Transgender,) i prodotti della mela sono il frutto di un lavoro di design, tecnologia e coraggio. Ecco i cinque fatti per cui la comunità LGBT lo ricorderà:

1) Il logo rainbow: il primo logo della Apple era una mela completamente rainbow. Il design venne creato da Rob Janoff nel 1977, anno in cui le rivendicazioni del movimento lgbt in America erano nel pieno.

2) Le pratiche di assunzione gay friendly: Apple è stata una delle prime aziende a porre attenzione alle pratiche di assunzione per le persone lgbt raggiungendo il punteggio massimo di 100 nello Human Rights Campaign's Corporate Equality Index. Oggi sono di esempio per le altri grandi aziende le pratiche di tutela delle persone lgbt sul luogo di lavoro, i benefits estesi ai loro partner, e i corsi al rispetto rivolti alle persone eterosessuali.

3) Il design: secondo un sondaggio del 2011, gli uomini gay possiedono in media 1,4 volte un iPhone rispetto agli etero. Complice anche il design elegante e sexy così come il packaging di tutti i prodotti della mela.

4) La beneficienza alle cause lgbt: 100,000$. A tanto ammonta la cifra donata dalla Apple per la celebre campagna che chiedeva di votare no all'abolizione dei matrimoni gay in California con il referendum Proposition 8. Parallelamente Apple non ha mai finanziato campagne antigay.

5) Tim Cook come suo successore: Steve Jobs ha personalmente indicato Timothy Cook come suo successore al vertice dell'azienda. Oggi è la persona gay più potente del mondo.

http://youtu.be/iWYqsaJk_U8
 
La migliore riflessione, a mio parere, per sintesi ed equilibrio sulla scomparsa del CEO Apple: "San Jobs", un articolo di Massimo Gramellini apparso su La Stampa dell'8 ottobre scorso...
 
L'aspetto straordinario dell'esperienza che un uomo di questa portata ha saputo lasciare non riguarda secondo me tanto il lato geniale e visionario del suo esempio, ma, al contrario, il lato umano; il fattore scatenante della "santificazione" non nasce a mio avviso dal considerarne l'aspetto creativo, imprenditoriale o dittatoriale: capitani di ventura magnati ed illuminati se ne sono visti passare, e non pochi. Qui si parla della forza che ha avuto un uomo colpito da più disgrazie durante l'intero arco di una vita, forza che gli ha permesso non solo di camminare (e forse sarebbe stato sufficiente per considerarlo già così un grand'uomo), ma addirittura di volare, di spiccare il salto; e non all'altezza degli altri: al di sopra degli altri. Insomma ha fatto il "botto" in termini di vita, nonostante le difficoltà.

Forse il Forum è popolato da tecnici esperti ed attenti che guardano più all'invenzione e dicono Meno male che oppure In fondo l’idea non era neanche sua o anche Avrei potuto farlo io se, ma mi sorprende che nessuno abbia parlato dell’uomo sofferente che decide testardamente di parlare alle platee nonostante riesca a mala pena a reggere con le braccia l’ultimo gioiellino sfornato.

Questa è la lezione, questo è esempio, questi sono fatti: paragoni e valutazioni di varia natura mi sembra puntino al dito (il prodotto finito e il confronto con altre invenzioni esistenziali) e non alla luna (la strada tracciata e aperta); per il solo fatto che i nostri figli cambieranno radicalmente il loro approccio alla cognitività, all’apprendimento, all’esperienza (che poi determina il futuro stesso delle generazioni a venire) bisognerebbe non dico inchinarsi, ma togliersi il cappello di fronte a ciò che abbiamo la fortuna di testimoniare.
In quest’ottica, evitare di dare commenti di altro tipo non mi sembra tanto ipocrita quanto indice di buon senso: saranno altri i luoghi e i tempi che chiameranno la critica a dare il proprio giudizio.

Gramellini dice bene: la fame di valori e modelli porta a risultare eccessivi e a sfiorare la pateticità, ma non so perché il suo articolo mi ha fatto tornare alla mente una frase di Churchill che recita più o meno: “A volte l'uomo inciampa nella verità, ma nella maggior parte dei casi si rialza e continua per la sua strada”.
 
Top