PandaR1 ha detto:
(...) quando viene introdotto un qualcosa di nuovo, se c'e' anche solo un sospetto che possa essere dannoso per la salute, e' il produttore/distributore che deve dimostrare che e' innocuo (...)
Ti spiego. Qui di nuovo non c'è *assolutamente* niente. Nuovo per Rienzi, per il CSS, per tutti i pennivendoli che hanno ripreso la notizia senza verificarla, per il grande pubblico, probabile.
E faccio anche un mea culpa, nel senso che se il 99% della popolazione non ha neanche la minima idea di quale sia l'oggetto del contendere, probabilmente siamo noi che non abbiamo fatto informazione nel modo giusto, lasciando spazio ai soliti luddisti. Questo lo accetto.
Ma il cinema stereoscopico (e la stereoscopia in genere) non è la fusione fredda. Esiste da *decenni*, come da decenni esistono gli occhiali shutter, i polarizzatori, i filtri dicroici. E da decenni milioni di persone l'hanno usata con soddisfazione, in una forma o nell'altra. Non c'è *niente* di nuovo, niente di sperimentale.
PandaR1 ha detto:
(...) qui sono arrivati occhialini, facilmente prodotti in cina, con standard di qualita' ottica e costruttiva ignoti perche' mai verificati da nessuno non essendo CE
Ecco. E' anche passato il messaggio che gli occhiali utilizzati in Italia siano stati prodotti e importati appositamente dagli esercenti brutti e cattivi, per risparmiare sugli occhiali "veri". Falso: sono *gli stessi* quattro tipi di occhiali utilizzati in *tutto* il mondo, prodotti nelle stesse fabbriche in centinaia di milioni di esemplari... siamo l'unico paese del pianeta a non sottovalutare questo incredibile rischio? Francamente, mi sembra improbabile.
La qualità ottica? Come detto, non proteggono dalle radiazioni ultraviolette e non correggono difetti refrattivi. Sono filtri a forma di occhiale, ma *non* sono occhiali. E' questo il punto.
E comunque, il marchio CE non si occupa necessariamente della qualità costruttiva: XpanD (made in USA, per la cronaca) ci ha mandato una lista direttive UE che non finiscono più, tutte pienamente soddisfatte, tra cui la RoHS (2002/95/CE), che applica restrizioni sull'utilizzo di sostanze pericolose all'interno dei processi produttivi di materiale elettronico.
Ripeto: le considerazioni legali andrebbero lasciate ai legali, quelle tecniche ai tecnici. L'Italia è uno dei pochi paesi al mondo dove, alzando la voce, uno sparuto gruppo di persone che non conosce nè le prime nè le seconde può fare il buono e il cattivo tempo.
E' questa, a ben vedere, la cosa veramente preoccupante.