ragazzi leggetevi questo che ho trovato su internet (non ho il collegamento perchè ce l'avevo salvato sulle note... non è proprio aggiornatissimo ma è interessante), buona lettura!:
(lo devo mettere su più commenti perchè tutto insieme non entra!)
Monografia sul biwiring, biamping, multiamplificazione
Vantaggi, svantaggi e consigli vari
Lo scopo di questa mini-monografia è quello di far un po' di chiarezza sulle diverse modalità di collegare un amplificatore alle casse, un argomento piuttosto confuso e nebuloso specie per i neofiti.
Contemporaneamente cercherò di dare alcuni consigli pratici per tutti e qualche trucchetto su come ottenere il massimo dal collegamento tra ampli e casse.
Gli argomenti trattati saranno, nell'ordine:
In principio...era il classico cavo rosso e nero!
Il biwiring
Qualche trucco per migliorare il monowiring ed il biwiring
Trasformare un diffusore da mono a biwiring...si può?
Un finale stereo o una coppia di finali mono?
Il bi-amping passivo
La multiamplificazione attiva
Conclusioni
In principio...era il classico cavo rosso e nero!
Fino a 10/15 anni fa collegare le casse al proprio amplificatore era un gioco da bambini: bastavano due spezzoni di cavo rosso e nero, magari pure di diversa lunghezza, ed il gioco era fatto. La sezione di tale cavo era considerata pressochè ininfluente a meno che non si dovessero collegare casse a decine di metri di distanza dall'amplificatore.
Poi arrivarono i cavi speciali e tutto cominciò a farsi più complicato. Si mormorava che anche i cavi potevano influenzare il suono dell'impianto HiFi.
A questo argomento ho già dedicato un articolo apposito (Come scegliere i cavi) che vi consiglio di leggere qualora non l'abbiate ancora fatto.
Riassumo solo brevemente alcuni consigli del tutto generali nel caso decidiate di collegare le vostre casse con un singolo cavo (questa pratica tradizionale viene spesso chiamata monowiring o monofilare, con una brutta traduzione in italiano).
Indipendentemente dalla distanza delle casse dall'ampli, è meglio scegliere cavi di sezione superiore ai 2 mm2. Per alcuni cavi speciali tale regola generale può avere più di una eccezione.
Indipendentemente dalla distanza reciproca delle casse dall'ampli utilizzate cavi della stessa identica lunghezza per un canale e per l'altro (destro e sinistro). Fate in modo che siano il più corti possibile.
Evitate per quanto possibile di far passare i cavi vicino a fonti di interferenza quali cavi elettrici, lampade alogene, grossi elettrodomestici, cavi d'antenna etc.
Collegate sempre polo positivo dei diffusori (+ o rosso) col polo positivo dell'amplificatore. Invertendo positivo con negativo non causate alcun danno, semplicemente gli altoparlanti si muoveranno in senso opposto. Può essere utile provare per mettere in fase l'impianto.
Tutte queste operazioni vanno fatte RIGOROSAMENTE con l'amplificatore SPENTO. Se volete che il vostro amplificatore non salti per aria EVITATE di cortocircuitare i morsetti d'uscita per le casse. In altre parole non collegate MAI PER NESSUNA RAGIONE il morsetto positivo con quello negativo.
Nella migliore delle ipotesi si brucerà l'ampli, nella peggiore potreste farvi MOLTO male.
I cavi possono essere collegati ai morsetti in vari modi. Il modo più semplice è quello di spellare il cavo per circa 1 cm ed infilare il conduttore nudo nei connettori. In alternativa esistono spinotti appositi molto comodi detti banane (ormai quasi fuorilegge per le nuove normative CE) altri detti forcelle ed una miriade di varianti di questi due sistemi.
In definitiva, se intendete rimanere sul classico, utilizzate il monowiring, ossia usate un solo cavo per cassa e vivrete tranquilli. Il problema è però che molti diffusori (quasi tutti ormai da un certo livello in sù) nascono con due coppie di morsetti, sono cioè predisposti per usare due cavi anzichè uno, realizzando quella tipologia di collegamento meglio nota come biwiring che vado a descrivervi.
Il biwiring
Letteralmente bi-cablaggio. Il biwiring è esploso nella seconda metà degli anni '80 in Inghilterra e da allora ha conquistato il cuore degli audiofili.
Di cosa si tratta? Un diffusore predisposto per il biwiring, anzichè una sola coppia di morsetti (positivo e negativo) ospita DUE coppie di connettori, usualmente marchiati high e low oppure woofer e tweeter.
Lo scopo è chiaro: utilizzare un cavo per collegare il tweeter (altoparlante per le alte frequenze) ed un altro per il woofer (basse frequenze). Se gli altoparlanti sono più di due normalmente la situazione non cambia: una coppia di connettori per la gamma medio-alta ed un'altra coppia per la gamma bassa.
Sgombriamo subito il campo dal primo dubbio:
per collegare una cassa in biwiring non c'è bisogno di due amplificatori né di un amplificatore con doppie uscite: è sufficiente un qualunque amplificatore stereo.
L'idea è infatti quella di utilizzare due cavi per canale anzichè uno solo. Quindi: questi due cavi saranno separati dal lato casse ed eventualmente uniti lato amplificatore (positivo con positivo, negativo con negativo, rispettado i canali destro e sinistro, ovviamente!).
Qualora l'amplificatore disponesse di doppie uscite (cioè fosse possibile collegare due coppie di casse, A e B) il biwiring è più semplice perchè potete ripartire il groviglio di cavi più comodamente su tutti i morsetti.
Ad esempio potete decidere di collegare i cavi del tweeter all'uscita A dell'ampli e quelli del woofer all'uscita B o viceversa, il risultato non cambia. Ovviamente dovrete selezionare sul frontale dell'ampli ENTRAMBE le coppie di uscite A e B (altrimenti sentirete solo i tweeter o solo i woofer).
Volendo potete comunque collegare tutti i cavi ai morsetti solo A o solo B, il risultato sarà identico. Infatti che i cavi si riuniscano prima di entrare nell'ampli o dopo, non fa alcuna differenza. I morsetti A e B sono infatti collegati tra loro COMUNQUE all'interno dell'amplificatore.
Il mio consiglio, solo per un fatto di comodità, è quello di usare, quando ci sono, entrambe le coppie di uscite, sia A che B, così evitate un eccessivo affollamento di cavi che, se di grossa sezione, possono causare più di un problema.
Quali sono i vantaggi del biwiring se comunque l'amplificatore è uno solo?
Senza voler scendere troppo sul tecnico diciamo che
Col biwiring si usa il doppio di conduttori rispetto ad una connessione semplice e questo, insieme ad altri fattori, potrebbe migliorare la trasmissione del segnale elettrico dall'ampli alle casse.
Col biwiring le masse (conduttori negativi o ritorni del segnale) ritornano verso l'amplificatore in modo separato per woofer e tweeter, realizzando una sorta di configurazione assimilabile, alla lontana, ad una stella. Molti amplificatori ormai utilizzano i ritorni di massa convogliandoli tutti in un punto detto centro della stella.
Col biwiring possono essere utilizzati cavi di diverse caratteristiche per il tweeter e per il woofer, alla ricerca dell'ottimizzazione della risposta in frequenza. Dato per scontato che i cavi suonano tutti in modo un po' diverso gli uni dagli altri (diverse caratteristiche elettriche) si può dedurre che alcuni di essi riproducano meglio le basse frequenze ed altri quelle alte.
Quindi, volendo, si può tentare di utilizzare il doppio collegamento in modo "mirato". Questa pratica non è tuttavia sempre conveniente in quanto rischia di squilibrare il bilanciamento timbrico voluto e cercato dal Costruttore della cassa in sede di progetto. Se il diffusore è di un certo livello consiglio sempre di usare lo stesso identico cavo sia per il tweeter che per il woofer.
D'altra parte il biwiring presenta un certo numero di inconvenienti:
È costoso, specie se si utilizzano cavi di una certa qualità e connettori di pregio (in pratica si raddoppia tutto)
È scomodo: già i cavi per i diffusori sono considerati esteticamente poco attraenti in ambiente domestico, specie se di grosso diametro e di colore sgargiante...figuriamoci raddoppiarli!
Talvolta il biwiring non fornisce il miglioramento sperato a parità di spesa. Mi spiego: spesso è meglio usare un singolo cavo (monowiring) di valore 100 piuttosto che due cavi (biwiring) di valore 50.
Può sembrare una banalità ma molti audiofili credono che il biwiring sia meglio - sempre e comunque -. Specie quando la spesa si fa consistente, un cavo singolo ma di qualità più elevata (diciamo...doppia?) suona meglio di due conduttori che costano la metà.
Ovvio, se non si hanno problemi di spesa, meglio un biwiring con cavi di qualità molto elevata
Qualche trucco per migliorare il monowiring ed il biwiring
Supponiamo che i vostri diffusori siano predisposti per il biwiring ma voi vogliate collegarli comunque in monowiring. Avrete notato che -di fabbrica- i quattro morsetti delle casse sono collegati tra loro con dei ponticelli metallici dorati che andrebbero asportati qualora si decidesse per il doppio collegamento.
Bene, se volete effettuare un monowiring col massimo della qualità possibile, buttate via immediatamente tali ponticelli dorati e sostituiteli con dei corti (3-5 cm) spezzoni dello stesso cavo che utilizzerete per collegare il tutto all'amplificatore.
In alternativa potete usare delle barrette in rame pieno (reperibili presso i negozi di materiale elettronico).
Seconda cosa, il singolo cavo andrà collegato preferibilmente ai morsetti del tweeter lasciando agli spezzoni o ai ponticelli il compito di portare il segnale ai morsetti del woofer.
La ragione è semplice: le alte frequenze sono la porzione dello spettro audio più delicata e sensibile, anche per via delle basse tensioni in gioco. Per questa ragione è meglio che il segnale dall'ampli raggiunga i morsetti del tweeter senza che vi siano interposti altri spezzoni di cavo o sbarrette metalliche (si minimizza, in sostanza, la resistenza di contatto).