Il gergo dell'HI-Fi - Ma lo comprendiamo ?

Nordata

Moderatore
Ho avuto lo spunto per questo intervento da questa discussione, abbastanza diversa dalle solite:

http://www.avmagazine.it/forum/showthread.php?t=44746

Leggendo le prove delle varie riviste di Hi-Fi, principalmente riguardanti i diffusori, ma anche per le amplificazioni, anche il lettore più disattento si sarà accorto che vengono utilizzati termini descrittivi un po' fuori dall'usuale, aggettivi, solitamente "normali" inseriti in un contesto che non è il loro.

Da qui il mio dubbio e lo spunto per questa discussione, che potrà essere utile a chi si affaccia per la prima volta a questo (pazzo) mondo.

Siamo sicuri che leggendo quegli aggettivi tutti pensiamo alla stessa cosa, oppure, detto in altre parole, cosa intendiamo quando li leggiamo ?

Faccio solo qualche banale esempio, i primi che mi vengono in mente, ognuno di voi potrà aggiungerne, l'importante è darne la propria descrizione, così potremo confrontare e correggere le varie divergenze.

- basso rotondo
- sonorità liquida
- sonorità setosa
- grana grossa
- grana fine
- luminoso ma senza asprezze
- palpabile e trasparente

e così via.

A voi la parola.

Solo una cosa: le spiegazioni dovranno adottare termini di cui tutti conosciamo il significato ed inconfondibili (non si può dare una definizione utilizzando termini che hanno a loro volta bisogno di definizione)

Ciao
 
Ciao Nordata,
credo che qui si cada in cio' che è successo per le degustazioni di vini...
cioe' bisognerebbe utilizzare un disciplinare ben preciso senza dare adito a possibili false interpretazioni, come si fa per le vere degustazioni di vini. (Al contrario di come molte trasmissioni TV fanno intendere).

Dovremmo quindi cercare di descrivere il suono come si è fatto per il vino, in modo chiaro ed inequivocabile, come si puo' descrivere la tannicita' (quella sensazione di velluto sulla lingua che il tannino da) o il sapore di frutti rossi (ciliegia et simila).
Non è certo un impresa facile, ma non lo era neanche per il vino...

Buon lavoro, io leggero' questo 3d sorseggiando dell'ottimo dolcetto o nebbiolo cercando di descriverlo...

Raffaele
 
Concordo in pieno con acris... e la cosa non mi dispiace, anche perchè ne so qualcosa di vini :D :D :D ...
Effettivamente alle degustazioni o alle "verticali" serie, l'accettazione di quei termini è scontata e ti permette effettivamente di capire (o meglio "inquadrare") il vino prima di degustarlo. Poi, naturalmente, interviene il proprio gusto ("mi piace", "non mi piace")...

E' necessario darsi un "disciplinare" riconosciuto ed accettato, altrimenti come si potrebbero evitare cose del tipo:

- basso rotondo = basso morbido (per me sarebbe così, ma a questo punto dovrei spiegare "morbido"?)
 
beh, io la vorrei prendere da un altro punto di vista.
Chi fa una recensione, come qualunque persona che scrive professionalmente, dovrebbe avere un proprio stile, una propria "leggibilità".
L'eloquio è fondamentale per appassionare il lettore in una recensione tecnica che però voglia essere di tipo discorsivo e non freddamente (e precisamente) numerica.
Se poi si aggiunge che le "sensazioni" di ascolto, sono per definizione qualcosa di non matematico ecco che nascono definizioni molto "pittoresche".
Ovviamente poi succede che alcuni sono molto abili ed "appassionanti" nel modo di esprimere le idee, mentre altri sono spesso patetici imitatori.
Quindi via di definizioni usate a proposito ed a sproposito.
Sono comprensibili?
boh, non lo so, io ci capisco quello che ci capisco, ma mi sembra che ormai certi termini (basso controllato, suono affaticante) siano assimilabili a concetti universali, altri (troppo dettaglio!?, spazio tra gli strumenti!?) sono invece delle locuzioni che vanno dal risibile all'assurdo...
Cosa dire poi degli appassionati che si spacciano per recensori....:D :D :D :D
 
Scusa Mauro, ma se ho compreso bene lo spirito di Nordata nel porre la questione
nordata ha detto:
...Siamo sicuri che leggendo quegli aggettivi tutti pensiamo alla stessa cosa, oppure, detto in altre parole, cosa intendiamo quando li leggiamo ?...
credo che escludesse il fascino "analogico" :D della propria sensibilità nel leggere una cosa qualsiasi (storia, libro, recensione...) e cercasse di mettere su carta delle basi "digitali" :D da usare come valori di paragone oggettivi.
Resta inteso che poi il quadro mentale e di sensazioni che ognuno di noi costruisce nella propria testa è assolutamente unico e di conseguenza irriproducibile.

Sì? No? Ho detto panzane? :)
 
appurato che il basso rotondo, non è uomo piccolo e grasso o la sonorità liquida non è dovuta al ferrofluido di raffreddamento dei tweeter :D dovremmo chiedere a chi per mestiere redige recensioni su apparati Hi-Fi.
chi meglio i lui potrebbe erudirci sul vero significato di tali termini?

qualcuno bazzica in questo forum ;)
 
Obiwan, credevo di aver risposto:
maurocip ha detto:
mi sembra che ormai certi termini (basso controllato, suono affaticante) siano assimilabili a concetti universali, altri (troppo dettaglio!?, spazio tra gli strumenti!?) sono invece delle locuzioni che vanno dal risibile all'assurdo...
ma rimane il fatto che storicamente, alcuni hanno usato certi termini per primi e successivamente altri hanno ampliato, a proposito o a sproposito....
 
Il senso di questa discussione è proprio quello di verificare se tutti, come dovrebbe essere, pensano alla stessa cosa quando leggono o sentono uno dei tanti termini entrati nell'uso comune dell'Hi-Fi.

Anche qui sul forum si leggono sovente.

Il punto è proprio questo, se ognuno pensa a una cosa diversa quando scrive o dice un aggettivo, come ne veniamo a capo ?

Se si parla di distorsione, di frequenze alte carenti o eccessive, di mancanza di smorzamento del woofer, credo non vi siano possibilità di dubbio e tutti avranno in mente un ben preciso quadro della situazione; quando in vece si sentono termini a volte fantasiosi e poetici, cosa pensiamo ?

Il punto è tutto qui.

Il mio intento era quello di avere degli interventi di gente che spiegasse con altri termini gli aggettivi di cui stiamo discutento, magari per riuscire a fare un glossario (quasi) definitivo.

Ciao
 
non esistono termini oggettivi, visto che stiam discutendo di percezioni sensoriali personali, le quali non possono che essere soggettive.

Per le questioni oggettive ci sono le misure, ma qui siamo nel REgno del GPM, e lì io non posso metterci bocca..

Nella mia rece delle JBL serie L recente, non ho potuto certo offrire riscontro oggettivo, essendo sprovvisto di qualsivoglia strumento di misurazione(saprei usare del resto si e no un fonometro:doh:), e quindi, mi sono sforzato di aiutare a rendere l'idea delle sensazioni che provavo. Di più non credo si possa fare, e non chiedo altro al recensore di turno sui giornali.

QUello che mi da in bestia è quando il già risicato spazio di 4 pagine di una recensione, inframezzate da una serie di foto + o meno grandi, non vengono investiti per queste descrizioni sensoriali soggettive(che aiutano a rendere l'idea se di quell'oggetto potresti cadere innamorato o meno), bensì vengono utilizzati per divagazioni che hanno ahime solo il senso ed il valore di meri voli pindarici fini a se stessi, i quali, alla prova dei fatti, all'acquirente della rivista, il quale voleva leggere se quel prodotto andasse o non andasse, interessa punto!! :O(ogni riferimento ad una recensione letta recentemente.....:rolleyes:)

walk on
sasadf
 
Per i vini ci sono i corsi per sommelier o le varie degustazioni. Ma per l'hi-fi ritengo sia molto più difficile poter informarci. Basta constatare che la magior parte di noi non riesce nemmeno a comprare un ampli dopo averlo sentito con le casse tipo le sue o viceversa:cry:

Stefano
 
sasadf ha detto:
non esistono termini oggettivi, visto che stiam discutendo di percezioni sensoriali personali, le quali non possono che essere soggettive...

concordo pienamente...anche il rosso fuoco non è per tutti fuoco...;)
 
Al nostro amico calabrese che ha avuto l'impianto recensito su Home Cinema & Confort faccio i miei complimenti.
Pero' vorrei sapere cosa sono le voci FRAGRANTI che escono dal suo centrale (così scrive il recensore..)
Profumano?:p
Con simpatia
Ale
 
Concordo pienamente per questo da quando mi sono iscritto al forum il mio motto è sempre lo stesso che si legge in firma :read:
ciao a tutti
Luciano
 
Mamma mia quant'è vero!
Però li capisco... e spesso dopo aver sentito l'effetto capisco "cosa intendevano"
Il bello sarebbe capirlo Prima, ma tant'è.
 
Se si osserva la questione da un punto di vista più "esterno" è paradossale la pretesa che l'uomo ha di catalogare con una serie di suoni (le parole) l'essenza di ciò che gli stà attorno. Noi guardiamo un recipiente e lo chiamiamo bicchiere: con questo suono pretendiamo di racchiudere l'essenza di qualcosa che ci sfugge nella sua interezza, ma che percepiamo solo nella sua forma superficiale che viene ricostruita dal nostro cervello sulla base di limitate informazioni forniteci dai nostri sensi, la maggior parte delle quali sono solo presunte (se vedo la luce attraverso un bicchiere "sò" che lo stesso è di vetro, e, di conseguenza,"sò" che meno di tot non può pesare) . E stiamo solo parlando di "materia", figuriamoci se ci mettiamo a parlare di sensazioni...
Una parola non può racchiudere una sensazione, non può carpirne l'essenza, sicuramente può aiutare ad interpretarla, ma sarebbe un'interpretazione falsata derivante, a sua volta, da un'altra interpretazione (quella dell'autore della parola) effettuata secondo i suoi condizionamenti e i suoi criteri.
Concludo dicendo che il suono, così come ogni altra cosa, và ascoltato, e non solo con le orecchie...
Lorenzo.
 
Vedo che il tread che ho iniziato ha preso una strada completamente diversa da quella che intendevo dargli, siamo arrivati a concetti quasi filosofici; le mie erano intenzioni più terra terra, molto pratiche.

Poichè leggo (e non solo su una rivista, ma su molte) certe definizioni ricorrenti, mi piacerebbe sapere cosa significano in pratica; se uno le usa vorrà dire qualcosa, descrivere una qualche peculiarità, non solo per lui, ma anche per tutti i lettori.

Poichè ho sentito moltissimi audifili ripeterle, in tantissime occasioni, ritengo che il loro significato sia ormai assodato e dato per scontato.

Se sentiamo una persona dire "rosso" credo che tutti pensiamo allo stesso colore, sicuramente non uguale per tutti: ognuno lo penserà più o meno saturo, più o meno brillante, con tonalità diverse e così via, ma nessuno penserà ad una qualsiasi tonalità di blu (se non è daltonico, ma questo è un caso particolare)

Quindi, ritorno alla mia domanda primordiale, quando, ad esempio, leggete la definizione di "grana fine" a cosa pensate ?

A dei bassi che rimbombano, a degli acuti stridenti, a una totale mancanza di frequenze medie e via dicendo ? (definizioni base prese a caso).

Se devi spiegare con parole diverse cosa significa, cosa dici ?

In altre parole, di una qualsiasi definizione dovrebbe potersi dare un'altra definizione fatta con termini cui tutti possano riferirsi.

Altrimenti sono solo belle parole, che colpiscono, ma non significano assolutamente nulla, al d fuori di chi l'ha usata per la prima volta.

Io volevo solo scoprire se tutti quelli che le usano intendono dire la stessa cosa, indicare la stessa situazione.

E in 17 interventi nessuno ha spiegato in parole più semplici uno dei termini di esempio che avevo indicato all'inizio.

Ciao
 
nordata ha detto:
Poichè leggo (e non solo su una rivista, ma su molte) certe definizioni ricorrenti, mi piacerebbe sapere cosa significano in pratica; se uno le usa vorrà dire qualcosa, descrivere una qualche peculiarità, non solo per lui, ma anche per tutti i lettori.
Se usano quelle definizioni io credo che sia proprio perchè non ne esistono di più consone e chiare, almeno a suo giudizio, altrimenti userebbe altri termini per farsi capire. Torniamo al mio discorso: se per lui non ci sono parole più semplici e chiare che esprimano tale concetto forse è perchè tale concetto non è lo stesso di chi, leggendo quelle parole, prova a trovare dei sinonimi per spiegarlo più chiaramente.
E' come un passaparola ognuno sente una cosa diversa e la racconta come meglio lui ritiene.
Poichè ho sentito moltissimi audifili ripeterle, in tantissime occasioni, ritengo che il loro significato sia ormai assodato e dato per scontato.
Se tale significato fosse assodato, non pensi che userebbero anche loro le parole che usa chi conosce tale significato per spiegarlo ad altri che non lo conoscono? E infatti non lo spiegano ad altri se non usando quegli stessi termini perchè quel significato è tale per chi scrive ma non per gli altri...Ognuno lo iterpreta personalmente e non può trasferire ad altri tale interpretazione se non con altri termini da interpretare.
Lorenzo.
 
Ultima modifica:
Top