Mi sono informato un po' anch'io e riporto alcune considerazioni.
In effetti "produrre" silicio è molto dispendioso in termini energetici (ha una temperatura di fusione superiore a quella del ferro, oltre 1600°, e soprattutto un calore di fusione, cioè l'energia che occorre per fonderlo, triplo rispetto a quello del ferro). Nonostante questo però l'energia prodotta da panneli fotovoltaici convenzionali (silicio cristallino) ha un indice di "ritorno" che va da 3 a 9, cioè al minimo ricavi tre volte l'energia che hai speso per produrlo, mantenerlo e smantellarlo. Questa informazione l'ho ricavata da qui (
http://it.wikipedia.org/wiki/EROEI). Devo dire che considero questa pagina di wikipedia solo come base di discussione (perchè avrei molto da dire in proposito su quello che viene riportato), ma anche da altre fonti ho trovato informazioni "compatibili" (altre stime affermano che necessitano dai 3 ai 6 anni di produzione per pareggiare l'energia consumata nel ciclo di vita dei pannelli fotovoltaici convenzionali; tutto il resto è guadagno). Mi sembra che siano stime non eccezionali, ma senz'altro migliori da quelle riportate da Angela, e più che sufficienti per avere un bilancio energetico positivo.
Si può notare che esiste un'altra tecnologia di pannelli al silicio (silicio amorfo) che ha un "indice di ritorno" molto migliore, soprattutto perchè utilizza pocchissimo silicio (però ha un rendimento energetico molto peggiore e si degrada prima negli anni).
Altra considerazione che si può fare è questa: non è strettamente necessario rifondere il silicio a fine ciclo, dato che è il materiale di cui è formata la terra (con la t minuscola); è sufficiente un trattamento per
separare e recuperare i diversi elementi.