Premessa: non sono un utente esperto, per cui ho bisogno, se possibile di risposte semplici e spiegate; credo mi manchino molte basi, se è il caso segnalatemi una fonte adeguata.
Lo scopo finale è raggiungere la maggior uguaglianza tra la performance originale dell'artista e la riproduzione del nostro impianto audio.
Una mia considerazione è che non è possibile raggiungere, in uno spazio di pochi metri quadri, quello che succede in un teatro o in uno stadio, ma non è su questo che voglio discutere, mi sembra solo un'affermazione di buon senso.
Per portare la performance in casa propria mi avvalgo dei supporti, che possono essere analogici (vinile) o digitali (cd, dvd, altro).
Per catena analogica intendo un vinile, un amplificatore valvolare e dei diffusori. In nessun punto della catena il segnale è alterato elettronicamente, per cui posso fare tutte le considerazioni che voglio sulla bontà dei singoli componenti, ma il segnale, IN TEORIA, non è alterato.
Per catena digitale non riesco a essere così assoluto. E qui nasce il motivo del post. Per favore, se c'è qualche problema nelle premesse fatemelo notare, in modo che riesca a capire perchè, grazie.
Quando ho un segnale digitale questo è composto da numeri che rappresentano l'informazione originale, ma non sono l'informazione originale, a meno che la performance non sia digitale in partenza (suono elettronico, per cui non musica nel senso classico della parola).
Il suono o, per generalizzare, l'informazione, viene campionata, cioè viene fatta una conversione tra analogico e digitale. Per semplificare, immaginiamo di avere un disegno con un gradiente di colore dal nero al bianco. Tra i due estremi avremo un numero infinito di possibilità, e questo è l'analogico, l'infinito. Se applichiamo sopra al gradiente una matrice, passiamo al digitale, cioè stabiliamo in quante parti vogliamo tagiare il disegno. La suddivisione è finita, è un numero conosciuto e da noi impostato, ed è approssimato, cioè ogni singola particella sarà la media tra un estremo e l'altro della singola particella. Più grande sarà la matrice, meno approssimazione, maggior peso dell'informazione. Con le dovute modifiche la stessa cosa avviene nell'audio.
Dato che non siamo in grado, non essendo macchine, di leggere direttamente l'informazione digitale, abbiamo bisogno di una scatola che trasformi il digitale in analogico, e questa scatola io la identifico con il DAC (che dovrebbe stare per Digital Analog Converter, o sbaglio?).
Se fin qui le premesse sono corrette passo alla domanda. Come posso decidere se collegare una sorgente in modo analogico o digitale al mio amplificatore, per cui, esiste un metodo per decidere se è più valido il dac della sorgente o quello dell'amplificatore? O devo lasciare tutto al giudizio del mio orecchio?
Lo scopo finale è raggiungere la maggior uguaglianza tra la performance originale dell'artista e la riproduzione del nostro impianto audio.
Una mia considerazione è che non è possibile raggiungere, in uno spazio di pochi metri quadri, quello che succede in un teatro o in uno stadio, ma non è su questo che voglio discutere, mi sembra solo un'affermazione di buon senso.
Per portare la performance in casa propria mi avvalgo dei supporti, che possono essere analogici (vinile) o digitali (cd, dvd, altro).
Per catena analogica intendo un vinile, un amplificatore valvolare e dei diffusori. In nessun punto della catena il segnale è alterato elettronicamente, per cui posso fare tutte le considerazioni che voglio sulla bontà dei singoli componenti, ma il segnale, IN TEORIA, non è alterato.
Per catena digitale non riesco a essere così assoluto. E qui nasce il motivo del post. Per favore, se c'è qualche problema nelle premesse fatemelo notare, in modo che riesca a capire perchè, grazie.
Quando ho un segnale digitale questo è composto da numeri che rappresentano l'informazione originale, ma non sono l'informazione originale, a meno che la performance non sia digitale in partenza (suono elettronico, per cui non musica nel senso classico della parola).
Il suono o, per generalizzare, l'informazione, viene campionata, cioè viene fatta una conversione tra analogico e digitale. Per semplificare, immaginiamo di avere un disegno con un gradiente di colore dal nero al bianco. Tra i due estremi avremo un numero infinito di possibilità, e questo è l'analogico, l'infinito. Se applichiamo sopra al gradiente una matrice, passiamo al digitale, cioè stabiliamo in quante parti vogliamo tagiare il disegno. La suddivisione è finita, è un numero conosciuto e da noi impostato, ed è approssimato, cioè ogni singola particella sarà la media tra un estremo e l'altro della singola particella. Più grande sarà la matrice, meno approssimazione, maggior peso dell'informazione. Con le dovute modifiche la stessa cosa avviene nell'audio.
Dato che non siamo in grado, non essendo macchine, di leggere direttamente l'informazione digitale, abbiamo bisogno di una scatola che trasformi il digitale in analogico, e questa scatola io la identifico con il DAC (che dovrebbe stare per Digital Analog Converter, o sbaglio?).
Se fin qui le premesse sono corrette passo alla domanda. Come posso decidere se collegare una sorgente in modo analogico o digitale al mio amplificatore, per cui, esiste un metodo per decidere se è più valido il dac della sorgente o quello dell'amplificatore? O devo lasciare tutto al giudizio del mio orecchio?