Classe A; AB, ecc.: chiarimento

Giova3419

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Come da oggetto della discussione: è possibile spiegare ad un profano come me, quindi nella maniera più semplice possibile, la differenza tra la classe energetica degli amplificatori?

In altre parole, che differenze ci sono tra le varie classi (A, AB, D, ecc..) e come queste influiscono sul suono?

E, nel caso in cui la classe non viene indicata, l'apparecchio deve intendersi in classe D?

Ultima cosa. Ho visto che alcuni ampli erogano, per esempio, 200 Watts RMS in classe AB e 50 in classe A. E' un'opzione introdotta da alcuni produttori soltanto, oppure, almeno in linea teorica, ogni ampli può erogare corrente in classe A, seppur producendo molti meno Watts?

Grazie mille delle risposte, come sempre.:)

P.S.: non mi sono scordato del mio thread sulla Bi-Amplificazione, appena ho tempo riporterò su anche quello..:D
 
Negli amplificatori la classe non corrisponde con quella energetica tipica degli elettrodomestici. Qui indica una precisa configurazione dell'elettronica degli stadi finali. Nella classe A (da non confondere con classi AA, A+, ecc. pubblicizzate da tante marche) il suono viene amplificato "intero". Cioè tutta l'onda del segnale viene amplificata intera. Nelle classi inferiori (AB, B, D), il segnale viene amplificato non intero, ma in varie semionde.
In questo modo l'amplificazione è più efficente (si ottengono potenze maggiori e minor conumi elettrici), mentre con la classe A le potenze scendono drasticamente (normalmente ad 1/4) ed aumentano i consumi.
Amplificazioni tipicamente in classe A sono le valvolari, ma esistono anche a transistor ed a mosfet.
Le vere classe A sono abbastanza rare (tranne che nei valvolari), spesso sono delle AB "migliorate".
Comunque un'ampli in classe A è una gioia per le orecchie!!
Ovviamente non tutti gli ampli possono erogare in classe A, solo quelli circuitalmente predisposti.
Spero di essere stato esauriente.
Ciao
 
Al di là delle varie classi(mi attengo principalmente alla Classe A e AB, le digitali le reputo ancora troppo fresche) ciò che realmente suona(per evitare un criterio di scelta solo basato su questo) resta la circuitazione di base, se è positiva quella l'ampli renderà comunque classe A o Ab.
 
Grazie ad entrambi. Vi chiedo questo:

Nella classe A (da non confondere con classi AA, A+, ecc. pubblicizzate da tante marche) il suono viene amplificato "intero". Cioè tutta l'onda del segnale viene amplificata intera. Nelle classi inferiori (AB, B, D), il segnale viene amplificato non intero, ma in varie semionde.

Potreste spiegarmelo meglio?

Al di là delle varie classi(mi attengo principalmente alla Classe A e AB, le digitali le reputo ancora troppo fresche)

Cioè, che significa? Scusa, so che esistono alcune amplificazioni digitali (ne ho lette diverse: Sony, moduli Hypex distribuiti da A.V.A. Italy di cui ho letto una prova molto positiva sull'ultimo Audioreview, mi sembra), ma non ho idea di cosa significhi o meglio, di come funzionino e cosa abbiano di diverso da quelle tradizionali..:rolleyes:
E perché parli solo di classe A ed AB? Cioè, la classe D, per esempio, non è necessariamente digitale, o sbaglio?
 
Giova, distinguiamo in amplificatori lineari e switching, è più facile.
Alla prima categoria asceriviamo le circuitazioni in classe A, AB, G, etc.
Tutte queste tipologie circuitali, più o meno valide, sono caratterizzate da un elemento comune: il basso rendimento, che oscilla dal 35 al 70% circa. In altre parole, per poter esprimere 200 W di uscita, questi ampli assorbono dai 600 ai 300 W circa. Qualitativamente parlando, la classe A (che ha il rendimento più basso) è teoricamente migliore della classe AB (citando solo le due più comuni). per le ragioni già spiegate in un post precedente: nella realtà dei fatti, comedice Mixer, non conta la classe di appartenenza ma la validità del progetto, dato che esistono ottimi amplificatori in entrambe le categorie.

Poi i sono gli ampli a commutazione, non necessariamente digitali (e qui abbiamo le classi D, T etc), caraterizzati da rendimenti molto elevati (ossia scaldano pochissimo, dato che presentare 200W ai morsetti di uscita ne assorbono tra i 220 ed i 240W).

Per spiegarti con una analogia un pò cruda, immagina che il nostro amplificatore debba far girare una ruota tipo quelle dei criceti nelle gabbiette. Il nostro segnale musicale deve tradursi in una velocità di rotazione della ruota molto variabile, che un istante va lentamente, quello dopo accelera, quello dopo frena...
Negli amplificatori tradizionali, è come se noi mettessimo un motore molto potente e veloce agganciato alla ruota, e ottenessimo la modulazione della velocità di rotazione per mezzo di un freno, che ora rallenta ed ora rilascia la ruota. Come puoi immaginare, tutto questo frenare non è il massimo dell'efficienza, e si genera molto calore.

GLi ampli a commutazione, invece, operano in un modo diverso: è un pò come se ci fosse un omino capace di dare dei "calci" a questa ruota, molto velocemente: i calci sono sempre tirati con la stessa forza, quello che cambia è la durata del calcio.con questo sitema, a seconda se il calcio è prolungato o di durata brevissima la ruota prenderà più o meno velocità, ma non sprechiamo più energia a frenare la ruota, dato che otteniamo la variazione a seconda del tempo che dura ogni calcio, ed ecco che abbiamo degli amplificatori che scaldano pochissimo, non sprecando energia inutilmente.

Per molti versi, gli ampli switching sono molto simili ai classe A, e le prestazioni degli switching di qualche anno fa erano limitate dalla componentistica; con i sempre nuovi progressi (transistor sempre più efficienti e veloci) si è riusciti, già oggi, ad avere amplificatori a commutazione in grado di eguagliare i migliori lineari, e nel volgere di pochi anni il sorpasso sarà totale, soprattutto in termini di prestazioni soniche.

Ciao,
Andrea
 
Giova3419 ha detto:
Grazie ad entrambi. Vi chiedo questo:



Potreste spiegarmelo meglio?



Cioè, che significa? Scusa, so che esistono alcune amplificazioni digitali (ne ho lette diverse: Sony, moduli Hypex distribuiti da A.V.A. Italy di cui ho letto una prova molto positiva sull'ultimo Audioreview, mi sembra), ma non ho idea di cosa significhi o meglio, di come funzionino e cosa abbiano di diverso da quelle tradizionali..:rolleyes:
E perché parli solo di classe A ed AB? Cioè, la classe D, per esempio, non è necessariamente digitale, o sbaglio?


Non parlo di classe Digitali in quanto in ambito hi-fi non le ritengo ancora mature.
Per quanto riguarad invece il resto, come precisava Aghemo, in entrambi le categorie esistono ampli bensuonanti come pure ampli non bensuonanti
 
mixersrl ha detto:
Non parlo di classe Digitali in quanto in ambito hi-fi non le ritengo ancora mature...
Antonio, si tratta di una opinione personale ed in quanto tale lecita e meritoria di rispetto, ma non sono del tuo parere: ritengo che le realizzazioni in classe D più recenti (nell'ambito delle soluzioni di qualità, ovviamente) non abbiano più nulla a che invidiare alle circuitazioni tradizionali, sia dal punto di vista sonico che prestazionale.
Tuttavia la cosa è Off Topic, qui, ed andrebbe discussa magari in thread apposito.

Se ritieni di voler chiaccherare dell'argomento, sarei curioso di sapere quali sono le soluzioni che hai ascoltato e che ti portano alle tue attuali considerazioni, in un thread specifico.

Ciao,
Andrea
 
andrea aghemo ha detto:
Antonio, si tratta di una opinione personale ed in quanto tale lecita e meritoria di rispetto, ma non sono del tuo parere: ritengo che le realizzazioni in classe D più recenti (nell'ambito delle soluzioni di qualità, ovviamente) non abbiano più nulla a che invidiare alle circuitazioni tradizionali, sia dal punto di vista sonico che prestazionale.
Tuttavia la cosa è Off Topic, qui, ed andrebbe discussa magari in thread apposito.

Se ritieni di voler chiaccherare dell'argomento, sarei curioso di sapere quali sono le soluzioni che hai ascoltato e che ti portano alle tue attuali considerazioni, in un thread specifico.

Ciao,
Andrea

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