l'aggiunta di un anello in ferrite di dimensioni adeguate all'estremità del cavo prima dell'ingresso nelle elettroniche, meglio ancora se due alle estremità opposte ( tanto costano poco....) che contribuiscono ad abbattere possibili disturbi
Solo una precisazione circa questa precauzione, che però serve anche a dimostrare come in certi ambienti si parta solitamente da cause o Leggi fisiche ben documentate e dimostrate per spiccare il salto con voli pindarici circa effetti mirabolanti (mai dimostrati o dimostrabili, ma questo è un altro discorso).
Torniamo agli anelli di ferrite che si usano un po' dappertutto: cavi di alimentazione, di potenza, di segnale.
Esiste una motivazione vera e valida per utilizzarli solo che lo scopo per cui furono introdotti è
esattamente il contrario di quello per fui li si usa nel mondo "H-Fi".
In U.S.A. esistono norme severissime circa l'inquinamento a radiofrequenza e, di conseguenza, le emissioni di segnali a radiofrequenza indesiderati da parte di qualsivoglia apparecchiatura.
Con l'apparire dei primi PC ci si rese conto che erano una perfetta trasmittente radio, d'altra parte al loro interno esistono degli oscillatori a radiofrequenza, pochi MHz agli albori (4 MHz, 8 MHz) per poi piano salire in frequenza sino ad arrivare ai GHz attuali.
Anche se il tutto era contenuto in contenitori metallici la radiofrequenza poteva comunque
uscire tramite i cavi di collegamento, di alimentazione o di segnale, che si comportano infatti come vere e proprie antenne trasmittenti.
La soluzione fu ben presto trovata inserendo sui cavi, possibilmente il più vicino alla fonte,
ovvero lato PC, i famosi anelli di ferrite, che formano un filtro passa-basso per questo ordine di frequenze (il cavo dovrebbe essere avvolto con qualche spira nell'anello in ferrite).
Ecco il vero motivo della diffusione dei famosi anelli in ferrite: impedire l'irradiazione di segnali indesiderati, quanto meno riportarli entro la soglia permessa.
Motivazione perfettamente tecnica, soluzione altrettanto perfettamente tecnica.
Un amplificatore audio, per quanto esoterico sia, non irradia alcun segnale a radiofrequenza, pertanto l'anello in ferrite, nel suo impiego vero ed originale, è perfettamente inutile.
Qualcuno dirà: "Vero, però impedisce anche che entri nell'ampli un possibile disturbo", il ragionamento potrebbe anche avere un suo fondamento di verità, specialmente nel caso che abbiate in casa, magari in bagno, un trasmettitore da 1 KW che irradia a più non posso, situazione che so essere comunissima.
Però, anche fosse così, all'interno del'ampli esiste un circuito di alimentazione, tradizionale con trasformatore o switching (senza trasformatore ma con un bel po' di filtri), sia il trasformatore che i filtri suddetti, per non parlare di un probabile filtro generico posto all'interno, svolgono esattamente la stessa funzione di filtro nei confronti della radiofrequenza (e di qualsiasi altro disturbo che può essere presente sulla linea).
In ogni casa un buon filtro di rete esterno, se si ha questo dubbio, costa molto meno di un cavo ultra esoterico e svolge, sicuramente, la stessa funzione in modo migliore.
D'altra parte è facile dimostrare l'utilità di un cavo di alimentazione, basta esaminare, contemporaneamente, il segnale in ingresso (alla presa a muro) e al termine del cavo tramite un qualsiasi analizzatore si spettro + oscilloscopio per vedere le differenze tra i due segnali e verificare l'efficacia (mai visto però una foto di paragone tra il prima e dopo il cavo), stesso discorso che si può fare per certi filtri particolari: prima del filtro e senza filtro ma dopo l'alimentazione; probabilmente il segnale sarebbe pulito allo stesso modo.
Una foto varrebbe più di mille parole, ma è più semplice dire: "io con il tal cavo ho risolto tutti i problemi, mi ha persino tolto una enfasi in gamma bassa" (come questo sia possibile non riesco ad immaginarlo, con tutta la mia buona volontà), qualsiasi costruttore potrebbe benissimo aggiungere un bel certificato con tanto di foto e valori pre e post in cui si può vedere senza trucchi ed inganni la reale efficacia del cavo in vendita.
Un bella foto di un segnale pieno di disturbi seguita da una con il segnale perfettamente pulito varrebbe più di mille begli aggettivi, foto ovviamente fatta, con tanto di firma e timbri, presso qualche Ente di Ricerca, non disegnata dall'Ufficio Marketing.