Infatti personalmente, come dicevo sopra, reputo i trasferimenti degli 007 della Lowry Digital ottimi.
Se usate correttamente, alcune tecnologie non sono dannose.
Generazioni è eccezionale, e non ha NULLA di elettronico.
Moonraker non l'ho visto, quindi non lo giudico.
Sul sito di proiezionisti.com, c’erano gli interventi di un esperto che ha girato con tutti i formati possibili, dal s.8 al 65mm e che si occupa anche di post-produzione.
Costui spiega bene molte cose, sfatando anche molte “leggende metropolitane”.
E dice giustamente che la grana della pellicola è, (possiamo girarcela come vogliamo) un difetto: laggasi RUMORE.
E come tale, per definizione, NON contiene informazione utile.
Non è mica un caso che negli anni 60 sovente si utilizzassero formati maggiori, come 65mm o Vistavision, in modo da ridurre l’immagine in fase di stampa, e sfruttare il meglio possibile la struttura del positivo, che ha grana più fine di quella del negativo ed è meno sensibile, in modo da ottenere immagini ben più compatte, dense e definite. Solo che all’epoca si cercava la qualità, non come ora col s.35 dove si ritaglia una striscetta al centro del fotogramma, si fa il 2K e si ingrandisce per fare lo scope per il 35mm.
E’ chiaro che si utilizzano filtri DNR e roba varia in maniera NON intelligente e scriteriata, si “arranca” via tutto (vedi Patton, per fare un esempio estremo) e non solo rumore.
E c’è anche da dire che in effetti noi non sappiamo in che stato siano i materiali all’origine, prima di finire sui nostri beneamati dischetti (parlo ovviamente dei film dagli anni 40 fino agli anni 80/90). Tenete presente che le major non hanno mai tenuto da conto i negativi di molti film, alcuni anche importanti e che molto spesso li “conservavano” all’aperto sotto tettoie come fossero immondizia.
Se usate correttamente, alcune tecnologie non sono dannose.
Generazioni è eccezionale, e non ha NULLA di elettronico.
Moonraker non l'ho visto, quindi non lo giudico.
Sul sito di proiezionisti.com, c’erano gli interventi di un esperto che ha girato con tutti i formati possibili, dal s.8 al 65mm e che si occupa anche di post-produzione.
Costui spiega bene molte cose, sfatando anche molte “leggende metropolitane”.
E dice giustamente che la grana della pellicola è, (possiamo girarcela come vogliamo) un difetto: laggasi RUMORE.
E come tale, per definizione, NON contiene informazione utile.
Non è mica un caso che negli anni 60 sovente si utilizzassero formati maggiori, come 65mm o Vistavision, in modo da ridurre l’immagine in fase di stampa, e sfruttare il meglio possibile la struttura del positivo, che ha grana più fine di quella del negativo ed è meno sensibile, in modo da ottenere immagini ben più compatte, dense e definite. Solo che all’epoca si cercava la qualità, non come ora col s.35 dove si ritaglia una striscetta al centro del fotogramma, si fa il 2K e si ingrandisce per fare lo scope per il 35mm.
E’ chiaro che si utilizzano filtri DNR e roba varia in maniera NON intelligente e scriteriata, si “arranca” via tutto (vedi Patton, per fare un esempio estremo) e non solo rumore.
E c’è anche da dire che in effetti noi non sappiamo in che stato siano i materiali all’origine, prima di finire sui nostri beneamati dischetti (parlo ovviamente dei film dagli anni 40 fino agli anni 80/90). Tenete presente che le major non hanno mai tenuto da conto i negativi di molti film, alcuni anche importanti e che molto spesso li “conservavano” all’aperto sotto tettoie come fossero immondizia.