anzitutto mi scuso per la lunghezza del post, ma non sono riuscito a condensare diversamente i miei pensieri ...
Green Zone è un film che definirei
splendido, se fosse possibile usare questo termine per un'opera di questo genere costituita dal 60% di realtà (purtroppo) e 40% di finzione cinematografica.
Ritmo, recitazione, coinvolgimento, intrighi politici, effetti speciali, una spruzzata di sano eroismo americano (che non scade mai nel fastidioso) ..... insomma una manna per gli amanti del genere.
Complimenti a Greengrass e Matt Damon.
Dal punto di vista tecnico personalmente lo ritengo
strepitoso.
Le scene diurne sono estrememente definite e dettagliate, pulitissime, solide, quanto di meglio abbia mai visto. Non è possibile muovere alcuna critica.
Quelle notturne ... vanno benissimo così !
Il rumore video scelto dal regista per accentuare il realismo e il senso di tensione è efficacissimo, richiama alla mente le immagini che tutti noi abbiamo visto alla TV in quei giorni, e che sono indelebilmente sedimentate nella memoria.
Dal punto di vista cinematografico, non c'è nessuna necessità di "vedere" di più, sarebbe uno spreco di informazioni inutile.
Quello che si deve capire, le immagini lo fanno capire.
Basta, non serve altro.
La nostra mente è in grado di lavorare sui "pochi" elementi che gli occhi percepiscono, integrando quello che manca.
Chi l'ha detto che tutto deve essere sempre chiaro ed evidente da subito per tutti in ogni situazione ?
Credo che anche i protagonisti di quelle azioni non "vedessero" molto di più ...
Per me è una scelta azzeccata, il
cinema deve essere anche questo.
E mi dispiace molto quello che leggo su AFdigitale di Novembre, nell'intervista a Maurizio Panzica di Digital Studio (che ha curato l'authoring di "Green Zone" per Medusa).
Si legge che alcuni acquirenti
hanno riportato indietro il disco lamentandosi per la "grana".
Come Panzica stesso afferma, questo genere di reazioni spinge le major ad abbandonare la naturalezza dell'opera originale, usando ed abusando filtri digitali tipo DNR.
Spero proprio che fra un po' non dovremo sorbirci film tutti uguali, iper-definiti, iper-contrastati e iper-comprensibili, al termine dei quali ci sentiremo pienamente appagati come alla fine di un videogame.
