Tra i paesi più industrializzati, l'Italia è quello in cui le sale cinema e l'home video "classico" fanno più fatica. Un po' come la Musica "classica" e dal vivo che non sia "mainstream". E secondo me è un problema quasi esclusivamente culturale.
Sono nato nel 1970 e ho avuto parecchie fortune, come quella di crescere in una famiglia dove la Cultura era una risorsa importante. Ho avuto anche insegnanti - nella Scuola dell'obbligo - dove Musica, Scrittura, Cinema, Teatro etc avevano la stessa importanza di grammatica, storia, filosofia e materie scientifiche. Ho studiato Musica già a scuola, alle elementari e alle medie e la mia famiglia mi ha spinto a studiare privatamente il pianoforte. Quando ero piccolo il Cinema era magico e ci andavo spesso, anche solo con mio Padre. Anche d'estate alle seconde (e terze) visioni. Se tornasse un po' più di cultura nei programmi scolastici, assieme all'educazione civica, sarebbe un primo passo importante.
Al di là dell'attuale situazione di chiusura totale, e di quelli che - secondo me - sono limiti culturali, c'è anche un'altra questione che definirei 'tecnologica'.
Da qualche anno ormai c'è il rischio che un film in 4K e HDR si veda meglio a casa che al cinema. Dal punto di vista video, al cinema ci sono i 12 bit per componente e il formato JPG2000 ha una compressione praticamente lossless ma la gamma dinamica è ridicola e il rapporto di contrasto in sala è per lo più mediocre, inferiore al peggior TV LCD di qualche anno fa. Al confronto, i 10 bit supercompressi dell'HEVC sono un'altra cosa. Sull'audio invece è l'opposto. A parte qualche caso eccezionale, al cinema la dinamica è pazzesca e non c'è compressione. Nella distribuzione casalinga, al confronto la dinamica sembra quella di una radio FM... Solo un alcune sale Dolby Cinema (non tutte e guarda caso ancora nessuna in Italia) tengono alta, molto alta, la bandiera della qualità al cinema. Ma i costi sono ancora irragionevoli., mentre burocrazia, tasse e major, strozzano sempre di più gli esercenti cinematografici.
Negli anni '80, tra l'immagine di un 35mm su schermo da 10 metri di base con audio Surround e il tuo 26 pollici a colori a scansione interlacciata, risoluzione bassa e audio monofonico, c'era un abisso. Negli anni '90 la diagonale del tuo TV poteva pure arrivare a 32" e i primi plasma (costavano un boato), arrivavano anche a 60". Ma i 10 metri di base di un cinema (anche i 5 metri, per i cinemini più piccini) erano un'altra cosa. Ora, se dovessi scegliere tra i 9 metri di base di un DLP Barco 2K della sala 1 del Cinema Smeraldo di Teramo e l'immagine da 2,5 metri di base di un BenQ W2700, non avrei dubbi: meglio il BenQ. Si salverebbe solo l'audio.
Se in Italia il Cinema in sala dovesse dovesse scomparire, probabilmente il Cinema continuerebbe comunque.
Da un lato la produzione cinematografica sta cambiando sempre più rapidamente. Oggi è possibile acquistare una Blackmagic Pocket Cinema Camera, a risoluzione nativa 6K, a 2.200 Euro IVA inclusa. Registra il RAW su hard disk esterno (ssd) a costi ridicoli (100 Euro per una Samsung T5 da 500GB). Software di montaggio, VFX, compositing e correzione colore sono quasi gratis. Anche le infrastrutture hardware sono sempre più a buon mercato. Come la potenza di calcolo. Le ottiche... Quelle buone costano sempre troppo e conviene affittarle. Però oggi produrre un film, a parità di qualità, costa una frazione di quanto costava anche solo un lustro fa. Per non parlare di 15 anni fa.
Se in Italia il Cinema in sala dovesse dovesse scomparire, probabilmente la produzione continuerebbe comunque. Cambierà solo la distribuzione. Vi ricordo che 10 anni fa la pellicola era ancora ben presente. Poi è arrivato il digitale, con distribuzione da hard disk e download (rete e satellite). Con cambiamenti sempre più veloci. E costi della distribuzione sempre più in caduta libera.
Lo streaming toglierà ossigeno alle sale? Sicuramente. E specialmente in Italia. Ma non chiuderanno tutte e ci sarà una grande selezione. E le sale migliori, quelle che si sapranno distinguere, potrebbero paradossalmente avere più pubblico. Sale come l'Arcadia di Melzo. Che potranno essere anche notevolmente più piccole.
Emidio