sebi ha detto:
... embricare in una discussione la dimensione scandalistica/di denuncia/polemica con quella "scientifica" è cosa molto delicata.
Hai ragione sul fatto che sia una cosa delicata. Sono l'admin e me ne assumo tutte le responsabilità. Ne ho già parlato qualche giorno fa, grazie alle fonti che mi sono particolarmente vicine. Vorrei sottolineare una cosa: non ravvedo alcuna dimensione scandalistica ma solo ed esclusivamente di denuncia.
sebi ha detto:
... per me, non è possibile sapere l'impact factor della rivista in oggetto e quindi la risonanza della stessa nel suo ambito culturale...
E' la più importante a livello interplanetario.
sebi ha detto:
... E' molto cauto, come si conviene.
è un lavoro scientifico ma non capisco da cosa evinci che sia molto cauto e cosa c'entra la cautela in questo caso. Nello studio si dice molto chiaramente che,
secondo gli studiosi, la particolare conformazione del sottosuolo del centro storico aquilano amplifica le onde sismiche in relazione alla frequenza e intensità.
sebi ha detto:
... mancano dei parametri di riferimento: gli autori descrivono un sistema di analisi di dati per una stima del rischio in una zona geografica circoscritta, ne postulano l'utilizzo in altre zone e verosimilmente ne richiedono il riconoscimento
Esatto.
sebi ha detto:
... richiedono il riconoscimento del metodo di stima del rischio evidentemente, non dell'attività sismica che verrà data per certa
Fermi tutti!
Nessuno ha detto che quei ricercatori avevano previsto un sisma, né io ho detto una stronzata del genere!
I ricercatori dicevano (dicono) che nel centro storico di L'Aquila può verificarsi una straordinaria amplificazione sismica. Ergo, la progettazione e realizzazione degli edifici dovrebbe tenere conto di questa possibilità. Hanno chiesto a gran voce di approfondire l'argomento (quindi di inserire altre sonde etc.) e di verificare gli edifici già esistenti.
sebi ha detto:
.. Quello che mi balza però all'occhio, al di là delle ipotesi giornalistiche leggittime di manchevolezze delle autorità preposte, è che un'attività di ricerca da parte di studiosi del settore, esordita nel 1996, trova il suo culmine in una pubblicazione scientifica solo 9 anni dopo l'inizio....
... Lo studio essendo iniziato nel '96 era già realizzato molto prima del 2005 ma non aveva i requisiti essenziali per essere pubblicato? E' stata quindi richiesta un'implementazione? Altro?
... L'articolo del giornale dice che già dopo 3 i dati furono pubblicati. Anche qui mi pongo delle domande: i tempi in sismologia sono tali che un'attività di ricerca per giungere a risultati consolidati debba o possa durare così tanto?
Forse non è chiara la consecutio. Provo a chiarirla.
Come scritto nell'articolo, le prime evidenze di questa amplificazione sismica arrivano grazie alle rilevazioni accelerometriche dello strumento posto nel sottopasso di Collemaggio, in coincidenza del piccolo sisma di Campotosto di magnitudo 4. Di lì a poco furono inseriti altri sismometri e dopo la raccolta e l'elaborazione dei dati di due anni e mezzo, nel 1999 i due ricercatori principali (Scarpa e De Luca) mettono in allarme INGV ed enti locali.
Per registrare dei dati utili è necessario che ci sia un sisma di una certa magnitudo. E non ne basta certo uno solo. In questo senso uno studio del genere ha una durata che dipende dalla frequenza e qualità degli eventi sismici.
In ogni modo, già due anni dopo la prima rilevazione, I due ricercatori suonano l'allarme avvertendpo che, secondo i loro studi, c'è un'amplificazione delle onde sismiche a carico del centro storico di L'Aquila, chiedono di poter approfondire gli studi (immagino abbiano chiesto ulteriori fondi e un impegno diretto dell'INGV ma questa è una mia supposizione), chiedono che vengano presi già subito dei provvedimenti per mettere in sicurezza la popolazione, con la verifica della sicurezza degli edifici al netto dell'amplificazione sismica.
Quello che "sembra" e che l'allarme venga ignorato. Allora De Luca cerca sostegno dalla stampa locale e nel 1999 rilascia una intervista pubblicata da "Il Centro" e "Il Messaggero". Le esternazioni di De Luca vengono stigmatizzate dai suoi diretti superiori. Siamo a Novembre 1999.
I ricercatori continuano comunque la raccolta dei dati e l'elaborazione degli stessi per creare un modello di analisi. Anche perché se la prima raccolta di dati poteva essere sufficiente per dire cosa succedeva nel sottosuolo di L'Aquila, probabilmente per costruire un modello di analisi probabilmente saranno serviti altri dati. Il lavoro culmina con la pubblicazione in una delle più prestigiose riviste di sismologia a livello internazionale. Correva l'anno 2005.
Ora, non so sinceramente quando sia stato spedito il lavoro alla rivista americana e dopo quanto tempo sia stato pubblicato. Ma non credo sia questo il problema. Il problema è un altro. Alcuni ricercatori hanno un'idea. Non dicono
quando ci sarà un sisma, dicono che, se ci sarà un sisma, questo potrebbe essere notevolmente amplificato. E lo dicono, anche alla stampa, nel novembre del 1999.
Non sappiamo se hanno ragione, anche se, dopo aver visto la particolare concentrazione di effetti proprio nel centro storico di L'Aquila, sarei propenso a dire di sì. Qui il problema è leggermente differente e chiama in causa scelte politiche in seno all'INGV e alle amministrazioni locali. L'idea che mi sono fatto è che il lavoro dei due ricercatori dava fastidio a qualcuno.
sebi ha detto:
... Anche perchè in un paese a basso profilo di coscienza civica che esprime una classe dirigenziale "in linea" trovarsi anche dei settori della scienza "in linea" non sarebbe una felice scoperta.
Certo è che laddove crollano edifici come la casa dello studente e l'ospedale pubblico non c'è integralismo scientifico che tenga.
Straquoto.