Consiglio per scelta Cavi di collegamento

  • Autore discussione Autore discussione zefi
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Da semi cavo scettico -- penso sia molto complicato con un oscilloscopio notare qualcosa con un segnale musicale complesso variabile nel tempo -- e fare confronti -- mi pare una forte semplificazione
 
Al contrario, è molto più semplice di quanto sembri.
Il segnale "musicale" che passa attraverso un cavo di potenza prima di tutto è un segnale elettrico, non vedo quali difficoltà ci siano nel visualizzarne le caratteristiche attraverso un oscilloscopio, visto che sono costruiti proprio per questo.
 
Ultima modifica:
Lo so che è un segnale elettrico - qualche esame di elettrotecnica ad ingegneria l'ho fatto anche se molto tempo fa e mi piaceva pure (sob e stra sob) --- però vedere un segnale musicale (elettrico) così complesso e da li capire -- boh e ti ridico straboh -- troppo semplice - per me su queste cose non è giusto complicare ma per converso neanche semplificare troppo
 
Grazie, Martino!
La tua risposta mi sembra abbastanza chiara e articolata.
Il tuo approccio "tecnico" mi piace.

Non ho un oscilloscopio e, soprattutto, non ho differenti cavi su cui fare le misure. Anche per questo, avevo scritto:
"Ma ... come si fa a scegliere un cavo trasparente? "

Ormai, ho maturato scelta e decisione. Ove mai questa Discussione possa essere utile ad altri nuovi iscritti, aggiungo un link:
http://www.avmagazine.it/forum/38-audio-club/269280-cavi-di-potenza/page3
Sono le pagine che stavo leggendo dopo la tua prima risposta; i post # 35 e #50 mi sembra siano molto interessanti.

Così pure, la tua considerazione sulla catena di elaborazione del suono:
"... con ordini di grandezza superiori rispetto ad un semplice componente passivo..."
 
... però vedere un segnale musicale (elettrico) così complesso e da li capire...

Noi non dobbiamo fare un elaborato sul segnale, dobbiamo solo porci una domanda: la qualità del cavo è così bassa che degrada il segnale in modo significativo?
Questo è facile da verificare con la procedura detta sopra.
Se poi crediamo che un cavo possa influire sul suono senza che questo venga rilevato strumentalmente, beh, entriamo in un campo da cui mi sono sempre tenuto ben lontano... ;)
 
L'oscilloscopio ed un generatore di segnali possono fornire alcune informazioni, se poi ci aggiungiamo un misuratore di distorsione, un analizzatore di spettro in tempo reale e, se saliamo nel campo dell'Alta Frequenza (che non sono le note acute, è sempre Bassa Frequenza), anche un misuratore delle riflessioni (causate da cattivo adattamento di impedenza) otteniamo un bel po' di informazioni al riguardo, possiamo misurarne anche la velocità, ovviamente per prima cosa si possono misurare le caratteristiche basilari da cui si può già anche sapere come sarà il comportamento: Resistenza, Capacità, Induttanza.

Il segnale musicale non ha nulla di strano o diverso da un qualsiasi altro segnale elettrico, in campo elettronico ci sono segnali ben più complessi e critici, che si trattano e misurano normalmente, con relativi conduttori per il trasporto tra un apparecchio e l'altro.
 
Le misure non sono mai cosa banale, anche avendo a disposizione tutti gli strumenti possibili (e inevitabilmente costosi) bisogna conoscere benissimo la materia e le metodiche relative alle misure stesse, oltre a sapere poi interpretare i risultati.

Altrimenti poi si finisce con il verificare se c'è una autoscillazione in un amplificatore tramite un normale tester (e se non ricordo male per giunta settato in continua). :D

Il mantra tanto caro ad una certa tipologia di appassionati audio, ovvero che "l'orecchio è il miglior strumento di misura" fu tirato fuori molti anni fa dal direttore di una "celebre" rivista americana del settore che voleva iniziare a corredare le prove degli apparecchi con dati strumentali, ma scoprì subito due cose:

1 - che gli apparecchi di misura, seri, costano un botto (specialmente in era analogica)

2 - che bisogna saper fare le misure ed interpretarle, magari inventando anche delle procedure nuove.

Pertanto rinunciò all'idea e tirò fuori quella frase che giustificava i giudizi, anche assolutistici, che corredavano i test.

Ovviamente "anche" l'orecchio serve, ma a supporto di quanto accertato strumentalmente, da solo è troppo influenzabile da fattori non controllabili (per evitare/minimizzare i quali sono state inventate apposite metodologie).
 
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