Ciao Siro,
sc_ita ha detto:
Ma so che la realtà (anche quella che alle persone non tecniche sempra più banale) è ben raramente matematizzabile in modo completo.
non per fare il bastian contrario, ma qui stiamo parlando di audio
digitale. Non c'è alcun modello della realtà, si lavora direttamente con i numeri, la matematica è direttamente la realtà con cui ci si trova ad operare. Specie con i DAC moderni, dove la parte analogica è ridotta all'osso, e più che mai con il DSD, dove la parte analogica può addirittura non esistere del tutto riducendosi ad un banale filtro passa basso.
sc_ita ha detto:
Insomma, si possono trovare anche delle repliche agli spunti di Putzeys. Senza nulla togliere a quello che hai scritto, che è condivisibile. (Non so nulla di Putzeys, ma non è che magari ce l'ha con qualcuno del clan Philips?)
Non che io sappia. Philips gli ha fornito gli strumenti per realizzare quello che è forse il suo capolavoro, ossia l'UCD, non vedo perché dovrebbe avercela con la Philips. Inoltre quando ha scritto quelle cose era ancora in pieno servizio attivo per Philips stessa e ha continuato in seguito ancora per un bel po', credo fino alla completa ingegnerizzazione dell'UCD, che era il motivo della sua collaborazione con Philips. Quelle affermazioni inoltre non sono mai state smentite direttamente da Philips.
Aggiungo che ho avuto modo di parlare direttamente (per e-mail, non di persona) con il buon Bruno, ed è persona di una correttezza e di una pacatezza esemplari, oltre che di un'intelligenza e un intuito vivacissimi. Sarei estremamente sorpreso se si trattasse di una semplice ripicca.
Gli articoli che tu citi, che conosco bene a partire da quelli in risposta agli articoli di Lipshitz e Vanderkoy, sono invece praticamente tutti emanazione diretta di Philips e comunque non negano la presenza dei succitati problemi. Semplicemente sostengono che alcuni di essi sono irrilevanti all'atto pratico, almeno per certe applicazioni, cosa che è sicuramente vera. Esistono infatti dei test che hanno dimostrato che il DSD è sostanzialmente indistinguibile (seppur con qualche microdubbio) da un equivalente 24 bit realizzato come si deve. E ' un sistema che in sostanza si può considerare come un canale "trasparente" a quello che ci passa attraverso, ne più ne meno che il PCM, ovviamente quando entrambi implementati a dovere.
A mio parere la più grossa limitazione del SACD è che, per questioni anticopia, non consente di accedere direttamente al flusso digitale DSD, in modo che lo si possa convertire in PCM e farci sopra ulteriori elaborazioni che, a differenza di quelle in fase di mastering, sarebbero utilissime. Vedi la realizzazione di crossover integralmente in digitale, la correzione digitale dell'acustica ambientale, la cross talk cancellation e tante altre diavolerie che consentirebbero di fare veri balzi in avanti nella accuratezza della riproduzione, balzi che sono emormente superiori a qualuqnue differenza di cui si è discusso in questo thread.
Mi facessero un lettore SACD che esce in digitale, anche castrato a 24/44, probabilmente me lo comprerei anch'io. Ora ho un multilettore che mi hanno regalato e che legge anche i SACD, ma in digitale non esce, cosa che mi impedisce di applicarci sopra la DRC. Piuttosto che rinunciare alla DRC tranquillo che faccio volentieri a meno delle incisioni SACD, è una differenza che non si può nemmeno ipotizzare di confrontare.
Saluti,