Una regola non c’è.
Le considerazioni che seguono riflettono solo condizioni di posizionamento prive di vincoli, in presenza dei quali bisogna inventarsi soluzioni più fantasiose.
La prima cosa di cui tenere conto è la risposta in frequenza dei diffusori, quindi il miglior distanziamento è quello che regolarizza (a seconda della conformazione della stanza, dei generi musicali, del tipo di incisioni preferite) la risposta dei diffusori in ambiente. Anche dinamica e ritmica giocano un ruolo importante e possono essere influenzate indirettamente dal posizionamento.
Se non si tenesse conti della premessa iniziale e si applicassero regole (distanze di posizionamento) ferree, subentrerebbero più facilmente squilibri timbrici o fatica di ascolto o noia. Quindi diventerebbe inutile parlare di scena sonora.
alcuni potrebbero obiettare che, ascoltando un’orchestra sinfonica o un piccolo gruppo jazz, al contrario di ciò che succede con un concerto rock amplificato (strumenti “ammassati”) il posizionamento corretto degli esecutori ha la priorità sul resto, ma in realtà non si rendono conto del fatto che probabilmente hanno già sistemato il resto e gli squilibri non ci sono.
Secondariamente, si può tenere conto dell’immagine virtuale riprodotta o scena sonora che dir si voglia. In linea di massima meglio non avvicinare esageratamente le casse tra loro (pena ammassamento della voce e degli strumenti al centro) o non distanziarlie troppo, allargandosi di molto oltre i vertici di un triangolo equilatero il cui terzo angolo è il punto di ascolto, pena uno svuotamento della zona centrale con perdita di focalizzazione.
PS. il posizionamento semi-obbligato a cui sono costretti attualmente i miei diffusori in soggiorno è molto poco audiophile, i due vertici vanno bene oltre il triangolo equilatero. Pur svuotando la scena al centro, il suono è molto bilanciato alle misure è molto piacevole all’ascolto. Ciò è dovuto nel caso specifico al rinforzo in gamma bassa dovuto alla vicinanza delle pareti laterali, senza le quali il risultato sarebbe più “magro”.