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Risultati da 1 a 5 di 5
Discussione: Diritto d'autore: Sei favorevole o Contrario?
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03-10-2005, 11:13 #1
Diritto d'autore: Sei favorevole o Contrario?
Vista la deriva del 3ad I DVD a noleggio rossi, direi che i tempi sono maturi per una nuova discussione sul copyright.
stealth82 ha scritto:
Prima la legge era (in sintesi con parole mie):
E' violazione ergo illegale ergo pirateria chiunque copia materiale protetto da diritti d'autore a scopo di lucro.
Ciò significava che copiarsi DVD su hard disk o su altro supporto senza lo scopo di guadagnarci tecnicamente era legale (figuriamoci per l'argomento in discussione)
Ora, grazie ad Urbani, la legge è cambiata sostituita in un semplicissimo termine italiano;
E' violazione ergo illegale ergo pirateria chiunque copia materiale protetto da diritti d'autore a scopo di profitto.
Come ci può immaginare lo "spettro di competenza del profitto" è mooolto più ampio di quello a scopo di lucro. Per l'argomento in discussione, se tu rippi un DVD a noleggio per vedertelo con calma in giorni successivi tecnicamente ne hai un profitto... non paghi la sovrattassa del noleggio ad oltranza.
Cmq, se devo dire la verità, anch'io faccio come Maxi per tre semplici motivi:[list=1][*]E' più comodo che fare "cento" viaggi film per film.[*]Se li riporto in giornata pago meno che restituirli il giorno dopo.[*]Posso vedermeli con calma, compresi gli inserti speciali.[/list=1]Ovviamente i film che ho copiato poi rigorosamente li cancello: anche a me non piace l'idea di avere film copiati invece degli originali (che invece hanno la loro bella custodia ed inserti).
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Quindi e' illegale anche registrarsi montalbano perche ne consegue un profitto (non mi compro l'episodio/il cofanetto).
Grazie agli estremisti/comunisti che si sono attivati e hanno protestato vivacemente il 'decreto urbani', e' stato modificato, e la pena massima, e' ora di natura solo pecunaria, e chi si scambia episodi registrati di montalbano, o si 'rippa' i dvd a nolleggio non rischia + fino a 4 anni per questi comportamenti, ma una semplice ammenda pecunaria. Tuttavia, la natura del rato rimane inalterata, e quindi si rischia sempre di infangare la fedina penale.
(Ulteriori info sulle modifiche del decreto urbani
Qui': )
Ora,
io credo che la legilazione in un regime democratico, dovrebbe essere funzionale alla comunita', mentre IMHO le leggi e leggine per la salvaguardia del diritto di autore, che in italia come fuori vanno moltiplicandosi e inasprendosi grazie a una intensa attivita lobbistica, servono solo per proteggere gli interessi di pochi individui.
Per la comunita' il beneficio del dirito di autore e' da neutro a drammaticamente negativo (penso a diritti sui vaccini per patologie gravissime rispetto a popolazioni poverissime).
Per quanto mi sforzi, non riesco a pensare a effetti positivi sulla comunita' apportati dalla protezione della cosidetta 'proprieta' intellettuale'
Altre opinioni?
Ciao,
Stefano
Ogni critica circostanziata e tecnicamente pertinente sarà utile a tutti per capire meglio i termini della questione
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03-10-2005, 12:05 #2
Se tu fossi, ad esempio, un programmatore che ha avviato una sua azienda per vendere programmi creati impiegando tempo/denaro e con il ricavato delle vendite ci devi vivere e mantenere magari la famiglia (tua e di chi lavora con te) e lo vedessi in giro gratis appena venduta la prima copia, forse ne vedresti l'utilità.
E' vero, in queto caso "la comunità" non ne ricaverebbe una utilità diretta, ma la comunità è fatta anche dai singoli individui.
Si può dire che l'esempio di cui sopra è un caso particolare, mentre per una canzone è diverso, giusto, il cantante o l'autore potrebbero benissimo fare altro per guadagnarsi da vivere (molti, anzi, lo dovrebbero fare) ma, probabilmente, la produzione in questo settore calerebbe vistosamente.
Lo stesso discorso vale per qualsiasi altra opera del così detto "ingegno", si può benissimo discutere sui prezzi elevati e non proporzionati, si può benissimo dire che solo una parte di questi profitti va ai diretti interessati (in qualche caso nulla), ma si tratta di opere la cui fruizione è puramente libera e, come si suol dire, non ordinata dal medico.
Se non mi piace non la compro, ne posso benissimo fare a meno, il prezzo alto non giustifica il fatto che io "me la prenda" senza dare nulla in cambio a chi l'ha creata.
Per quanto riguarda la ricerca farmaceutica, pensi che se una ditta non fosse sicura di poter sfruttare le proprie scoperte per un certo lasso di tempo, impegnerebbe i capitali necessari allo sviluppo di un nuovo farmaco o aspetterebbe tranquillamente che qualcun altro lo facesse per poi mettersi a produrlo tranquillamente ?
Probabinente tutti aspetterebbero che sia qualcun altro a spendere i miliardi necessari, tanto poi.....
Che poi questo provochi problemi forse è inevitabile e bisogna cercare di trovare soluzioni che possano venire incontro agli interessi di tutti, ma non credo che possa essere del tipo: tu fai e io prendo (gratis).
Ciao"Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).
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03-10-2005, 15:35 #3nordata ha scritto:
Se tu fossi, ad esempio, un programmatore che ha avviato una sua azienda per vendere programmi creati impiegando tempo/denaro e con il ricavato delle vendite ci devi vivere e mantenere magari la famiglia (tua e di chi lavora con te) e lo vedessi in giro gratis appena venduta la prima copia, forse ne vedresti l'utilità.
nordata ha scritto:
Si può dire che l'esempio di cui sopra è un caso particolare, mentre per una canzone è diverso, giusto, il cantante o l'autore potrebbero benissimo fare altro per guadagnarsi da vivere (molti, anzi, lo dovrebbero fare) ma, probabilmente, la produzione in questo settore calerebbe vistosamente.
nordata ha scritto:
Lo stesso discorso vale per qualsiasi altra opera del così detto "ingegno", si può benissimo discutere sui prezzi elevati e non proporzionati, si può benissimo dire che solo una parte di questi profitti va ai diretti interessati (in qualche caso nulla), ma si tratta di opere la cui fruizione è puramente libera e, come si suol dire, non ordinata dal medico.
Se non mi piace non la compro, ne posso benissimo fare a meno, il prezzo alto non giustifica il fatto che io "me la prenda" senza dare nulla in cambio a chi l'ha creata.
In passato era cosi' (biblioteche, ingressi popolari al cinema e al teatro, etc) e ha contribuito molto al progredire della comunita'.
Piuttosto, se come dici solo una parte di questi profitti va ai diretti interessati, dovrebbe interessarci molto sapere che fine fanno questi soldi?
La triste verita' e' che molti vengono usati per azioni lobbistiche contro gli interessi della nostra comunita'
nordata ha scritto:
Per quanto riguarda la ricerca farmaceutica, pensi che se una ditta non fosse sicura di poter sfruttare le proprie scoperte per un certo lasso di tempo, impegnerebbe i capitali necessari allo sviluppo di un nuovo farmaco o aspetterebbe tranquillamente che qualcun altro lo facesse per poi mettersi a produrlo tranquillamente ?
Probabinente tutti aspetterebbero che sia qualcun altro a spendere i miliardi necessari, tanto poi.....
Non si puo' immaginare che la sorte di milioni di persone sia in mano a, a, .......cosa, una S.p.A.???
Per concludere, credo che un inasprimento delle norme per difendere il diritto d'autore siano nocivi sia per la comunita' sia per le stesse istituzioni che lo auspicano.
Come per esempio sta succendedo questi giorni alla nostra amata MS:
Vertenza Eolas-Microsoft
Ciao,
StefanoUltima modifica di vernavideo; 03-10-2005 alle 16:29
Ogni critica circostanziata e tecnicamente pertinente sarà utile a tutti per capire meglio i termini della questione
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03-10-2005, 18:50 #4
Per quanto riguarda il poter "provare" un programma e se mi piace/serve lo acquisto, credo che ormai la maggior parte dei programmi di uso generale sia disponibile in versione demo o shareware e si ha la possibilità di testarlo per un congruo periodo di tempo.
Nonostamte questo quanti sono quelli che, provato un programma, ad esempio a limitazione di tempo, se lo hanno trovato di proprio gradimento non vanno a cercare un serial o crack per poter continuare ad usarlo o, nel caso di shareware con minime o nulle limitazioni, continuano ad usarlo senza alcun problema.
Esistono poi programmi freeware che offrono quasi le stesse cose di altri programmi molto più blasonati e costosi e, per un uso dell'utente normale, vanno benissimo; si può fare grafica con ottimi soft senza bisogno di utilizzare Photoshop, oppure soft che offrono quello che serve per la produttività indivuduale senza bisogno di ricorrere a Office, ecc.; eppure chi sa perchè si cerca di usare quelli costosi.
Se poi si parla di programmi prettamente professionali, tipo AutoCAD, non credo esistano giustificazioni o scuse del tipo "ragioni di studio", chi li utilizza non lo fa per divertimento ma per scopi ben precisi ed è giusto che paghi quanto vuole il produttore, se non gli va è libero di usarne altri che, per divertirsi, vanno benissimo; esistono poi le licenze "studenti" o simili.
Discorso musica e dintorni: non vedo il nesso tra una probabile fioritura di nuovi artisti e la possibilità di copiare liberamente musica; se un artista vuole farsi conoscere ormai lo può fare (e viene fatto) tramite internet, mette i suoi brani in rete e tutti ne possono godere.
Ma se non è d'accordo e vuole farseli pagare e a me piacciono è giusto che io li paghi, se non mi va, come ho già detto, non li compro e lui non ci guadagna: è una libera scelta di entrambi.
Il discorso "cultura": in pratica, escluso il settore musicale di cui ho già detto, rimane il cinema.
Mi sembra che di culturale nei film scaricati dalla rete vi sia ben poco, anzi; al 99% sono prodotti commerciali al massimo livello, chi lo fa non è sicuramente per arricchire il proprio bagaglio culturale.
Probablmente non sarà vero, ma avevo sentito dire che lo Stato sovvenziona la realizzazioni di film "culturali" o, come si suol dire "impegnati"; molte volte incassati soldi gli autori e registi mollano tutto e finisce lì, salvo rifare il trucchetto dopo un po', quelli che arrivano in sala non incassano neanche i soldi per le spese della sala, altro che quelli per il film (e che si usi anche parte dei miei soldi per questo mi irrita un po').
Per quanto riguarda il sistema di riscossione diritti d'autore (SIAE) sono d'accordo che andrebbe rivisto dalla base..
Ho più volte espresso il mio pensiero sullo strapotere detenuto da questa organizzazione; però l'argomento non è mai stato sfiorato da alcun governo (di quà, di là di sù o di giù) e credo che non lo sarà mai.
Ricerca pubblica, teoricamente potrebbe essere la soluzione, in pratica credo che in nessuno stato al mondo sia mai stata fatta qualche grande scoperta di carattere pratico dalla ricerca pubblica (esclusi gli stati dell'ex paradiso sovietico, ma lì non c'era altro); non so perchè, ma quando si lavora per il "pubblico", non c'è mai lo stesso impegno che si metterebbe nel "privato" (parlo in generale, so bene che molti si impegnano ugualmente).
Ciao"Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).
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03-10-2005, 23:30 #5nordata ha scritto:
Per quanto riguarda il poter "provare" un programma e se mi piace/serve lo acquisto, credo che ormai la maggior parte dei programmi di uso generale sia disponibile in versione demo o shareware e si ha la possibilità di testarlo per un congruo periodo di tempo.
Nonostamte questo quanti sono quelli che, provato un programma, ad esempio a limitazione di tempo, se lo hanno trovato di proprio gradimento non vanno a cercare un serial o crack per poter continuare ad usarlo o, nel caso di shareware con minime o nulle limitazioni, continuano ad usarlo senza alcun problema.
Esistono poi programmi freeware che offrono quasi le stesse cose di altri programmi molto più blasonati e costosi e, per un uso dell'utente normale, vanno benissimo; si può fare grafica con ottimi soft senza bisogno di utilizzare Photoshop, oppure soft che offrono quello che serve per la produttività indivuduale senza bisogno di ricorrere a Office, ecc.; eppure chi sa perchè si cerca di usare quelli costosi.
Se poi si parla di programmi prettamente professionali, tipo AutoCAD, non credo esistano giustificazioni o scuse del tipo "ragioni di studio", chi li utilizza non lo fa per divertimento ma per scopi ben precisi ed è giusto che paghi quanto vuole il produttore, se non gli va è libero di usarne altri che, per divertirsi, vanno benissimo; esistono poi le licenze "studenti" o simili.
Prova a immaginarti un mondo dove l'abuso del diritto d'autore non finalizzato al lucro sia depenallizzato.
Le software house per il mercato privato prospererebbero con help desk e altri servizi a valore aggiunto a pagamento e non piratabile.
Le SH, o i rami aziendali business invece trarrebbero molti vantaggi da una comunita' di utilizzatori + amplia rispetto alla reale clientela.
Il software stesso sarebbe di miglior qualita' visto che i proventi non sarebbero reinvestiti per mantenere artificiosamente il predominio del mercato (il discorso e' lungo, ma sono sicuro che capisci di cosa sto parlando)
nordata ha scritto:
Discorso musica e dintorni: non vedo il nesso tra una probabile fioritura di nuovi artisti e la possibilità di copiare liberamente musica; se un artista vuole farsi conoscere ormai lo può fare (e viene fatto) tramite internet, mette i suoi brani in rete e tutti ne possono godere.
nordata ha scritto:
Ma se non è d'accordo e vuole farseli pagare e a me piacciono è giusto che io li paghi, se non mi va, come ho già detto, non li compro e lui non ci guadagna: è una libera scelta di entrambi.
nordata ha scritto:
Probablmente non sarà vero, ma avevo sentito dire che lo Stato sovvenziona la realizzazioni di film "culturali" o, come si suol dire "impegnati"; molte volte incassati soldi gli autori e registi mollano tutto e finisce lì, salvo rifare il trucchetto dopo un po', quelli che arrivano in sala non incassano neanche i soldi per le spese della sala, altro che quelli per il film (e che si usi anche parte dei miei soldi per questo mi irrita un po').
nordata ha scritto:
Ricerca pubblica, teoricamente potrebbe essere la soluzione, in pratica credo che in nessuno stato al mondo sia mai stata fatta qualche grande scoperta di carattere pratico dalla ricerca pubblica (esclusi gli stati dell'ex paradiso sovietico, ma lì non c'era altro); non so perchè, ma quando si lavora per il "pubblico", non c'è mai lo stesso impegno che si metterebbe nel "privato" (parlo in generale, so bene che molti si impegnano ugualmente).
http://www.patnet.it/Default.asp?pag...i&articolo=226
Ciao e buonanotte,
Stefano
Ogni critica circostanziata e tecnicamente pertinente sarà utile a tutti per capire meglio i termini della questione