Doom

Alessio Tambone 31 Marzo 2006 Cinema, Movie e Serie TV

Sulla scia dei videogiochi passati dal monitor al grande schermo, come Tomb Raider e Resident Evil, arriva in Italia sul grande schermo Doom, film ispirato al celebre e rivoluzionario videogioco rilasciato nel 1993 dalla id Software. Nelle sale dal 17 Marzo.

La creazione dei demoni


Un incontro ravvicinato in soggettiva

Nelle prime pagine dell’articolo dicevamo dell’aiuto che la id Software ha rappresentato per la produzione. Uno dei settori del film più interessante da questo punto di vista è sicuramente quello della creazione dei demoni, che premia una scelta con poca computer grafica e molto – caro vecchio dolce – lattice.

La produzione si è rivolta allo Stan Winston Studio, celebre impresa che ha creato personaggi memorabili come quelli della saga di Predator e i vari Alien, senza dimenticare l’ancora attuale Terminator. Per garantire una continuità tra il gioco e il film la id Software ha consegnato al responsabile degli effetti speciali di trucco John Rosengrant (Constantine) e al responsabile degli effetti visivi Jon Farhat (The interpreter) i modelli high poly dei vari demoni creati per il gioco.

Quindi la produzione ha contattato Doug Jones, un gigante di un metro e 95 centimetri, che ha interpretato in passato la bestia acquatica Abe Sapien in Hellboy. Sul set di Doom Jones si è preoccupato di incarnare tutti gli Imp della pellicola. Ha inoltre addestrato diversi ballerini che il regista ha utilizzato per le scene di massa con gli zombie.


La metamorfosi di Dexter Fletcher, ufficiale addetto alle comunicazioni

Per accelerare la preparazione i tecnici dello Stan Winston Studio hanno utilizzato diverse sagome del corpo di Jones realizzate per film precedenti. Successivamente, per le scene dei demoni colpiti dalle pallottole, l’addetto agli effetti speciali Kit West (The Bourne Supremacy) ha inserito alcuni petardi esplosivi nelle armature indossate dagli attori. Tutti questi dispositivi, le varie fauci create e le diverse parti del corpo azionate con un servomotore, erano comandate dai tecnici presenti sul set.

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