La dolce vita
Uno dei capolavori del maestro Fellini restaurato in un'interessante edizione in alta definizione. Distribuzione curata da CG Home Video per Mustang Entertainment
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Nella Roma fine anni '50 ormai dimentica della guerra vive e lavora Marcello Rubini (M. Mastroianni), giornalista scandalistico con velleità di scrittore. Un uomo testimone ma anche protagonista di una serie di eventi di cronaca, sterile mondanità, aristocrazia alla deriva, intellettualoidi e desolante borghesia.
Il burrascoso rapporto con Emma (Y. Furneaux) con cui saltuariamente condivide sentimenti anche profondi, fugaci quanto brucianti amori e una vita perlopiù notturna nel tempo hanno rafforzato il credo di un uomo disilluso e sempre più spietato nei confronti di se stesso, dell'amore e del decadente mondo che lo circonda.
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Primo film italiano in assoluto a giungere nelle sale con una durata di quasi tre ore, code per entrare nelle sale e proiezioni notturne. Uscito nel 1960 ebbe grandissimo successo ai botteghini, visto da qualcosa come dodici milioni di spettatori questo film quasi a episodi divise critica e pubblico, coinvolgendo tutti i media dell'epoca, la politica e persino la chiesa, non solo quella cattolica.
Fece scandalo a partire dall'anteprima milanese quando a termine proiezione volarono fischi e sputi su Fellini e Mastroianni. Opera il cui stesso titolo ancora oggi identifica il periodo tra boom economico e miseria di quegli anni, coniò il termine “paparazzo”, raccontava con maestria e poca morale la decadenza dei costumi e le falle nel tessuto sociale del belpaese.
L'interprete principale è un Mastroianni da antologia anche se il produttore Rizzoli avrebbe voluto Paul Newman, nel cast attori in erba come Laura Betti ma anche uno stuolo di veri nobili romani convinti a partecipare al film grazie al maestro Fellini.
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Opera tecnicamente all'avanguardia che tra i suoi curatori vedeva la presenza di Vincenzo Verzini, maestro del bianco e nero e dei successivi restauri, che in occasione della produzione cinematografica de “La dolce vita” fece realizzare una speciale pellicola 35 mm che rese le luci del film particolarmente argentate e iperreali.
Qualità video
Grazie a Gucci e The Film Foundation di cui fa parte anche Martin Scorsese il film ha beneficiato di un laborioso restauro nel 2010 a cura della Cineteca di Bologna e del Laboratorio L'immagine Ritrovata. Col contributo di Ennio Guarneri, assistente alla camera del direttore della fotografia del film, Otello Martelli, si è partiti dal negativo camera originale con scansione 4K sostituendo le parti danneggiate tramite lavander (interpositivo a grana fine e basso contrasto, ndr). Per ottenere il grading digitale è stata usata copia positiva dell'epoca assieme a quella restaurata a metà anni '90 supervisionata da Verzini.
BD-50, aspect ratio originale 2.35:1 (“Totalscope”), codifica video AVC/MPEG-4 (1920x1080/24p). L'opera presenta da subito un eccellente livello di dettaglio, in alcuni passaggi su sfondo uniforme i frame palesano grana e limiti di solidità, in parte residui delle rimanenti carenze di integrità della pellicola. Assenti spuntinature ed eventuali difetti fisici e un risultato spesso strabiliante per senso di profondità di campo, contrasto e livello neri.
Analisi del bitrate per i due file italiani e per la versione giapponese (a dx)
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Abbiamo avuto la possibilità di mettere a confronto l'edizione italiana col blu-ray edito in Giappone (AVC/MPEG-4, 1920x1080/23.97p) con risultato apparentemente identico dove, come confermato dalle didascalie iniziali, le due versioni sono accomunate dallo stesso master derivante dall'ultimo e più recente restauro.
Il film sul BD italiano è però suddiviso su due file, rispettivamente da 17,2 e 15,4 Gb, mentre quello giapponese contiene un file da 40,9 Gb. Una 'differenza' visibile attraverso l'analisi del bit rate e un encoding con evidente diverso livello di compressione.
Qualità audio
Per l'audio il restauro è partito dal negativo ottico 35 mm con pulizia digitale e riduzione rumori di fondo dell'originale colonna sonora monofonica. Contrariamente a quanto segnalato sul retrocopertina non esiste una traccia DTS-HD Master Audio 5.1 canali bensì LPCM dual mono (2.3 Mbit/sec, 48 kHz/24 bit) e un risultato di tutto rispetto considerando l'età della pellicola.
La versione giapponese offre una traccia con risoluzione inferiore ma di resa comunque soddisfacente, LPCM dual mono (1509 kbps, 48 kHz/16 bit), più seconda traccia AC-3 2.0 (192 kbps) in spagnolo.
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Extra (SD)
Mentre l'edizione giapponese è priva di supplementi l'italiana offre una breve presentazione del critico Maurizio Porro, approfondimento sul restauro legato alla serie “Cinema Forever” di Mediaset e un documentario di poco meno di un'ora dedicato a Fellini e curato da Enzo Biagi oltre a un breve rullo di cronaca dell'epoca.
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La pagella secondo CineMan
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Commenti (3)
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Un audio 5.1 sarebbe stato anacronistico imho. Con buonsenso invece hanno lasciato, restaurata, la traccia monofonica anche se l'avrei indirizzata al canale centrale piuttosto che dual mono.
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Qualità video eccelsa...devo prenderlo
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Io ho preso una versione straniera comunque c'è l'audio in italiano. Si vede veramente benissimo e il film è un capolavoro. Non l'avevo mai visto e non pensavo fosse così audace considerando l'epoca in cui è uscito