Qualcosa non mi torna nel discorso della maggior potenza disponibile.
Cerco di spiegarlo:
Si parte da un impianto in cui un ampli A da 75 W (tanto per mettere un valore) pilota le due vie di ciascun diffusore.
Tutta la potenza che eroga va al diffusore ed il crossover la suddivide tra le due vie, la maggior parte al woofer e qualche Watt (molto pochi nell'uso casalingo) alla via media-alta.
Inserisco un altro ampli (B) della stessa potenza e lo metto a pilotare solo questa via, mentre il vecchio ampli pilota il solo woofer.
In pratica l'ampli A invierà al woofer la stessa potenza di prima ed il crossover ne lascerà passare la maggior parte meno qualche Watt, per il secondo ampli, il B, vale lo stesso discorso, ma al contrario: di tutta la sua potenza ne verrà usata pochissima; infatti in molti sistema attivi l'ampli per questa via è sempre di potenza discretamente minore di quello per la via bassa.
Alla fin fine useremo due ampli, uguali, raddoppiando i costi, per poter avere in pratica qualche Watt usabile in più, se ascoltiamo a tutto volume, cosa che credo non avverrà mai in pratica.
Se si rimane ai livelli soliti non dovremo neanche usufruire di quella piccola riserva di potenza che prima era inviata alla via media-alta.
Ne vale la pena?
Come ho già scritto, ben diverso sarebbe il discorso se il tutto fosse fatto procedere da un crossover attivo, in questo modo l'ampli non deve amplificare tutta la gamma, riducendo il rischio di intermodulazione oltre a poter intervenire di fino su quella via con un controllo migliore dell'altoparlante.
Mi lascia anche perplesso il discorso relatrivo alla "dinamica" per aumentare dovrebbe diminuire il rumore di fondo (cosa che non credo la biamplificazione possa fare) e/o aumentare la potenza erogata una certo tasso di distorsione (se un ampli è progettato bene per fornire 100 W con lo 0.1% di distorsione erogherà sempre e comunque 100 W sia a banda intera che con banda ridotta).