CALIBRAZIONE VPR

Sulla definizione avevo letto tempo fa una divertente chiacchierata, c'è chi lo chiama spettrofotometro (perchè misura la luce), oppure spettroradiometro (perchè misura una frequenza, poichè la luce è una frequenza) od anche colorimetro (poichè misura il livello di un colore), che però è una luce e anche una frequenza.

Inserendo opportuni filtri davanti al sensore si isolano le frequenza, la luce, il colore (usate il termine che più vi piace) che si vuole misurare.

Quello che può cambiare è sicuramente la precisione nella lettura, intesa anche come ripetibilità delle misure nel tempo e l'intervallo di misura in cui tale precisione è mantenura, sia come intervallo di intensità che come intervallo di frequenze (colori); il tutto dato dal tipo di sensore e circuiteria associata.

Nelle basse luci, sotto i 10 IRE, tale precisione nei modelli più economici si perde un po'.

Quanto al "come" sia possibile fare le misure con i "colorimetri" non credo sia nulla di strano o misterioso: vengono rilevati i livelli di uscita delle tre componenti RGB, captate da appositi sensori.

Nessun problema ad essere totalmente smentito. :cry: (siamo tutti qui per imparare).

Ciao
 
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