Visto che si stanno facendo nomi di marche e modelli, ti suggerisco di approfondire la mia opinione su diverse sorgenti digitali che ho avuto:
https://www.avmagazine.it/forum/91-...sorgenti/313714-devo-acquistare-un-lettore-cd
Riporto quanto espresso in quel 3d, e cioè che il dac della Rega (soprattutto la prima versione non "R", quotata 300 euro) è un affare se si cerca un suono morbido, corposo e tendente all'analogico.
Salendo col budget, il ventaglio si allarga e probabilmente i suoni cambiano, ma non è detto che la qualità sonora vada di pari passo. Le aspettative di molti utenti che hanno speso cifre ingenti sui dac si stanno ridimensionando quando si sono accorti che i veri upgrade nel campo delle sorgenti digitali si pagano a suon di migliaia di euro. Quindi tanto vale mettersi il cuore in pace perché differenze eclatanti tra un dac e l'altro non vi saranno se non facendo un mutuo.
Lo scrivo perché seguo attentamente ogni tendenza degli utenti (leggo e anche scrivo in altri forum) e perché posso confermare di aver ascoltato impianti superlativi con sorgenti digitali valide ma non da sceicchi. Viceversa ho sentito impianti da costo imbarazzante, magari con cdp o dac da 10/20k, suonare malissimo.
Nel campo dell'analogico invece c'è sempre stata una logica legata ai costi.
Secondo punto, l'amplificatore, anche qui vale il discorso che ho fatto per l'analogico. Le prestazioni tendono ad aumentare all'aumentare dei costi, oppure, più correttamente, oggetti ben suonanti, costruiti bene e dalla componentistica ben dimensionata costano più di altri.
Un Naim Nait 5i/si, un integrato Primare o un exposure 3010 non suoneranno mai come le soluzioni a telai separati dei rispettivi marchi.
Tra le varie motivazioni, la più ovvia è la separazione tra sezione pre e finale dotate ciascuna di un proprio trasformatore.
Salendo di livello, si incontrano alimentatori sempre più dimensionati, a telai separati, sdoppiati (dual mono), da collegare come upgrade in aggiunta a quello interno (vedi Cyrus, Naim e compagnia bella) e induttivi.
La qualità dell'alimentazione fa sempre la differenza, sia che si debba pilotare carichi facile che difficili.
Ultima considerazione, sempre salendo di livello, aumenta lo "spessore sonoro" vale a dire la verosimiglianza (ovvio sempre distante da vera musica live), la sensazione di impatto e dinamica, insomma tutto quanto ci avvicina all'ascolto reale, poco hifi nel senso comune del termine.
Un minidiffusore, timido e poco sensibile, più che un grosso floorstanding, non può che godere dall'aumento di potenza (watt) e coppia (ampere) che gli viene somministrato...