MARQUEE 8500 LC: le misure colorimetriche

vincenzo

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Capita molto spesso di dispensare molti consigli su questo forum.
E' capitato soprattutto a me, nelle ultime settimane, di farlo.
Ma altrettanto spesso i destinatari dei suddetti consigli, che variano dalla semplice installazione fisica di un vpr al perfezionamento del fuoco...., possono chiedersi se si tratta di pura teoria o se c'è un effettivo riscontro sul campo.
Bene! Dopo aver parlato a lungo circa le giuste procedure d'installazione di un Marquee comprensiva di fuoco, geometria e tutto quel che ne consegue naturalmente, mi sembrava opportuno mostrare definitivamente quello che son riuscito a realizzare.
Questo che segue è il passo finale di una giusta installazione e cioè la fase più delicata ma fondamentale perchè a capo della qualità finale delle immagini: la colorimetria.
Le misure sono state effettuate sul mio Marquee 8500 LC, posizionato a pavimento contro uno schermo di 2,44 metri di SW in 4:3.
L'apparecchiatura utilizzata per arrivare alla determinazione della performance finale è uno spettroradiometro (il GretagMacbeth eye-one Monitor) che funziona su software Colorfacts. Il colorimetro suddetto è stato posizionato alla stessa distanza delle lenti del vpr dallo schermo ed ad un'altezza pari al centro esatto dello schermo stesso.
Partiamo dal presupposto che tutte le sequenze d'installazione sono state portate avanti nel segno delle misure al 50% e tutto perfettamente calibrato.
Le condizioni di impiego del vpr sono CONTRASTO 45% e LUMINOSITà 50%.
Con questa configurazione iniziale è stato possibile mettere innanzitutto in evidenza la scala dei grigi propria del vpr.
A questo punto ho seguito la procedura classica divulgata da Tim Martin cioè portando i tre colori ai seguenti valori:
ROSSO: DRIVE 35 G2 60
VERDE: DRIVE 90 G2 60
BLU: DRIVE 50 G2 60
A questo proposito bisogna dire che le scale dei drive non sono a passo fisso ma a passi di 1/2 per i drive ed 1/8 per la G2.

Quindi ho analizzato, colore per colore, la possibilità di apportare degli aggiustamenti operando sulla G2 così che il penultimo valore di grigio fosse più chiaro dell'ultimo che doveva rimanere NERO! Questa è una regolazione fondamentale per dare una reale intensità di luminosità al nero (0%) ed ai due grigi più scuri.
A questo punto, e di nuovo colore per colore, son passato alla calibraione dei tre drive che servono a dosare la quantità dei tre colori nei grigi più chiari e nel bianco nel rispetto dei 6500° K.

Ottenuta ad occhio una scala dei grigi senza alcuna dominante si passa poi alle regolazioni fini grazie all'impiego di strumenti come lo spettroradiometro. Queste stesse operazioni sono state già eseguite con successo con l'altra sonda con cui lavora il Colorfacts e cioè l'Optimagery Sensor. La differenza sta nel fatto che il primo lavora contro lo schermo ed il secondo contro il vpr: il tutto si traduce in una maggior precisione ma.......... è roba per fissati.

Tutte queste operazioni, legate ovviamente alla propria catena video, mi hanno portato alla definizione dei seguenti valori per i tre colori:
ROSSO: DRIVE 26,0 G2 62,5
VERDE: DRIVE 76,1 G2 59,4
BLU: DRIVE 28,0 G2 61,6

La dimostrazione della bontà del lavoro e data dalle misure che seguiranno nei successivi post con i grafici relativi.
Ciao
Vincenzo
 
In questa prima immagine è mostrato il grafico fondamentale del CIE CHART cioè della mappa di riferimento dei tre colori che porta al suo centro il punto in cui i tre colori formano il bianco a 6500° K indicato come punto D65 e su cui si notano una miriade di pallini (esattamente 64 sovrapposti): è chiaro che la misurazione sarà tanto più precisa quanti più pallini sono a livello del punto D65.
continua....
 

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In questa seconda immagine si vede l'RGB HYSTOGRAM cioè l'equilibrio dei tre colori ai diversi livelli di IRE dal nero al bianco.
 

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......l'andamento dei valori della temperatura colore!
 

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Ancora il diagramma della luminanza attraverso cui si valorizza il Gamma...
 

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Termino con il valore finale della temperatura.

E concludo dicendo che non è un'esibizione ma soltanto la dimostrazione che l'applicazione paga ed i risultati si ottengono.
La scala dei grigi che ho in questo momento davanti ai miei occhi è davvero eccezionale.
Certo gli aggiustamenti come al valore del drive del rosso nel diagramma RGB Levels sono sempre necessari ma avevo fretta di farvi vedere in immagini i pomeriggi passati al buio.
Spero vi tornino utili i dati elencati nel post di apertura e sono a disposizione di chiunque per consigli in merito.
Ciao Vincenzo
 

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ECCELLENTE!!
Bravo Vì, l'ultima volta non me lo hai fatto vedere così!
Adesso quindi mi puoi restituire lo spettrofotometro!:D :D
Davvero eccellente l'andamento della G2.
Salutoni
Luca
 
Io ti aspettavo oggi per il problema floppy e contestualmente avrei posto fine al prestito. Il problema, com'è evidente, l'ho risolto da solo.
Dal momento che non sei venuto e che lunedì è previsto l'arrivo del mio SPETTRORADIOMETRO (è così che si chiama in quanto ((dicono alla Milori)) legge e fotografa quello che gli viene posto davanti traducendo però tutte le sue letture su onde radio o roba del genere di cui non mi intendo), lunedì ti sarà restituito. La permanenza del tuo in casa mia ha tra l'altro consentito le misurazioni che ti erano state richieste e mi sembra che la prova sia stata certamente positiva.
Statt' buun, cmbà!;)
Vinginz
 
Originariamente inviato da vincenzo
... mio SPETTRORADIOMETRO (è così che si chiama in quanto ((dicono alla Milori)) legge e fotografa quello che gli viene posto davanti traducendo però tutte le sue letture su onde radio o roba del genere di cui non mi intendo)

A Vivì, loro possono chiamarlo come vogliono ma è la Gretagmachbeth che lo produce e lo chiama spettrofotometro.
Salùt
Luca

p.s.: Vincenzo fa uno dei migliori espressini di terra di Bari (caffè con schiuma di latte in percentuale superiore, alias marocchino nel torinese etc. etc.). :D :D
 
Originariamente inviato da LucaV
A Vivì, loro possono chiamarlo come vogliono ma è la Gretagmachbeth che lo produce e lo chiama spettrofotometro.
Salùt
Luca


Luca, Vincenzo:
ho avuto anch'io le stesse perplessità, e ritenevo spettrofotometro il termine più corretto. Poi Mark Hunter mi ha mandato questa email, ed ho dovuto chiamarlo spettroradiometro...

Hi Andrea,

That's a great question on the differences between a 'spectroradiometer' and a 'spectrophotometer'. We discussed this with GretagMacbeth before using the term we went with, and they agreed that it was accurate.

We decided to use the 'spectroradiometer' subset term instead of the 'spectrophotometer' superset term for the hardware as we felt that the former term would be more recognizable and identifiable in this market, and it more accurately describes the intended use of the device. The CF-6000 hardware is both a spectroradiometer and a spectrophotometer.

Briefly, a spectrometer (generic term) returns the radiant power of electromagnetic beams as a function of their spectral wavelength. Of course, we are most interested specifically in the light in the visible range of the electromagnetic spectrum.

A spectrophotometer is a spectrometer used for determining the intensity of the light absorbed by a compound. Since the CF-6000 is only used for the calibration of emissive displays, the spectrophotometric properties of the hardware are unused (the same hardware can be used to analyze ink absorption on printed paper for Apple Macintosh ICC profiling of printers and scanners).

A spectroradiometer is a spectrometer that measures narrow wavelengths of the electromagnetic spectrum radiated by an emissive device or reflected by a surface.

A spectroradiometer requires a source of radiation/light (in the emissive displays that we are interested in, the device becomes it's own source of radiation), a means of distinguishing between different electromagnetic wavelengths, and includes narrow band filters, a prism, a diffraction grating, a system of slits to isolate a narrow band of radiation, a sample-containing system, and a photodetector, amplifier, and output stage (in the CF-6000 case, an A/D converter and USB connection to the computer/software where the number crunching happens).

You might have guessed why most spectroradiometers are very expensive <grin>.

The term "spectrophotometer" is a superset of "spectroradiometer", so any spectrophotometer is a spectroradiometer as well, but the reverse is not true. We chose to use the subset term as we do not use the 'absorption' measuring properties of the instrument, and because the term 'spectroradiometer' is instantly comparable to the PR-650 and LightSpex equipment common in this space.

Thanks!

Mark
 
Originariamente inviato da Andrea Manuti
Luca, Vincenzo:
ho avuto anch'io le stesse perplessità, e ritenevo spettrofotometro il termine più corretto. Poi Mark Hunter mi ha mandato questa email, ed ho dovuto chiamarlo spettroradiometro...

E poi mi tirava a me le orecchie perchè lo chiamavo spettroradiometro...:rolleyes: :p
 
Originariamente inviato da Andrea Manuti
... A spectroradiometer requires a source of radiation/light (in the emissive displays that we are interested in, the device becomes it's own source of radiation), a means of distinguishing between different electromagnetic wavelengths, and includes narrow band filters, a prism, a diffraction grating, a system of slits to isolate a narrow band of radiation, a sample-containing system, and a photodetector, amplifier, and output stage (in the CF-6000 case, an A/D converter and USB connection to the computer/software where the number crunching happens)...

Non sono completamente d'accordo poiché, portando all'eccesso questo tipo di ragionamento, sarebbe molto più assimilabile ad uno spettro radiometro un array di tre sensori con sonda radiometrica (es. Delta Ohm) posti dietro tre filtri dicroici passa banda, con bande ben definite e conosciute (es. R, G e B)...

Sia ben chiaro, gli spettrofotometri Gretag sono ottimi strumenti (e sottolineo "ottimi"), specialmente per operazioni di calibrazione e taratura (conosco molto bene lo Spectrolino, un po' meno l'Eye One).

Diciamo più che altro che associerei alla definizione di spettroradiometro un Minolta CS-1000.

Al limite, con le opportune differenze per logica di funzionamento e metodologie di misura, sono d'accordo nel chiamare spettroradiometro anche lo stumento della OceanOptics, quando la misura viene preceduta da una esposizione ad un illuminante di riferimento ;)

Emidio


P.S.

Vince': complimenti per i risultati :eek::eek::eek:
 
Originariamente inviato da Emidio Frattaroli

Al limite, con le opportune differenze per logica di funzionamento e metodologie di misura, sono d'accordo nel chiamare spettroradiometro anche lo stumento della OceanOptics, quando la misura viene preceduta da una esposizione ad un illuminante di riferimento ;)



Appunto: il problema è anche questo: l'unica calibrazione che devi fare con il CF-6000 è quella della misura del nero assoluto.
Vuoi mettere la differenza di rapidità?
Non parlo dell'accuratezza, perché sono rimasto sconcertato a vedere per la prima volta rimappare gli stessi valori su due misure fatte una dopo l'altra...
 
A prescindere dalle disquisizioni di ordine filologico, da quanto dice Hunter si deduce che l'EyeOne E' UNO SPETTROFOTOMETRO utilizzato, in campo HT, come SPETTRORADIOMETRO.
Mi sta bene,in medio stat virtus :D :D .
Saluti
Luca
 
Per tagliar la testa al toro vi riporto il testo della brochure in italiano dell'EYE-ONE riportata sul sito della GRETAG-MACBETH.
Anche loro che lo producono parlano di spettrofotometro ma, al momento della descrizione degli SPETTRI DI EMISSIONE, recitano: MISURAZIONE RADIOMETRICA DELL'EMISSIVITA' SPETTRALE DELLA LUMINANZA.
(come si può scorgere evidenziato in rosso sul testo che allego)
Si tratta dunque di uno spettroradiometro.
Ciao
Vincenzo

• Misurazione singola per riflessione
• Misurazione in scansione per riflessione con rilevamento automatico del campo
• Emissione
Generalità
Analizzatore di spettro: Reticolo a diffrazione olografica con array di diodi
Gamma spettrale: 380 –730 nm
Larghezza di banda ottica: 10 nm
Intervallo di campionamento: 3,5 nm (100 bande)
Reporting di spettro: 10 nm
Convertitore analogico/digitale: 16 bit
Interfaccia: USB
Dimensioni: Lunghezza 151 mm, larghezza 66 mm, altezza 67 mm
Peso: 185 g
Accessori acclusi: Piano di calibrazione, cavo USB, supporto monitor CRT, supporto
schermo piatto, target di posizionamento (solo Eye-One Pro),
righello di scansione (solo Eye-One Pro)
Generalità
Spettri di emissione: Misurazione radiometrica dell’emissività spettrale della luminanza
Apertura dell’obiettivo: 4,5 mm
Gamma di misurazione: 0...300 cd/m2
Ripetibilità a breve termine: x, y: ± 0,002 tipica (CRT 5000K campo bianco 80 cd/m2)
Tempo di misurazione – emissione: 1 secondo
Riflessione (solo Eye-One Pro)
Geometria di misurazione: 45/0 anello ottico, DIN 5033
Diametro campione: Illuminazione 3 mm; Pickup 4,5 mm
Sorgente luminosa: Lampada al tungsteno con gas (Tipo A)
Filtri fisici: Nessuno (neutro, lampada a incandescenza, luce A)
Concordanza interstrumentale: Media 0,4 DE*94, max. 1,0 DE*94, (deviazione dagli standard
di produzione GretagMacbeth a una temperatura di 23° C
per misurazione singola su 12 piastre BCRA (D50, 2°))
Ripetibilità a breve termine: 0,1 DE*94 (D50, 2°), valore medio di 10 misurazioni
ogni 3 secondi sul bianco
Modalità Spot:
Tempo di misurazione – spot: 0,25 secondi, tipico
Modalità di scansione:
Frequenza di misurazione: Fino a 100 letture spettrali al secondo
Dimensioni raccomandate del campo: 10 mm in direzione della scansione
Tempo di misurazione medio: 6 campi al secondo, tipico
Condizioni di alimentazione e ambientali
Alimentazione necessaria: Alimentato da USB, non occorre un carica batteria
Dispositivo USB 1.1 ad alto consumo (Eye-One Pro)
Dispositivo USB 1.1 a basso consumo (Eye-One Monitor)
Temperatura d’esercizio: Da 10° C a 35° C
Temperatura di conservazione: Da -10° C a 50° C
Umidità: 0 – 80% senza condensa
Requisiti di sistema
Macintosh®
• Qualsiasi Macintosh® con supporto USB
• Sistema Mac OS Classic 9 o superiore, concepito
per Mac OS X v10.1 o successiva
• 128 MB di RAM disponibile
• 48 MB di spazio disponibile sul disco rigido
• Risoluzione monitor di 1.024 x 768 pixel
o superiore
Windows®
• Pentium® II, 266 Mhz o superiore
• Windows® 98, 2000 o ME
• 128 MB di RAM disponibile
• 48 MB di spazio disponibile sul disco rigido
• Risoluzione monitor di 1.024 x 768 pixel
o superiore
Eye-One Monitor
Eye-One Pro*
Eye-One Pro
con Eye-One Match
Creazione e
condivisione di palette
Creazione numerica
dei colori
Misurazione e
importazione dei colori
(emissione)
Misurazione e
importazione dei colori
(riflessione)
Scelta dei colori da
una libreria digitale
Conversione dei colori
fra spazi cromatici
Esportazione dei colori
in altre applicazioni
Profilo dei monitor
Profilo dei dispositivi
di ingresso
Profilo dei
dispositivi di uscita
* L’unità può essere aggiornata con il software

Spettri di emissione: Misurazione radiometrica dell’emissività spettrale della luminanza
 
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