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Risultati da 1 a 6 di 6

Discussione: Carico elettronico AC

  1. #1
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    Feb 2009
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    130

    Carico elettronico AC


    Buongiorno a tutti,
    qualcuno ha un'idea di come si potrebbe costruire un carico elettronico per AC che sopporti una 20na di A?

    Grazie
    VPR: Mitsubishi HC-3800; Schermo: 90" ScreenLine;TV LG 42PJ35o; Lettore BD/DVD/CD: Marantz BD7004; Network media center: Openelec box; Amplificatore: Marantz SRXXXX; Decoder: Em-TECH PVR300; Diffusori: Front: Klipsch RF-82 - Center: Klipsch RCXXXX - Surround: Klipsch F3 - Subwoofer: Autocostruito Driver Coral 15"; Amp Sub INuke 1000DSP.
    Nas: Qnap TS-219 @ Gigabit Lan.

  2. #2
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    Feb 2004
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    Domanda molto vaga.

    Ti riferisci a quello che si chiama "carico fittizio" e che si impiega al posto dei diffusori quando si devono fare misure di amplificatori oppure in fase di verifica/riparazione?

    Oppure per simulare un carico da collegare alla rete di alimentazione per verificare il comportamento, ad esempio, di un alimentatore stabilizzato o simili?

    In entrambi i casi si ricorre a resistenze di opportuno valore e potenza.

    Ne caso dei "carichi fittizi" per B.F. i valori sono solitamente 4 e 8 Ohm, la potenza varia in base alle potenze che si devono maneggiare, ormai direi che almeno 100 W è il minimo; una carattersitica delle resistenze è che dovrebbero essere anitinduttive, quindi non a filo.

    Se serve solo per fare qualche prova e non misure di precisione si possono usare anche quelle a filo.

    Per la simulazione di carichi da collegare alla rete una volta si utilizzavano i reostati, grosse resistenze a filo variabili, con cui variando appunto il valore si variava il carico.

    Ora si possono utilizzare dei carichi elettronici, in pratica dei transistor che simulano il carico e controllando il transistor tramite una piccola tensione si varia la sua resistenza.

    La cosa è un pochino costosa per grossi carichi, ma ha il vantaggio che il tutto può essere controllato da un PC per simulare variazioni dell'assorbimento anche veloci e misurare il comportamento dell'alimentazione nelle varie condizioni.

    Esistono anche i carichi fittizi per A.F., stesso discorso dei carchi per B.F, , ma l'impedenza solitamente è di 50 Ohm, ma se non sei interessato al campo dei trasmettiori radio non credo ti servano.

    Ciao
    "Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).

  3. #3
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    Citazione Originariamente scritto da nordata
    Domanda molto vaga.
    Ora si possono utilizzare dei carichi elettronici, in pratica dei transistor che simulano il carico e controllando il transistor tramite una piccola tensione si varia la sua resistenza.
    Ciao
    Grazie Nordata della risposta. Ho quotato il centro della mia richiesta perchè devo lavorare su carichi in AC. Per fare un esempio pratico direi verificare la corrente massima di uscita di un trasformatore dando una certa tensione di ingresso.
    Sarebbe l'equivalente di un reostato ma variabile elettronicamente.

    Hai qualche schema sottomano?

    Grazie
    VPR: Mitsubishi HC-3800; Schermo: 90" ScreenLine;TV LG 42PJ35o; Lettore BD/DVD/CD: Marantz BD7004; Network media center: Openelec box; Amplificatore: Marantz SRXXXX; Decoder: Em-TECH PVR300; Diffusori: Front: Klipsch RF-82 - Center: Klipsch RCXXXX - Surround: Klipsch F3 - Subwoofer: Autocostruito Driver Coral 15"; Amp Sub INuke 1000DSP.
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  4. #4
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    "Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).

  5. #5
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    Grazie mille Nordata, è proprio quello che cercavo!!!

    Se ti capitano altri schemi sottomano per cortesia linka ancora.

    Buona giornata!
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  6. #6
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    Fai però attenzione a una cosa che non avevo scritto poichè la ritenevo ovvia.

    Questi carichi elettronici funzionano collegati ad una sorgente continua, se li vuoi utilizzare per testare un trasformatore, devi collegare a questo un circuito di raddrizzamento, ad esempio due diodi collegati a onda intera e condensatore di filtro da qualche microfarad; i diodi dovranno essere in grado di sopportare tensione e corrente massime previste.

    Ciao
    "Da secoli si sa che occorre eliminare la componente soggettiva per riuscire a stabilire quale sia l'effettiva causa di un effetto, o se l'effetto ci sia davvero stato; solo persone terze e indipendenti, e il mascheramento del trattamento (doppio cieco), possono evitare di restare vittima degli autoinganni della coscienza e dell'inconscio" (E. Cattaneo - Unimi - regola n.7 di 10 sul "Come evitare di farsi ingannare dagli stregoni" - La Repubblica 15/10/2013).


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