elettronica di consumo

Toshiba e Canon insieme sulla tv piatta
I due colossi giapponesi danno il via a una joint venture da 1,5 miliardi di euro per produrre flat display con una tecnologia innovativa.





Schermi patti: arriva una joint venture miliardaria tra colossi giapponese. Toshiba e Canon infatti hanno siglato un patto per la costituzione di una joint-venture da 1,5 miliardi di euro per la produzione di flat display destinati ai televisori di nuova generazione. Al di là del valore economico l’alleanza, il patto tra i due zaibatsu della tecnologia nipponica mette in evidenza due elementi di spicco. In primo luogo sancisce l’ingresso, ultima fra i grandi, di Canon nel promettente mercato dei tv piatti, un settore che secondo la società di analisi DisplaySearch è destinato nei prossimi a raddoppiare in valore arrivando a valere circa cento miliardi di euro. Inevitabile che un simile giro d’affari desta l’interesse non solo dei grandi nomi dell’industria elettronica (la cordata Sony-Samsung e quella Lg-Philips hanno deciso investimenti per 38 miliardi di dollari ma anche di quelli dell’informatica da Dell a Helwett-Packard che vedono dei display piatti l’anello di congiunzione tra televisione, internet e computing nel solco della convergenza tra media.
In secondo, luogo la joint venture rappresenta il tentativo di proporre una terza via tra la tecnologia del plasma e quella dei cristalli liquidi. Toshiba e Canon infatti scommettono su un sistema chiamato Sed (Surface-conduction electron-emitter display) che, sviluppato insieme a partire dal 1999, permette di realizzare schermi con una resa cromatica corrispondente a quella dei tubi catodici o dei pannelli al plasma, evitando la “freddezza” e delle tinte tipica dei monitor tv a cristalli liquidi. Inoltre è idoneo a costruire televisioni ultrasottili da oltre 40 pollici), classe dimensionale dove il plasma ha prestazioni superiori e prezzi più bassi rispetto agli Lcd. Inoltre i display Sed non hanno bisogno di lampade di retroilluminazione poiché i pixel della superficie emettono luce autonomamente al pari dei fosfori dei tubi tradizionali: si riduce l’assorbimento elettrico e si evita la costosa sostituzione delle lampade. L’obiettivo è utilizzare la tecnologia Sed per i grandi schermi (da 32 a 50 pollici) e quella Lcd per i display più piccoli.
La joint venture prevede la costruzione di un impianto produttivo nei pressi di Tokyo (Hiratsuka) che sarà attivo a partire da agosto 2005, la produzione sarà a regime nel 2006 e i due gruppi a quella data prevedono di incassare dalla vendita dei televisori Sed 519 milioni di euro che dovrebbero diventare 1,5 miliardi nel 2010, anno in cui è atteso il break even. Canon e Toshiba hanno previsto una cadenza produttiva di tremila esemplari per il primo anno, nel 2008 usciranno dalle linee 1,8 milioni di unità, mentre per il 2010 è atteso un output di tre milioni di pezzi. Con una simile cadenza i prezzi dovrebbero calare velocemente diventando competitivi.


14 settembre 2004