Gran Galà Roma marzo 2023: il reportage
Il reportage completo del Gran Galą dell'Alta Fedeltą che torna nella capitale dopo quasi quattro anni di stop, con un grande successo di pubblico, l'analisi di tutte le sale suonanti, le novitą stereo e multicanale e i video esclusivi con retroscena e novitą
Il Gran Galà dell'Alta Fedeltà è tornato, anche a Roma. Vi abbiamo già anticipato il gran successo nell'edizione romana del Gran Galà in questo articolo, con l'intervista a Giulio Cesare Ricci, patron dell'etichetta discografica fonè e organizzatore dei vari Gran Galà nelle più prestigiose location italiane. Galvanizzato dal gran successo dell'edizione di Padova dello scorso novembre, Giulio Cesare Ricci ha saputo catalizzare l'attenzione del pubblico, sfruttando sia i principali canali social, sia alcuni influencer.
Il risultato è stato un piccolo miracolo, per una ripresa 'post-covid' caratterizzata da un grande afflusso di pubblico in entrambe le giornate, rimasto consistente anche domenica, vale a dire nella giornata in cui oltre alle partite di calcio si svolgeva anche il primo attesissimo Gran Premio di Formula 1 della stagione, con le Ferrari che partivano nella griglia di partenza - per così dire - dalla 'seconda linea', ulteriore segno dell'ottima salute di cui continua a godere questa interessante manifestazione.
Passiamo ora alla descrizione e alle impressioni d'ascolto dei vari sisitemi che siamo riusciti ad alscoltare, soprattutto dopo aver smaltito i postumi della sbornia da Chin8 Neri, sponsor 'tecnico' e 'bevanda ufficiale' della manifestazione e che abbiamo apprezzato, le cui bottiglie erano state provvidenzialmente disseminate e rese liberamente prelevabili nelle varie sale della mostra. Da qui in avanti daremo precedenza alle sale che, civilmente, esponevano all'esterno un elenco che riportava la composizione del set a tutto vantaggio dei visitatori.
Iniziamo dalla potenzialmente roboante (ma non rombante, in quanto visibile solo staticamente) Lamborghini Aventador blu cobalto chiaro che tutti i visitatori hanno potuto apprezzare all'ingresso della mostra e che introduceva nel miglior modo possibile Luxury Group e il suo fondatore e CEO Alfredo Scauzillo. Nei fogli civilmente esposti all'esterno della sala risultava riportato oltre all'elenco delle macchine anche i loro prezzi, al fine di facilitare ogni valutazione da parte del potenziale acquirente prima e dopo l'ascolto.
La sala di Luxury poteva contare su due impianti sulle due pareti opponenti. Il primo set era composto da un SACD Marantz model 30n, da un preamplificatore Pilium Alexander, da due amplificatori finali mono Pilium Hercules, da diffusori Estelon X Diamond MKII e da un dispositivo di filtraggio della corrente di rete Pilium CD filter. Il secondo set era invece composto da un SACD Denon DCD-1700ne, da un amplificatore integrato Pilium Leonidas My23 upgraded version, da un secondo amplificatore integrato Moonriver 404 reference e diffusori Estelon YB MKII.
Delle belle Estelon, protagoniste delle ultime edizioni dello High-End Munich, abbiamo già scritto molto. In particolare ci hanno convinto soprattutto le prestazioni del sistema più 'piccolo', forse per la giusta combinazione tra punto di ascolto, posizionamento in ambiente dei diffusori e soprattutto scelta musicale, per un eccellente equilibrio tra timbrica, dinamica, oltre a profondità, estensione in larghezza e precisione della scena sonora. Nella stessa sala erano in esposizione statica anche i due diffusori 'book-shelf' Atalante 3 e Atalante 5 dei francesi Revival Audio, distribuiti da Luxury da poche settimane. La sera di sabato, appena dopo l'ora di chiusura, abbiamo chiesto ad Alfredo e al suo team di poter ascoltare entrambi i diffusori. Una richiesta quasi scherzosa perché sappiamo benissimo qual è lo stato fisico e mentale degli operatori al termine di una lunga giornata di dimostrazioni.
Alfredo ci ha sorpreso e ha messo su in pochi secondi un vero e proprio shoot-out tra le piccole due vie e il più importante tre vie, entrambi impreziositi da una bella finitura in noce scuro. Il piccolo due vie, con tweeter da 28mm e woofer da 18cm con reflex posteriore, è sorprendente per equilibrio timbrico, estensione in frequenza - soprattutto in basso - e per uno stage davvero molto profondo. Sorprendente anche il prezzo, pari a 2.390 euro la coppia a cui aggiungere eventualmente altri 390 Euro per gli stand. Le due Atalante 5, poggiate per terra, mi hanno sorpreso di meno, forse perché mi aspettavo qualcosa di più dal tre vie con midrange a cupola da 75mm, dal woofer da 25cm e dai due decibel in più di efficienza.
Durante la notte Alfredo Scauzillo deve aver rivalutato con attenzione la opportunità di far ascoltare le due Atalante a discapito delle Estelon. E infatti l'indomani suonavano entrambe, a turno, alternandosi con una soltanto delle Estelon. Siamo entrati con le Atalante 5 finalmente sugli stand, mentre suonava Ottocento, tratto da Ottocento di Fabrizio De André, che offriva una resa della voce molto convincente, con un suono tarato in modo che finisse coll'imporsi all'ascoltatore. Ha fatto seguito la traccia successiva, Don Raffae', anch'essa connotata da quel timbro pieno e caldo che caratterizza molte delle registrazioni di Fabrizio, che risultava però al contempo anche limpido e vivo, impreziosito da svariate, preziose nuances che normalmente vanno perse. Il prezzo delle Atalante 5 è di 4.490 euro a cui aggiungere anche qui i 390 euro per gli stand.
Il secondo set che teniamo a citare è quello di Audio Reference, che come sempre riportava la composizione del set all'ingresso della sala nella quale oltre al patron Federico Licciardello era presente anche Giulio Cesare Ricci, dove abbiamo ascoltato due live registrati nel Museo di Pontedera e più precisamente nell'Auditorium Museo Piaggio. Mi riferisco al CD/SACD ibrido Non solo tango live, con Filippo Arlia al piano e Cesare Chiacchiaretta al bandoneon, ed al vinile Duende live del chitarrista Andrea Castelfranato, disponibile anche in formato ibrido CD/SACD.
Il set per l'ascolto, come sempre caratterizzato da componentistica di grande prestigio, comprendeva le fonti giradischi Bergmann Modi con braccio Bergmann Thor, testina MC Hana Umami Red e pre fono Pass Labs XP 17, il bel lettore CD/DAC Gryphon Ethos dalla forma triangolare che incuriosisce e colpisce, e il DAC/Streamer Meitner MA-3. Questo ben di Dio veniva preamplificato dal preamplificatore/DAC/streamer Bryston BR-20 che consegnava il segnale ad una coppia di amplificatori finali mono Bryston 7b3 cubed. Il tutto veniva riprodotto dagli scenografici diffusori ibridi Acapella High Cecilia dotati di tre woofer da 25 cm, midrange a tromba ipersferica e tweeter al plasma.
La sala era traboccante di pubblico, forse anche perché gli Amici di Casa fonè erano stati invitati all'evento. Il mio amico Giuseppe, grande appassionato di diffusori a tromba, mi si è avvicinato per indurmi a soppesare la qualità assoluta della riproduzione, anche se l'intero set e gli speaker Acapella, la cui tromba esteticamente più impattante cromaticamente richiamava il blu cobalto della Avantador che presidiava l'ingresso, non hanno certo bisogno di presentazioni. Come ovvio, il suono possiede una naturale, piacevole dispersione.
Le elettroniche Bryston, che ho sempre amato molto per la loro predisposizione ad erogare corrente suppostamente infinita con qualsiasi modulo di impedenza (e che in tempi di obsolescenza tecnologica programmata sono quasi tutte corredate da una incredibile garanzia di 20 anni: ribadisco, venti!), qui sembrano perdere il loro connotato di totale neutralità per mettere almeno un piedino in un'area più confortevole e calda. Certo, merito anche delle registrazioni, che pure nel caso del SACD non disdegnano i caldi connotati tonali dell'analogico. Insomma, niente Polo Nord, da queste parti. Per fortuna, aggiungerei!
Continuiamo con il terzo espositore che esponeva la lista del set, seppure incompleta e un po' nascosta dietro alla porta di ingresso. Entriamo dunque nella sala multicanale/multimediale di Gruppo Garman di Fulvio Cecconi, il cui set era stato installato con alcune interessanti soluzioni dal bravo Claudio Milana.
Ci sono parsi pregevoli, in particolare, i pannelli del controsoffitto che ospitavano i diffusori 'Atmos' che andavano a sostituire i 'quadrotti' originali, evitando di rovinarli in alcun modo, al contempo rispettando l'estetica ambientale; ho trovato interessante anche la soluzione dei back speakers, rovesciati, sospesi su un'americana e inclinati verso gli ascoltatori.
Nell'introduzione Claudio Milana (Garman), Roberto Pedrazzini (Marantz Italy) e Gian Luca Di Felice (HD Blog) hanno descritto i componenti dell'intero sistema. Si parte dalla sorgente, il media player Zidoo Z9X, il cui segnale entrava in digitale nel preamplificatore Marantz AV10 e da qui al finale in classe D Marantz Amp10, con 16 finali monofonici integrati da 200W su 8 ohm per ogni singolo canale.
Tutti i diffusori sul piano orizzontale erano le nuove Bowers and Wilkins della Serie 700 S3, con front 703 S3, centrale HTM71 S3, surround 704 S3 in posizione decisamente atipica, surround posteriori 706 S3, e ben quattro subwoofer: davanti una coppia di Definitive Technology Descend DN12, con driver da 12" e doppio radiatore passivo da 12"; dietro una coppia di Definitive Technology Descend DN8 (il nostro test con misure è a questo indirizzo), con driver da 8" e doppio radiatore passivo da 8".
Tutte le elettroniche erano protette da condizionamento di rete Isotek Aquarius Evo 3. Si trattava quindi di un set a 7 diffusori sul piano orizzontale, più 4 subwoofer a terra e 4 diffusori a soffitto Bowers and Wilkins AM1, un sofisticato impianto 7.4.4. Illuminava (letteralmente) la sala un videoproiettore laser Sony VPL-XW7000ES da 3200 lumen nominali (il nostro test è a questo indirizzo) cui in SDR era stata ridotta la luminosità del 70% con qualche vantaggio anche sotto l'aspetto del rumore di funzionamento, praticamente inudibile, anche in HDR, che proiettava su un grande schermo Screenline con la nuova tela Homevision con guadagno dichiarato di 1.2.
Gian Luca Di Felice aveva preparato una programmazione utile per dimostrare le potenzialità del set. Si iniziava con un programma musicale multicanale, più precisamente con il Blu-ray Disc 4K di Eric Clapton The lady in the balcony, un live registrato alla Cowdray House nel West Sussex, Inghilterra, nel corso del lockdown del 2021 il cui Dolby Atmos ci ha catapultato nell'acustica della sala di incisione. I quattro subwoofer facevano distintamente udire la loro voce di supporto.
Si è proseguito con Live in Vienna di John Williams in Dolby Atmos, ottimo software di cui vi parlammo diffusamente in occasione dell'uscita sul mercato. Nella famosa concert hall si è iniziata ad apprezzare la dinamica del set pure con la riproduzione della maestosa Marcia imperiale composta per la colonna sonora di Guerre stellari. Il videoproiettore ha messo in evidenza il suo meraviglioso dettaglio, forse non pari al livello di contrasto, mentre i movimenti apparsi a volte incerti erano legati al software e non alle caratteristiche del videoproiettore che li risolve ottimamente.
Ci è stato quindi proposto lo spettacolarissimo spezzone dell'ultimo Top Gun, in cui Maverick prova l'aereo ipersonico per superare mach 10: chi ha visto il film conosce bene la qualità della colonna sonora e l'impressione che si traeva dall'ascolto era che il set sfruttasse quell'audio 5+1 fino all'ultimo bit. Col film di animazione Sonic 2 l'Atmos offriva una sorta di ping pong di suoni, tipico dei videogiochi da cui è tratta la pellicola, che offriva un girovagare dei segnali sonori in tutta la sala, con grande facilità di identificazione univoca dello speaker e della precisa direzione dei suoni.
La sessione si concludeva con The Batman, che ha una parte video sporca, cupa, poco nitida, che trasmette angoscia, ma che è anche dotato di un audio straordinario, uno dei migliori mix della storia del cinema. La scena dell'inseguimento in auto offriva un Atmos che produceva puro godimento alle nostre orecchie.
Al termine dello show le persone faticavano ad alzarsi e ad uscire dalla sala, anche se fuori incombeva una notevole quantità di appasionati in fila in attesa di godersi lo spettacolo. Impianto spettacolare anche grazie alla attenta calibrazione del connubio elettroniche speakers, che ha fatto provare a tutti l'effetto circondamento offerto dal Dolby Atmos e la sensazione fisica garantita dalla configurazione quadrisub, non sempre facile da mettere a punto ma sorprendente per le notevoli possibilità di controllo degli effetti dell'ambiente sulla gamma bassa e ultra-bassa.
Passiamo quindi alla sala Audioplus dove il patron Emanuele Bassetti riesce sempre a garantire risultati di eccellenza praticamente in qualsiasi condizione ambientale. Anche in questo caso non mancava la lunghissima lista dei componenti con prezzi, anche se in posizione un po' defilata. Arriviamo nella coda della dimostrazione del giradischi giapponese Tech Das Air Force III Premium corredato dalla sua pompa che crea il cuscinetto d'aria e dall'altrettanto nipponica testina Etsuro * Urushi Gold, accompagnato dalle elettroniche svizzere Soulution, con il CD/SACD player 541, il preamplificatore 725, il finale stereo 711 che davano voce ai meravigliosi diffusori svedesi Marten Parker Quintet Diamond Edition, con cablaggio Jorma Deigns, Tara Labs e ZenSati.
Si era subito passati dalle Quintet Diamond alle 'piccole' Duo pilotate dal preamplificatore Allnic Audio L-10000 che pilotava due finali monofonici Lamm M1.2 Reference. Dopo il set a stato solido, qui c'erano valvole a go-go! Suonava The thrill is gone di Archie Sheep con uno stupendo sax soffiato. Cui faceva seguito un 'Tu silencio di Bebe' molto limpido. Nessuna tromba o tweeter a nastro, in questi speaker, che però regalavano la stessa piacevole sensazione di garantire un'ottima dispersione orizzontale, riuscendo a "scomparire" ma al contempo riuscendo a creare una grande scena. Seguiva Kenichi Tsunoda Big Band, Big Band Scale, Take Five.
Non sembrava il solito Take Five, perché l'estensione tonale risultava encomiabile, il breve assolo di batteria veniva riprodotto con toni compatti e vigorosi. Il cambio diffusori non era risultato affatto traumatico, anzi mi ha colpito la scena, rimasta solida e intelligibile, la gamma bassa incredibilmente presente malgrado la ridotta dimensione dei bookshelf, la voce rimasta particolarmente autorevole. Queste piccole Duo, mutatis mutandis, un po' incredibilmente non facevano rimpiangere troppo le meravigliose Quintet Diamond!
Nella sua sala Audio Graffiti con Kii Audio presentava al pubblico romano il modello composto dai Kii Three e da un modulo aggiuntivo denominato Kii Three BXT, set che avevamo già ascoltato a Rimini. Si tratta di speaker che, grazie alla correzione attiva, riescono a dare il meglio in qualsiasi ambiente. Per specifica richiesta di un ascoltatore, il set è stato utilizzato con e senza il modulo semplicisticamente definibile di 'gamma ultrabassa', inverando un desiderio che nutrivo da molto tempo. Veniva riprodotta 'Una carezza in pugno di Musica Nuda' tratto da 55/21.
Il suono appariva molto naturale, per niente connotato da artefatti digitali derivanti dal trattamento del DSP, segno di un approfondito lavoro di ingegnerizzazione. E rimaneva tale con o senza il modulo che aumentava le prestazioni in gamma bassa e ultrabassa, di cui peraltro notoriamente abbondano le incisioni di Musica Nuda. Il set scendeva ugualmente di frequenza, anche se con una autorevolezza lievemente minore, ma la compattezza degli speaker e la possibilità di personalizzarne del colore garantivano un ottimo 'WAF' che ne facilita l'introduzione in ambiente.
Nella sala Mad For Music cablata da Fabrizio Baretta con Faber's cable suonavano i piccoli speaker Wilson Benesh che eseguivano il miglior Chris Botti. Il set esponeva una notevole gamma medio alta, anche poi con una 'Notte sul Monte Calvo' eseguita dalla Royal Philarmonic Orchestra.
La posizione dei diffusori, in posizione decisamente avanzata, ha privilegiato la scena, di una profondità inaudita e con le Benesh che scomparivano letteralmente per lasciare spazio solo alla musica. Gamma bassa leggermente in secondo piano ma molto ben articolata.
Un 'profluvio di occhioni blu' (questa la definizione che il compianto Bebo Moroni dava delle elettroniche McIntosh, per via dello sfondo delle finestre dei vu meter), affollava la sala di Lyrics Audio, punto di riferimento di una buona fetta di audiofili romani. La sala, con ben quattro sistemi in funzione e con diffusori Kipsch, Sonus Faber, Tannoy e Monitor Audio, risultava sempre pienissima.
Nella nostra visita abbiamo ascoltato i massicci finali monofonici MC611 Quad balanced power amplifier di McIntosh (600 Watt RMS e fondo scala dei VU-meter fino a 2.000 watt) che pilotavano i grandi diffusori Monitor Audio Platinum PL500 II da pavimento: un tre vie in configurazione D'Appolito, con quattro woofer da 8" a lunga escursione, due mid da 4" e tweeter MPD (con diaframma 'pieghettato a fisarmonica'). Con questo sistema abbiamo apprezzato lo stesso disco Non solo tango live, ascoltato anche da Audio Reference.
Terminiamo con la sala Capecci Audio in collaborazione con CVS, dove Massimo Cives ha presentato il nuovissimo Vintage Revival dello storico giradischi americano a puleggia Rek o Kut, con modifiche speciali sul motore, sulle sospensioni, sulle pulegge, sulla base e anche sull’alimentazione trifase. Il modello Hi-End del Rek o Kut può contare su un motore Papst trifase, pulegge in alluminio, sospensioni in gel, plint in MDF da 20 kg, piedini regolabili e legno finemente laccato a 5 strati.
Il modello è compatibile con i bracci da 9" Fidelity Research FR64 e Ikeda IT345, oltre ai bracci da 12" Fidelity Research FR66 e Ikeda IT407. Su richiesta viene fornito anche un alimentatore trifase e possono essere create basette compatibili con qualsiasi braccio da 9' o 12'. La cura nella realizzazione di questo giradischi a puleggia fuori dall'ordinario è visibile già dall'enorme e robustissimo flight-case, costruito su misura per la protezione durante il trasporto, anche degli accessori.
Il resto del sistema è completamente a valvole ed è stato realizzato da Remigio Capecci a mano e con componenti selezionati, ad iniziare dal pre-phono a valvole MC attivo (senza step-up) con equalizzazione RIAA di tipo passivo con impedenza costante. Oltre al giradischi CVS c'è anche una meccanica basata su un sistema Sony, con clock di fascia elevata e alimentazione particolarmente sofisticata con trasformatori toroidali.
Il convertitore, completamente bilanciato e con uscita a valvole, all'interno presenta due telai separati; al di sotto c'è l'alimentazione e sopra le sezioni digitale e analogica. Tra gli ingressi segnaliamo quello AES EBU, Bluetooth e predisposto anche per l'ingresso I2S. I finali monofonici a valvole da 100W RMS con push-pull parallelo a pentodi e doppio trasformatore di alimentazione, pilotano i diffusori a 3 vie con la parte dedicata alla gamma bassa 'orientabile', in modo da avere una piccola libertà di adattamento all'ambiente senza modificare la posizione del sistema.
C'è un ulteriore sistema di filtraggio della corrente somministrata alle sorgenti e alla sezione pre, con rigenerazione della 230 grazie ad un sistema con rettifica e pulizia della corrente che viene rigenerata con un inverter a componenti selezionati. Abbiamo ascoltato il sistema in due momenti differenti, con prestazioni piuttosto eterogenee ma sempre eccellenti quando veniva selezionato il software adeguato, come Mother dei Pink Floyd in vinile, poi la Pantera Rosa nella versione della Cincinnati Pop Orchestra, infine Walk on the wild side.
Ancora una volta il Gran Galà offre uno spettacolare ventaglio di offerte ai visitatori che riescono a passare gratuitamente ore di ascolto e visione per approfondire la loro passione e per visionare le novità del mercato. Per maggiori informazioni sulle prossime edizioni del Gran Galà: grangaladellaltafedelta.com
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