Disco del mese: settembre 2019

Marco Cicogna 16 Settembre 2019 Audio

Il Requiem apre la stagione di Santa Cecilia il 10 ottobre; se non vi basta la settimana successiva c'è la “Sinfonia Fantastica”. Perfetta dimostrazione di timbro strumentale, dinamica orchestrale e “immersive sound”. Ascoltiamo i buoni dischi, ma non dimentichiamoci della musica vera.


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Il Requiem di Berlioz è la celebre pagina della fase “monumentale” dell'autore francese concepita per il vasto spazio degli “Invalides”; utilizza imponenti forze vocali e strumentali con grande orchestra alla quale si uniscono nel “Dies Irae” quattro gruppi di ottoni, oltre 200 elementi di coro, otto set di timpani. L'interesse dell'ascolto dal vivo di questo brano sta anche nella concezione dello spazio che Berlioz realizza con effetti sonori reali, puramente acustici. Delicati in alcuni momenti (ma già nella ben più nota Sinfonia Fantastica utilizzava ad esempio strumenti “fuori scena”), nobili e potenti in altri. Non importa se non vi piace la musica classica, anzi queste brevi note sono dedicate proprio a chi di questa musica non sa cosa farsene e non avrebbe mai pensato di spendere il costo di una buona pizza per ascoltarla dal vivo, sulla “propria pelle”.

Del resto “l'intenditore” di musica non ha bisogno della mia esortazione per scegliere cosa e quando ascoltare. Qui voglio rivolgermi a chi della musica classica non coglie la magia, a chi la trova noiosa, a chi pensa che questo genere non sia “adatto a lui”. Non m'interessa che alla fine vi piacerà o meno questa musica. Io vi invito ad ascoltarla per il suono. Vorrei che ogni cultore di riproduzione musicale potesse ascoltare dal vivo il timbro, la dinamica e la resa spaziale di un grande concerto. Questa è un'occasione golosa per un ascolto “vero” di musica reale. I biglietti sono già in vendita su “santacecilia.it” e dunque datevi da fare.


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Oltre all'orchestra e al coro di Santa Cecilia, le forze in gioco contano anche gli ottoni della Banda della Polizia di Stato e il coro del Teatro San Carlo di Napoli. Bisogna attendere la “Sinfonia dei Mille” di Mahler per trovare di più. Ben più di un esercizio di concertazione questo Requiem troverà con la nostra Orchestra di Santa Cecilia e la direzione di Pappano un interprete musicale (e sonoro) che ne coglie il senso spirituale dosando con equilibrio le forze in gioco, ottenendo soprattutto dal coro un risultato di grande coerenza. Notevole l'effetto drammatico di alcune sezioni, uno studio di acustica che sembra destinato a mettere alle corde gli impianti di riproduzione più importanti. 


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“La Grande Messe des morts” è “articolata nelle consuete sezioni del Requiem. In questo lavoro composto per un’occasione pubblica Berlioz concepisce e realizza uno spazio sonoro articolato nelle tre dimensioni che avvolge l’ascoltatore. Le fanfare introduttive del Tuba Mirum prevedono per questo quattro separate sezioni di ottoni, per un effetto (immaginiamolo nel 1837) sconvolgente. Nell’insieme, comunque, la musica del Requiem è serena e meditativa. Fondamentale dunque  il fine equilibrio tra le forze vocali e strumentali. Le sonorità non diventano mai aggressive e prevale il senso religioso di questa pagina. Se della celebre “Sinfonia Fantastica” esistono quasi duecento diverse registrazioni (ma più avanti ne segnaliamo quelle poche che da un punto di vista almeno sonoro vale davvero avere la pena acquistare), il Requiem è poco frequentato in concerto e anche in discografia. 


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La poderosa edizione Telarc di una quindicina di anni fa diretta da Spano con l'orchestra di Atlanta in SACD si trova ormai a prezzi da collezione. Disponibile però a poco prezzo la versione in semplice CD. In casa LSO (l'etichetta di casa della London Symphony Orchestra) più recentemente Colin Davis (uno specialista della musica di Berlioz sin dai tempi delle sue belle letture degli anni Settanta per la Philips Classics) ha curato una bella integrale di Berlioz. Ovviamente c'è anche il Requiem registrato nella generosa acustica della cattedrale londinese di St Paul. Questa interessante lettura la trovate in SACD multicanale e anche in stereo in formato PCM 24/96. Segnalo poi un'altra edizione in 5.0 (il multicanale ha migliori chances di rendere l'impatto acustico di questa pagina) con il SACD della Chandos. Si tratta di una lettura “nordica” che trova il tenore Bror Magnus Tødenes, il coro Collegiûm Mûsicûm, il Bergen Philharmonic Choir, lo Edvard Grieg Kor, il Royal Northern College of Music Choir, il Eikanger-Bjørsvik Musikklag, e musicisti dela Bergen Philharmonic Youth Orchestra e Bergen Philharmonic Orchestra. C'è metà Scandinavia a suonare in questa edizione diretta da Edward Gardner. Per chi non ha i mezzi per gestire il multicanale anche l'incisione Chandos è disponibile in PCM 24/96 come file audio. 


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Ora poche parole le dobbiamo alla Sinfonia Fantastica, che sarà eseguita a Roma nelle serate del  17, 18 e 19 ottobre. A breve saranno in vendita i biglietti. L’autore francese ha sempre ricevuto puntualmente l’attenzione degli audiofili. Celebre per il suo “Trattato di Orchestrazione”, Berlioz è un innovatore che nella sua più celebre pagina inserisce elementi autobiografici e descrittivi, lanciando il concetto di “leitmotiv” e di “musica a programma”. Un vero e proprio “programma” è dichiarato a chiare lettere nella sua Sinfonia Fantastica, ampio schizzo sinfonico articolato in cinque movimenti in cui l’autore raffigura un contrastato giovanile amore. Banale, in fondo, si tratta di un tema tipico del romanticismo. Ma qui vi è di più, musicalmente almeno. Egli arricchisce le sonorità dell'orchestra del suo tempo, consegnando alla forma sinfonica strumenti come il basso tuba (originariamente oficleide) e una sezione di percussioni sempre più ampia e diversificata. Rende inoltre più incisivo ed autonomo il ruolo degli ottoni, elabora nuovi rapporti di forza tra le sezioni dell’orchestra. Anche per gli strumenti “tradizionali” la scrittura si fa più impegnativa, mentre il colore e la ricerca timbrica diventano ingredienti essenziali del linguaggio musicale. Pause ed i silenzi sono sfruttati per completare questo articolato messaggio sonoro. 


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Ascoltate la conclusione della “Scène aux champs” con il richiamo dell’oboe d’amore cui fa eco il rombo del tuono lontano sul rullare di un accordo su quattro timpani. L'oboe fuori scena raffigura l'amata che risponde al corteggiatore, ma parlando in termini sonori si coglie la dislocazione “lontana” dello strumento, difficile nella riproduzione in semplice stereofonia. Celebri le percussioni nel quarto tempo (“Marche au supplice”), con gli inediti intervalli dinamici come nell’esplosione percussiva che segue l’acuto del clarinetto (rappresenta la ghigliottina che recide il collo del condannato). C'è poi da segnalare  l’uso delle campane nel finale, gli speciali effetti ottenuti con gli archi e la sordina sui corni, il tuonare di percussioni profonde come ruggiti dalle viscere della terra durante il Sabba di streghe. Allo splendore sonoro di certi episodi si contrappongono oasi di serenità in cui la scrittura è morbida ed elegante, ora fresca e danzante, ora pastorale. A Berlino nella Philharmonie si usano delle grandi campane che di solito riposano in bella vista nel foyer (foto qui in alto, scattata dal buon Frattaroli). Quando ho ascoltato la “Fantastica” con i Berliner le grandi campane erano state collocate in alto dietro l'orchestra. Se non fossero state illuminate in modo specifico non avrei avuto modo di cogliere, al semplice ascolto, la loro posizione, tanto era grande ed avvolgente il suono, in grado di riempire quella straordinaria sala. 

Mi chiedo se ancora una volta gli audiofili saranno con noi a Roma ad ascoltare questa poderosa sinfonia nel nostro auditorium. Al prezzo di una pizza vi porterete a casa un'esperienza musicale e sonora che potrebbe riscrivere le vostre convinzioni di audiofili. Una più approfondita discografia la vedremo il prossimo mese in una nuova puntata di questa rubrica. Per il momento vi consiglio la celebre edizione in video con la San Francisco Symphony diretta da Tilson-Thomas (un riferimento nelle dimostrazioni audio-video di Emidio e me), il notevole SACD della Pentatone con l'orchestra di Pittsburg diretta da Jurowsky (anche in file audio su native DSD) e una ormai storica lettura di Boulez con l'orchestra di Cleveland, che dimostra come una normale incisione della Deutsche Grammophon possa suonare davvero bene. Inoltre c'è il SACD della Berliner Philharmoniker che documenta l'ultimo concerto diretto da Abbado nel 2013 a Berlino. Proprio con la “Fantastica” e proprio con quelle grandi campane di cui vi parlavo. Ma non finisce qui e ne parleremo meglio il prossimo mese.

 

Concludiamo con qualche link ad Amazon di alcuni dischi citati in questo articolo.

www.amazon.it/Hector-Berlioz-San-Francisco-Symphony

www.amazon.it/Grande-Messe-Morts-Berlioz-H

www.amazon.it/Symphony-No-Fantastique-Waverley-Overture

www.amazon.it/Berlioz-Symphonie-fantastique-Tristia

www.amazon.it/Symphony-No-phonie-Fantastique-Berlioz-H

www.amazon.it/Hector-Berlioz-Sinfonia-Fantastica-Op-14

 

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