![]() |
|||||||||
Stampa | |||||||||
|
|||||||||
Pagina 1 - Roma hi-fidelity 2019: un successo annunciato
Tra Top Audio e Video Show, Milano e Roma hi-fidelity, Gran Galà dell'Alta Fedeltà e Bari Hi-End, in questi primi 15 anni di attività AV Magazine ha allestito parecchie salette, talvolta in completa autonomia, più spesso con alcuni rivenditori e distributori. Nella maggior parte dei casi abbiamo partecipato con prodotti "video" (proiettori e TV), sistemi home theater e audio multicanale, raramente con sistemi audio esclusivamente stereofonici. Tra gli eventi più riusciti, ricordiamo ad esempio l'area "V-experience" degli ultimi Top Audio & Video Show (qui in alto un breve video dell'edizione del venticinquennale), oppure il "mega-shootout" tra 6 videoproiettori che organizzammo al primo e unico Top Audio Video Show romano del 2007, con BenQ, JVC, Mitsubishi, Panasonic, Sharp e Sony (in questo articolo il reportage), oppure ancora il primo confronto tra i due sistemi multicanale Dolby Atmos e Auro 3D al Gran Galà a Padova nel 2014 in collaborazione con Audio Quality, Epson, Gammalta, HiFight, Labtek e Yamaha... Negli ultimi anni abbiamo concentrato le energie sugli eventi nei punti vendita. Quando invece siamo scesi "in trincea" negli eventi più grandi, come l'ultima edizione di Sintonie Hi-End, abbiamo offerto in realtà solo i nostri servizi di calibrazione per display e TV, oltre all'impegno nella dimostrazione dei prodotti. Nelle cosiddette "fiere" dell'alta fedeltà, in questi ultimi anni ci siamo limitati a pubblicare reportage, più o meno esaustivi, senza sconti per nessuno. Ed è proprio in seguito ad alcune critiche ad alcune salette che è nata l'idea di partecipare a questa edizione del Roma hi-fidelity. Come abbiamo già spiegato nel focus che annunciava la nostra partecipazione, dopo essere stati accusati di remare contro il "mercato", di essere prevenuti verso "questo" o "quel" prodotto/distributore, o addirittura di essere buoni soltanto a "criticare", un rivenditore ci ha "sfidato" a partecipare con una "nostra" saletta Hi-Fi, facendo i conti con tutti i limiti, imprevisti e "disastri" in agguato in un evento del genere. Ebbene, dopo aver cercato i partner giusti, abbiamo cercato di costruire un sistema che avesse due obiettivi: un suono "importante" con pochi compromessi e al prezzo più basso possibile. Al di là del sistema di riproduzione, di cui troverete una descrizione approfondita nelle pagine che seguono, l'edizione 2019 del Roma hi-fidelity è stato un successone quasi annunciato. Probabilmente la pioggia ha dato una piccola mano ma è innegabile che gli investimenti in comunicazione dell'organizzazione, con ben due uscite sull'inserto locale di uno dei più importanti quotidiani nazionali, hanno avuto un'ottima efficacia. C'è anche da dire che è cresciuto il numero di rivenditori e distributori che hanno inviato comunicati stampa e newsletter prima delle manifestazione per segnalare l'evento ai loro contatti. Il risultato ha superato le attese con un afflusso di pubblico che sarà difficile quantificare ma che - soggettivamente - sembra aver quasi raddoppiato le presenze dello scorso anno, soprattutto la domenica. Abbiamo rivisto gli "ingorghi" negli stretti corridoi del Mercure Hotel e le file che si sono create per l'accesso alle sale più interessanti. Tutti soddisfatti, quindi? Niente affatto. L'aria condizionata non era in funzione, in molte sale era impossibile aprire le finestre, con un caldo terrificante. Nella nostra saletta, la suite 620 al primo piano, c'era una specie di "triangolo delle Bermuda": oltre al WiFi non andava neanche nessuno dei quattro operatori di telefonia mobile, con l'impossibilità di riprodurre in streaming.
Pagina 2 - BenQ W5700 e Dark Star 9
AV Magazine ha nel suo DNA sia l'audio che il video e per questo motivo abbiamo portato al Roma hi-fidelity anche un sistema di riproduzione video, prima di tutto come ausilio per la riproduzione musicale. Nelle dimostrazioni, avremmo voluto riprodurre concerti di musica sinfonica e più popolare, soprattutto in streaming ma la "congiuntura edil-elettromagnetica" ce l'ha purtroppo impedito. Abbiamo quindi ripiegato sulla riproduzione di alcune clip a risoluzione 4K in HDR. Il proiettore in funzione era il BenQ W5700, della recente serie CinePrime, con tecnologia DLP XPR a risoluzione 4K, ottica zoom 1,6x con lens-shift orizzontale e verticale, diaframma automatico, filtro colore per la copertura completa dello spazio colore DCI-P3, interpolazione dei fotogrammi, compatibilità con HDR10 e HLG, taratura del proiettore in fabbrica, con un certificato di calibrazione allegato nell'imballo ed eccellenti prestazioni già fuori dalla scatola, vincitore del premio EISA come miglior proiettore home theater, il tutto ad un prezzo suggerito al pubblico di 2.900 Euro IVA inclusa. Per poter apprezzare l'elevata risoluzione e il dettaglio del W5700, abbiamo utilizzato uno schermo ad elevato contrasto Dark Star 9 da 2,4 metri di base in formato 16:9 distribuito da Audio Quality. Si tratta di uno schermo particolare che è in grado di assorbire la luce che arriva sulla superficie con un "certo" angolo di incidenza, caratteristica che aumenta in maniera drammatica il rapporto di contrasto percepito in ambiente, sia per il contenimento delle riflessioni primarie (soprattutto quelle a soffitto) sia dell'illuminazione. Trovate un test di un prodotto simile in questo articolo. In sala avevamo anche il BenQ CinePrime W2700, con la stessa identica tecnologia (quindi DLP 4K XPR), stesso dettaglio e risoluzione a schermo, anche questo con iris dinamico ma con telaio e ottica più semplici, niente lens shift orizzontale, uno zoom più limitato (1,3X), raporto di tiro più corto (da 1,13:1 a 1,47:1), filtri colore che abbracciano il 95% dello spazio colore DCI-P3, anche questo con certificato di calibrazione e prezzo suggerito al pubblico che ne fanno un piccolo miracolo: 1.699 Euro IVA inclusa. Ne abbiamo parlato in questo articolo. Stante il generoso afflusso di pubblico, non c'è stato il tempo di fare uno shoot-out tra i due proiettori e abbiamo concentrato l'attenzione sul W5700 che, grazie alla buona versatilità dell'obiettivo, ci ha permesso un posizionamento che ci ha permesso di lasciare più spazio a disposizione per il pubblico. Oltre che essere utilizzato come "monitor" d'eccellenza, per osservare i vari menu dei prodotti in riproduzione e i brani selezionati attraverso l'Oppo 103 e il "clone" del 203, abbiamo mostrato ciclicamente clip da film in 4K e HDR per mostrare tutte le qualità della macchina, ben apprezzate dal grande pubblico.
Pagina 3 - La descrizione dell'impianto audio
La piccola suite da 26 metri quadrati lordi, che abbiamo misurato qualche settimana prima dell'evento, proponeva in realtà uno spazio sfruttabile di 19 metri quadrati, ovvero 4,10m x 4,65m con altezza di 2,78m. Da questo spazio bisogna togliere due elementi d'arredo a destra e sinistra che non potevano essere rimossi: quello con il frigo subito a ridosso della porta d'ingresso e il tavolo con le bocchette d'aria integrate sulla parete opposta. L'unica parete sfruttabile per sistemare schermo e diffusori era quella da 4,1m sul fondo. Per sonorizzare una saletta del genere abbiamo consultato alcuni partner commerciali, con l'idea di utilizzare un sistema con diffusori di piccole dimensioni su piedistallo, completati in gamma bassa e ultrabassa da un generoso subwoofer. Una soluzione del genere, se ben integrata, dà tre vantaggi: 1- il sub "alleggerisce" notevolmente il woofer del diffusore a due vie; 2- il sub può essere posizionato più liberamente, in modo da ottimizzarne la risposta in gamma bassa; 3- la somma del costo di sub + satelliti è sensibilmente inferiore a quella di un sistema da pavimento con prestazioni comparabili. Considerando l'obiettivo di proporre un sistema che costasse il meno possibile, come diffusore principale Gammalta ha proposto le PMC twenty5.21: un due vie con woofer da 14cm a lunga corsa, caricato da una linea di trasmissione da 1,72m di lunghezza virtuale e un tweeter in cupola morbida con tessuto Sonolex da 27mm in Ferrofluido: un sistema brioso e con una insospettabile estensione in gamma bassa (fino a 46 Hz, secondo il costruttore), e una sensibilità di 86,5 dB. Scelta che abbiamo condiviso pienamente. Noi però volevamo far ascoltare un suono importante, con i 30Hz riprodotti degnamente. Per questo motivo, le piccole ma energiche PMC sono state completate in basso dal poderoso subwoofer JL Audio Dominion d110, un piccolo parallelepipedo poco più grande del suo "motore": un altoparlante da 10 pollici in cassa chiusa, mosso da un amplificatore in classe D con potenza di 750 watt RMS e una escursione della membrana che ha dell'incredibile. Il "piccoletto", dal rapporto qualità prezzo straordinario, è distrtibuito sempre da Gammalta. Per pilotare un sistema con "satelliti e subwoofer" è necessario un dispositivo che si occupi del cosiddetto "bass management", ovvero un'elettronica che permetta il "taglio" tra il subwoofer e il diffusore principale. Si tratta di soluzioni spesso presenti nei prodotti home theater e infatti la proposta del distributore Adeo Group è caduta sullo splendido Arcam AVR390, un integrato multicanale con 7 canali amplificati, 11 canali pre, due uscite subwoofer e possibilità di calibrazione DIRAC. Un piccolo gioiellino che abbiamo accolto immediatamente. Inoltre, per non avere "sorprese", vista la sensibilità contenuta delle PMC twenty5.21, Adeo ci ha inviato anche un amplificatore integrato Arcam SA20 della linea HDA da 150W per canale su 4 ohm, con amplificazione in classe G, ingresso phono MM, DAC integrato ESS9038K2M, telecomando retroilluminato e possibilità di controllo remoto via rete o RS232. Approfittiamo per segnalare anche il modello SA30 di cui ci eravamo occupati in questo articolo, con 220W di potenza per canale, certificazione MQA e DIRAC integrato con tre banchi di memoria. Il sistema è stato completato con dei meravigliosi cavi Ricable della linea Invictus. In particolare, per le connessioni tra ampli e diffusori abbiamo utilizzato gli Invictus Speaker, con conduttori da 7,1mmq, doppia schermatura, connettori in rame OFC al pieno placcati in oro, capacità di 40 pF/mt e resistenza di 2,8 Ohm/Km. Come cavi di segnale avevamo gli Invictus Signal sia tra Arcam AVR390 che tra Oppo 103 e Arcam SA20, questi ultimi per il by-pass della configurazione con sub e DIRAC: sono cavi a tripla schermatura con capacità di 23 pF/mt e resistenza di 42 Ohm/Km, conduttori da 0,57 mmq e connettori in RAME OFC maggiorati con sistema ad espansione del polo caldo e sistema a serraggio degli anelli di massa. Sempre della linea Invictus, anche il cavo di alimentazione per l'integrato Arcam SA20: un Invictus Power a tripla schermatura con conduttori da 8,4mmq, mentre il cavo di segnale digitale coassiale era un Invictus Coaxial a geometria triassiale con conduttori da 1,2mmq e seconda schermatura separata da polimero termoplastico R-TEC per mantenimento costante dell’impedenza a 75 Ohm. I cavi HDMI erano invece FIBBR Ultra Pro in fibra ottica, distribuiti da Videosell, con lunghezze rispettivamente da 15 metri e 3 metri.
Pagina 4 - Set-up, calibrazione DIRAC e conclusioni
Dopo aver montato e sistemato lo schermo di proiezione quasi a ridosso della parete, con il proiettore BenQ al di sopra del mobile, ci siamo dedicati alla costruzione dell'impianto e alla ricerca della migliore posizione dei diffusori, potendo contare anche su una ventina di pannelli in fibra di poliestere, presi letteralmente in prestito dalla ristrutturazione del nostro ufficio. Dopo aver collegato le elettroniche Arcam e sistemato le PMC sugli stand con del Patafix, abbiamo avviato un software RTA per l'analisi dello spettro a terzi d'ottave e, con rumore rosa riprodotto a volume medio, abbiamo iniziato il "waltzer" del posizionamento con un diffusore alla volta e poi tutti e due insieme. All'inizio abbiamo preferito sistemare le due PMC a circa 40cm davanti allo schermo, subito alla fine del piede degli stativi, a circa 60cm dalle pareti laterali, ruotando sensibilmente le facce dei due tweeter verso l'interno, in modo da rendere la scena credibile anche per chi fosse seduto in posizione laterale. Infine, abbiamo cercato di centrare la scena modulando la posizione di alcuni pannelli e delle tende. Purtroppo, a causa dell'arredamento e della posizione avanzata dei diffusori, le gamme media e medio-bassa, sono finite sensibilmente indietro di qualche dB. Buona invece la scena, sia come profondità che in ampiezza. Per il sub abbiamo utilizzato lo stesso sistema, con l'ausilio di rumore rosa e dell'analizzatore di spettro in tempo reale, modificando non solo la posizione del sub ma anche le frequenze di taglio tra sub e diffusori in maniera asimmetrica, regolando ovviamente anche la fase. Alla fine il sub è stato sistemato tra le elettroniche e il diffusore sinistro, a circa 40cm dalla parete di fondo. Infine, dopo la verifica del risultato sia con gli strumenti di misura che con alcuni brani musicali, abbiamo avviato la correzione DIRAC, privilegiando solo 5 punti di misura, molto vicini al punto d'ascolto centrale. Non avevamo fatto i conti con Gian Piero Matarazzo che, arrivato al Mercure West il sabato mattina, dopo pochi secondi di ascolto, ha decretato che così i diffusori non potevano stare, sia perché troppo vicini alla prima fila, sia perché quando venivano fatte suonare da sole, della sorprendente gamma bassa caricata linea di trasmissione rimaneva solo uno sbiadito ricordo. Sabato sera, dopo la chiusura, Giampy ha preferito arretrare le due PMC di circa 25cm, avvicinandole tra di loro e mantenendo quasi la stessa rotazione verso l'interno. Le dimensioni della scena sono un pochino diminuite ma i vantaggi complessivi non sono mancati. In mancanza di Tidal e altre piattaforme di streaming, abbiamo riprodotto contenuti musicali in alta risoluzione, utilizzando come sorgente il "clone" dell'Oppo 203. Con l'Oppo 103EU abbiamo invece riprodotto i supporti ottici (CD, SACD e Blu-ray Disc), alcuni dei quali forniti anche da alcuni visitatori. Durante le due intense e lunghissime giornate della manifestazione, saranno passati dalla nostra saletta più di un migliaio di persone. Buona parte, purtroppo, è rimasta tra la porta e la parete posteriore, con immaginabili effetti sulla percezione della timbrica e della scena. Quelli che sono riusciti a sedersi nelle sei posizioni centrali, hanno sempre apprezzato il risultato e i complimenti sono arrivati copiosi. Tutti, almeno quelli che ne hanno parlato apertamente, hanno convenuto sulla qualità generale della riproduzione e sull'esaltante rapporto qualità/prezzo di tutto il sistema. Non sono mancate ovviamente le critiche che riportiamo per dovere di cronaca. Non è mancato, ad esempio, chi ha segnalato un eccesso di bassi, soprattutto dai "vicini" di saletta, oppure chi ci ha mostrato qualche limite per la scena troppo bassa. Molte persone, anche all'interno della redazione (quasi tutti per la verità), hanno sollevato qualche riserva per alcuni presunti effetti collaterali della correzione DIRAC. C'è chi addirittura ha affermato che l'intervento del DIRAC finisce per snaturare completamente la riproduzione, poiché, in fin dei conti, "si tratta pur sempre di una equalizzazione". Sarà difficile, quasi impossibile sradicare questi preconcetti, come se l'equalizzazione fosse il male assoluto, dimenticando che il diffusore stesso, l'ambiente e il posizionamento dei diffusori rispetto all'ambiente stesso sono fattori che introducono pesanti equalizzazioni. Al momento, a difesa della correzione dell'acustica ambientale come passo fondamentale per l'avvicinamento alla riproduzione ad alta fedelità, posso soltanto ricordare che la MQA (Master Quality Autenticated) ha certificato anche alcuni prodotti con DIRAC... Arriviamo infine alle conclusioni di questa primissima parte del nostro reportage dal Roma hi-fidelity 2019 che sarà, al termine di tutte le varie "puntate", piuttosto corposo, con video e interviste realizzate a risoluzione 6K e 8K. E proseguiamo con gli imprescindibili ringraziamenti a tutta la "banda" di AV Magazine, ad iniziare da Fabio "adslinkato" Angeloni, Claudio "gnagno" Smareglia ed Ermanno Di Nicola: senza il loro aiuto e supporto prima, durante e dopo la manifestazione,la nostra partecipazione non sarebbe stata possibile. Del grande aiuto di Gian Piero Matarazzo abbiamo già parlato mentre Marco Cicogna, con cui avevamo già sperimentato l'accoppiamento tra sub e diffusori stereofonici, ha anche presidiato la sala, selezionando brani pregevoli e consentendo a parte della redazione di visitare altre salette. Un ringraziamento va a tutti i partner che hanno fornito i prodotti, gli accessori e che hanno contribuito finanziariamente al progetto e che sono, in rigoroso ordine alfabetico: Adeo Group, Audio Quality, Gammalta, Gruppo Garman, Ricable e Videosell. Un ringraziamento va anche a Stefano Zaini che ci ha accolto a braccia aperte e a cui continueremo a fornire il nostro supporto. ... continua
|
|||||||||
Pagina stampata da AV Magazine: https://www.avmagazine.it Vietata la copia e la distribuzione (anche parziale) senza la previa autorizzazione di AV Raw s.n.c. Per maggiori informazioni : https://www.avmagazine.it/sito/legale/ Copyright 2005 - 2025 AV Magazine AV Magazine - registrazione Tribunale di Teramo n. 527 del 22.12.2004 Direttore Responsabile: Emidio Frattaroli |