Magic in the moonlight
L'ennesima commedia romantica del maestro newyorchese ha qualche sfocatura di troppo. Distribuzione del disco curata da Warner Home Video
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Verso la fine degli anni '20 il prestigiatore e illusionista inglese Stanley Crawford (Colin Firth) si trova in tournée in Europa quando è convinto da un amico ad accettare un inusuale incarico: smascherare la sedicente medium Sophie Baker (Emma Stone) entrata nelle grazie di una ricca famiglia americana che soggiorna presso la riviera francese.
Fingendosi commerciante avvicina Sophie con l'intento di ridicolizzarla pubblicamente ma ogni tentativo di Stanley rende solo più deboli le sue argomentazioni e fragile il suo essere così radicalmente razionale. Un incontro oltremodo foriero di inaspettati sentimenti che dimostreranno quanto la magia del cuore possa rendere altrettanto magico il mondo.
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Dopo oltre 40 pellicole dedicate alla commedia romantica, riciclata e riletta in molteplici declinazioni, la visione di questo “Magic in the moonlight” appare un po come un vestito sdrucito da troppi lavaggi, senza più lo smalto di un tempo, sempre meno variopinto e ricco di toni coinvolgenti.
Una commedia romantica questa che potrebbe piacere a chi non conosce così a fondo il maestro newyorchese ma che al tempo stesso non mette nulla di nuovo in campo per chi lo segue da decenni, qui con un cast poi nemmeno così brillante come sarebbe stato lecito aspettarsi nonostante attori formidabili in primis lo stesso Firth che appare stanco e fasciato dentro una spocchiosa prosopopea britannica.
Eccetto qualche dialogo sparso non si riesce a trovar molto da salvare in una pellicola dove il regista (per l'ennesima volta) guarda con troppa nostalgia a epoche e a un passato che non ci sono più almeno quanto gli spettatori-aficionado sono (sempre più) costretti a tornare nostalgicamente a sue opere del passato meno schiacciate dal peso del déjà vu dove la magia, a partire dalla sceneggiatura, c'era davvero.
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Qualità video
Analisi del bitrate
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BD-50 troppo poco sfruttato (26,9 Gb di spazio occupato), inusuale l'utilizzo di ottiche Panavision con aspect ratio 2.35:1 considerando che in molte delle sue opere Allen non è mai andato oltre l'1.85:1, codifica AVC/MPEG-4 (1920x1080/23.97p). Opera girata interamente in analogico 35 mm (Arricam LT/ST, fonte IMDB, ndr) si riscontrano inquadrature in cui si avverte il fuori fuoco di elementi lontani dal centro immagine (proprio come recentemente sperimentato con “Interstellar”) forse legato a scelte artistiche del regista e del cinematographer iraniano Darius Khondji (“Se7en”, “Alien – La clonazione”) pesando maggiormente in presenza di grandi schermi e condizionando la percezione del dettaglio di elementi in secondo piano e background.
In questi screen evidenti problemi di sfocatura nella parte bassa del frame
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La palette cromatica ha momenti intensi ma i neri non sono sempre efficaci, in parte limitati da inferiori livelli di contrasto e luminosità tendendo ad appiattire l'inquadratura influenzando il senso di profondità di campo, in particolare nei passaggi notturni. Il fermo immagine potrebbe rivelare parziale posterizzazione.
SX. Le luci e contrasto appiattiscono la scena, neri instabili in primo piano
DX. Disuniforme il nero della giacca in primo piano
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Qualità audio
Solita traccia AC-3 5.1 canali in italiano (640 kbps assieme a catalano, spagnolo e tedesco) per un piacevole ascolto della colonna sonora con fronte anteriore a farla più che mai da padrone per la natura stessa della pellicola. Dialoghi con buon posizionamento e timbrica, accompagnamento musicale con rari elementi di contorno sentendo la mancanza dei due canali rear che raramente, come nel caso del temporale, hanno qualcosa di consistente da offrire. Forse non tutti sanno che in passato il maestro Allen non badava più di tanto alla resa della colonna sonora e, diceria o meno, pare abbia deciso di inserire le musiche sui titoli di testa e coda solo quando qualcuno gli fece notare che intro e outro musicali avrebbero giovato. Come sempre anche qui è da privilegiarsi l'originale traccia DTS-HD Master Audio 5.1 canali (core @1509 kbps) che apre a una maggiore dinamica complessiva alimentando ulteriormente anche i due rear che solo in questo caso appaiono meno sbilanciati e futili.
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Extra (HD)
C'è davvero poco per approfondire la produzione con circa 11' di riflessioni da parte del cast intercalate da immagini del film, quasi 3' di brevi interventi sempre del cast nel corso della premiere a Los Angeles, trailer originale. Sottotitoli in italiano. Inclusa copia digitale (scadenza 1/4/2017). Vane come sempre le speranze di un commento al film del regista o anche solo di scorci del suo lavoro sul set.
La pagella secondo CineMan
Film | ![]() |
5,5 |
Authoring | ![]() |
6 |
Video | ![]() |
7 |
Audio ITA | ![]() |
7 |
Audio V.O. | ![]() |
8,5 |
Extra | ![]() |
5,5 |
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Commenti (5)
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il video forse meritava qualcosa in più...concordo invece sul film...IMHO ,davvero imbarazzante
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Concordo anche io, film inguardabile anche per me.
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Video
Luctul non sono proprio riuscito a farmi andar giù gli elementi fuori fuoco (ci sono anche sul DVD-9, con inevitabile peggioramento del quadro generale), le instabilità dei neri, il contrasto in alcuni passaggi notturni, tecnicamente sembra davvero un film d'altri tempi.
Sarebbe bello capirne qualcosa di più per cui faccio appello alla memoria di chiunque abbia visto il film in sala se ricorda quantomeno i fuori fuoco sopra descritti. Che Allen abbia espressamente richiesto il fuori fuoco a Khondji? Scelta artistica di Khondji? Che ne pensate? -
Fossero stati solo i fuori fuoco, notati anche da mia moglie, potrei anche dirti che sì, sono scelte stilistiche volute. Ma come dici tu di errori ce ne sono tanti ed imho fastidiosi (anche io ho notato pessimo contrasto in scene notturne) pertanto la mia tesi decade ancor prima di decollare.
D'altronde tu mi insegni che di errori così non è la prima volta che ne vediamo (interst*ehm*) -
qualità video non certo al top ma che rende giustizia al tipo di opera, per i lresto non posso far altro che concordare con voi, uno dei peggiori film di woody allen, forse pure peggio del non certo bellissimo to rome with love...