The Batman: Dolby Cinema vs. DCI
Girato deliberatamente con le peggiori lenti e mortificato dalla stampa in pellicola, The Batman in 4K merita comunque di essere visto e ascoltato, nella migliore sala possibile, a costo di condividere con noi le tre ore di sofferenza: il beneficio che ne avrete sarà di vivere anche voi la fatica di essere Batman
The Batman in DCI, di Emidio Frattaroli
Sono decenni che combatto per il rispetto delle raccomandazioni e degli standard minimi di qualità nella riproduzione di audio e video. Lo faccio soprattutto in difesa delle intenzioni degli autori, che siano produttori, registi o direttori della fotografia. In alcuni casi, le scelte artistiche vengono criticate aspramente ma sono in realtà necessarie, come la dominante verde del primo 'Matrix' quando - evidentemente - l'azione era all'interno della matrice, oppure il 'fastidio' generato dal tempo di otturazione ridotto delle sequenze dello sbarco in normandia di 'Salvate il soldato Ryan'. Potrei continuare per ore...
Per quanto mi riguarda, il rispetto degli autori si scontra talvolta con alcune scelte artistiche del direttore della fotografia, del regista e/o della produzione. Non ho ancora ben chiaro quale 'miracolo' abbiano fatto in Dolby per la versione che ha visto Alessandro e che potete leggere più in basso... Cercherò di approfondire l'argomento nei prossimi giorni. Nel frattempo sento la necessità di esternare, con chiarezza e vigore, tutto quello che penso della qualità video di 'The Batman' che sarà vista dai 'comuni mortali' nelle sale cinema tradizionali.
Uno dei fotogrammi con dettaglio e risoluzione più elevate di tutto il film,
nella sequenza del funerale, disponibile sul canale vimeo del regista;
in basso, tre particolari riscalati alla risoluzione indicata e poi riportati alle
dimensioni corrette, giusto per sottolinare qual'è la risoluzione reale
- click per l'immagine a risoluzione 4K -
'Lasciate ogni speranza i voi che entrate'... Al cinema: nonostante l'impiego di camere Arri Alexa LF e la scelta di girare a risoluzione nativa 4,5K, la risoluzione effettiva di 'The Batman' è inferiore a quella di un mediocre 35mm, quindi meno di un full HD. Greig Fraser, il premiato direttore della fotografia che ha realizzato anche quella gran meraviglia di 'Rogue One' (girato, vi ricordo, con la spettacolare Arri 65) aveva già dato i primi segnali di 'confusione' con il Dune di Villeneuve.
Leggete voi stessi cosa dichiarava Fraser ad 'American Cinematographer' lo scorso anno a proposito di Dune: dopo numerosi esperimenti con pellicole 35mm, 65mm 5-perf, 65mm 15-perf e vari formati digitali di eccellenza, alla fine l'hanno girato in digitale con le Arri Alexa LF (con un grande sensore da 13,8 megapixel) per poi massacrarne risoluzione, dettaglio e dinamica con la stampa su pellicola Kodak Vision3 5254, con una ulteriore scansione in digitale e chissà quali altre meraviglie con la correzione colore.
Fraser che gioca a 'nascondino' con le ombre
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Non bastava l'utilizzo delle lenti anamorfiche, comunque migliori di quelle usate in 'The Batman'. A proposito del suo 'Hybrid Finishing - Digital to Film (and Back)' (dal digitale alla pellicola e ritorno) utilizzato per Dune, Fraser dichiara che "this unique post process done at FotoKem added a depth and substance to the image that’s a bit intangible": tradotto più o meno liberamente, ha detto che 'questo unico processo di elaborazione realizzato da FotoKem, ha aggiunto profondità e sostanza all'immagine che è un poco intangibile'.
Quasi una supercazzola che manco il Conte Mascetti. Secondo Grieg Fraser, ridurre risoluzione, dettaglio e comprimere parte della gamma dinamica delle meravigliose Arri Alexa LF - praticamente le stesse usate dal premio oscar Roger Deakins nel film 1917 - serve ad "aggiungere profondità e sostanza"... Come se togliere saturazione servisse a rendere i colori più profondi. Per The Batman sono andati addirittura ben oltre, come racconta il regista in una recente intervista a The Ringer. Prima di approfondire, un breve resoconto di quello che ho visto e ascoltato.
La sala 'Energia 4' nel nuovo Cinema Arcadia a Stezzano
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Ho visto e ascoltato 'The Batman' ben tre volte, in tre sale diverse. Giovedì scorso ero addirittura nelle due nuove e spettacolari sale 'Energia' dell'Arcadia di Stezzano, entrambe con proiettori Christie Digital 4K con tecnologia DLP, ottiche ad alto contrasto e sorgente laser RGB, schermo da 22 metri di base e un 'impiantino' audio Meyer Sound in configurazione Dolby Atmos da 'orgasmo multiplo' che per molti aspetti - secondo me - supera anche quello della sala Energia di Melzo. Ne riparleremo presto.
In occasione del mio primo contatto con il film, nei primi secondi di visione (non all'Arcadia), vengo rapito dall'Ave Maria e dalla soggettiva dell'Enigmista che osserva la scena attraverso il binocolo: il fuori-fuoco in quel caso ci sta. Al cambio di scena risoluzione e dettaglio continuano a mancare. Salto in piedi e vado dal proiezionista - che conosco - a lamentarmi della messa a fuoco. Mi risponde che no, il fuoco del proiettore 4K è perfetto, come al solito.
Uno dei proiettori Christie Digital DLP 4K con sorgente laser RGB
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Torno mestamente al mio posto per soffrire quasi ininterrottamente per tre lunghe ore, con i miei occhi che cercano di mettere a fuoco un'immagine che spesso NON può essere messa a fuoco, perché il fuoco non c'è. Il fastidio e il disagio di una visione del genere, con gamma dinamica spesso da LCD TN, generano una rabbia sempre più consistente; è probabilmente questo uno degli obiettivi del direttore della fotografia: generare disagio riducendo drasticamente risoluzione, dettaglio e spostando il piano di messa a fuoco talvolta al di fuori dell'inquadratura.
Raramente ho sofferto così tanto e così a lungo durante una proiezione. La maggior parte del lavoro di Fraser invece è encomiabile: le luci, la composizione del quadro e i pochi 'colori' di questo 'The Batman' (alcuni in effetti decisamente profondi) sono tutti aspetti meritevoli e degni di rispetto. E questa cosa mi fa arrabbiare ancora di più, perché tutto il resto che è stato fatto per mortificare risoluzione, dettaglio e gamma dinamica, per me è incomprensibile.
Piero Fumagalli illumina uno dei canali 'Atmos' a soffitto con diffusori Meyer Sound
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Nella 'sala 4 Energia' all'Arcadia di Stezzano, ho potuto apprezzare il buon mix audio di un film che lascia meno spazio all'azione e molto di più ai dialoghi. Nelle scene più ricche di effetti audio, come le corse in motocicletta, i passaggi dei treni della metro ascoltati al di sotto del ponte o durante il lungo e adrenlinico inseguimento con la 'bat-macchina', ho apprezzato una gamma bassa molto divertente, a tratti devastante. La stragrande maggioranza dell'energia sonora è davanti e le sorgenti sonore sono rilevabili di lato e sopra solo in rare occasioni,come il meraviglioso inseguimento, questo sì da riferimento assoluto. Tolto questo e poche altre scene, dietro non c'è quasi nulla.
Penso a quanti soldi e quanto tempo il povero Fraser e la produzione di Dune han passato a fare test con pellicole 65mm e con i formati digitali più straordinari... In The Batman potevano chiedere al sottoscritto: gli avrei consigliato una vecchio camcorder VHS con tubi Saticon dei primi anni settanta e registratore a tracolla: come minimo avrebbero risparmiato tantissimi soldi e la qualità video sarebbe stata più costante.
L'intervista rilaciata da Matt Reves al canale youtube The Ringer
Dicevo poco su che in 'The Batman' Fraser e Reeves si sono spinti ben oltre rispetto a Dune. Per l'occasione Fraser ha fatto produrre da Arri delle lenti anamorfiche su specifica, che garantissero la peggior qualità possibile e che fossero fuori fuoco già nell'area adiacente a quella centrale. Lo dice un 'divertito' Reeves a The Ringer al tempo 8':32": "not only do we use anamorphic lenses but we use lenses deliberately that the camera house thought were bad like", ovvero 'non solo usiamo obiettivi anamorfici, ma usiamo deliberatamente obiettivi che in Arri pensavano fossero pessimi'.
Tra l'utilizzo di lenti anamorfiche, ottiche con elevato rapporto d'apertura e profondità di campo da microtomo, potete immaginare il risultato. Che evidentemente non era comunque sufficiente. La più grande aspirazione di Fraser e Reeves è il look dei film anni '70 (come French Connection e Bullit - grazie Edoardo per i link) che viene sublimato con la guerra all'iper-realismo: è quello che dice Matt Reves a 'The Ringer' in cui descrive quello che è stato fatto, a partire dal tempo 9':15": "we even did a thing which Greg started on Dune but we took further [...] in Dune they did a thing where they ran the negative and they pulled it back we did also in IP, so that it was one further generation away and we did you know bleach bypass and we wanted the movie to look like it had been shot in the vein of those kind of 70s movies...".
Non si sono limitati al negativo ma addirittura hanno prodotto un inter-positivo (IP, Inter-Positive), ovvero una ulteriore generazione di stampa, per allontanarsi il più possibile dal master digitale e in modo che il loro capolavoro fosse completo, come se il film fosse stato girato negli anni '70. Per gli audiofili, sarebbe come registrare un eccellente concerto, con microfoni di qualità estrema, tecnologie di registrazione ai vertici delle attuali possibilità, mettendo però davanti ai microfoni degli stracci bagnati (le lenti anamorfiche), trasferire il tutto su una musicassetta (negativo 35mm) e dalla cassetta stampare un vinile (inter-positivo 35mm) per riacquisire il tutto di nuovo in digitale.
Mi piacerebbe tanto sapere cosa pensano in Arri del risultato su risoluzione, dettaglio e dinamica operato da Fraser e dalla produzione di The Batman. Leggo in queste ore recensioni entusiaste della qualità video e della fotografia di The Batman, soprattutto delle nuove ottiche anamorfiche 'Alpha' prodotte in collaborazione con Arri e non capisco. Fossi in Arri inizierei a preoccuparmi. Perché chi vede The Batman e sa che sono state usate delle Alexa LF, non può far altro che pensare che sono delle camere di cartone. Magari sono io l'idiota che non capisce nulla e che guarda anche a risoluzione, dettaglio e dinamica, oltre a tutto il resto.
Il collega Gian Luca Di Felice mi ha segnalato il canale vimeo del regista Matt Reeves, in cui ha pubblicato alcune clip a risoluzione 4K, tra cui quasi 3 minuti della scena del funerale. Certo, c'è un leggero scaling e la compressione di vimeo, ma un'idea della qualità video, dei colori, della risoluzione e della gamma dinamica di The Batman, ve la potete fare. Tutte le immagini di The Batman in questo articolo sono acquisite alla risoluzione nativa 4K. Quelle del funerale sono dotate della luminanza media e qualità più elevate di tutto il film. Tutto il resto è scurissimo, con zero dettaglio, basse luci volutamente impastate e risoluzione inferiore ad un 35mm. Potete verificarlo voi stessi nelle altre clip, sempre sul canale vimeo di Reeves.
Una delle inquadrature più iconiche del bel lavoro di Fraser sul colore
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I limiti della qualità video di The Batman non riescono a comprimere il mio giudizio complessivo che è comunque molto positivo. A me il film è piaciuto. Al di là degli aspetti che riguardano risoluzione, dettaglio e dinamica - tra i peggiori che io ricordi per un film prodotto in digitale a risoluzione 4K - tutto il resto è assolutamente degno di attenzione. Ad esempio, l'equilibrismo che Fraser conduce tra le pochissime luci e tantissime ombre, tra i tanti colori desaturati e le poche tinte - comunque scurissime - con saturazione estrema, è molto interessante e sono riuscito ad apprezzarlo, nonostante la ridotta gamma dinamica a disposizione in una sala cinema 'tradizionale'.
L'audio è altrettanto entusiasmante. Già dall'inizio, le prime inquadrature si fondono con le note dell'Ave Maria in una miscela quasi estraniante. Il tema principale di Michael Giacchino ruota quasi esclusivamente su due note, che in parte ricordano la 'Imperial March' di John Williams ma che in realtà vengono prese in prestito dai primi accordi di 'Something In The Way' dei Nirvana, riproposta meravigliosamente in un paio di occasioni. Meno entusiasmo arriva dal mix degli effetti sonori, confinati per larga parte davanti. L'energia comunque non manca, specialmente nella gamma più bassa che talvolta esplode in maniera devastante.
Fraser e Reeves hanno preferito sfocare, sbiadire e sporcare il più possibile le immagini di The Batman perché sono convinti che è il look anni '70 la vera chiave per rendere immersivo tutto il loro lavoro. Ascoltando le parole di Reeves, sembra sia tutta colpa di Hitchcock del 'coltello di Psyco'. Mi piacerebbe chiedere a loro cosa pensano - ad esempio - di '1917' del Premio Oscar Roger Deakins: anche lì sono tante le cose che non si vedono. Anche lì si viene immersi completamente nel 1917. Magari Matt e Grieg avrebbero girato in 12K per poi sbiadire il tutto con quattro generazioni di stampa in 8mm, assolutamente in bianco, in formato 4:3 e ovviamente senza audio.
The Batman in Dolby Cinema, di Alessandro Minelli
L’arrivo di un nuova incarnazione dell’eroe DC, a dieci anni esatti dalla conclusione della trilogia di Nolan, era una scommessa in grado di far tremare la gambe a qualsiasi regista. Considero il Cavaliere Oscuro di Nolan uno dei più bei film di tutti i tempi, per la profondità e le mille sfaccettature; l’intera trilogia, sviluppata in sette anni, rappresenta qualcosa di impensabile per i tempi moderni di universi condivisi, spin-off, prequel, sequel di ogni tipo su qualsiasi mezzo, che se da un lato consentono di approfondire e creare un legame più solido con personaggi e mondi fantastici. Altre volte rischiano di essere solo 'fan service' di discutibile qualità. Lungi da me fare il moralista o scadere in luoghi comuni: credo infatti che ampliare le opportunità e consentire la più grande varietà di contenuti, possa stimolare la creatività e la nostra fantasia, consentendoci di trovare nuovi modi di sognare e tornare o rimanere bambini.
Credevo che Matt Reeves fosse uno dei pochissimi registi in grado di portare una nuova 'visione' di Batman sul grande schermo, che poi in realtà tanto nuova non è... La passione viscerale del regista per l’uomo pipistrello è evidente, tanto da non esserne 'mai sazio': su questo punto tornerò più avanti. Ho amato la sua trilogia del Pianeta delle Scimmie, e sin dall’annuncio, pur con qualche ovvio timore, ho ritenuto il regista newyorkese degno di fiducia.
Quando esce un film di questa portata, da amante della settima arte, mi faccio sempre questa domanda: “qual è la Sala che mi consente di godere della migliore esperienza possibile? Inevitabilmente, la risposta - almeno sino ad ora - è sempre la stessa: la Sala Dolby Cinema del Pathé De Munt, ad Amsterdam, fila 6, posto 1.
Come già ricordato più volte dal nostro Direttore, nelle sale Dolby dei Paesi Bassi, quando inizia la proiezione, vengono spente TUTTE le luci, incluse quelle di emergenza, lasciando solo un minuscolo LED blu appena visibile in ogni gradino, ai lati della sala. Questo consente di sfruttare appieno il gigantesco rapporto di contrasto nativo del sistema di proiezione 'Dolby Cinema', con proiettori DLP in doppia modulazione e sorgente luminosa laser RGB.
Al contrario, nelle sale Dolby Cinema che abbiamo visitato in questi anni in altri paesi come Stati Uniti, Spagna e Regno Unito, c'è sempre un abbondante inquinamento luminoso, che pregiudica proprio i due più grandi vantaggi delle sale Dolby: livello del nero vicino allo zero e l'elevata gamma dinamica. Nella sala londinese, addirittura nei posti migliori e più costosi, restano accesi i LED di illuminazione sopra la testa: un crimine efferato che grida vendetta e che solitamente non viene indicato nelle recensioni di tale sala.
Pathé De Munt si trova praticamente al centro di Amsterdam, a 750 metri da Piazza Dam, e qualche decina di metri dal leggendario 'Teatro Tuschinski', considerato uno dei più bei teatri di tutto il mondo, facilmente raggiungibile sia a piedi sia con i mezzi pubblici. La struttura ha completamente eliminato il botteghino all'interno della sala: per accedere è necessario acquistare il biglietto online, rendendo quindi molto fluido l’ingresso e la fruizione.
Ho scelto la proiezione del venerdì 4 marzo alle 16.50 e sono arrivato con largo anticipo, sperando di poter visitare la cabina di proiezione prima della visione, purtroppo ciò non è stato possibile nonostante avessimo annunciato il nostro arrivo attraverso tutti i canali ufficiali. Del resto non sarebbe stato possibile scattare delle foto. Il personale è stato tanto gentile quanto irremovibile, di conseguenza non rimaneva altro che concentrarmi sul film.
Sapevo già cosa aspettarmi: Il classico ingresso Dolby, con proiezione dedicata, prima di entrare in Sala. Una volta dentro, la qualità d'immagine di alcuni spot pubblicitari mi ha provocato uno tale sconcerto da lasciarmi atterrito. La tecnologia di proiezione su cui si basa il Doby Cinema non è molto efficiente e per riempire schermi così grandi, servono addirittura due proiettori, perfettamente convergenti.
Dopo essermi accertato che non si trattasse di un problema delle mie lenti a contatto ho capito subito che l'immagine di uno dei due proiettori era chiaramente più piccola e decisamente fuori convergenza, soprattutto nelle zone periferiche. Sono corso immediatamente ad avvisare il personale; fortunatamente, nel giro di un paio di minuti il problema è stato risolto. Ricordate: se c’è qualcosa che non va, avvisate sempre il personale!
Nel frattempo ho avuto modo di guardare da vicino ancora una volta il meraviglioso schermo di tipo bianco (o perlux?) e ho fatto attenzione alla struttura che lo ingloba: In pochi sanno infatti che uno dei segreti della tecnologia Dolby Cinema è lo schermo vibrante, che consente di prevenire alla radice la totalità delle problematiche della proiezione laser, in particolare lo speckle.
Il posto da me scelto è al centro esatto della Sala, e consente di riempire appieno il campo visivo. Le luci si abbassano e partono i trailer Dolby; viene proiettato anche il famoso trailer che dimostra il 'nero assoluto', oltre all’audio ad oggetti Dolby Atmos. Dopo pochi istanti inizia la magia... Il godimento assoluto pervade la vista e consente di diventare parte di una Gotham City allo sbando, in cui il crimine e la violenza la fanno da padrone. Come ha già scritto Emidio, la fotografia si dimostra fin da subito molto peculiare, sicuramente diversa da quanto sarebbe lecito aspettarsi dall’uso delle Arri Alexa LF.
La definizione, il dettaglio cromatico e soprattutto il contrasto del sistema Dolby, consentono di far rendere al meglio la totalità delle scene, compensando la 'ridotta definizione' frutto delle scelte del DP Greig Fraser. Il passaggio dall’oscurità alla luce e viceversa risulta davvero spettacolare. In particolare mi è rimasta impressa la scena dello scontro in cui Batman combatte nella totale oscurità, illuminata solo dalla luce delle mitragliette (potete ammirare un fotogramma proprio qui in alto). Tra le inquadrature più iconiche, la scena del tramonto assieme a Catwoman, in cui lo sfocato della lente anamorfica è davvero evidente, ai limiti del fastidioso…
L’audio si dimostra potente ed equilibrato, anche se appare inferiore a livello di 'impatto' e massima pressione indistorta rispetto a quello della nuova Sala Energia dell'Arcadia di Stezzano, che risulta da questo punto di vista assolutamente fuori parametro. Nel film, l'intensa colonna sonora di Mick Giacchino sembra fare da contraltare ad un limitato sfruttamento dei canali e della spazialità, preferendo piuttosto una sorta di texture sonora continua, anche e soprattutto durante la pioggia, rispetto ad effetti più decisi.
E il film? Per me a livello artistico è promosso sotto quasi ogni aspetto. La storia si sviluppa in modo da essere molto semplice da seguire nonostante le sue complesse ramificazioni e colpi di scena, catturando in modo magnetico l’attenzione attimo dopo attimo. Le tre ore sono state estremamente intense da seguire, anche fisicamente, nonostante i dialoghi in inglese fossero chiari e comprensibili, al contrario di quanto accade coi film di Nolan. Sembra quasi che Reeves abbia voluto inserire quanti più elementi possibili nella storia per saturare la mente dello spettatore e fargli provare la fatica di 'essere Batman'. Qualche elemento probabilmente poteva essere tagliato, senza che l’opera ne risentisse significativamente. Devo ammettere però che nulla mi pare inserito in modo 'gratuito' nel film.
In conclusione, possiamo dire che Batman è tornato nel migliore dei modi. Pattinson è perfettamente calato nel ruolo e lo stesso si può dire per gli altri personaggi, in particolare Colin Farrell nel ruolo del Pinguino risulta davvero iconico e lo stesso si può dire per Zoë Kravitz. Con queste premesse, credo sia importante vedere il film in una Sala di buona qualità, con proiettori ben calibrati, con lampade in ottima efficienza e schermo in buone condizioni, onde evitare di rischiare delusioni che possono arrivare a compromettere l’esperienza globale. Godetevi quindi il film nella migliore Sala possibile e preparatevi a vivere un’esperienza estremamente intensa!
Per maggiori informazioni: arcadiacinema.com - pathe.nl - dolby.com/movies-tv/cinema
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Commenti (52)
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Originariamente inviato da: Emidio Frattaroli;5195773La scelta delle peggiori ottiche anamorfiche è un fatto incontestabile, dichiarato dallo stesso regista. Come anche il doppio passaggio in due generazioni di pellicola. Ci sarà rimasto il diritto di critica oppure ci avviamo verso il reato di 'lesa maestà'?..........[CUT]
certo che se ne può parlare, anzi trovo molto godibile l'articolo e vi invito a farne di simili più spesso, è una goduria leggere di questi particolari e poterne discutere qui.
La mia osservazione era proprio sul tema che hai sollevato adesso: legittimo criticare ma tenendo distinto il piano artistico da quello tecnico, a mio avviso la tua critica rientra nella sfera artistica, cosa diversa se si critica una CGI scadente o un errore nel mastering.
Ci può stare che uno critichi Belfast per la scelta del bianco e nero ad esempio, ma non per motivi tecnici. In The Batman io ho trovato molto azzeccata e divertente la scelta di ottiche rotte e difettose, ovvio che non potrò esaltarmi con la nitidezza del mio oled 4k, ma è stato bello vedere delle scene così sporche, imperfette, sfocate e artisticamente ricercate (appunto).
Per lo stesso motivo amo più un Picasso di un Caravaggio, spero che anche l'arte cinematografica possa aprirsi ad una maggiore libertà creativa e anche tecnica andando oltre le regole e i canoni di riferimento del bel vedere. Mi piace quando giocano con i formati video, il 4:3 o 1:1 (Mommy di Dolan!), quando giocano con le ottiche, il suono (vedi The Sound of Metal"infrangendo pratiche consolidate di riferimento. Vorrei che non fossero considerati incidenti tecnici ma scelte artistiche coraggiose, perché sono pensate e volute in partenza (ovviamente possono non piacere e faranno discutere)
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Però accetta anche chi la pensa al contrario…
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Originariamente inviato da: mariett01;5195853Su questo siamo d'accordo. Ma evidentemente anche in disaccordo!... legittimo criticare ma tenendo distinto il piano artistico da quello tecnico......[CUT]
Del resto qualcuno mi ha 'bastonato' sullo stesso tema anche nel forum di Roger Deakins...
Il cinema è Arte. E anche il direttore della fotografia ne è coinvolto. E in quel caso le scelte artistiche sono un tutt'uno con quelle tecniche. Continuo a pensare di avere il diritto di criticarle. Come ha giustamente detto Max nel forum di Deakins, le scelte di Fraser & C. per me non hanno funzionato. E come non hanno funzionato per me, sembra non stiano funzionando per tante altre persone.
Ecco un paio di 'meme' che stanno girando (grazie Alessandro!):
Link ad immagine (click per visualizzarla)
Emidio -
Ho letto il tuo link e c'è un grosso fraintendimento che per chi fa queste critiche penso sia molto frustrante e cioè che la replica è sempre sulla linea se volevi Blue Planet, vai a vedere i televisori in esposizione a Mediaworld.
Non è questo che stai dicendo, nessuno qui vuole i film che sembrano tutti usciti da una demo. Però non c'è bisogno di fare quelle forzature di riversare in interpositivo un girato in digitale.
Vuoi un look sporco? Gioca con la pellicola e la sua grana.
Cerchi un look anni '70? Beh, negli anni 70 non giravano con Arri LF per poi distruggere tutto, quindi già sbagli in partenza.
Forse che si sta perdendo l'arte di girare in pellicola e quindi non avere tutta quella definizione per correggere in un secondo momento? -
Visione in Sala Energia Arcadia Stezzano
Ieri ho finalmente avuto modo di tornare in Sala Energia a Stezzano, era presente anche Piero Fumagalli che ho finalmente avuto il piacere di conoscere di persona, credo l'aspetto che ha fatto maggiormente la differenza e che mi ha portato a dare meno importanza alle magagne indicate da Emidio siano il livello di contrasto e la precisione cromatica del sistema Dolby nel suo complesso. Confermo che l'immagine comunque risulta anche più dettagliata a livello di microdettaglio nella Sala Dolby, per il resto Sala Energia di Stezzano confermo essere superiore a quella di Amsterdam come audio e come comodità delle poltrone (una volta reclinate). Dopo la seconda visione confermo la raccomandazione di godere il film nella miglior Sala possibile, perché ne vale davvero la pena. -
Originariamente inviato da: mariett01;5195440non dimentichiamoci mai che un film è prima di tutto una composizione artistica di quadri in movimento, non capisco perché farsi dettare lo stile dai produttori di ottiche e telecamere.
Non si sta mettendo in discussione la scelta artistica di regista/DoP, ma il modo scriteriato col quale hanno voluto ottenere quel look.
Tra tech demo 4K per Oled e sfocato, poco contrastato e con definizione scarsa ci sono centinaia di sfumature...
Originariamente inviato da: mariett01;5195440Per certi aspetti trovo molto più moderno questo tipo di opera video, matura e slegata dalla performance tecnologica, che un Dark Knight che insegue il formato IMAX e riprese super nitide che ormai tutti possono replicare.
Il formato IMAX per lungometraggi di finzione veramente è stato sdoganato proprio da quel film. E non era una questione solo di nitidezza.
Reeves ha parlato di immersività dello spettatore per giustificare l'approccio scelto assieme a Fraser, ma guardando il film al massimo mi sentivo immerso nelle scene grazie alla sua regia, alle inquadrature strette e ai punti di vista, non certo grazie alle lenti pessime che hanno usato o allo scarso contrasto; al contrario guardando in una sala IMAX il terzo Dark Knight, era proprio quel formato 65mm a darmi un'immersione senza pari.
Originariamente inviato da: mariett01;5195601di fatto cercare uno standard di qualità visiva verso cui un'opera artistica debba tendere è un discorso un po' pericoloso, porta all'appiattimento creativo e ad una mancanza di stile o carattere che può dar fastidio anche più del mancato risultato tecnico da riferimento.
Riprendo quanto ho detto nella prima risposta: ben venga un look distintivo frutto di scelte precise e peculiari del regista o del direttore della fotografia. Ci mancherebbe, io sono il primo che detesta quel piattume digitale anonimo e plasticoso dei film Marvel (o altri blockbuster).
Ma quello che ci stiamo chiedendo in merito a The Batman è perché se si voleva un look da pellicola non hanno girato in pellicola?.
Reeves ha citato uno specifico look che voleva dare alle immagini, ovvero quello gritty dei thriller anni '70 come The French Connection, La conversazione, Klute, e così via..... benissimo: girare in digitale con cineprese Arri, con l'applicazione di lenti dozzinali, stampare tutto su pellicola e poi scansionare gli interpositivi per tornare nuovamente non ha restituito minimamente quell'effetto.
Anzi, al contrario questo macchinoso via vai ha privato il film sia dei pregi tecnici che il digitale consente, sia delle peculiarità estetiche della pellicola. Quindi un ibrido che non è né carne né pesce.
Questo look purtroppo non ha il carattere distintivo di cui parlavi. Preciso che sto parlando appunto della mera resa delle immagini, non della messa in scena o la composizione dei frame... a livello puramente fotografico The Batman ha delle sequenze meravigliose, ma me le sarei godute molto di più se avessero lasciato emergere maggiori dettagli, maggiori sfumature, se il contrasto fosse stato molto più netto. E mi sarei sentito decisamente più immerso in quella Gotham se non avessi visto sfocature a profusione.
Come ha detto Samu1:
Vuoi un look sporco? Gioca con la pellicola e la sua grana. Cerchi un look anni '70? Beh, negli anni 70 non giravano con Arri LF per poi distruggere tutto, quindi già sbagli in partenza
Si poteva replicare la sensazione tipica della pellicola GIRANDO direttamente in pellicola, non inserendola in post-produzione in maniera posticcia. Avevano l'imbarazzo della scelta, e comunque esistono tantissimi filtri con cui puoi avvicinarti all'estetica di vecchi 35mm. Hanno persino fatto dei test! Vai a capire cosa non li ha convinti, ma fatico a credere che i risultati ottenuti filmando in pellicola fossero meno film-like o granulosi di quanto hanno ottenuto con il loro metodo. -
beh adesso mettersi a consigliare ad un regista/artista che ottiche usare o che filtri scegliere mi sembra un po' ingenuo...fare un film del genere richiede migliaia e migliaia di scelte, con infinite opzioni disponibili, su ognuna di queste si potrebbero creare fazioni opposte. Ci sta che questa direzione artistica possa non incontrare il gusto di un singolo spettatore ma non mi sembra il caso di etichettare come errori tecnici scelte chiaramente artistiche e stilistiche, tra l'altro anche molto apprezzate (il link alla discussione citata sembra proprio contenere le stesse posizioni espresse qui). Un regista che fa una scelta del genere è molto coraggioso e saprà bene che avrà qualche detrattore già in partenza. Così come per la scelta della pioggia incessante e il buio sempre protagonista. Tra l'altro trovo sia proprio quest'ultima una caratteristica che evidenzia un grande prodigio tecnico: oggi si possono fare film del genere grazie alle possibilità offerte dalla tecnologia che offre codifiche video, poi display, vpr e monitor di grande qualità in grado di superare limiti tecnici prima impossibili da valicare.
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Originariamente inviato da: Slask;5196055Oggi mi sento un po' meno solo nell'universo...... guardando il film al massimo mi sentivo immerso nelle scene grazie alla sua regia, alle inquadrature strette e ai punti di vista, non certo grazie alle lenti pessime che hanno usato o allo scarso contrasto; al contrario guardando in una sala IMAX il terzo Dark Knight, era proprio quel formato 65mm a darmi un'immersione senza pari.....[CUT]
Originariamente inviato da: Slask;5196055Col digitale sai subito cosa stai registrando; diciamo che ti dà una rapidità che consente di completare un film del genere in tempi rapidissimi e con meno incognite rispetto alla pellicola. IMHO... Hanno persino fatto dei test! Vai a capire cosa non li ha convinti .....[CUT]
Emidio -
@Mariett
O mascherare esigenze di budget come scelte artistiche.
Io sta roba non me la bevo, ci sono altre ragioni dietro questa cervellotica scelta e trovo che la mancanza di critiche nel mondo anglosassone, non può che peggiorare il trend futuro, come già lo ha peggiorato da Dune a The Batman. -
Originariamente inviato da: mariett01non deve essere la tecnica a dare emozione e coinvolgimento, la resa visiva è solo una scelta artistica a certi livelli, a volte la passione per la tecnica fa brutti scherzi
D'accordissimo.
Originariamente inviato da: Emidio FrattaroliCol digitale sai subito cosa stai registrando; diciamo che ti dà una rapidità che consente di completare un film del genere in tempi rapidissimi e con meno incognite rispetto alla pellicola. IMHO
Concordo. Spesso si cita il girare in pellicola forse non conoscendo a fondo cosa significhi girare in pellicola, soprattutto un film del genere, fotograficamente molto dark.