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La sedicenne Kamala vive con la testa tra le nuvole per sfuggire a una realtà che le sta stretta. Fan degli Avengers, in particolare di Carol Danvers alias Captain Marvel che per lei è un vero e proprio punto di riferimento, fa di tutto per partecipare con l’amico Bruno all’evento AvengerCon nonostante la contrarietà dei genitori a mandarla sola. Il costume da cosplayer che sceglie di indossare viene completato da un oggetto trovato in un pacco inviato dalla nonna materna, un bracciale appartenuto alla sua bisnonna Aisha. Una volta alla convention il bracciale rivela doti magiche che la rendono all’improvviso una vera supereroina. Sulle sue tracce si mettono così il Damage Control, un dipartimento che si occupa di reprimere esseri dotati di superpoteri fuori controllo, e il gruppo dei Clandestini formato da djinn esiliati dalla loro dimensione. Sesta serie live action della Fase Quattro del Marvel Cinematic Universe (dopo WandaVision, The Falcon and the Winter Soldier, Loki, Hawkeye e Moon Knight, e prima di She-Hulk: Attorney at Law in uscita il 18 agosto), Ms. Marvel si presenta inizialmente con un cinematico stile grafico che ricorda quello di Scott Pilgrim vs. the World e di I Mitchell contro le macchine, in una baraonda di disegni che si animano live e che rappresentano il vortice di pensieri della protagonista, mente brillante, amica preziosa e figlia in crescita. La serie racconta di un’adolescente svampita le cui fantasie diventano realtà. Fin quando Kamala mette in moto la sua creatività per estraniarsi da ciò che è canonico, banale e pesante la sua vita è leggera e spensierata. Ma dal momento in cui la sua immaginazione viene messa da parte e deve confrontarsi con il dover apprendere ciò che deriva dai suoi poteri compresa una gigantesca responsabilità, le cose si fanno incandescenti e scomode. Ma il suo spirito un po’ discolo e super positivo la mantengono sui binari del “ce la posso fare, ce la DEVO fare”. Una scena dopo la scoperta dei super poteri ricorda fortemente quella del primo Spider-Man di Sam Raimi in cui il ragazzo prova a lanciare le ragnatele per la prima volta, entrambe evocative e divertenti perché mettono in risalto l’iniziale difficoltà dei due protagonisti nell’approccio con le nuove capacità ma anche in parallelo con l’affollamento di ormoni che abitano i loro corpi. Uno dei principali punti di forza di Ms. Marvel è la caratterizzazione dei diversi personaggi, ben scritti e poco soggetti alla banalità del dover essere buoni o cattivi. Sono le loro sfumature ad arricchire un prodotto che parte come intrattenimento per rivelare poi anche altro. Il primo macrosoggetto è la famiglia, di origini pakistane, con il suo essere al contempo radice e rifugio ma anche limite e controllo. La madre di Kamala teme per la sicurezza della figlia ma è anche una fan di Bon Jovi fin da giovane, quando era a sua volta una piccola ribelle. Il padre segue (e fa seguire) i dettami religiosi ma ama anche la tecnologia. Suo fratello sta per sposarsi e ottiene per questo una grande attenzione da parte di tutti. Ma questo non lede Kamala perché i due anche se diversi sono legati e complici. Un nucleo straniero in un paese il cui sogno può avverarsi per chiunque, sebbene tra mille contraddizioni. Il modo in cui la storia di fantasia si incastona con la reale storia pakistana è l’ennesima conferma di quanto la Marvel si impegni a creare un universo, sì alternativo, ma sempre sensato, includente e culturalmente vivo. Fuggiti dal Pakistan durante la cosiddetta Partizione del 1947, i bisnonni di Kamala non hanno soltanto compiuto un viaggio verso la propria salvezza ma anche per quella di chi sarebbe venuto dopo. E il racconto di quel passato si sviluppa in maniera tutt’altro che leziosa, al contrario, ogni passaggio diventa avvincente facendo passare in secondo piano ogni effetto speciale e superpotere. La cultura di un popolo non è vissuta come barriera ma come una profonda ricchezza da cui attinge per prima Kamala che porta nel nome la Luce (come la città di Karachi viene descritta in un cartellone pubblicitario come “città della luce” e il primo nome da supereroina della protagonista sarà Night Light). Beta, ammi, abbu, nani, sono parole urdu (che correttamente non vengono tradotte) facilmente assimilabili a elementi familiari comuni a tutti e per questo comprensibili e condivisibili. Ciò che cerchi cerca te. – Come posso essere normale? VALUTAZIONI dal trailer all’intera serie soglia d’attenzione visione Ms. Marvel | miniserie ideatore Bisha K. Ali sceneggiatura Freddy Syborn personaggi interpreti critica IMDb serie intera 6,2 /10 singoli episodi 6,9 /10 | Rotten Tomatoes critica 8,2 /10 utenti 4,2 /5 | Metacritic critica 78 /100 utenti 4,1 /10 |
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