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Steven Grant lavora presso la National Gallery di Londra come impiegato, ha un carattere dimesso, soffre di disturbi del sonno e nutre una grande passione per l’Antico Egitto. Improvvisamente si risveglia sulle Alpi austriache dove il misterioso Arthur Harrow guida un gruppo di fedeli al culto legato alla dea egizia Ammit. Quando gli viene chiesto di restituire un oggetto prezioso, Steven non sa di cosa l’uomo stia parlando e una strana presenza nel suo corpo lo porta a fuggire. Tra vari vuoti di memoria, scopre di essere affetto da un disturbo dissociativo dell'identità a causa del quale condivide il suo essere con Marc Spector, un ex mercenario con un carattere opposto al suo, che si è messo al servizio del dio egizio della luna Khonshu. L’arrivo di una donna sconosciuta di nome Layla porterà Steven a vivere suo malgrado un’avventura per impedire l’avvento di Ammit che potrebbe seminare morte e distruzione a una larga parte del genere umano. La quinta serie live action nata dalla collaborazione tra Disney+ e Marvel Studios (dopo WandaVision, The Falcon and the Winter Soldier, Loki e Hawkeye) risulta essere dall’inizio misteriosa per i collegamenti ancora mancanti che via via andranno svelati, divertente per il personaggio di Steven Grant sgraziato e ingenuo, e intrigante per la cura impiegata nella composizione delle immagini e per l’aderenza della mitologia egizia alla storia. Il simbolo lunare viene declinato in ogni possibile significato, a partire dalla involontaria lunaticità del protagonista che passa da uno stato d’animo all’altro, particolarmente nel più sensibile Steven, a causa del dualismo tra il raziocinio che viene dalla cultura profonda e l’istinto puro e immediato del soldato di ventura. I confronti con gli altri personaggi sono spesso ambigui, nessuno sa di chi può fidarsi o chi sia meglio seguire. La bilancia sul braccio di Harrow rappresenta subliminalmente proprio questa continua ricerca di un equilibrio che appare sempre più distante. Hai una scelta. Sei libero. Lo sviluppo dei personaggi è la vera forza trainante di Moon Knight. La punta di diamante è ovviamente l’istrionico protagonista Oscar Isaac che rende molto credibili entrambe le personalità dei due personaggi costrette ad abitare lo stesso corpo. La gestione delle espressioni, dell’accento inglese alternato a quello americano, e di tutta la mimica danno credibilità anche al resto della storia in maniera sorprendente per chi provi anche solo per un attimo ad analizzare il tutto. Anche Ethan Hawke disegna molto accuratamente Arthur Harrow, con il modo affabile e seducente di chi si erge a profeta, con la forza dell’uomo che crede che qualcosa di superiore possa salvare non solo sé stesso ma anche l’intero genere umano. Salvo arrivare alla conclusione che il suo personaggio rischia di portare il mondo incontro all’oscurità più profonda. E quando nel sogno diventa al contrario un serio professionista, il contrasto è notevole. Layla è probabilmente il personaggio migliore della serie. Dal momento in cui interviene nella storia le cose prendono una piega decisamente avvincente e la duplicità Steven/Marc inizia a prendere forma e contenuto perché lei anche se indirettamente fa da tramite tra i due. May Calamawy brilla per decisione e indipendenza, forza e comprensione e quando anche il suo personaggio assume una identità altra, la scena diventa più piena che mai. Affascinanti pressoché tutte le ambientazioni, dal museo, all’Egitto, fino al deserto della Valle della Luna in Giordania. Peccato che sceneggiatura e regia risentano di alcune sbavature evitabili, come se alcuni passaggi siano stati affrontati con troppa fretta. Perché guardare la miniserie Moon Knight? VALUTAZIONI dal trailer all’intera serie soglia d’attenzione visione Moon Knight | miniserie ideatore Jeremy Slater personaggi interpreti critica IMDb 7,5 /10 | Rotten Tomatoes critica 7,6 /10 utenti 4,6 /5 | Metacritic critica 69 /100 utenti 6,9 /10 camera Arri Alexa LF, Panavision H-Series and Ultra Vista Lenses |
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