AV Magazine - Logo
Stampa
Supertest: B&W 606 vs. B&W 606 S2
Supertest: B&W 606 vs. B&W 606 S2
G.P. Matarazzo - 04 Dicembre 2020
“B&W 606 contro B&W 606 S2: un test serrato con misure e ascolti dei due diffusori per una prova comparativa senza precedenti, giusto per rispondere alla domanda: “Ma vale effettivamente la pena passare dalla 606 alla 606 S2?””
Pagina 1 - Introduzione e costruzione dei diffusori


- click per ingrandire -

Con misure già complete delle B&W 606, il fratta-capo mi avvisa dell'imminente arrivo delle 606 S2 Anniversary Edition: avrei dovuto fare praticamente tutto da capo, con una ricerca delle differenze tra i due diffusori. Dopo l’arrivo della 606 S2 chiediamo lumi al costruttore e veniamo a sapere che si tratta di una nuova versione che costa qualche decina di euro in più rispetto al modello precedente, ha visto un perfezionamento non banale negli altoparlanti e anche nella qualità dei componenti del filtro crossover. Come ragazzini rimuoviamo l’imballo e tiriamo fuori un diffusore identico a quello in prova. Ammetto in verità di essere stato spiazzato dalla cosa, ma appena il “caso è stato affidato a me” ho provveduto a realizzare una sorta di switch che mi avrebbe consentito, tramite due relè per alte correnti, a commutare i due diffusori in tempo reale dalla mia postazione di ascolto. Intanto mi armo di cacciavite e di macchina fotografica. 

L’analisi comparativa della costruzione


- click per ingrandire -

Con una certa calma ho smontato dapprima la B&W 606 che ha il mobile di colore bianco e successivamente la B&W 606 S2 che invece ha il mobile di colore scuro.  Lo smontaggio  del woofer è rapido, se si ha la cura di rimuovere delicatamente il raccordo di materiale plastico che consente un passaggio graduale tra la flangia del woofer ed il pannello frontale, così che il woofer è arretrato di un buon centimetro, ed avvita su un pannello profondo appena 5 millimetri. 

Ma come? (... penso) Sugli altri modelli arretrano il tweeter per un corretto allineamento temporale e su questo modello spostano il woofer indietro di ben un centimetro???

 
- click per ingrandire -

Ma poi sorrido pensando che loro sono la B&W e certamente avranno un motivo ben preciso per dare al woofer 30 microsecondi di ulteriore ritardo sull’emissione. Oltretutto vi faccio notare come lo spessore effettivo del pannello ridotto a 5 mm, colori pochissimo l’emissione posteriore della membrana.  La rimozione dell’altoparlante mi fa notare l’utilizzo di ben otto viti a passo metallico che serrano il woofer sul pannello frontale, ove sono annegate altrettante madreviti. Otto viti, non quattro o sei ma otto, e per di più con una pressione di serraggio notevolmente maggiore della classica vite a perforazione del legno. 

 
- click per ingrandire -

Provo anche sulla S2, ed ovviamente trovo la stessa configurazione di serraggio, con la stessa guarnizione sottile che non ha bisogno di essere più spessa e/o più morbida grazie appunto alla pressione esercitata sul baffle, precisa e forte. I woofer si fissano così, indipendentemente dal costo del diffusore. Con moooolta delicatezza ho rimosso la piccola ghiera che copre il fissaggio del tweeter. Anche qui, a dispetto della massa molto ridotta, quattro viti dalla filettatura metallica con tanto di madreviti annegate nel pannello frontale. Insomma sia il vecchio che il nuovo modello all’analisi costruttiva si presentano molto ma molto bene. 


- click per ingrandire -

Ripeto con la stessa attenzione la stessa sequenza di smontaggio del tweeter del modello S2, che in realtà è praticamente nuovo, visto che il diffusore una volta tirato fuori dall’imballo non ha praticamente mai suonato.  Il tweeter una volta rimosso si presenta come nella foto, ovvero con una corta linea di trasmissione chiusa e riempita con un assorbente mediamente rigido. Con una sottilissima riga di precisione misuro la lunghezza della linea chiusa e scopro che vale 7,04 centimetri, ovvero 70,4 millimetri. Ora la teoria dice ad una elevata impedenza acustica vista dal lato posteriore della cupola corrisponde una ridotta impedenza elettrica, sempre che il fattore di merito sia congruo. Uhm… vediamo. Ho notato spesso che in questo tipo di linea di trasmissione a sezione fortemente decrescente la lunghezza virtuale Lv vale un sesto della lunghezza d’onda, ovvero: 

Lv = c/(6 x f)

La lunghezza effettiva Le, quella appena misurata col righello, di una linea chiusa piena di assorbente in vero assai denso come questa vale: 

Le = Lv – 0.33 Lv  ovvero Le = 0,67 Lv 

In genere per questo tipo di applicazioni si tende ovviamente a dimensionare la linea in modo che la sua frequenza di lavoro coincida con la risonanza del driver per abbassarne il picco alla risonanza. Due calcoli dimostrano che la frequenza teorica di una linea vuota di queste dimensioni vale 813,2 Hz, mentre col materiale assorbente vale 610 Hz. Per essere sicuro di quello che ho calcolato effettuo la misura del tweeter senza filtro crossover. Notate come nella misura del modulo dell’impedenza ci sia in effetti un errore di 0,35 Hz (!) rispetto al dato calcolato e come a dispetto dell’espansione verticale del grafico il picco di modulo alla frequenza di risonanza sia contenuto in appena 8,4 ohm. 


- click per ingrandire -

Inutile ribadire che sulla 606 'semplice' i dati misurati, tolleranze a parte, sono quasi identici. Già ma perché abbassare a tutti i costi la frequenza di risonanza (operazione fatta in passato anche da Wilson Audio e da altri costruttori)? Beh, la risposta è abbastanza semplice: abbassando il picco di risonanza si evita che il suo eventuale valore elevato rovini la pendenza del filtro crossover, specialmente se quest’ultimo non prevede induttanze verso massa, ovvero sia molto semplice. E quindi tanto di cappello ai tecnici della B&W, visto che la piccola linea chiusa è realizzata in plastica e che per numeri di produzione elevata il costo vale qualche decina di centesimi, certamente molto meno di una cella notch composta da una resistenza, una induttanza ed un condensatore.


- click per ingrandire -

Una volta messo a rodare il woofer della 606 apprendo grazie alla velocissima routine di MLSSA una  risonanza di 43,8 Hz ed una Re di circa 4 ohm, una massa mobile di 15 grammi ed una cedevolezza “unitaria”, ovvero del valore di 1 mm/N. Spesso si sente nominare questo valore ma non se ne capisce il significato, in vero abbastanza semplice. Immaginiamo che questo woofer sia appoggiato sul tavolo. Se sulla membrana aggiungo una massa di circa 102 grammi, che equivale ad un Newton di forza-peso, la membrana si abbasserà di un millimetro, ovvero 1 mm per Newton. Il fattore di merito meccanico è molto alto, oltre il valore di 10 e quindi l’impedenza in aria libera alla risonanza vale più di 100 ohm. Come consuetudine del costruttore inglese il woofer ha una bobina mobile di diametro limitato, con un cestello dotato di ampie feritoie, di una membrana in Continuum figlia degli studi eseguiti sui modelli di maggior pregio e di un magnete di discrete dimensioni.


- click per ingrandire -

Il fattore di merito totale vale 0,391, cosa che per gli appassionati apre scenari più o meno prevedibili.  L’accordo infatti eguaglia più o meno la Fs  ma il volume di carico è decisamente più ridotto. Agendo sulle perdite, dovute principalmente al materiale assorbente, si ottiene un ripple di circa mezzo dB tra i 70 ed i 90 Hz, trascurabile rispetto al vantaggio delle dimensioni contenute, stimate in circa 15 litri reali ed all’escursione che si riduce rispetto ad un volume maggiore. Come buona abitudine del costruttore inglese sono forniti in dotazione due cilindri concentrici di poliuretano per abbassare la frequenza di accordo o per far diventare il carico del diffusore uguale ad una cassa chiusa. Una indagine sul modulo dell’impedenza e successivamente sulla risposta ottenibile ci dice che la Fc della cassa chiusa è 69 Hz, quella ottenuta utilizzando nel condotto il solo cilindro grande è circa 36 Hz mentre la frequenza di accordo “normale”, ovvero col cilindro vuoto vale circa 47 Hz. La risposta in frequenza è stata rilevata nelle tre possibili combinazioni dei cilindri di poliuretano posti all’interno del condotto di accordo.  

 

Pagina 2 - Misure e test: prima parte


- click per ingrandire -

A metà del volume interno è sistemato un rinforzo a forma di otto, che irrigidisce le pareti laterali, quella superiore e quella inferiore. Il condotto di accordo è posizionato sul retro del diffusore ed adotta su entrambe le terminazioni svasate, quella interna e quella esterna, delle piccole cavità che rallentano i filetti d’aria periferici, mantenendo la forma ad ogiva del flusso stesso, innalzando così la tensione di innesco della turbolenza e quindi abbassando virtualmente il numero di Reynolds, che rappresenta il rapporto tra forze di inerzia e forze viscose. Da tempo la B&W utilizza nelle sue terminazioni svasate dei condotti questa particolare forma.


- click per ingrandire -

Occorrerebbe uno studio mirato e puntuale su questo intelligente accorgimento, che dicono essere nato ispirandosi alla superficie delle palline da golf, ma dal punto di vista dell’indagine questo diffusore offre pochi spunti, visto che il condotto di accordo è parte integrante di una struttura plastica che comprende la vaschetta porta contatti sdoppiata ed il supporto interno che ospita il filtro crossover. Anche in questo caso l’economia di scala gioca un ruolo fondamentale e consente di avere un dispositivo funzionale che irrigidisce notevolmente il condotto di accordo, impedendogli di vibrare.  Sul fondo del cabinet, fissato sul monoblocco plastico della vaschetta e del condotto, c’è il filtro crossover, costituito da una induttanza per il woofer saggiamente avvolta in aria e da un condensatore posto in parallelo a capacità molto più basse, posto in serie al tweeter. Lo schema elettrico del filtro crossover è visibile nello schema di Figura 1. Come possiamo vedere si tratta di un filtro apparentemente da manuale. 

Risposta dei componenti filtrati


- click per ingrandire -

Nel grafico possiamo vedere la risposta dei componenti filtrati sulla B&W 606 S2. Notiamo come la risposta del tweeter possieda una pendenza abbastanza blanda fino alla frequenza di risonanza del driver che, come sappiamo, vale 610 Hz.

 

Foto dei 2 crossover

 
- click per ingrandire -

Sulla 606 normale la qualità del condensatore è discreta, mentre sul modello S2 il condensatore è di livello qualitativo probabilmente superiore. Lo schema del filtro è lo stesso ma le caratteristiche sonore dovrebbero essere migliori sul nuovo modello. Nelle due foto comparate degli interni possiamo notare come i cavi che dal crossover giungono al tweeter siano fatti passare sul rinforzo interno e siano bloccati con delle fascette di nylon.


- click per ingrandire -

Va precisato che la maggiore qualità di un componente del filtro in serie al segnale migliora l’articolazione, ovvero fa emergere maggiormente i segnali molto piccoli posti tra i segnali di livello elevato, ma non incide affatto sulla timbrica generale. 

Foto vaschetta posteriore 


- click per ingrandire -

La vaschetta posteriore consente il doppio cablaggio e la doppia amplificazione. Notate la presenza degli incavi nel condotto di accordo. Per completare l’analisi ho effettuato le immancabili waterfall ad entrambi i modelli. 

Waterfall dei due diffusori


- click per ingrandire -

Nelle due misure di waterfall prese nella stessa posizione e con la stessa finestra temporale notiamo come la 606 produca qualche risonanza in gamma media che appare comunque sufficientemente smorzata nei primi attimi e ridotta velocemente di livello. Va notata anche la gamma media priva di qualsiasi risonanza con qualche leggera riflessione che si può vedere in gamma mediobassa


- click per ingrandire -

Il nuovo modello mostra una waterfall notevolmente più pulita, con un solo accenno di risonanza sul tweeter e poche riflessioni in gamma mediobassa.

Risposta della tela acustica

Una misura che introdussi “qualche” anno fa riguardava la risposta della tela acustica comparata a quella del diffusore senza tela. Ebbene, oggi potendo effettuare misure fino a 40 kHz ho voluto vedere cosa succede in gamma altissima a questo diffusore, effettuando la stessa misura estesa all’ultrasuono. 


- click per ingrandire -

Come possiamo vedere è incredibile la risposta estesa a 40 kHz con la tela che copre il tweeter (curva blu) rispetto alla misura del diffusore senza tela (curva rossa). È vero che notiamo in diversi punti qualche esitazione, ma è pur vero che ai limiti della gamma alta ed altissima l’attenuazione penta praticamente inconsistente: ecco una tela che può essere lasciata tranquillamente al suo posto! Notate anche il picco della risposta del tweeter a 35800 Hz, ampiamente fuori banda, col picco molto stretto. 

L’ultima analisi “esterna” prima di passare alle misure solite riguarda la risposta al gradino. Il picco del velocissimo tweeter arriva prima del pur veloce woofer che parte 0,144 millisecondi dopo il primo movimento del tweeter. 

Risposta al gradino


- click per ingrandire -

Come possiamo vedere la risposta al gradino mostra la velocità e l’estensione del piccolo tweeter, pur con una serie di microesitazioni che in qualche modo modulano anche lo scalino imposto al woofer. La misura è stata effettuata soltanto sulla 606, perché quella effettuata sulla 606 S2 è risultata praticamente coincidente. 

Pagina 3 - Misure e test: seconda parte

In laboratorio

Ammetto di aver mal digerito il dover effettuare un secondo turno di misure su un diffusore identico a quello analizzato nei mesi scorsi. Per rendere le misure comunque direttamente confrontabili ho provveduto ad effettuare una misura comparativa, rilevando prima l’uno e poi l’altro diffusore, nelle stesse condizioni di temperatura, umidità e pressione atmosferica ed ovviamente con la stessa “finestra temporale”. Non che la cosa cambi in maniera apprezzabile, ma solo per essere a posto con la coscienza.

Risposta in frequenza


- click per ingrandire -


- click per ingrandire -

Le due risposte in frequenza mostrano in vero poche differenze. Rispetto al vecchio modello, il nuovo modello si dimostra più regolare in gamma mediobassa, con la stessa precisa estensione in gamma bassa ed una miglior accordatura in gamma altissima. Le risposte fuori asse, praticamente identiche, mostrano entrambe una discreta regolarizzazione dell’andamento appena ondulato in gamma media ma con lo stesso andamento alle altissime frequenze.

Decadimento temporale


- click per ingrandire -


- click per ingrandire -

Il decadimento nel dominio del tempo mostra una leggera ritrosia del tweeter a decadere di livello, pur con qualche leggera esitazione nel modello vecchio mentre nel modello nuovo notiamo un decadimento appena più deciso ed una regolarità maggiore. In entrambi i grafici non si vedono le caratteristiche microesitazioni della cupola rigida.

Modulo e fase dell’impedenza


- click per ingrandire -

Il modulo e la fase dell’impedenza sono praticamente coincidenti, con la S2 che mostra soltanto una certa mancanza di rodaggio rispetto al vecchio modello, già ampiamente usato. Per la chiarezza del grafico ho evitato anche di sovrapporre a bassa frequenza l’impedenza delle diverse modalità del carico.  La massima condizione di carico è stata trovata quasi alla fine della banda audio (19.719 Hz) con l’amplificatore che vede un carico di 3,6 ohm perfettamente resistivo.

Misura delle distorsioni armoniche in regime impulsivo a varie pressioni

Con lo stesso dato di sensibilità di circa 88,5 dB è chiaro che ho dovuto fornire le stesse tensioni per ottenere le stesse pressioni medie. Come di consueto effettuo una misura per pressioni crescenti da 80 fino a 95 dB ad incrementi di 5 dB. Vi ricordo che le pressioni scelte sono rms, non usando io alcun tipo di “valore di picco” che potrebbe, a seconda delle scelte non indicate, condizionare fortemente le misure. Devo dire che per entrambi i diffusori è stato veramente difficile effettuare le misure alle pressioni basse visto che le componenti armoniche appaiono davvero ridotte al minimo, quasi a battagliare con l’immancabile rumore di fondo. In pratica ho dovuto eseguire una serie di ben 36 medie spettrali per ottenere un grafico inequivocabilmente preciso, con una attenuazione del rumore di oltre 15 dB. Notiamo come questa misura mostri le variazioni, a volte notevoli, tra i due modelli.

La THD ad 80 dB

 
a sinistra la 606 ed a destra la 606 S2​
- click per ingrandire -

Come possiamo vedere dal primo e più problematico grafico, quello degli 80 dB, la distorsione è molto contenuta, sia nella 606 a sinistra che nella S2 a destra. In entrambe la seconda e la terza armonica partono a bassa frequenza già ad un livello molto contenuto per un woofer da 165 mm di diametro nominale. Il nuovo modello S2 in gamma mediobassa mostra come le prime due componenti armoniche scendano maggiormente verso il fondo del grafico fino a sparire lasciando il posto alle armoniche superiori che a questi livelli assumono una importanza relativa.

 La THD ad 85 dB

 
a sinistra la 606 ed a destra la 606 S2​
- click per ingrandire -

Aumentando la tensione di 5 dB notiamo come tendono a sparire le armoniche superiori, come ampiamente confermato dalla pratica di altre misure e come sulla 606 in gamma bassa non ci sia alcuna variazione particolare se non un leggero aumento della seconda armonica tra i 100 ed i 1000 Hz mentre nel nuovo modello la seconda armonica si mantiene ancora più bassa, sfiorando spesso il fondo del grafico. Anche in gamma altissima la S2 mostra una seconda armonica più bassa, con le componenti di ordine superiore praticamente assenti.

La THD a 90 dB

 
a sinistra la 606 ed a destra la 606 S2​
- click per ingrandire -

A 90 dB di pressione media inizia a delinearsi la stoffa dei diffusori sotto test. A bassa frequenza la seconda armonica inizia a salire mantenendosi comunque su valori estremamente contenuti sia nel modello 606 che in quello nuovo 606 S2. Notiamo come nel nuovo modello in gamma medioalta ci sia “il deserto” sul grafico, con la terza armonica e le componenti di ordine superiore praticamente scomparse. La seconda armonica risale, come di consueto, soltanto in gamma altissima, mantenendosi comunque tra i -50 ed i -60 dB, valori comunque da record per questa fascia commerciale. 

La THD a 95 dB

 
a sinistra la 606 ed a destra la 606 S2​
- click per ingrandire -

Bisogna salire a 95 dB di pressione media per vedere la seconda armonica esibire valori in linea con quelli misurati in genere a pressioni sensibilmente minori su altri diffusori. Annotiamo infatti in entrambi i modelli, il vecchio ed il nuovo,  che i valori della seconda armonica a da 50 a 70 Hz “salgono” a valori minori di -40 dB. In particolare il nuovo modello mostra un andamento notevole oltre i 130 Hz, con la seconda armonica che scende sotto i -50 e la terza che sfiora i -60. Notate anche l’inconsistenza delle armoniche superiori in tutto l’intervallo di misura. Incredibile!

 

Pagina 4 - L'ascolto di Marco Cicogna


- click per ingrandire -

La lunga storia di B&W ha esibito percorsi sonori ben riconoscibili. Progressivamente abbiamo documentato una versatilità sempre maggiore, conseguenza della maggiore efficienza e gestibilità da parte delle elettroniche. Accanto a questo gli appassionati di più vecchia data hanno colto l'evoluzione nel senso di una superiore trasparenza nella gamma media e alta del diffusore, trasparenza che ha anche indicato una maggiore luminosità (o “presenza” se preferite) del registro acuto. Qualcuno resta innamorato delle vecchie serie, ma la maggior parte degli appassionati trova il suono dei modelli recenti più “moderno”, nel senso di agile e brillante nel seguire l’andamento vitale della musica. Che ci siano pareri discordanti non deve stupire. Il fatto è che in ambito audio le cose non sono semplici come, ad esempio, nel mondo delle immagini, dove poche misure ben fatte decidono il giudizio sulle prestazione. Nella riproduzione dei suoni entrano in gioco elementi fortemente soggettivi che (per quanto rispettabili) non sempre hanno riscontro in una musicalità effettiva, nel senso di reale. Tuttavia per chi considera essenziale anche nella ricostruzione sonora domestica il rifarsi in modo attendibile alla concreta musicalità degli strumenti, le B&W continuano a rappresentare un riferimento importante. Lo abbiamo visto ad esempio nella recente prova della nuova versione “Signature” di modelli di “medio raggio” come la 702 e la 705. Suonano davvero bene e nel rispettivo prezzo offrono prestazioni davvero significative


- click per ingrandire -

Visti i lusinghieri risultati delle verifiche di laboratorio non ci facciamo mancare le valutazioni sul campo. Si tratta di ascoltare con programmi musicali diversificati, le cui risultanze tendono a coincidere con quanto evidenziato dalle misure. Questo è particolarmente vero con i sistemi di altoparlanti, nei quali non si può barare. Attenzione a quei commentatori che utilizzano sempre una o poche incisioni, magari datate, come riferimento. Si rischia di adattare il suono del proprio impianto alle caratteristiche sonore di poche registrazioni; il dramma di quegli audiofili che non hanno idea del suono reale della musica. In effetti ho avuto modo di notare come per i prodotti Bowers & Wilkins aspetti come come la risposta lato basse frequenze e la capacità di emettere alti livelli sonori senza distorsione, consentono di affrontare ogni genere di materiale sonoro anche in ambienti impegnativi. Non meno importante una risposta in frequenza efficace e realistica. Che non vuol dire semplicemente lineare, semmai potrei dire, adatta ad una riproduzione musicale che sappia essere allo stesso tempo attendibile ma anche gradevole, corretta ma anche piacevole. Mi direte che entro i confini delle corrette prestazioni elettroacustiche esiste un ampio terreno di manovra all'interno del quale il progettista si può sbizzarrire nel configurare una “impronta sonora” di proprio gradimento. Vero, ma sino ad un certo punto. Il limite è quello della corrispondenza con una concretezza sonora effettiva, un minimo di aderenza alla realtà musicale che esiste a prescindere dalle suggestive alchimie dell'alta fedeltà.


- click per ingrandire -

Questa premessa, scontata forse per i più, è utile quando ci troviamo a parlare del suono B&W. Come ricordavamo qualche mese fa il sistema '801' per anni è stato utilizzato nella produzione di musica incisa, lasciando il segno su gran parte della produzione discografica. Non sorprendetevi allora se un buon disco di pianoforte, di orchestra e di opera esibisca un suono “naturale” proprio con questi diffusori. Rispetto alla serie “700” incontrata di recente siamo ovviamente su altro ambito, ma la linea '600' non nasconde una buona vocazione musicale ed una predisposizione anche per un valido impiego in ambito Home-Theater. Lavorazione essenziale, ma la qualità si mette in luce nei parametri che sono importanti in termini di ascolto, driver e realizzazione meccanica del sistema driver-cabinet. Non è un segreto che questo marchio mi abbia accompagnato in tanti anni di ascolti. L'ho incontrato anche nelle sale di regia durante le sessioni di registrazione a Londra (Abbey Road) o a Milano (Filarmonica della Scala). Lo ricorda bene anche Emidio Frattaroli, quando seguimmo la realizzazione di un disco di Overtures italiane con la nostra Orchestra di Santa Cecilia a Roma. Di questa tradizione molto resta nell'impostazione sonora attuale della casa e ricade anche sui modelli più economici, ascoltabili con piacere anche con il repertorio più impegnativo. Nella mia sala da musica ho inserito le piccole 606 in una catena dotata di sorgente Oppo 205, giradischi EAT C-Sharp con testina Ortofon Quintet Black e pre Phono EAT a tubi. Come preamplificatore c'è l'AM Audio PX-6 Reference con alimentazione separata, il finale è il possente AM Audio MT-6, ovviamente in configurazione puramente stereofonica. Maggiori informazioni sulla coppia AM Audio sono in questo articolo.


- click per ingrandire -

Interessante la tenuta in potenza. Si apprezza subito che questi economici diffusori sanno come tenere testa al mio finale che a volte, con la giusta musica, sa essere persino brutale. Non sono neppure poco sensibili, ottienendo facilmente un suono capace di farsi sentire, per nulla minimalista. La verifica immediata va al pianoforte, lo strumento universale per eccellenza, protagonista nel jazz come nel repertorio colto. Discografia vastissima dalle quale mi piace attingere da un lato ai tradizionali riferimenti che utilizzo nelle mostre audio, dall'altro alle più nuove e performanti incisioni in PCM 24/96 e poi ancora in DSD nativo. Se vi interessa mi piacerà raccontare sulle pagine di AV Magazine delle migliori incisioni pianistiche con le quali far godere il vostro impianto. Intanto ho trovato un timbro sano, un'impostazione solida del basso, fraseggio ben articolato in gamma media, puntuale e anche incisivo in quella alta con un senso di puntigliosità che si coglie nelle registrazioni qualità CD. Decisamente più accomodante il timbro con le più elevate risoluzioni. Ecco allora che i miei pezzi da battaglia dal catalogo Eudora e Channel Classics (dalla mitica piattaforma di Native DSD) propongono un pianoforte dotato di un respiro autorevole che tutti dovreste ascoltare. Sapete meglio di me che l'immagine virtuale riprodotta dall'impianto deve molto a quanto presente nella “fotografia” discografica, con differenze sostanziali tra le diverse registrazioni. Il pianoforte si colloca solido tra i diffusori, peraltro ben distanziati, con una presenza centrale rilevante e contorni ampi. Il senso di ambienza è ricostruito con una cura ammirevole per un prodotto di questa gamma, ma più ancora voglio mettere in evidenza la capacità di offrire il giusto risalto alle sfumature espressive dell'interprete nelle parti più intime di Chopin o Debussy, autori per i quali l'essenza raffinata dei momenti più delicati è al centro del linguaggio musicale.


- click per ingrandire -

Chi vorrà sperimentare le possenti ottave percussive del Baba Yaga nei celebri “Quadri” di Mussorgsky, non resterà deluso; almeno sino a livelli ragionevoli di volume il coinvolgimento è assicurato, senza sbavature evidenti e fatica d'ascolto sempre lontana. Diamo un po' di brio al nostro gioco musicale ascoltando il recente album 'John Williams in Vienna', che offre (ne abbiamo parlato qui) il facile gusto musicale delle celebri colonne sonore affidate alo smalto della Filarmonica di Vienna. Siccome mi piace giocare, ho giocato sino in fondo gustando sia il Blu-ray Disc, che il file PCM in 24/96 senza mancare il (più che discreto) vinile. Quale che sia la sorgente (e non starò qui a dire quale sia la più convincente), il timbro degli archi viennesi viene reso con gusto ed una non inopportuna rotondità che fa da contraltare alla incisività della sezione ottoni, piuttosto in avanti in alcuni episodi ma quasi sempre sotto controllo. Per chi preferisce Beethoven a John Williams (e spero che siate molti) va detto ancora una volta che B&W si dimostra all'altezza dei grandi classici. Pochi sistemi di altoparlanti dal costo pari o inferiore ai mille Euro possono permettersi di esibirsi con i grandi classici senza darmi l'orticaria. Da Vienna a Berlino, da Lipsia a Monaco, le buone orchestre vengono gestite con uno smalto sincero, un medio-basso che offre la giusta corposità a violoncelli e contrabbassi ed una gamma centrale che non compromette la virilità delle fondamentali degli strumenti. In altri termini: colore sano, ma presentazione decisa. 


- click per ingrandire -

Il gioco (continuiamo a divertirci con la musica) è ancora più facile con il jazz dei piccoli gruppi strumentali. Persino l'inossidabile 'Take Five' con la sua dinamica da vinile ed inevitabile colorazione (che però tanto piace), suona come deve suonare, con un sofisticato quanto celebre assolo di batteria che diventa protagonista. Ben altre sferzate dinamiche propone l'amplificazione italiana utilizzando un conciso florilegio di incisioni Telarc di cui abbiamo parlato proprio su AV Magazine come 'Disco del Mese'. Ebbene correte ad ascoltare 'My America', di Monty Alexander, lo trovate anche in SACD, una fusion che unisce tratti acustici ed elettrici in un (sano?) equilibrio  ma anche con modulazioni di basso-batteria che mettono la gamma bassa a dura prova. Il volume si alza senza imbarazzi, l'effetto è interessante nel proporre il gruppo strumentale in un palcoscenico virtuale ampio e bene articolato nelle tre dimensioni. Gamma centrale ancora una volta e (per quanto possibile in questo repertorio) naturale. Grazie al DSD ho riscoperto il sound della mitica label DMP, che con Manfredo Fest propone sonorità latino-americane con strumenti acustici ed elettronici. Notevole il rilievo strumentale, il suono dal timbro caldo non manca tuttavia di evidenziare la notevole dinamica e il senso del ritmo. Il jazz per piccoli gruppi ha sapore e consistenza, con qualche personalizzazione ad alto volume che distingue questa raffigurazione dalla maggior parte dei diffusori esangui per audiofili dal polso debole.

B&W si conferma dunque come un approdo sicuro anche in questo modello 606, che giunto alla sua rinnovata versione, conferma il valore assoluto della linea budget della casa.

 

Pagina 5 - La seduta di ascolto comparativa e conclusioni


- click per ingrandire -

Per questa seduta di ascolto non certo facile, tesa ad evidenziare le qualità dei diffusori ma anche a notarne le differenze tra i due modelli ho fatto le cose per bene. Sono partito da lontano con una massiccia messa a punto della sala di ascolto, che più che altro è stata centrata sulla rimozione di tutto quanto poteva in qualche modo peggiorare le caratteristiche dell’ambiente. Ho sistemato i quattro diffusori, a due a due sugli stessi supporti, aiutato da due tavole di legno ed ho sistemato i cavi fino ai due relè posti nel mezzo della sala e collegati direttamente all’alimentatore che ne commuta l’azione. Ai contatti normalmente chiusi ho collegato le 606 mentre fornendo tensione si attivano le 606 S2. L’inizio della sessione, come sempre, prevede il rodaggio ed il posizionamento.

Il rodaggio di tutta la catena è effettuato col mio solito CD che invia tre tipi di burst miscelati insieme con una fine regolazione dei livelli rispettivi, così da non mettere in pericolo alcun altoparlante. I due canali sono ovviamente già invertiti di fase già nella traccia del CD in modo che posizionando i diffusori vicinissimi, uno di fronte all’altro, si riesce quasi ad azzerare il fastidio ed il rumore generato. Me ne vado in città a fare scorta di sigarette e quant’altro e torno dopo una buona ora. I diffusori, ovviamente, sono ancora li a spingere e tirare, con le alette dell’amplificatore più che tiepide. Distanzio i diffusori e noto tutto il rumore che altrimenti sarebbe venuto fuori per la delizia del vicinato. Il metodo, ampiamente collaudato, funziona bene, con i burst che stirano le sospensioni di gomma ed il rumore rosa che consente alle cupole di assestarsi. Insomma come guadagnare sei o sette ore di rodaggio in appena 60 minuti.  


- click per ingrandire -

Inizio, come mia abitudine, con le voci, dopo aver posizionato i diffusori con una certa attenzione, preferendo, come sempre, un basso magro ad un basso magari più esteso ma più rimbombante. Insomma con il diffusore a 40 cm dalla parete laterale ed a circa un metro dalla parete posteriore mi sembra tutto ok con entrambi i modelli. Ascolto dapprima la 606 con la prima voce femminile, giusto per stringere appena i diffusori e cedere un po’ di mediobasse. Diciamo che i diffusori ora sono ad una cinquantina di centimetri dalla parete laterale. La risposta alle due tracce col rumore rosa è stata sovrapposta, visto che i diffusori esibiscono una prestazione molto simile, pur con qualche differenza sia in gamma mediobassa, più regolare sul nuovo modello, che in gamma media, ancora una volta più controllata nel nuovo modello. Notiamo comunque una prestazione abbastanza regolare in gamma medioalta ed alta, con una leggera preferenza per il modello nuovo che attorno ai 10 kHz non presenta esaltazioni particolari.

La voce è al centro, posizionata correttamente e senza “esse” frizzanti. Capisco che il rodaggio è finito e che non c’è bisogno d’altro. La voce è proprio quella che mi aspettavo, teutonica quanto basta ma comunque notevolmente dettagliata. Mi trovo, lo ammetto, in una posizione abbastanza scomoda, visto che nel difficile compito di percepire le differenze tra due diffusori quasi uguali rischio di perdermi il giudizio delle prestazioni sonore che in entrambi i modelli sono notevoli. Le voci sono prive di un colore particolare e sono, come al solito per questo marchio, assolutamente controllate e neutre. Ed è proprio sulla voce di Diana Krall che finalmente sento la prima differenza nel mediobasso, più corposo nella nuova versione rispetto alla vecchia. Si tratta di poca cosa, d’accordo, ma nel diffusore nero posso dire che la voce della Krall è più piena ed anche priva delle “esse” sempre un po’ “friccicose” nel modello vecchio.


- click per ingrandire -

Gli strumenti della grande orchestra riescono a dilatare la scena senza strafare ma senza suonare addossati tra loro. C’è il giusto spazio e la giusta dimensione con entrambi i diffusori, con una prestazione scenica notevole ma assolutamente identica tra le due coppie di diffusori. I violini e gli strumenti acustici proposti dal brano appaiono leggermente avanzati quel tanto che basta da risaltare rispetto al resto dell’orchestra. La cosa dovrebbe tornare utile sulla musica rock, e costituisce comunque una caratterizzazione di entrambi i diffusori, col diffusore bianco che in alcuni passaggi mi sembra leggermente più proporzionato.  Il basso è mediamente esteso, ma ben smorzato, con il passaggio alle mediobasse meno critico sul nuovo modello ed appena appena udibile nella 606 vecchia. La cosa non disturba affatto e devo dire che ho notato la cosa soltanto sui passaggi delle varie pelli di Billy Cobham, grazie alla commutazione veloce.

Nulla insomma di critico ma comunque udibile.  Lo stage è scandito dal coro del Carmina Burana, che nella sala d’ascolto mi propone una dimensione notevolmente maggiori delle sue dimensioni, col coro spostato indietro, oltre l’orchestra. Lo stage ricreato è grandioso con entrambi i modelli che non si fanno intimorire dal pieno orchestrale. L’articolazione del coro comunque è la stessa ed anche nel passaggio veloce tra un diffusore e l’altro non riesco a notare particolari differenze. Basta, passo al rock! Il basso diventa di colpo più aggressivo ed il livello riprodotto inizia immancabilmente a salire. Bella la gamma alta, brillante ma che sa stare al suo posto con un notevole self control, senza venire avanti appena si ruota la manopola del volume. Il passaggio tra i due diffusori è del tutto inutile, visto che non riesco a percepire alcuna differenza che non riguardi, appena appena, il passaggio dal rullante al tom.

 

Conclusioni

Ho testato due diffusori quasi uguali, dopo aver malignamente subodorato una mera operazione commerciale di upgrade. Durante le misure mi sono accorto che gli upgrade, molto ben nascosti all’interno degli altoparlanti c’erano, eccome! Si tratta comunque di un diffusore costruito con i fiocchi, con poche concessioni all’apparenza e molte alla sostanza. Gli altoparlanti seguono una evoluzione costante e, per quello che misuro, ininterrotta. Bel suono, ottima articolazione e soprattutto grande equilibrio, una dote invero molto rara in un diffusore di questa fascia commerciale. La risposta alla domanda sulla prova comparativa, che magari vi interessa di più è questa: suona appena meglio la 606 S2, ma se siete possessori del vecchio modello tenetevelo stretto, programmando magari un upgrade del solo condensatore del crossover. Comunque il prezzo della 606 e quello della nuova 606 S2 secondo me è un affare. 

 

La pagella delle 606 secondo Gian Piero Matarazzo: voto finale 7,4

Costruzione 7,0
Design 8,0
Versatilità 7,0
Qualità Audio 7,0
Rapporto Q/P 8,0

Benchmark (maggiori informazioni in questo articolo)

Facilità di pilotaggio:   6,5

Sensibilità e regolarità: 4,87

Linearità dinamica: 8,4

 

La pagella delle 606 S2 secondo Gian Piero Matarazzo: voto finale 7,4

Costruzione 7,0
Altoparlanti 8,0
Versatilità 7,0
Ascolto 7,0
Rapporto Q/P 8,0

Benchmark (maggiori informazioni in questo articolo)

Facilità di pilotaggio:   6,5

Sensibilità e regolarità: 4,96

Linearità dinamica: 8,723


- click per ingrandire -

Per la buona qualità costruttiva, l'esperienza d'ascolto e la versatilità, oltre all'ottima qualità dei componenti, le Bowers & Wilkins 606 S2 Anniversary Edition ricevono il nostro 'Editor's Choice' 2020 come miglior sistema di altoparlanti al di sotto dei 1.000 Euro per l'ottimo rapporto qualità prezzo. Per maggiori informazioni: audiogamma.it