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Una settimana fa ero a Milano, in occasione della presentazione delle nuove serie di TV Sony, già annunciate a Las Vegas lo scorso gennaio e di cui vi ha già parlato Riccardo Riondino in due approfondimenti dello scorso febbraio, il primo sui TV con tecnologia LCD e retroilluminazione miniLED, il secondo sui TV con tecnologia OLED e QD-OLED. Grazie alla disponibilità di Sony, ho portato con me parte della nostra attrezzatura per effettuare le prime misure sui nuovi TV. Nel dettaglio, oltre al mio portatile con Calman, altri software di misura e il generatore VideoForge Pro (4K HDR, HLG e Dolby Vision), ho portato anche un fotometro Minolta LS150, vari colorimetri e un paio di spettrometri. In più ho portato anche un lettore Blu-ray di riferimento, con vari contenuti di qualità. Ho condiviso la sessione di approfondimento assieme a Roberto Colombo di Hardware Upgrade, con cui condividiamo ormai buona parte degli strumenti e delle metodiche di misurazione.
L'evento di presentazione per la stampa sarebbe iniziato alle 17:30. Come da accordi con Sony, io e Roberto abbiamo avuto a disposizione soltanto 60 minuti prima dell'evento, con la speranza - rivelatasi poi vana - di continuare ad effettuare ulteriori test dopo la presentazione: purtroppo alcuni TV, compresi i due esemplari di QD-OLED, sarebbero ripartiti in serata. Per questo motivo, abbiamo stilato una scaletta di misure per importanza, mettendo al primo posto la rilevazione dello spettro di emissione delle componenti cromatiche, estensione del gamut e livelli di luminanza in varie condizioni di funzionamento.
Vi anticipo che le condizioni di misura erano piuttosto lontane da quelle ideali che vengono adottate nel nostro laboratorio e in quello di Hardware Upgrade, con assenza totale di luce, temperatura controllata, linea elettrica stabilizzata, strumenti di misura nelle condizioni migliori e - soprattutto - tutto il tempo necessario per fare i test in tranquillità e verificando le varie misure con più acquisizioni. In questo caso non è stato possibile spegnere completamente le luci e ho preferito misurare il più possibile invece che raddoppiare i tempi per ripetere almeno un paio di volte le misure per verificarne la stabilità, almeno del pannello. Nonostante le condizioni decisamente non ideali e qualche indecisione sulla opportunità di pubblicare misure scarsamente verificabili e su prototipi che dovrebbero migliorare sensibilmente le prestazioni entro la reale disponibilità dei primi esemplari sul mercato, le informazioni che abbiamo acquisito sono così straordinarie che abbiamo deciso comunque di iniziare a pubblicare 'qualcosa' che conferma buona parte degli annunci che sono stati fatti lo scorso gennaio: mi riferisco alle caratteristiche della tecnologia QD-OLED che abbiamo già affrontato in questo approfondimento e che hanno scatenato parecchie polemiche, non soltanto sul nostro forum di discussione. Per i più pigri che non hanno ancora fatto click sui link ipertestuali che ho indicato fino a questo punto, riassumerò brevemente le differenze tra TV con tecnologia OLED come la notoria serie A90J di Sony oppure l'eccellente TV serie G1 di LG Electronics di cui trovate un supertest a questo indirizzo. Entrambi i TV utilizzano pannelli con tecnologia OLED di tipo auto-emissiva: non c'è una retroilluminazione e la luce viene generata da materiale organico (a base carbonio) che emette una luce 'bianca' che viene poi filtrata nelle varie componenti RGB da filtri colore che rendono il sistema non particolarmente efficiente. Ogni pixel della tecnologia OLED tradizionale, è suddiviso in quattro sub-pixel: oltre ai tre classici sub-pixel RGB (Red, Green e Blue) c'è anche un sub-pixel bianco. Come ho già anticipato, il sistema OLED con sorgente bianca e filtri colore passivi, non è molto efficiente e se i pixel fossero costituiti soltanto dalle tre componenti RGB, il picco di luminanza di un TV OLED arriverebbe a fatica a 400 NIT. L'aggiunta del sub-pixel bianco, permette di spingere il picco di luminanza fino a 1.000 NIT e anche oltre. I colori più saturi invece possono contare soltanto sulle tre componenti e non sul sub-pixel bianco, quindi hanno la potenza luminosa di un TV da 400 NIT o poco più.
I pannelli con tecnologia QD-OLED prevedono un sistema leggermente diverso. Prima di tutto l'efficienza è così elevata che non c'è la necessità di aggiungere un sub-pixel bianco alle tre componenti RGB: questo si traduce in una potenza luminosa sui colori che è perfettamente bilanciata rispetto al picco di luminanza sul bianco: un TV QD-OLED con 'bianco' da 1.000 NIT, avrà anche i colori più saturi alla luminanza corrispondente e non a metà luminanza (o meno) come nei TV con tecnologia OLED WRGB. Al di sotto di ogni sub-pixel, la materia organica che genera la luce è sempre OLED ma non è di colore bianco, bensì è di colore blu. Per il sub-pixel 'blu' la luce emessa dai vari substrati OLED (ce ne sono vari per allungarne la durata) viene ulteriormente filtrata per rendere le coordinate cromatiche della componente blu ancora più profonde. Per le altre due componenti rossa e verde, la luce blu emessa dai substrati OLED eccita dei 'quantum dots' che sono all'interno di ogni sub-pixel corrispondente; in più l'aggiunta di un ulteriore filtro colore, evita che la luce 'blu' che eccita i quantum dots possa 'sporcarne' lo spettro di emissione. Il risultato è esaltante: nelle immagini qui in alto potete osservare lo spettro di emissione delle singole componenti RGB pure degli OLED tradizionali (a sinistra) messe a confronto con lo spettro di emissione delle componenti RGB del nuovo QD-OLED Sony 65A95K (destra). Per queste misure ho usato uno spettrometro ad alta risoluzione con ottica custom realizzata per noi da Adriano Lolli. Per semplificare il confronto, i livelli di luminanza sono ovviamente normalizzati: le componenti OLED nella realtà sarebbero decisamente più basse. Per rendere ancora più evidente le differenze nello spettro di emissione delle componenti, ho sovrapposto ogni coppia di colori primari. Le differenze nella componente blu sono quelle meno evidenti. Questo si traduce in coordinate cromatiche del blu molto simili, con quelle del QD-OLED comunque leggermente più profonde. La differenza nella componente verde è quella più rappresentativa: lo spettro di emissione del verde del QD-OLED è decisamente più stretto rispetto a quello dell'OLED tradizionale ma è comunque centrato nella stessa porzione di frequenze, a cavallo dei 535 nanometri: il verde del QD-OLED è straordinariamente vicino al riferimento dello spazio REC BT.2020. Altrettanto eclatante la differenza nello spettro di emissione della componente rossa che non soltanto è più stretto (anche se non di molto) rispetto a quello dell'OLED tradizionale ma è anche decisamente traslato verso il limite dell'infrarosso, con il picco centrato a poco più di 640 nanometri, anche questo decisamente più vicino al vertice dello spazio REC BT.2020. Il risultato è una copertura del gamut che si spinge addirittura fino al 90% del REC BT.2020. Oltre ai colori primari e alla dimensione massima del gamut, abbiamo verificato anche livelli di luminanza, curve del gamma e fedeltà cromatica con colori a saturazione intermedia, sia con segnali SDR che con segnali HDR10 a cui dedicheremo probabilmente un ulteriore approfondimento. Possiamo anticiparvi che il prototipo che abbiamo analizzato, dopo la calibrazione quindi con coordinate del bianco 'classiche' (0,313x 0,329y) ha sfoderato ben 900 NIT fino al 10% dell'area del quadro, 500 NIT per il 25% e addirittura oltre 200 NIT per l'intera superficie. Vi ricordo che si tratta di modelli di pre-serie e se queste sono le premesse...
La qualità di visione in condizioni di default, quindi in modalità standard è ovviamente disastrosa: purtroppo anche Sony continua ad appiattirsi sulle posizioni di tutti gli altri produttori, preferendo dominanti blu-ciano e sovrasaturazioni per 'stupire' il consumatore ignorante. Posso capire che sia necessario quando vengono selezionate le impostazioni 'negozio'; continuo invece a non capire che senso abbia lasciare il TV nelle raccapriccianti impostazioni 'Standard' quando viene selezionata la modalità 'Casa'. Nonostante questo, il divario in termini di luminanza dei colori rispetto alla tecnologia OLED tradizionale è abbacinante.
Nelle modalità Cinema le cose vanno decisamente meglio ma siamo ancora distanti dalle possibilità del TV. Durante quei 60 minuti di corsa forsennata, sono riuscito anche a proporre una calibrazione del bilanciamento del bianco, solo operando su due punti della scala dei grigi. Rimangono purtroppo gli stessi limiti di tutti i TV Sony degli ultimi anni, quindi di 'un solo bilanciamento del bianco' che deve essere condiviso sia per i segnali con gamma dinamica standard, sia per quelli HDR, con risultati comunque da riferimento.
Nei prossimi giorni mi confronterò con il 'nostro' Michele Di Tullio e anche con Roberto Colombo e Andrea Bai di Hardware Upgrade e vedremo se sarà il caso di proporre un ulteriore approfondimento su tutte le misure che siamo riusciti ad effettuare. Nelle prossime settimane dovremmo poter mettere le mani anche sui TV OLED di utimissima generazione: si annuncia una primavera all'insegna di una qualità video sempre più alta. ... to be continued
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