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Pagina 1 - Introduzione e caratteristiche
L'arrivo della nuova serie di videoproiettori JVC 2018-2019 sembrava ormai quasi un film "de paura", con tinte gialle, anche qualche brivido, soprattutto per quei pochi rivenditori che credono ancora nel settore della videoproiezione casalinga. I nuovi proiettori JVC, presentati a Berlino lo scorso 30 agosto e poi di nuovo ad ottobre in Italia, erano stati sempre mostrati in versione "golden sample", ovvero non definitiva. In tutte le dimostrazioni pubbliche, dei tre prodotti presentati, ovvero DLA-N5, DLA-N7 e DLA-NX9, non si è mai visto un golden sample del modello DLA-N7, mettendo addirittura in dubbio l'esistenza stessa di questo modello, anche soltanto in versione dimostrativa. Dopo le prime settimane di silenzio assordante da parte di JVC, sulla effettiva disponibilità dei primi modelli per la vendita, lo scorso dicembre è arrivato uno scarno comunicato che dichiarava la sospensione di tutte le attività produttive, a causa di un problema ad un componente - non ben identificato - prodotto da un fornitore terzo. In ogni modo, le ipotesi che avevo fatto in quell'articolo, alla fine sono state rispettate e durante la quarta settimana di gennaio, sono arrivati i primi modelli di produzione. Stavolta ad arrivare per primo è stato proprio il modello DLA-N7 assieme al top di gamma DLA-NX9, mentre per il modello DLA-N5 bisognerà aspettare ancora qualche giorno. L'occasione perfetta per mettere le mani su un eccellente esemplare di produzione del modello DLA-N7 (alias RS2000), è arrivata grazie all'ospitalità di Plasmapan e di Gianluca Vignini che ha organizzato una 24 ore di test presso la shoow-room a Bologna, presieduta da Paolo Bolognini, ben ottimizzata per il controllo della luce e di cui vi ho già parlato in occasione del first-look dello schermo Global Commander. Nonostante la trasferta e il poco spazio a disposizione all'interno della saletta, ho effettuato tante di quelle misure che il termine di "first-look" andrà sicuramente stretto a quello che leggerete in questo articolo. Sono arrivato a Bologna nel primo pomeriggio di mercoledì 23 gennaio e sono andato via la sera del giovedì 24 gennaio, per quasi 20 ore complessive di lavoro, interrotto soltanto da qualche ora di sonno e dalle tre pause necessarie alla consumazione del "vettovagliamento", quest'ultimo rigorosamente emiliano-romagnolo, Sangiovese compreso! Come strumentazione ho potuto contare su un paio di spettrometri xrite e un paio di colorimetri sempre xrite (Hubble/OTC-1000 e i1 Display Pro). La maggior parte delle misure escludono completamente lo schermo; quest'ultimo, con gain 0,8 (la recensione è a questo indirizzo) è stato considerato soltanto nelle fasi di calibrazione. I nuovi videoproiettori utilizzano microdisplay LCoS a risoluzione nativa DCI 4K, quindi con 4096x2160 punti di risoluzione; attenzione quindi al rapporto di tiro dichiarato, compreso tra 1,36:1 con obiettivo in wide e 2,77:1 in posizione tele perché si riferisce all'utilizzo di tutti i 4096 pixel della matrice. Sfruttando invece l'area nativa di 3840x2160 pixel in 16:9, allora il rapporto di tiro sale a 1,43:1 in wide e 2,91:1 in tele. Approfitto per ricordare che il modello NX9 ha un ottica differente, con rapporto di tiro più contenuto, pari a 1,28:1 in wide e 2,61:1 in tele sfruttando le matrici a 4096 punti; mentre in 16:9 sale rispettivamente a 1,34:1 e 2,74:1. Prima di iniziare, vi ricordo che tutti e tre i nuovi videoproiettori JVC (DLA-N5, N7 ed NX9) si basano su nuovissimi microdisplay a risoluzione nativa 4K, con rapporto di contrasto decisamente migliorato rispetto a quelli montati sul "vecchio" proiettore DLA.-Z1, hanno al loro interno una nuova scheda madre con CPU nettamente più potente rispetto ai proiettori delle passate stagioni, possono contare su due ingressi HDMI 2.0 da 18 Gbps di banda passante, interpolazione dei fotogrammi anche con segnali video 4K fino a 30p, compatibilità con segnali HLG e con il decoder Sky Q e anche compatibilità con segnali video "stereo 3D". Anche per questi proiettori c'è la possibilità di calibrazione semi-automatica con software gratuito e sonde da acquistare a parte (i1 Display Pro oppure i1 Pro 2).
Pagina 2 - Risoluzione, flusso luminoso e contrasto
L'ottica dell'esemplare in esame è molto buona, con qualità sensibilmente più elevata rispetto a quella vista sul "golden sample" del modello DLA-N5, sia in termini di aberrazioni cromatiche, sia per quanto riguarda l'uniformità d'illuminazione. Anche se non c'entra molto con l'obiettivo, approfitto per segnalare una uniformità della colorimetria a dir poco eccellente, sia con bianco al 100%, sia con schermate test ad intensità molto più contenuta e fino al 10%. Tornando alle lenti, la capacità di messa a fuoco è ottima, con un'immagine ricca di dettaglio al centro e solo un po' meno nelle zone periferiche, soprattutto ai lati. Nel particolare qui in alto a destra, catturato all'estrema destra dello schermo, notiamo solo una miscorvengenza della componente blu pari a meno di mezzo pixel in senso orizzontale, invisibile già con rapporto di visione 1:1. Le due immagini qui in alto si riferiscono a particolari in periferia (a destra dell'immagine, quasi al bordo) con linee verticali di un solo pixel (a sinistra) e linee verticali di due pixel (linee bianche e nere). Segnalo l'assenza di qualsiasi tipo di ricampionamento delle componenti cromatiche per il controllo delle aberrazioni. Il test del "lanciarazzi" viene superato a pieni voti: la leggibilità dei caratteri più piccoli è molto buona. Il particolare, catturato a mano libera con una fotocamera Lumix GH3, non rende giustizia a quello che abbiamo osservato con i nostri occhi. Segnalo anche che tutte e tre i parametri dell'algoritmo MPC (sharpness, maschera di contrasto e riduzione del rumore) erano impostati a zero. Il flusso luminoso misurato con obiettivo completamente in posizione "wide", con ottica perfettamente al centro, con lampada ad alta potenza, diaframmma completamente aperto, bilanciamento del bianco predefinito di 6.500 kelvin e con soli 5 campionamenti (centro e "medio-periferici"), è di 1.830 lumen, quindi molto vicino ai dati di targa. Probabilmente, misurando al meglio dei 9 punti ANSI, il flusso luminoso dovrebbe scendere di un ulteriore 5%. Per una verifica esatta ho bisogno di un proiettore in laboratorio. Attenzione però perché questo flusso luminoso si riferisce a tutta l'area illuminata con risoluzione nativa di 4096x2160 punti e rapporto d'aspetto in 1,89:1. Scegliendo invece la risoluzione di 3840x2160 e rapporto d'aspetto in 1,78:1, si perde quasi il 6,3% dell'area mentre il flusso luminoso dovrebbe essere più contenuto del 5% (ai lati estremi il proiettore è meno luminoso), scendendo quindi a poco meno di 1.750 lumen. Dopo la calibrazione del bianco con target D65, si scende invece a 1.430 lumen che sono davvero tanti per una lampada vergine con tanto "blu" e "verde" da togliere. Per l'analisi del rapporto di contrasto nativo (full-on / full-off) e di quello intra-frame a vari livelli di APL fino al 50% (ANSI) servirebbe il laboratorio. Nella show-room di Plasmapan, benché fosse ben trattata e ben oscurata, la poca accessibilità della parete con lo schermo (impossibile spostare i diffusori anteriori) e la staticità del proiettore (con il divano di mezzo), mi hanno consentito di misurare solo il punto centrale, con luxmetro rivolto verso il proiettore, con poco margine per variare la distanza in modo da aumentare la dinamica dello strumento. Per questo motivo vi anticipo che la misura del rapporto di contrasto massimo, con diaframma completamente chiuso, è poco attendibile. La misura del rapporto di contrasto con lo schermo Global Commander da 2,8 metri di base è stata di fatto impossibile, poché il livello del nero è al di sotto del range di accuratezza di tutte le sonde che ho portato. Il rapporto di contrasto di "partenza", di circa 20.000:1 è eccellente e vale quasi il doppio rispetto al modello DLA-N5 "Golden Sample" misurato lo scorso ottobre (in quel caso rilevai circa 12.000:1). Con obiettivo in medio.tele, si sale già a 25.000:1 e chiudendo leggermente il diaframma si va oltre 30.000:1. Insomma: le prestazioni di un DLA-X7900 non sono poi così lontane.
Pagina 3 - Misure in default in REC BT.709
Come secondo atto, ho misurato i prinicipali parametri delle tre impostazioni predefinite, quindi rispettivamente i profili "Cinema", "Film" e "Naturale" che saranno quelli più utilizzati da chi non può o non ha voglia di effettuare una calibrazione sul proiettore. Vi ricordo che le prestazioni di bilanciamento del bianco e dei colori sono legate all'esemplare in questione e al numero di ore della lampada. Un esemplare diverso e con qualche centinaio di ore avrà certamente prestazioni leggermente differenti. Le curve del gamma sono quelle più svincolate da modello e ore di funzionamento e caratterizzano decisamente le tre impostazioni in esame, con il profilo "Naturale" che è senza dubbio in migliore e con prestazioni quasi coincidenti con il riferimento. L'analisi del bilanciamento del bianco certifica che l'impostazione predefinita "Film" è quasi disastrosa e da evitare. Il profilo "Cinema" invece è caratterizzato da ottime prestazioni ma con un bilanciamento che diventa un po' più "caldo" nelle basse luci ("tra il 15% e il 35%). Questo profilo è associato all'intervento del filtro colore per l'aumento delle dimensioni del gamut (come per il profilo "Film") e anche al bilanciamento del bianco predefinito "Xenon 2" che purtroppo non può essere richiamato nel profilo "Naturale". Il profilo "Naturale" offre eccellenti prestazioni dal 40% al 100% del segnale in ingresso ma modeste sulle basse luci per una dominante giallastra che però può essere corretta con relativa semplicità. Con l'analisi del gamut e dei punti di saturazione, appare ancora più chiaro che, come al solito per quanto riguarda la storia dei proiettori JVC, le impostazioni "Cinema" e "Film" sono assolutamente da evitare e non soltanto per le prestazioni sui valori del gamma appena analizzati ma soprattutto per gli evidenti errori di tinta e saturazione. Il profilo "Naturale" invece offre già prestazioni ottime ed è quindi anche un eccellente punto di partenza per una calibrazione manuale più approfondita.
Pagina 4 - Calibrazione in REC BT.709
Per la calibrazione in REC BT.709, con lo schermo Global Commander in 21:9 da 2,8 metri di base, ho sfruttato la superficie soltanto con rapporto d'aspetto in 16:9, quindi con altezza di 1,2 metri e base di 2 metri e 13 centimetri, per una superficie totale di circa 4,5 metri quadrati. In queste condizioni, con obiettivo più o meno ad 1/3 tra "wide" e "tele" e lampada in modalità ECO, ho potuto chiudere il diaframma fino a -8 per scendere a poco più di 60 NIT al centro dello schermo, al netto della calibrazione del bianco, il tutto con un rapporto di contrasto nativo di ben 33.000:1. Approfitto anche per segnalare l'intelligente posizione del proiettore scelta da Gianluca e Paolo, perfettamente in asse con lo schermo, in modo da perdere il meno possibile in termini di riflettanza dallo schermo.
Prima di tutto ho verificato cosa è possibile fare con il menu utente e soltanto in un secondo momento ho sfruttato la calibrazione del gamma per le singole componenti RGB dal software di controllo che è possibile scaricare gratuitamente dal sito JVC. In questa occasione non ho verificato il software per la calibrazione semi-automatica, sia per mancanza di tempo, sia per non rischiare di pregiudicare il lavoro per eventuali bachi software: per questa verifica ho in mente un approfondimento, da realizzare con un test di entrambi gli strumenti di misura possibili, quindi "Datacolor Spyder 5" e anche Xrite "i1 Pro 2", con un "golden sample" del DLA-N5 che dovrei analizzare a breve.
Il menu prevede 5 profili predefiniti e 6 a disposizione per l'utente. In realtà sono tutti personalizzabili. Come potete vedere dalle immagini, ho scelto il menu "Custom 6" a cui ho associato il profilo colore predefinito "709", un bilanciamento del bianco "di partenza" a 6500 kelvin e un gamma "di partenza" con coefficiente 2.2. Dopo un veloce controllo di luminosità e contrasto, ho lasciato tutto a zero Per il bilanciamento del bianco ho tolto un bel po' di blu e di verde dalle alte luci e un pochino di verde e rosso alle basse, lavorando in questo ultimo caso più sui controlli del gamma (picture tone e dark level) che sull'offset del bilanciamento del bianco. Il risultato è in alto a sinistra ed è abbastanza buono ma sulle bassissime luci il risultato è sicuramente perfettibile. Con il software di controllo da PC, finalmente molto veloce e con feedback quasi immediato (almeno per le singole componenti RGB), calibrare gamma e bilanciamento del bianco è un gioco da ragazzi. Il risultato, in alto a destra, ovviamente è entusiasmante ed è stato ottenuto in meno di 15 minuti. Alla visione le differenze di prestazioni sono meno evidenti poiché il livello di luminanza al di sotto del 10% del segnale in ingresso è molto contenuto e la percezione della crominanza in questo caso è sensibilmente ridotta (circa 0,1 NIT al 5%). I due grafici qui in alto si riferiscono ai risultati della curva del gamma con i due diversi procedimenti, ovvero a sinistra quello da menu di controllo (con i risultati per il bilanciamento del bianco che avete visto più in alto) e a destra quello da software di controllo. I risultati sono quasi sovrapponibili. Il risultato della riproduzione dei colori è quasi sensazionale, non soltanto per tinta e saturazione ma anche per il livello di luminanza dei colori primari e secondari e anche delle 18 "patch" colorate della carta test "Gretag". Gli unici "problemi" sono a carico del vertice più estremo del verde, con un Delta E uv che vale 6 e con la stragrande maggioranza di tutti gli altri punti test al di sotto di 2. Per raggiungere questo risultato, oltre alla calibrazione del bilanciamento del bianco, ho dovuto correggere leggermente soltanto la saturazione del blu oltre alla tinta e alla saturazione del verde, il tutto dal menu CMS del proiettore. Con un po' più di tempo a disposizione, avrei provato a creare un profilo colore con il software di calibrazione JVC, in modo da tentare di superare le limitazioni sul verde. Magari, la prossima volta... Qualche screenshot - che lascia ovviamente il tempo che trova dal punto di vista tecnico - serve solo per testimoniare che abbiamo controllato il risultato non soltanto con film ma anche e soprattutto con immagini sportive in cui il verde è parte fondamentale. Ebbene, il risultato è estremamente gradevole oltre che corretto. Oltre alle notevoli prestazioni colorimetriche, devo sottolineare una straordinaria profondità e tridimensionalità d'immagine, merito anche dello schermo ad alto contrasto e del trattamento della sala.
Pagina 5 - Misure in HDR: premessa
Prima di arrivare alle misure in HDR sul JVC DLA-N7 è necessaria una premessa. La riproduzione dei contenuti HDR per il pubblico vede muovere i suoi primi passi prima di tutto al cinema, piuttosto che sui TV casalinghi, grazie a Dolby e alle sue sale Dolby Cinema (correva l'anno 2014), all'interno delle quali il picco del bianco sullo schermo è di ben 106 NIT (31 FL) e il rapporto di contrasto nativo teorico è di ben 1.000.000:1 (un milione a uno), grazie alla doppia modulazione associata alla tecnologia DLP. In questo caso i contenuti vengono preparati appositamente per le sale Dolby Cinema. Per i contenuti HDR "consumer" invece dobbiamo fare i conti con la curva PQ (SMPTE 2084) che prevede il cosiddetto "bianco diffuso" (50% del segnale in ingresso) a circa 94 NIT e picchi di luminanza nella maggior parte dei casi a 1.000 NIT, in qualche caso anche oltre 2.000 NIT e in teoria fino a 10 volte tanto (il limite massimo è 10.000 NIT). Non dobbiamo però dimenticare che il nostro sistema occhi-cervello ha un suo "gamma", che fa in modo che 500 NIT ci sembrino soltanto due volte più luminosi rispetto a 100 NIT e che tra un "bianco" a 1.000 NIT e un altro a 2.000 NIT ci sia tutto sommato poca differenza. Tornando alla riproduzione casalinga in HDR, pensata soprattutto per i televisori, per la calibrazione dei contenuti bisognerebbe far sì che il display riproduca correttamente il bianco diffuso a 94 NIT e la prima metà della scala dei grigi, dal nero fino al 50%, scendendo a compromessi soltanto per la seconda metà della scala dei grigi, quindi dal 50% al 75% per contenuti che arrivano fino a 1.000 NIT. Per la videoproiezione, in cui tutt'oggi mancano effettivamente riferimenti di luminanza precisi, il mio suggerimento è che il bianco diffuso venga riprodotto ad almeno 20 NIT (meglio se sono 25), a garanzia di immagini abbastanza luminose: se l'ambiente è completamente buio l'occhio si adatta e alla fine la luce complessiva generata da una immagine proiettata su 110" non sarà poi così lontana da quella di un "vassoio" da 55" (cit.). Se poi la combinazione che ho scelto tra flusso luminoso e schermo mi dà la possibilità di generare un picco del bianco superiore ai 100 NIT - come per le sale Dolby Cinema - ho abbastanza margine per modulare la seconda parte della scala dei grigi in maniera corretta. In più, se il mio sistema (proiettore, schermo e ambiente) mi consente di avere un livello del nero molto contenuto e, come in questo caso, posso raggiungere addirittura 130 NIT di picco (in 16:9, con calibrazione D65 e diaframma completamente aperto), i nostri occhi si adattano e il risultato della dinamica sarà molto simile a quello di un OLED con picco di luminanza di 600 NIT, con il vantaggio di poter fare quasi a meno anche del "tone mapping dinamico". Se invece riesco ad arrivare soltanto a 50 NIT di picco (in alcuni casi ho visto installazioni anche con picco di luminanza anche più contenuto), considerando che non bisogna rinuncare ad un bianco diffuso da 25 NIT, non ci sarà abbastanza "margine" per modulare la seconda metà della scala dei grigi tra 25 e 50 NIT e l'immagine sarà un pochino "piatta", molto simile a quella di un Blu-ray HD con gamma dinamica compressa secondo le raccomandazioni REC BT.709. In questo caso, con luminanza così bassa, sarà molto utile un tone mapping dinamico che mi faccia recuperare luminosità quando le scene sono più scure. Tornando al "nostro" JVC DLA-N7 e al flusso luminoso superiore a 1.400 lumen con calibrazione D65, se siete interessati ai contenuti HDR, posso raccomandare l'utilizzo di uno schermo con gain unitario e base non superiore ai 2,8 metri, oppure in caso di schermo ad alto contrasto come il Global Commander con gain di 0.8, non superate 2,5 metri di base. Più piccolo sarà lo schermo, più alto sarà il divertimento in HDR. Per riprodurre contenuti HDR su uno schermo da 3 metri di base con gain 0.8 servirebbero almeno 1.900 lumen. Per 3,6 metri di base servono 2.600 lumen e per 4 metri di base ne servono 3.400. A questi valori andrebbe aggiunto un margine del 25% se non volete cambiare lampada dopo 200 ore... Oppure dovreste considerare un proiettore con sistema d'illuminamento a stato solido, quindi con laser/fosfori oppure LED/fosfori.
Pagina 6 - Misure in default HLG e HDR10
Per pubblicare misure di luminanza o flusso luminoso in HDR, servono riferimenti precisi e non è possibile indicare solo misure relative come per REC BT.709. Per questo motivo, per i videoproiettori, normalizziamo tutte le rilevazioni ad un livello di luminanza di picco di 100 NIT. Sarà compito dell'installatore configurare schermo, posizione del proiettore e dell'obiettivo, alimentazione della lampada, posizione del diaframma ed eventuale presenza dei filtri colore, in modo che il picco di luminanza dell'immagine raggiunga effettivamente i 100 NIT. Se l'installazione dovesse prevedere un picco di luminanza più basso (es. 50 NIT), allora tutte le considerazioni fatte in questa pagina su gamma e flussso luminoso, sarebbero poco utili. Le misure su bilanciamento del bianco e colori sono invece assolute. I due grafici qui in alto si riferiscono al bilanciamento del bianco ottenuto in default rispettivamente con segnale in ingresso HLG e REC BT.709 e con segnale HDR10 e spazio colore REC BT.2020. Normalizzando a 100 NIT, i valori del gamma in modalità HLG sono appena più indietro rispetto al nostro personale riferimento che prevede il bianco diffuso (che in HLG è a circa il 65% di intensità del segnale in ingresso) ad almeno 25 NIT. In questo caso il bianco diffuso in HLG del DLA-N7 è sensibilmente inferiore, è posizionato a 17,5 NIT e le prestazioni generali sono discrete, con immagine non molto luminose ma con dinamica ben riprodotta. Alzando il picco di luminanza ad almeno 120 NIT la situazione migliora sensibilmente. L'alternativa è comprimere leggermente la gamma dinamica con il controllo "tonalità immagine". In HDR10 default, il clipping arriva all'85% del segnale in ingresso, troppo in alto e il bianco diffuso è troppo basso, pari a 14,5 NIT. Attivando l'auto tone mapping però la situazione è ottima, con clipping al 78% e bianco diffuso a ben 23 NIT, con file test con MaxCLL 1000 e MaxFALL 400. Il gamut dei proiettori a lampada è legato allo spettro di emissione di quest'ultima che, con il passare delle ore, perde la sua dominante blu/verde per virare verso il giallo. Con lampada "vergine", ricca di frequenze blu, il gamut è leggermente penalizzato su rosso e verde, specialmente attivando il filtro colore che sottrae il "giallo" ai primari rosso e verde e contribuisce ad allargare sensibilmente il triangolo di gamut. La riproduzione dei colori a saturazioni intermedie è legata soprattutto al bilanciamento del bianco. Nel primo grafico a sinistra osserviamo il triangolo di gamut in modalità HLG senza filtro colore DCI attivato, con verde "nativo". La situazione è solo discreta, con tinte sostanzialmente corrette ma saturazioni troppo elevate. In modalità HDR10 con filtro colore DCI attivato la situazione peggiora, anche per "colpa" del bilanciamento del bianco troppo "freddo" già evidenziato in apertura. In buona sostanza, per riprodurre contenuti HDR10 e HLG la calibrazione colore è vivamente consigliata se non addirittura indispensabile.
Pagina 7 - Calibrazione in REC BT.2100 e conclusioni
Per la calibrazione in HDR10, lo schermo e la luminanza che si riesce a raggiungere sono parte fondamentale di tutto il processo. Lo schermo Global Commander da 2,8 metri di base, installato nella show-room, ha un rapporto d'aspetto in 21:9, con altezza di 1,2 metri, una superficie virtuale in 16:9 di 4,41 metri quadrati e un gain di 0,8. La porzione in 16:9 ha una larghezza di 2,13 metri e un'area complessiva di 2,56 metri quadrati. Con lampada ad alta potenza e diaframma aperto, ho misurato un picco di luminanza rispettivamente di 80 NIT in 21:9 e di 130 NIT in 16:9, con calibrazione del bianco secondo specifiche D65 (0,313x e 0,329y). Inserendo il filtro colore DCI, il picco di luminanza scende del 20%. Ho scelto quindi di utilizzare il filtro DCI soltanto con i contenuti con rapporto d'aspetto in 16:9 poiché proiettando su 2.8 metri di base, la luminanza sarebbe scesa troppo. Le operazioni di calibrazione prevedono prima di tutto la modulazione dei controlli di luminosità, contrasto e gamma in modo da "disegnare" la curva del gamma secondo le necessità e soltanto in un secondo momento si provvede alla calibrazione del bilanciamento del bianco e infine dei colori. Sono quindi partito dal profilo "Custom 4" in 16:9 senza filtro colore, con profilo colore HDR, in modo da verificare com'era la "situazione", partendo ovviamente con lampada al massimo e diaframma completamente aperto. Con lampada "alta", la rumorosità è un po' più elevata di quanto mi aspettassi, considerate le dimensioni del nuovo telaio JVC, davvero generose. In questo caso, come già anticipato, ho ottenuto 130 NIT senza filtro DCI in 16:9, 102 NIT con filtro DCI inserito e sempre in 16:9, 79,5 NIT in "scope" e senza filtro DCI. Per la calibrazione del bilanciamento del bianco in HDR, con i JVC di ultima generazione si hanno a disposizione 5 diverse strategie. Se ne conoscete altre fatecelo sapere. La prima è quella "tradizionale" e prevede l'utilizzo del solo menu del proiettore, con una combinazione del bilanciamento del bianco e dei controlli del gamma che devono essere usati in sinergia. La seconda è utilizzare il software di calibrazione semi-automatica di JVC per misurare la linearità delle matrici e creare un profilo che abbia già gamma e bilanciamento del bianco perfettamente lineari e verificare eventuali scostamenti manualmente: per questo servono una sonda "Spyder 5" oppure uno spettrometro "i1 Pro 2" e il già citato software da scaricare gratuitamente da JVC.
La terza prevede sempre il software di JVC ma solo per modificare manualmente le tre componenti RGB in modo da calibrare gamma e bilanciamento in un solo colpo: in questo caso però le curve che possono essere modificate sono soltanto tre ed è un vero peccato (ne servirebbero molte di più). La quarta prevede una calibrazione del gamma statico (es. 2.2 oppure più alto) con lampada alta e diaframma aperto, "traslando" la conversione di gamma e colori (tone mapping) ad un processore video (es Lumagen) o ad una sorgente, ovvero un lettore Blu-ray 4K come Oppo, Panasonic e compagnia oppure un HTPC con madVR. Se avete schermi troppo grandi e luminanza sotto ai 70 NIT è la scelta migliore. Nella foto qui in alto, l'amico Vincenzo ha calibrato "a spada" una delle curve del gamma con target 2.4 e ha provveduto all'autocalibrazione con il Lumagen e il software Chromapure. La modulazione della curva del gamma è operazione abbastanza semplice poiché i tre controlli del gamma (picture tone, alte luci e basse luci) rispondono esattamente come dovrebbero, con il controllo sulle basse luci che agisce al di sotto del 20%, in modo quasi speculare rispetto a quello sulle alte luci. In altre parole, la compressione della gamma dinamica è alla portata quasi di tutti e la scelta del clipping, e della giusta luminanza del "bianco diffuso", con i segnali test giusti è un gioco da ragazzi. Trovare il giusto equilibrio per il bilanciamento del bianco è operazione decisamente più complessa, almeno con i controlli tradizionali. I tradizionali controlli sulle alte luci rispondono bene mentre quelli sulle basse luci sono meno modulabili e l'eventualità di creare problemi, "affogando" una delle componenti, è sempre dietro l'angolo. Quindi mi raccomando: sulle basse luci evitate di "togliere" il meno possibile, semmai bisogna lavorare con il "picture tone" e con il gamma sulle basse luci. Il vero problema è che per mettere a posto il bilanciamento del bianco si rischia di stravolgere la curva del gamma... Il gamut e il rendering dei colori è sicuramente perfettibile ma le prestazioni raggiunte in meno di due ore - per entrambi i profili - sono molto buone. Calcolare il Delta E uv in questo caso è operazione molto difficile poiché i riferimenti di luminanza sono totalmente arbitrari. Quello che posso augurami, magari con una macchina in laboratorio e con la giusta calma, è di analizzare il sistema di autocalibrazione di JVC e verificarne le prestazioni confrontando il tutto con la soluzione Digifast/madVR/Autocal.
Al momento, come primo contatto, posso ritenermi completamente soddisfatto: il DLA-N7 (alias RS2000) è una macchina matura, con elevate potenzialità, un generoso flusso luminoso e un rapporto di contrasto da primo della classe, almeno rispetto ai proiettori a risoluzione nativa 4K.
Purtroppo per ottenere il massimo, in HDR è necessaria la calibrazione: per quanto l'attivazione dell'Auto Tone Mapping sia cosa buona e giusta, il bilanciamento del bianco e i colori sono molto lontani dal riferimento, specialmente quado si attiva il filtro DCI. In ogni modo, visto il costo della macchina, sono certo che i rivenditori autorizzati sapranno organizzarsi per consegnare- come minimo - macchine almeno già pre-calibrate. Concludo con un doveroso ringraziamento a Gianluca Vignini e Paolo Bolognini, nel video qui in alto, senza i quali questo articolo non sarebbe stato pubblicato. La pagella secondo Emidio Frattaroli: voto finale 8,6
Per maggiori info: specifiche JVC DLA-N7B - specifiche JVC DLA-RS2000 - www.suojvc.it |
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