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Pagina 1 - Introduzione e caratteristiche
Durante le ultime sei settimane, dalla vigilia del CEDIA Expo 2015 e fino all'ultimo evento della scorsa settimana a Milano, ho avuto modo di passare alcune ore in compagnia del nuovo proiettore Sony VPL-VW520ES, presentato lo scorso settembre all'IFA di Berlino e in vendita già dai primi giorni di ottobre, presso alcuni dei dealer autorizzati. Durante le molteplici sessioni di taratura, ho acquisito alcune misurazioni che mi hanno permesso di redigere questo breve ma intenso "first look", in attesa (speriamo non vana come lo scorso anno) di un modello da testare in profondità all'interno del mio laboratorio. Tutti i proiettori Sony home theater a risoluzione 4K sono dotati di tre microdisplay con tecnologia SXRD, che sarebbe la variante di Sony della tecnologia LCoS, alias Liquid Crystal over Silicon (cristalli liquidi su silicio), ovvero LCD riflessivo. Il modello VW520, con risoluzione nativa di 4096x2160 pixel, sostituisce il VW500 e introduce alcuni significativi miglioramenti, analizzati nell'intervista al progettista Naoya Matsuda che ho pubblicato giusto il mese scorso e che potete trovare a questo indirizzo. Il miglioramento più importante del nuovo VW520 riguarda la nuova lampada, accreditata di un'aspettativa di vita di ben 6.000 ore in modalità ECO e in grado di generare fino a 1.800 ANSI lumen in modalità elevata. In più c'è anche un nuovo engine ottico, che promette di aumentare in maniera considerevole il rapporto di contrasto nativo. Il rapporto di contrasto nativo più alto (comunque non dichiarato), unito all'aumento del flusso luminoso e alla presenza di un diaframma automatico, permettono la compatibilità con i contenuti codificati in 'HDR': una funzione disponibile nel menu avanzato, solo in caso di segnali video a risoluzione nativa 4K. Il VW520 arriva in compagnia del "fratello minore" VW320, anche questo con lampada lunga durata, ma senza ulteriori rivoluzioni e - soprattutto - senza compatibilità con segnali HDR, senza diaframma dinamico, senza memorie dell'obiettivo e senza "autocalibrazione", il tutto però con un risparmio sul prezzo che a prima vista può sembrare considerevole. Il nuovo VW320 costerà esattamente come il vecchio VW300, quindi 6.990 Euro, mentre il prezzo del nuovo VW520 è di 9.990 Euro. Ho osservato il nuovo VW320 nello shoot-out di Bologna del 24 ottobre e posso dire che che - secondo la mia personale opinione - i 10.000 Euro del VW520 mi sembrano più giustificati rispetto ai 7.000 Euro del VW320. Staremo a vedere cosa decideranno rivenditori e consumatori. Caratteristiche dichiarate
Pagina 2 - Setup e pre-calibrazione
Le misure pubblicate nella pagina seguente si riferiscono al primo contatto con il VW520 che ho avuto a Milano, da Videosell, prima di partire per il CEDIA Expo. Arrivato nel primo pomeriggio presso la sala principale di Videosell, ho trovato il VW520 già montato su una bella staffa Domolift e in posizione decentrata rispetto al JVC X5000 che invece era al centro e il JVC X7000 che invece era in posizione speculare a destra. Grazie a Vittorio Bianchi, il Sony aveva già accumulato 8 ore di funzionamento con lampada alla massima potenza. Non molte ma meglio che niente. Vi ricordo infatti che nelle prime ore di funzionamento, una lampada a scarica modifica molto più rapidamente lo spettro di emissione e il flusso luminoso. Prima di effettuare calibrazione e misure, bisognerebbe attendere almeno 50 ore, anche se 100 sono decisamente raccomandabili.
L'accensione del VW520 è arrivata soltanto in serata, dopo aver calibrato i due nuovi JVC, che sarebbero stati mostrati in un evento in programma da Videosell il sabato 31 ottobre. Oltre agli strumenti di misura che mi accingo a descrivere, per l'analisi della qualità d'immagine ho avuto a disposizione un lettore Blu-ray Disc Oppo 93 e il nuovo Zappitti Player 4K Duo, già usato al Gran Galà di Milano dello scorso settembre (il reportage, con le prestazioni del proiettore Epson laser LS1000O, lo trovate a questo indirizzo).
Per la calibrazione ho utilizzato il software Calman Home, il generatore video AV Lab della DVDO (fino a 10bit per componente in full HD e fino a risoluzione 4K 60p 4.2.0 ad 8bit) e un colorimetro Xrite EODIS3 opportunamente profilato "in loco" con uno spettrometro i1 Pro. Dopo la calibrazione, ho effettuato misure anche con HCFR 3.3.4 e con un altro colorimetro EODIS3, quest'ultimo profilato sempre con lo stesso spettrometro i1 Pro. Per acquisire i dati di illuminanza, indispensabili per calcolare il flusso luminoso (e indirettamente anche il gain reale dello schermo utilizzato), ho usato un luxmetro Delta Ohm, mediando soltanto 5 acquisizioni, al centro e agli angoli, questi ultimi non troppo distanti dal centro e dopo aver posizionato il lens shift nel suo stato ideale.
Prima di inziare ho selezionato il profilo colore "riferimento", ho disattivato il diaframma automatico, ho impostato la lampada alla massima potenza e ho verificato che il gamma selezionato fosse 2.2, che lo spazio colore di riferimento fosse il BT.709 e che fossero disattivate tutte le elaborazioni sull'immagine come la riduzione del rumore o il MotionFlow (interpolazione dei fotogrammi). Sony mantiene la sua straordinaria coerenza con la tradizione e ci consegna prestazioni eccellenti già con il proiettore "out-of-the-box". In queste condizioni i risultati sono ottimi, con zero fatica e nessun tipo di preoccupazione. La luminanza riflessa dallo schermo da 3 metri di base è elevata, nonostante il gain piuttosto contenuto (misurato 0,81): ho misurato quasi 60 NIT al centro dell'immagine e con lens shift perfettamente centrato.
Pagina 3 - Lab: misure post calibrazione
La calibrazione del bilanciamento del bianco è quasi surreale poiché gli aggiustamenti sono così minimi da essere quasi superflui (calma, calma: ho detto quasi). I valori del gamma sui dieci gradini della scala dei grigi disegnano il profilo di una spada perfettamente rettilinea, come anche quelli delle tre componenti RGB che compongono il bilanciamento del bianco. Quando dico calibrazione "a spada", mi riferisco proprio a situazioni del genere. La lampada ha sempre e solo 8 ore, anche al termine delle operazioni di calibrazione, tanto sono veloci. Sarebbe da verificare il tutto dopo qualche centinaio di ore, dopo aver attivato la funzione di "autocalibrazione" che dovrebbe modificare i parametri per adattarsi al variare dello spettro luminoso della lampada. Sarebbe proprio il caso di tenere un VW520 per almeno 1.000 ore presso il mio soggiorno, solo per verificare che tutto funzioni alla perfezione. Purtroppo, in questo caso, Sony continua a fare orecchie da mercante, come è già successo per il VW500. Me ne farò una ragione.
Per quanto riguarda i colori, niente di nuovo sotto al sole. Come al solito la prestazione è da riferimento, con Delta E uv al di sotto di 3, motivo per cui ho deciso di non impegnarmi nella modifica dei valori del CMS (Color Management System). Oltre allo spazio colore BT.709 ho misurato anche tutti gli altri, con il "REC 2020" che si è rivelato il migliore per chi cerca colori più saturi. I vertici dello spazio colore DCI-P3 sono però ancora lontani. Per mantenere colori saturi più profondi del REC.709, ma senza compromettere incarnati e tinte a saturazione più bassa, consiglio di scegliere lo "spazio colore 3" dal menu avanzato. Con il proiettore trovato a Bologna, con lampada pari a zero ore, ho effettuato giusto qualche piccola modifica al CMS, sul rosso, giallo e verde. Per quanto riguarda il flusso luminoso, ho rilevato circa 1.750 lumen con ottica in posizione wide e circa 1.440 con ottica in posizione tele, con entrambi i valori che si riferiscono all'intera superficie dell'immagine in formato 1.9:1; se si considera l'area in 16:9 il dato sarà leggermente più contenuto. Si tratta di valori che, lo ricordo, si riferiscono a soli 5 punti di misura e con pochi riferimenti, oltre che con lampada a sole 8 ore di funzionamento. Purtroppo non ho avuto tempo di calibrare il bilanciamento del bianco e analizzare il flusso luminoso con la lampada in modalità ECO. Visto il poco tempo rimasto, ho preferito verificare il rapporto di contrasto nativo, misurato in modalità "full-on:full-off", con il colorimetro in modalità "ambient" rivolto verso il proiettore e misurando soltanto al centro. In queste condizioni ho rilevato un dato molto vicino a 15.000:1 in wide e circa 14.200:1 in modalità tele, quindi circa il 50% in più rispetto al VW500. In ogni modo, la sensazione è che in modalità ECO si perda più del 40% del flusso luminoso originale. Non solo: sono quasi certo che agendo sul diaframma venga modificata anche l'alimentazione della lampada, con variazione dello spettro luminoso, quindi anche del bilanciamento del bianco. Se e quando arriverà una macchina in prova, per un test più approfondito, cercherò di analizzare anche questo aspetto, molto curioso. Altra caratteristica da verificare è l'autocalibrazione: un dispositivo che dovrebbe modificare alcuni parametri per "tenere a bada" la deriva del bilanciamento del bianco durante il consumo della lampada.
Pagina 4 - Visione in HD, 4K, HDR e conclusioni
Lo schermo Screen Exellence Reference Fixed AT, in dotazione nella sala di Videosell e anche in quella di Audioquality, dove ho visionato con più tranquillità il VW520, è straordinario per qualità generale e per fono-trasparenza ma non mi è mai piaciuta la superficie Enlightor 4K per quello che combina al micro-dettaglio e al gain. Forse sarebbe meglio il telo Enlightor Neo-S, di gran lunga più costoso anche se potrebbe dare qualche effetto moirè con la sua struttra regolare... La superficie dello schermo Enlightor è composta da fibre che sono in parte permeabili ai fotoni, col risultato che una parte della luce viene diffusa tra le fibre, abbassando il gain (quello dichiarato è pari a 0,9 ma sembra più uno 0,8) e il rapporto di contrasto tra un pixel e l'altro. Pensate che per effettuare la messa a fuoco con la massima precisione è consigliabile affidarsi ad un cartoncino. Infatti, per l'analisi delle prestazioni su risoluzione e dettaglio, mi sono affidato proprio ad un cartoncino bianco, con retro più scuro, gentilmente offerto da Videosell. Sia ben chiaro: si tratta di uno schermo eccellente, soprattutto per dimensioni importanti dove si è costretti a posizionare i diffusori dietro allo schermo. Per l'analisi della qualità video di un proiettore, avrei preferito una superficie compatta. La prima cosa che colpisce del 520 è il flusso luminoso, ancora più elevato rispetto al modello precedente. Si tratta di una riserva di energia che dovrebbe permettere di superare agevolmente i 40 NIT anche in modalità ECO su schermi da 3 metri di base. In realtà, questa riserva di energia sarà molto più utile quando si volessero riprodurre contenuti video 4K codificati in HDR, quindi con informazioni più luminose del "bianco" al 100%. Per questo motivo, un proiettore compatibile HDR come il 520 di Sony, si troverebbe quasi a dimezzare il punto del bianco al 100% (e anche il rapporto di contrasto), in modo da avere margine più in alto per modulare tutte le informazioni in più che arrivano con la codifica HDR. Il primo test arriva proprio con alcuni file video 4K HDR, con curva del gamma SMPTE 2084, forniti sia dalla stessa Sony che da JVC, mentre un'altra clip video è stata codificata direttamente da noi, utilizzando la suite "Da Vinci Resolve" di Blackmagic Design. Il risultato è esaltante, con alcuni colori che possono essere finalmente più luminosi del bianco e una riproduzione dei riflessi del sole su superfici reali come legno, mare e asfalto, che rendono l'immagine ancora più vera e tridimensionale. Insomma: si tratta di un vero spettacolo per gli occhi che potremo osservare soltanto il prossimo anno, quando arriveranno i nuovi supporti Blu-ray Disc a risoluzione 4K.
Tornando ai segnali video più tradizionali, con materiale full HD le prestazioni sono molto simili a quelle di cui è capace il modello VW500 della passata stagione. Colorimetria e bilanciamento, con taratura REC BT-709, sono praticamente identiche. Con le immagini più scure invece il maggiore rapporto di contrasto del 520 viene fuori con prepotenza e le differenze si notano. Sony indica il passaggio del contrasto dinamico da 200.000:1 (VW500) a 300.000:1 (VW520). In effetti il livello del nero, senza l'intervento del diaframma, appare decisamente più contenuto rispetto al VW500 e probabilmente quasi allo stesso livello dell'ammiraglia VW1100. Con le sequenze più scure di film, come quelle da Oblivion o Gravity, le differenze sono nette mentre con un quadro anche solo leggermente più luminoso, diventano difficili da scovare. Per quanto riguarda la qualità generale, come sempre ho apprezzato la presenza dell'algoritmo di riquantizzazione (smooth gradation) che evita le solarizzazioni con pochi effetti collaterali. Per quanto riguarda invece risoluzione e dettaglio, come ho già avuto modo di sottolineare più volte, la qualità d'immagine di un VPL-VW1100 è ancora distante e con segnali test a risoluzione nativa 4K si notano alcune imprecisioni che però, a distanza normale di visione, diventano più difficili da riconoscere, probabilmente anche grazie allo schermo utilizzato per questo test. In sostanza, con il nuovo VPL-VW520ES, Sony è riuscita a migliorare due aspetti, come il flusso luminoso totale e il rapporto di contrasto nativo, che da un certo punto di vista potrebbero sembrare marginali. In questo senso, chi ha un VPL-VW500ES non dovrebbe porsi alcun dubbio: secondo me non vale la pena passare al nuovo modello, anche perché per la disponibilità di contenuti HDR c'è ancora tempo e un primo bilancio su qualità e quantità di contenuti secondo me riusciremo a farlo solo nella seconda metà del 2016. Speriamo soltanto che entro quella data, Sony riesca a mandarci un sample perfettamente funzionante, in modo da poter pubblicare una recensione approfondita e finalmente esaustiva. Nel frattempo, per maggiori informazioni sul proiettore: sony.it/pro/product/vpl-vw520es Invece per scoprire dov'è in dimostrazione: sony.it/pro/ezone/dealers
NOTA DI TRASPARENZA: Le misure pubblicate in questo articolo sono effettuate con strumenti verificati regolarmente (alcuni dei quali con certificati di calibrazione disponibili in redazione) e seguendo precedure standard, pubblicate sul testo di riferimento IDMS rev 1.03 che può essere scaricato gratuitamente da questo link. L'analisi e i giudizi tecnici sul prodotto sono "super partes", basati su fatti concreti, verificati e ripetibili, oltre che su un'esperienza in fotometria e videoproiezione che supera i quindici anni. Segnaliamo tuttavia ai lettori che Sony è inserzionista di questa testata giornalistica, esattamente come molte altre aziende legate al settore dell'elettronica di consumo. |
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