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Pagina 1 - Introduzione e caratteristiche
Huawei Mate 10 Pro è il nuovo flagship di casa Huawei, annunciato a Monaco in ottobre, dopo aver presentato a Berlino, in occasione di IFA, il suo primo chipset AI mobile, il Kirin 970, dotato di un’unità di calcolo "neurale" (NPU) cui avevamo già parlato in questa news. Lo Huawei Mate 10 Pro è dunque equipaggiato con un SoC con processo litografico a 10nm che dispone di una CPU ARM Cortex Octa-core, GPU Mali G72 12-core, 6GB RAM e 128GB flash ROM, display AMOLED da 6 pollici con risoluzione di 2160 x 1080 e rapporto di aspetto 18:9, doppia fotocamera posteriore 20MP Monochrome + 12MP RGB con apertura relativa f/1.6 e differenti modalità di autofocus (PDAF,CAF,Laser), fotocamera anteriore da 8 megapixel con apertura relativa f/2.0, batteria da 4000mAh con ricarica veloce Huawei SuperCharge, sistema operativo Android 8 Oreo con interfaccia utente proprietaria EMUI 8.0. Lo smarphone è resistente all'acqua e alla polvere grazie alla certificazione IP67, è dual Sim dual standby con supporto LTE Cat.18: sulla SIM card secondaria c'è il supporto fino alla rete 4G, mentre sulla principale è disponibile anche quello per rete 4G plus. Il Mate 10 Pro è disponibile nelle finiture Midnight Blue e Titanium Grey, il terminale che ci è stato messo a disposizione per i test è nella colorazione grigia. La faccia principale del Mate 10 Pro è quasi interamente ricoperta dall'ampio display AMOLED da 6 pollici con un interessante rapporto screen-to-body di circa l'81%, con due sottili bande nere in alto ed in basso: nella banda superiore sono posizionati l'auricolare, la fotocamera frontale ed un minuscolo LED di stato mutlicolore, mentre in quella più ampia inferiore c'è solo il logo del produttore. Sul lato sinistro trova alloggiamento solo la slitta per la doppia SIM, mentre nel lato destro sono presenti il bilanciere per il volume ed il tasto di accensione/spegnimento. Sul lato superiore ci sono un microfono e il trasmettitore ad infrarosso, che funziona con la app dedicata preinstallata; sul lato inferiore sono situati il microfono, l'altoparlante per il vivavoce e il connettore USB Type-C. Sulla faccia posteriore ci sono invece la fotocamera principale Leica con i due obiettivi con sensore colore da 12 megapixel e monocromatico da 20 megapixel, il dual flash LED e gli emettitori laser e IR per l'autofocus e il lettore per le impronte digitali. La confezione comprende, oltre al dispositivo, gli auricolari con connettore USB Type-C, un caricabatteria (5V/2A o 4,5V/5A) con Huawei SuperCharge, un cavo USB-C, un adattatore per cuffie da USB-C a mini-jack audio, un case in silicone trasparente, una guida rapida ed uno strumento per la rimozione della slitta per le SIM. Scheda Tecnica
Pagina 2 - Ergonomia e Hands on
La cosa che mi ha particolarmente colpito, non appena aperta la confezione, è stata il design esclusivo, molto elegante anche grazie all'involucro in vetro che ricopre fronte e retro, con una leggera curvatura sui bordi; lo smartphone dà inoltre l'idea di solidità e robustezza, è ben curato in ogni minimo dettaglio, con una linea accattivante, ben ingegnerizzato, ed è costruito con materiali di pregio e con ottime finiture. Anche se le dimensioni sono generose, il peso è contenuto e si riesce a tenerlo abbastanza agevolmente con una mano; purtroppo bisogna pagare un piccolo scotto per l'elegante rivestimento in vetro, in quanto il telefono non presenta un'ottimale aderenza e scivola facilmente se la presa non è salda, situazione però ovviabile utilizzando la custodia in silicone in dotazione con il terminale. L'utilizzo con una sola mano è inoltre agevolato sia dalla possibilità di rimpicciolire lo schermo semplicemente facendo scorrere il dito sul bordo inferiore del display, sia grazie alla tastiera mobile, soluzioni già adottate da altri terminali in passato, tra cui, ad esempio, lo stesso Huawei P10 o il Samsung Galaxy S8. L'accensione è davvero rapida, circa 16 secondi per ottenere la schermata Home e ci dà già un'idea chiara della "quantità dei cavalli a disposizione del motore hardware" del dispositivo. Il display, come verificheremo tra poco nella sezione dedicata, è molto ampio e luminoso; piccola o grossa pecca, a seconda delle varie filosofie di pensiero è che, anche il costruttore cinese si è adeguato al trend lanciato dal Samsung Galaxy S8 con il suo poco standard rapporto di aspetto pari a 18:9. Posso dire che non capisco bene le motivazioni di questa scelta che provoca la perdita di informazioni o la presenza di bande nere agli estremi o addirittura artefatti di aliasing dovuti allo scaling, visto che la quasi totalità dei contenuti sono disponibili nel più standard 16:9; non mi soffermo a ripetere tutte le perplessità che tale opzione dell'aspect ratio ha destato in noi, ma per chi fosse interessato può dare un'occhiata qui.
La risoluzione del display, pari a 2160x1080 pixel, è più che sufficiente in ogni condizione ed è impossibile notare la struttura dei pixel anche da distanza ravvicinata. Rispetto al Galaxy S8 ed S8 Plus c'è un piccolo vantaggio: quando si osservano contenuti full HD (1920x1080) alla risoluzione verticale nativa, quindi in 1080p con bande nere ai lati, il dettaglio e la risoluzione sono quelli di un display nativo full HD poiché non c'è alcuna operazione di scaling; al contrario, con lo zoom attivato fino a coprire l'intero display in senso orizzontale, c'è un piccolo scaling che introduce inevitabili artefatti di aliasing che abbiamo evidenziato nelle due immagini qui in alto. Nell'uso di tutti i giorni, nella visione di contenuti in streaming, gli artefatti saranno pressoché invisibili e nascosti da altri problemi legati dalla compressione. Nella visione di contenuti di qualità e di immagini statiche, questi artefatti potrebbero essere invece riconoscibili. Lo Huawei Mate 10 Pro presenta anche una nuova interfaccia utente personalizzata, la EMUI 8.0 (il numero di versione è passato direttamente dalla 5.1 alla 8.0 per uniformarsi con la versione di Android utilizzata). In ogni modo, ad una prima occhiata, almeno dal punto di vista grafico, non abbiamo notato sostanziali differenze tra le due versioni. per quanto riguarda il menù delle impostazioni, è stato snellito in maniera decisa, lasciando unicamente le voci delle macrocategorie al cui interno troviamo annidate tutte le varie opzioni. Un'altra novità è la possibilità di utilizzare un pulsante flottante sempre presente sullo schermo che sostituisce la barra di navigazione virtual; grazie al nuovo pulsante è possibile, tramite gesture specifiche, effettuare tutte operazioni che prima eseguivamo tramite i tasti di navigazione, come ad esempio tornare alla home, tornare indietro od anche richiamare il task manager. A differenza dello Huawei P10 in cui è situato sotto al display, il lettore di impronte digitali è stato ricollocato sul dorso del telefono, appena sotto la dual camera ed oltre le funzionalità standard ha anche quella di richiamare il menù a tendina scorrendo il dito dal basso verso l'alto o di scorrere le foto nella galleria movendo il dito da destra a sinistra o viceversa. La posizione del lettore ci piace di meno rispetto alla soluzione adottata nel flagship precedente, in quanto riteniamo più comodo averlo a disposizione anche quando il telefono è poggiato su di una superficie; in ogni modo, questa soluzione non è così drammatica come ad esempio nel Samsung Galaxy S8, in cui il lettore delle impronte è proprio a fianco della fotocamera principale e causa, quindi, di numerose e fastidiose "ditate" involontarie sulle lenti della camera stessa. L'autonomia è più che sufficiente per concludere la giornata con un residuo a doppia cifra anche nelle condizioni più gravose ed è uno degli aspetti che più si apprezzano perché potenza, peso e dimensioni del terminale, oltre alla qualità del display, sono un compromesso eccellente. Alcune innovazioni della nuova interfaccia utente sono ereditate direttamente dalle nuove funzionalità di Oreo, come i menu a discesa ottenibili fornendo una pressione più duratura sulle icone oppure il picture in picture di alcune app compatibili (come Google Maps, utilissima in molte occasioni ma ancora con qualche errore da sistemare). Oltre alla velocità e fluidità della gestione delle varie funzioni, alla rapidità del rendering delle pagine web oppure dell'installazione dei vari programmi, ci ha conquistato anche la qualità della gestione della doppia SIM (anche grazie alle nuove funzioni di Android 8.0), con doppia ricezione LTE 4G e possibilità di rimanere collegati alla rete internet con una delle due SIM mentre con l'altra si è impegnati nella conversazione.
Pagina 3 - System, Browser & GPU Benchmark Anche questa volta come system benchmarch abbiamo preferito utilizzare il benchmark "cross-platform" Geekbench4, visto che il software che utilizzavamo precedentemente, Basemark OS II, ha presentato incompatibilità su alcuni test per qualche terminale che abbiamo avuto a disposizione. Lo Huawei Mate 10 Pro con il suo Kirin 970 ha presentato prestazioni eccellenti anche se non come ci aspettavamo; si afferma come primo della classe per quanto riguarda la prova nel test "multi-core", ma per quanto riguarda invece il risultato del test ottenuto per "single core", è inferiore al Samsung Galaxy S8 e addirittura allo Huawei P10 con il suo Kirin 960. Ci saremmo aspettati un aumento delle prestazioni di qualche punto percentuale rispetto ad un diretto concorrente come l'S8 e ben più generoso rispetto al P10 che è dotato di un processore di generazione precedente. Con il Mate 10 Pro abbiamo deciso di abbandonare definitivamente il browser benchmark Sunspider, in quanto non più aggiornato da qualche tempo e quindi foriero di risultati non attendibili come già avevamo verificato con altri terminali esaminati con questo benchmark. Per dovere di cronaca lo Huawei Mate 10 Pro aveva realizzato un deludente 694.4ms ma da prendere oltremodo con le pinze vista l'inattendibilità manifesta del sistema di benchmarking. Ci siamo dunque orientati su JetStream, erede naturale di Sunspider, che è una suite di benchmark JavaScript, che copre una varietà di carichi di lavoro avanzati e tecniche di programmazione, e riporta un singolo punteggio che li equilibra utilizzando la media geometrica. Con il nuovo Browser Benchmark il risultato dello Huawei Mate 10 è al primo posto assoluto con un vantaggio però non eclatante rispetto allo Huawei P10 e al Galaxy S8 Per quanto riguarda il processore grafico la nuova ARM Mali-G72 MP12, integrata nel SoC Kirin 970, presenta prestazioni eccellenti ma paragonabili rispetto alla ARM Mali-G71 MP20, integrata nel SoC Exynos 8895 del Samsung Galaxy S8 con un notevole passo in avanti rispetto alla ARM Mali-G71 MP8 integrata nel SoC HiSilicon 960 in dotazione allo Huawei P10. Abbiamo provato ad utilizzare anche un altro noto software di benchmarking come 3D Mark con il risultato overall di 2956 contro i 3307 del Samsung Galaxy S8 ad esempio. Anche con l'altro benchmark per le GPU messoci a disposizione da Kishonti nella sua suite GfxBench 4.0, abbiamo ottenuto ottimi risultati che giustificano l'enorme fluidità riscontrata durante l'utilizzo quotidiano dello smartphone. Come già detto ci saremmo aspettati un deciso aumento delle prestazioni rispetto ad altri dispositivi testati e pur confermando risultati di tutto rispetto, non rientrano nei canoni che immaginavamo nelle nostre aspettative. Vedremo successivamente se il rilascio di nuove versioni del firmware produrrà un aumento delle prestazioni che ci sembra insito nel "DNA hardware" del dispositivo. Nel corso dei test abbiamo anche provveduto a fotografare con una camera termica Seek Thermal il dispositivo nelle varie fasi della prova, per avere un'idea della quantità di calore generato dal terminale in condizioni di carico elevato della CPU/GPU Nella foto di sinistra si analizza la mappa termica del dispositivo poco dopo l'inizio della prova. Si nota chiaramente la zona dove è posizionato il SoC che è a temperatura pù elevata rispetto al resto. Con il passare del tempo la propagazione del calore aumenta come si evince dalla foto centrale e con un carico sempre maggiore e continuo di lavoro la diffusione del calore dell'unità di elaborazione è pressocchè uniforme su tutto il dispositivo. Anche dopo un lungo periodo di stress termico lo Huawei Mate 10 pro, almeno a livello di benchmarking, non presenta effetti di thermal throttling; anche al tatto rimane praticamente tiepido e nonostante il continuo carico di lavoro non si discosta molto dal valore massimo di 42°C registrato.
Pagina 4 - Kirin 970, Intelligenza Artificiale e camera Un piccolo approfondimento a parte, lo merita il System-on-chip in dotazione al Mate 10 Pro, ovvero il Kirin 970, realizzato con processo litografico a 10 nm e dotato di processore octa-core con 4 ARM Cortex A73 a 2.36 GHz e 4 ARM Cortex A53 a 1.84 GHz, e GPU a ben 12 core. La caratteristica che lo rende particolarmente interessante è l'implementazione di una Neural Processing Unit (NPU), un’unita di calcolo neurale, a detta di Huawei la prima ad essere stata integrata in un SoC, che permette di semplificare e velocizzare le operazioni di calcolo, dedicata all'Intelligenza Artificiale. L'Intelligenza artificiale sta trovando sempre più numerose applicazioni nei dispositivi attuali, come aiuto per migliorare la resa delle più svariate funzionalità. In particolare nello Huawei Mate 10 Pro l'intelligenza artificiale è utilizzata nella sezione fotografica in cui tende a migliorare la qualità delle foto attraverso algoritmi intelligenti della doppia fotocamera, tra cui il riconoscimento di immagini estetiche attraverso enormi quantità di dati di immagini ad alta qualità. Dopo innumerevoli interazioni uomo-computer, l'intelligenza artificiale riesce a capire cosa sia “il bello” per l'utente, apprendendo dai feedback positivi e negativi In un test di riconoscimento delle immagini condotto da Huawei, il Kirin 970 è stato in grado di elaborare 2.000 immagini in un solo minuto.
I nuovi algoritmi fotografici intelligenti sono in grado di identificare in tempo reale i diversi tipi di oggetti e scenari, regolando automaticamente le impostazioni di scatto, come il colore, il contrasto, la luminosità, l'esposizione etc., trovando così le impostazioni più adatte a un dato oggetto in un dato ambiente. La fotocamera dunque prende una nuova connotazione, in quanto non rappresenta più lo strumento di cattura più di una semplice immagine, ma in realtà acquisisce dati perché l'obiettivo della fotocamera si è evoluto da una semplice "lente" a "sensore". Anche lo zoom digitale, la messa a fuoco e la ripresa di immagini in movimento sono regolati dall'intelligenza artificiale: ad esempio con il rilevamento intelligente del movimento, la fotocamera è in grado di identificare uno scenario di movimento in tempo reale e di mettere a fuoco e scattare istantaneamente misurando la velocità di movimento, regolando in modo adattativo la velocità di scatto. Il comparto videofotografico è decisamente completo, con doppia camera posteriore, utilizzata più che altro per simulare l'effetto "bokeh" negli sfondi in secondo piano. Per essere più precisi, anche nel Mate 10 Pro la doppia camera NON viene usata per estrarre la mappa di profondità in modo da gestire la profondità di campo variando il rapporto di apertura. Purtroppo manca anche l'utilizzo dei due sensori per espandere la gamma dinamica e per ridurre il rumore. Qualche limitazione l'abbiamo trovata anche nella sezione camera: la frequenza di quadro è fissa a 30p (60p per il full HD "HFR"), leggero crop passando da foto a video 4K e full HD 60p (circa 3% di crop) che diventa però più pesante passando al full HD 30p e alle altre risoluzioni inferiori (circa 20% di crop, ovvero 1,25X).
Pagina 5 - Display Benchmark
Nell'analisi dei display di smartphone e tablet abbiamo deciso di utilizzare - come sempre - segnali test con APL al 50% (Average Picture Level - livello medio dell'immagine) e con area dello schermo utile per le rilevazioni pari al 25%. In queste condizioni e in modalità predefinita "Schermo adattativo", il Mate 10 Pro sfiora gli 800 NIT, purché il sensore di illuminanza venga sollecitato e simulando di fatto un funzionamento in pieno sole. In stanza completamente buia, si scende al di sotto dei 500 NIT anche con la potenza al massimo. Il rapporto di contrasto è in linea con i migliori prodotti dotati di tecnologia OLED ed è stato misurato in "dark room". Le impostazioni colore selezionabili sono otto e sono la combinazione di due modalità colore ("Normale" e "Vivida") con tre diverse temperature colore ("Predefinita", "Calda" e "Fredda"), più una personalizzata che purtroppo non può essere salvata e si perde se si torna per un attimo ad una delle tre predefinite. Le differenze di luminanza tra le quattro modalità sono minime; cambiano invece i valori del gamma se si cambia la luminanza dello schermo, più o meno come avevamo già visto con il Samsung S8. La colorimetria non è molto precisa ed è caratterizzata da sensibili deviazioni tra alte luci e basse luci. D'altra parte, visto che non è poi così facile trovare smartphone con ottima colorimetria, il Mate 10 Pro si posiziona comunque nella parte più alta della classifica, subito dietro i "mostri sacri" Lumia 850 e Samsung S8. Qui in alto invece abbiamo messo a confronto due modalità colore: "Normale" e "Vivida". A sinistra possiamo osservare le prestazioni della modalità "Normale" che è la migliore in assoluto per la riproduzione dei contenuti in alta definizione (REC BT.709) e in sRGB, sia per dimensioni e precisione del triangolo di gamut, sia per correttezza dei vari colori a saturazione intermedia; segnaliamo solo qualche imprecisione nella saturazione del "verde" e del "rosso". Si tratta comunque di prestazioni che sono superiori anche a molti TV di categoria "premium". La modalità "Vivida" è praticamente coincidente al gamut DCI-P3. Maggiori informazioni sull'esecuzione dei nostri Display benchmark sono disponibili al seguente indirizzo: Display benchmark: www.avmagazine.it/articoli/mobile/818 Pagina 6 - Audio Benchmark
Prima di affrontare il discorso sui test relativi all'uscita audio del dispositivo, è bene fare una doverosa precisazione. Per la prima volta, ci è capitato tra i terminali analizzati, un device che non ha a disposizione un comunissimo connettore analogico jack da 3,5 mm, bensì l'uscita audio è implementata attraverso il connettore USB Type-C che viene utilizzato anche per la ricarica del cellulare e il trasferimento di dati. Come potete vedere nell'immagine sottostante, la porta USB Type-C a fianco ai terminali di alimentazione e di dati digitali, presenta anche ingressi ed uscite analogiche che servono per pilotare dei driver audio esterni. Questa soluzione adottata da Huawei per il suo nuovo flagship, non ci è parsa molto conveniente, per svariate motivazioni. Innanzitutto perchè, soprattutto persone pigre come me, hanno perennemente il telefono con batteria sulla soglia dello spegnimento e, quando ascoltano musica o parlano al telefono con auricolare, tengono costantemente collegato il cavo di alimentazione al terminale. Altra motivazione altrettanto importante è dovuta al fatto che si è "costretti" ad utilizzare sempre le cuffie in dotazione, con l'apposito connettore Type-C e non magari uno dei numerosi auricolari di cui tutti disponiamo con il più standard minijack da 3,5mm. E' possibile acquistare degli adattatori da USB Type-C a minijack, ed è tramite uno di essi che siamo riusciti a portare avanti i nostri test, con la consapevolezza che la potenza di uscita varia sensibilmente a seconda della bontà dell'adattatore utilizzato; ad esempio tra il migliore ed il peggiore degli adattatori che abbiamo provato abbiamo riscontrato una differenza anche di alcuni decibel, e se pensiamo che già con 3 decibel la potenza raddoppia si può capire come sia fondamentale utilizzare un adattatore di qualità. Potenza d'uscita La potenza d'uscita in funzione del carico del Mate 10 Pro, indica che il terminale predilige sicuramente auricolari a bassa impedenza. Con auricolari da 80 ohm la potenza è solo appena sufficiente; da qui in poi la potenza sale progressivamente senza alcun cedimento e diviene più che sufficiente già a 30 ohm. Con cuffie di media impedenza (es. 50 ohm come le Technics RP-DH1200) la pressione sonora è sufficiente anche quando le cuffie non sono ad alta sensibilità oppure quando il rumore in ambiente diventa molto elevato.
Con il tono a 1kHz a -60dB, il tappeto di rumore si posiziona ben al di sotto dei -135 dB e le armoniche pari e dispari sono inudibili, tutte al di sotto del tappeto di rumore. La regolarità e l'estensione in frequenza del Mate 10 Pro sono ottime ma cambiano a seconda delle impostazioni scelte in fase di riproduzione. La risposta perfettamente regolare (colore verde) si riferisce alle impostazioni di default. La curva di colore giallo viene ottenuta selezionando cuffie generiche; quella rossa si ottiene selezionando le cuffie intraurali in dotazione. La situazione non cambia anche per i segnali a 192kHz, l'estensione è sovrapponibile e il taglio avviene anche qui poco prima dei 22 kHz. Il benchmark dell'estensione in frequenza conferma le ottime prestazioni dello smartphone rispetto agli altri modelli misurati e si posiziona a metà classifica. Eccellente ed estremamente contenuta la distorsione armonica più rumore a tutte le frequenze: tutti i valori sono ben al di sotto della soglia di udibilità e posizionano il Mate 10 Pro in seconda posizione, subito dietro al modello P10, sempre di Huawei. Maggiori informazioni sull'esecuzione dei nostri Audio benchmark sono disponibili al seguente indirizzo: Audio benchmark: www.avmagazine.it/articoli/mobile/819
Pagina 7 - Conclusioni e pagella Il Mate 10 Pro, tra i terminali testati, è quello con cui probabilmente abbiamo passato più tempo e da cui ci costerà di più separarci. Dimensioni, peso, prestazioni, autonomia, qualità del display, potenza del vivavoce e design, sono probabilmente il miglior compromesso con cui ci siamo confrontati. Display e autonomia sono gli aspetti che convincono più di tutti; in particolare il display grande e potente (quasi 800 NIT in condizioni di forte illuminazione in ambiente) ha una risoluzione sicuramente più bassa rispetto ad un Samsung Galaxy S8 ma a distanza di visione normale, il vantaggio è addirittura per il Mate 10 Pro che non effettua scaling a patto di osservare contenuti full HD con bande nere ai lati. Eccellente anche il VivaVoce con la possibilità di attivare la riproduzione stereofonica, con qualche limitazione (i particolari sono in fondo alla seconda pagina). Le uniche pecche riguardano pochi aspetti senz'altro secondari, come la potenza di uscita per le cuffie che non è molto elevata e le cuffie in dotazione che sono economiche e non molto sensibili. C'è anche qualche "baco" legato più che altro al nuovo sistema operativo (es. gestione del PiP), il rapporto d'aspetto del display che costringe allo scaling nella visione di contenuti a tutta larghezza e la foto-video-camera principale da cui ci saremmo aspettati qualcosa di più, soprattutto per la gestione del rumore e per la gamma dinamica generale. Con tutte queste premesse il rapporto qualità prezzo è comunque insufficiente se consideriamo il listino di 850 Euro IVA inclusa. Fortunatamente il terminale è in vendita a circa 600 Euro oppure è in offerta presso numerosi operatori anche a 10 Euro al mese. La pagella secondo la redazione di AV Magazine:
Voto medio: 8,06 Per maggiori informazioni: consumer.huawei.com/it/phones/mate10-pro
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