Roma - Cherubini Sabato 29.03 "Musica liquida. Formati a confronto", audio shoot-out

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La notizia potete leggerla qui: http://www.avmagazine.it/news/diffus...bini_9107.html

Ad ogni buon conto, mi è arrivata la seguente email.

"Il prossimo sabato 29 Marzo siete tutti invitati a Roma, presso il nostro punto vendita, reparto Alta Fedeltà, per due eventi molto speciali, dedicati all'ascolto di qualità. All'interno della sala d'ascolto più importante, saranno in funzione gli splendidi diffusori book-shelf Raidho D 1, con woofer al "diamante" da 115mm, che hanno fatto molto parlare in occasione dell'ultimo Gran Galà dell'Alta Fedeltà di Roma.Grazie ad un set-up di qualità, vi sfideremo a riconoscere alcune tracce audio proposte in quattro diversi formati: PCM 24/96, PCM 16/44, MP3 320, MP3 128. I vincitori del contest si aggiudicheranno alcuni omaggi messi a disposizione da AV Magazine e da Cherubini. I diffusori saranno pilotati da un'elettronica 4 telai Musical Fidelity Primo + Kw Trivista, con le sorgenti CD Marantz SA11-s2 e streamer di rete Linn Akurate Ds.

Nella sala d'ascolto n. 2, adiacente a quella più grande, saranno in funzione due coppie di diffusori Q Acoustics della nuova serie Concept: i nuovi Concept 40 da pavimento, con doppio woofer da 125mm, porta reflex posteriore e tweeter a cupola da 25mm. Ci saranno anche le piccole Concept 20, con singolo woofer da 125mm, reflex posteriore e tweeter da 25mm. Saranno proposti diversi posizionamenti delle due coppie di diffusori, con relative rilevazioni acustiche in ambiente che saranno confrontate con le misure effettuate da Gian Piero Matarazzo per la recensione che sarà pubblicata su AV Magazine nei prossimi giorni. Sarà presente il resp. comm.le per l'Italia Giorgio Loreti. I diffusori saranno pilotati dall'integrato Naim Nait5 e dallo streamer di rete Naim ND5XS.

Vista la breve durata delle sessioni, questa volta non sarà disponibile alcun sistema di prenotazione. Nelle salette sarà garantito l'ingresso soltanto 6 persone alla volta e ogni 30 minuti. Per il contest sarà consegnata una scheda per le votazioni. I risultati saranno comunicati immediatamente. L'ingresso sarà consentito dalle 10:30 alle 13:30 e dalle 15:30 alle 19:30."

Mi sembrava un evento interessante, da sottolineare nella nostra sezione dedicata a questo.
Io vorrei andare in apertura, alle ore 10:30.

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Ad ormai quasi un mese e mezzo di distanza, con il mio solito colpevole ritardo, voglio in ogni caso dar conto di questo evento, cui ho avuto la fortuna di partecipare alla fine di marzo scorso.

La premessa è che agli eventi organizzati dall’accoppiata Cherubini/AVMag non riesco mai a resistere: accade sempre ed è regolarmente successo anche questa volta.

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Ho iniziato la mia visita dalla sala di ascolto meno ampia, in cui erano in funzione le britannicissime Q Acoustics della nuova serie Concept, modello 40, da pavimento. (Nella sala c’erano anche le 20.)





Il fatto interessante è che, essendo arrivati un po’ prima dell’inizio della dimostrazione, i presenti in sala (in ogni caso, per scelta precisa, non più di sei per volta) hanno potuto porre tutte le domande tecniche di prammatica del caso che venivano loro in mente all’inappuntabile rappresentante italiano della Q Acoustics, Giorgio Loreti, il quale non ha mancato di farci notare che il modello bookshelf 20 ha vinto il premio What Hifi? 2013 quale miglior altoparlante stereo dell’anno. Anche Emidio Frattaroli, in attesa dell'inizio, ha continuato a maneggiare cavi e spinotti.





Le casse, dotate di un doppio woofer da 125, di un tweeter a cupola da 25 mm e di una porta reflex posteriore (impedenza nominale 6 Ohm e sensibilità di 90 db, struttura Gelcore a bassissima risonanza, piedistallo), hanno subito sfoderato le loro doti in gamma alta, graze ad un tweeter vivace, efficace, pronto. Contenendo del ferrofluido per il raffreddamento del magnete, nel corso della lunga sessione di ascolto il tweeter ha anche un po’ migliorato la sua performance. Questo set è stato provato da WhatHifi? nel marzo scorso ottenendo il giudizio: "Agilità sonora e compostezza sorprendenti... un suono meravigliosamente invitante".



Gli altoparlanti erano pilotati da un integrato Nait5 e dallo streamer di rete ND5XS Naim.



Front.



Rear.

I brani selezionati da Loreti erano tratti da comuni CD 16 bit 44 KHertz.

Dalle casse hanno iniziato a fluire dei meravigliosi violini rinforzati da caldi contrabbassi e poi le note di una trascrizione per organo di “Quadri di una Esposizione” di Mussorgsky con una pedaliera che scendeva davvero in basso. La cosa mi ha abbastanza meravigliato e mi ha sorpreso piuttosto piacevolmente, anche se ho ascritto il merito della performance al doppio woofer da 125 centimetri.

Gli altoparlanti hanno poi mostrato di rendere particolarmente bene anche la parte più profonda in un brano contenente voci maschili, esibendo una scena particolarmente profonda.

Si è poi passati a organo e sax, con l’ottone (sì, sì, lo so: non sarebbe un ottone, ma per me rimane tale) che riempie una immensa scena con notevole pervasività.

Ha fatto seguito un piano jazz un po’ chiuso, ma ricco di armoniche. Cembali e note altissime sono apparse qui forse leggermente squillanti.

Si è passati al gospel e il suono si è fatto veloce e ad alto impatto, anche se forse la scena si è chiusa un po’ e l’equilibrio tonale si è improvvisamente spostato verso l’alto: tutto appariva come compresso, come se si fosse trattato dell'ennesimo brano vittima della loudness war (questo pezzo onestamente l’avrei tolto dalla compilation, ma mi sarà senz’altro sfuggito qualcosa: i britannici non sbagliano mai, in queste cose).

Poderosi tamburi giapponesi hanno mostrato la notevole prontezza ed estensione dinamico/tonale garantita dagli altoparlanti, producendo bassi vibranti ma secchi: si avvertiva chiaramente l’attimo in cui la mazza da tamburo impattava sulla pelle, così come il suono di “ritorno” che essa produceva per effetto della percussione. Ottimo!

Rimanendo nell'ambito delle percussioni, si è passati ad una batteria particolarmente ben registrata. Si trattava di un piccolo set jazz “tirato a lucido” mirato a produrre suoni secchi: cassa quasi afona, rullante gentilmente allisciato dalle spazzole. L’effetto che si produceva all’ascolto era esattamente quello desiderato: un suono controllatissimo, veloce, compatto.

Si è quindi tornati al famoso schiocco di Diana Krall che aveva aperto la sessione. L’olio di raffreddamento si era ormai riscaldato: la tonalità restava naturalmente la medesima, il suono però era diverso e decisamente più convincente. La stessa opinione i presenti l'hanno data poi sul riascolto delle già particolarmente convincenti voci maschili.

Un ascoltatore ha poi chiesto di collegare anche le famose bookshelf 20, ma a quel punto - per economia di tempi - dovevo passare nell’altra sala, ben più ampia.



La mattinata sarebbe stata ancora molto lunga...

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L’ascolto dell’altro set di casse merita senz’altro un discorso a parte. Parliamo, se non erro, di un set di altoparlanti dal costo di circa 15K€, dunque non indifferente per un coppia di casse bookshelf, seppure montate su un incredibile supporto proprietario: oscillante, ma che poneva l’altoparlante in una situazione di totale disaccoppiamento dall’ambiente, con una struttura “antirisonanza/antivibrazione”.











Mi riferisco alle Raidho D-1, casse con il medio-basso che adotava la tecnologia “cutting edge diamond” da 115mm, tweeter a nastro chiuso, 6 Ohm di impedenza nominale e potenza consigliata superiore ai 50w (anche se i produttori dichiarano di aver ottenuto eccellenti risultati con amplificazioni a valvole). Componentistica scandinava.

Qui mi è difficile esprimere un giudizio compiuto, perché non mi era mai capitato di ascoltare un altoparlante bookshelf di questo lignaggio.

Premetto che, naturalmente, suona bene (sarebbe curioso che non fosse così, considerata la classe dell’altoparlante).

Altrettanto naturalmente Cherubini lo aveva messo in grado di affrontare il viaggio con compagni di livello semplicemente strepitoso:
- Network music player Linn Akurate DS;
- SACD Marantz SA-11S2;
- elettronica a 4 telai (pre, alimentazione e finali monofonici) Musical Fidelity Primo + KW Trivista (esteticamente e sonicamente strepitosa, che esibiva il classico amatissimo suono di MF)!

I presenti hanno notato quanto questo impianto da sceicchi risentisse della situazione ambientale: la semplice presenza del giovane Federico Cherubini posto in piedi dietro al set modificava il suono, che in sua assenza risultava mutato non poco.



Un ascoltatore particolarmente esperto ad un certo punto della sessione ha chiesto di riposizionare gli altoparlanti, arretrandoli anche solo leggermente rispetto al riferimento segnato sul pavimento ed in effetti il risultato prodotto dall'operazione è stato un minore rimbombo della gamma bassa ed un notevole miglioramento della scena sonora.

Insomma “lascio” per manifesta incompetenza ad ognuno di voi il piacere di trarre le proprie impressioni dall'ascolto di queste magnifiche casse, al contempo permettendomi di consigliare a chi di voi sia in possesso delle necessarie precondizioni economiche di andare ad ascoltare "dal vivo" questi levrieri di altissima classe, le Raidho D-1.

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(Sezione fotografica per cavofili.)

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Ma il bello doveva ancora venire.

Dopo una piacevole pausa annaffiata dai buoni vini Colle del Sole dell'ingegner Fabrizio Falcetti (associato a Cherubini & friends), enologo (e, da quanto ho capito, anche velista) di prima qualità (davvero ottimo il suo Marragòne: http://www.cantinacolledelsole.it/vino/marragone-2.html ), ci aspettava il momento più segretamente temuto da molti di noi: la terribile prova d'esame "in cieco".

La new di AVMag, infatti, testualmente riportava: "Grazie ad un set-up di qualità, vi sfideremo a riconoscere alcune tracce audio proposte in quattro diversi formatii: PCM 24/96, PCM 16/44, MP3 320, MP3 128" (in realtà sugli MP3 si è decido per un downgrade agli scalini immediatamente inferiori). "I vincitori del contest si aggiudicheranno alcuni omaggi messi a disposizione da AV Magazine e da Cherubini."

Ad un certo punto, Paolo Cherubini ed Emidio Frattaroli hanno convocato i presenti alle varie sessioni (più di una decina di persone, in quel momento) nella sala grande per il temutissimo confronto tra formati. In effetti, ho cercato in tutti i modi di svicolare, ma non ce l'ho fatta: mi sono quindi ritrovato seduto ed anche (accidenti!) in una buona posizione di ascolto. Ho subito maledetto il momento in cui avevo deciso di trattenermi.

I brani erano tratti da un disco Linn ad alta definizione a 24 bit 96KHz e poi, oltre al master, c'erano quelli rimasterizzati/ricampionati a 16 bit 44 KHz (sarebbe stato forse più "facile" a 48KHz, metà esatta dei 96 di origine), e in Mp3 a 256Kbps e a 96Kbps. Tutti i miei vicini sembravano pittosto distesi, consci della notevole differenza che sarebbe emersa tra le varie versioni, soprattutto in quanto ascoltate in un impianto (e che impianto!) a buon diritto da considerarsi "rivelatore".

Io, invece, ho iniziato a sudare freddo. Anni e anni di ascolto sembravano essersi improvvisamente dissolti al sole.
Abbiamo iniziato gli ascolti sapendo quale versione sceglieva Emidio di volta in volta. La differenza era abnorme e tutti, tranquilli, sorridevano sotto i baffi: il master appariva articolato e lucente, l'Mp3 chiuso, poco dinamico, dotato di poca scena.

Ad un certo punto Emidio ci ha sventolato sotto il naso il bel bluray 3D del concerto di Ligabue al Campovolo (che, tra i contenuti extra, ha "Avmagazine tools 3.0 - per ottenere il massimo dalla visione 3D attiva") ed è iniziato il confronto.



Ma, appena dopo aver iniziato, Emidio si è reso conto del fatto che sul display del pre Musical Fidelity apparivano indizi utili ai fini dell'individuazione della versione in ascolto in quel momento. Ha dunque proceduto alla mascheratura del display (tralascio il fatto che nessuno dei presenti si fosse sognato di segnalare l'anomalia ).

Il contest prevedeva di riconoscere le differenze tra il "suntuoso" file di origine, 24 bit 96 KHz, e il penoso MP3 a qualità "radiofonica" compresso a 96 Kbps (ricordo che nel secondo caso la mancanza di dati rispetto alla versione originale è davvero enorme)...

...ebbene...

...abbiamo sbagliato tutti!

Nessuno era stato capace di cogliere una differenza così eclatante!

Sconcerto in sala. Tutti a chiedersi come si potesse aver preso un granchio del genere. Nel mentre Emidio, sornione ma immobile come una statua, indossava la sua migliore faccia da poker.

Tra il pubblico sono subito serpeggiati i commenti e le ipotesi più accreditate erano: "si sarà sbagliato"; "ci avrà fatto uno scherzo".

Purtroppo, amara e puntuale come la morte, giungeva la conferma del patron di AVMag: semplicemente avevamo sbagliato tutti.

Viste le facce depresse e sconsolate, Emidio, magnanimo, decideva di offrirci una chance di riserva.

Questa volta la prova era più difficile, perché venivano messi a confronto due versioni "non originali" e - per così dire - "più vicine" in termini di dati, la prima a risoluzione CD 16 bit 44 KHz, la seconda a risoluzione MP3 con compressione non elevatissima, a 256 Kbps.

Subito dopo l'ascolto sono iniziate a fioccare le ipotesi, tutte a vantaggio dell'MP3. Dopo qualche secondo il pubblico presente si era spaccato in due: infatti - proditoriamente - solo soletto e vagamente compatito avevo iniziato invece a sostenere che si trattasse della versione CD, mentre "il resto del mondo" tifava per la versione MP3.

Ebbene, sono uscito dal contest con la coda fra le gambe, ma con il BR 3D di "Campovolo" sottobraccio.

Questo confronto dal mio personale punto di vista ha però dimostrato un sacco di cose.

1) A me personalmente ha confermato il fatto che le certezze tecniche vacillano rispetto ad un prodotto ben "confezionato" (la ricodifica/ricampionamento era stata effettuata in più passaggi e con macchine "adeguate", dunque era di indubbia qualità).

2) (Credo) a tutti abbia confermato che l'ingegnere italiano considerato il "papà" degli MP3 è in ogni caso un genio.

3) Per i forumisti di AVMag è un utile memento (scritto invece a caratteri indelebili sulla pelle dei presenti) per una nuova regola da inserire nel regolamento di AVMag: mai (dico: mai) partecipare ad un contest in cieco!

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Ma la mattinata non era ancora finita...
To be continued...