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Un anno dopo aver fermato Stormfront, il piccolo Ryan è tenuto al sicuro con la CIA in un luogo segreto mentre Butcher veglia su di lui a distanza. Hughie lavora per Victoria Neuman nel Federal Bureau of Superhuman Affairs in cui fa da tramite tra l’organizzazione e i Sup, con l’aiuto di Frenchie e Kimiko dei Boys che indagano su vari abusi. Con il crollo della popolarità della Vought, Stan Edgar offre a Starlight il ruolo di capitano al fianco di Patriota, evidentemente riluttante ma impotente di fronte all’esigenza di ricostruire un minimo di credibilità agli occhi del popolo. Maeve contatta Butcher chiedendogli di cercare i Rappresaglia, un gruppo di supereroi arcinoti anni prima ma caduti in disgrazia dopo la formazione dei Sette. È convinta che indagando sulla morte del loro leader, Soldatino, si potrebbe aprire uno spiraglio sulla possibilità di uccidere Patriota. Venuto a sapere della cosa, Latte Materno decide di rientrare nei Boys per vendicare la sua famiglia colpita proprio da Soldatino. Quando Hughie scopre che Victoria, con cui ha uno splendido rapporto lavorativo e d’amicizia, è a sua volta una Sup, tutte le carte in tavola vengono mescolate e diventa evidente come il controllo che sembrava poter essere esercitato sugli esseri dotati di superpoteri fosse solo di facciata. La verità è che la Vought esercita un potere assoluto su ogni tipo di decisione da prendere. La prima scena della terza stagione di The Boys (qui la recensione della seconda stagione) è il perfetto emblema di una delle chiavi principali della serie: immagini varie dal film L’alba dei sette in cui Stormfront è interpretata da Charlize Theron e sulla quale vengono scaricate tutte le colpe di quanto accaduto. Verità tenute ben nascoste quando non insabbiate a dovere, verità che svelate metterebbero a rischio prima la Vought ma successivamente l’intero pianeta che si ritroverebbe a doversi misurare con l’ira dei Super messi all’angolo dai loro tanti vizi acquisiti, tenuti a bada dall’immagine divina derivante dai pregi ottenuti senza alcun merito. E ancora una volta il pericolo più grande è rappresentato da Patriota, la cui invincibilità lo rende onnipotente e sicuro di sé ma la cui solitudine mette continuamente a rischio la sua stabilità psichica e l’incolumità di quanti sono costretti ad averci a che fare. Dopo la caduta di Stormfront, la sua popolarità è colata a picco il che porta la Vought a ridimensionarlo affiancandogli Starlight la cui immagine è invece alle stelle. E sebbene il (non più unico) capo dei Sette sia a dir poco furibondo, sa che non può sottrarsi al parere della gente, non più. Così com’è tenuto in scacco da Maeve per la questione del video sull’aereo. La crudeltà apparentemente gratuita che esercita di conseguenza gli serve per avere la certezza costante di poter tenere sotto controllo chiunque voglia. Quelli che sono dalla parte di Patriota ne hanno paura oppure intendono trarne un vantaggio, anzi le due cose in genere coincidono. In questa stagione ci sono diversi momenti significativi che lo sottolineano, tra cui la scena di Abisso alle prese col suo amico polpo e l’uscita di scena di Stormfront (per la verità forse troppo improvvisa sebbene potentissima), che lo lascia sempre più solo e disarmato. È utile in questo senso ricordare le donne che gli sono state al fianco, volontariamente o meno. Oltre alla già citata Stormfront, psicopatica e nazista, ci sono state Madelyn Stillwell, capo della Vought, Maeve, volto femminile di primo piano dei Sette, Becca, la moglie di Butcher, da lui violentata e messa incinta e in seguito fatta sparire per otto anni. Tutti rapporti, per un motivo o per l’altro, disfunzionali, che hanno peggiorato la sua tenuta mentale piuttosto che renderlo un minimo più umano e affettivo, dipingendo un uomo solo dedito esclusivamente al culto di sé stesso. L’unico dal quale non può scappare è il giovane Ryan, sangue del suo sangue, che vorrebbe gli somigliasse in quanto a determinazione e forza ma che invece sembra rifiutarsi di assecondarlo. Dobbiamo essere malvagi e fuori di testa quanto loro. Da un grande potere deriva l’assoluta certezza che diventerai un grandissimo stronzo. Qualcosa mi si è rotto dentro e non può essere aggiustato. Soldatino (Soldier Boy) è un cowboy rimasto ai tempi da cui proviene. Interventista a tutti i costi, razzista, spietato, ottuso, incapace di empatizzare, perde spesso il controllo a causa di una suggestione che non riesce a mettere a fuoco. Il fatto che sia stato imprigionato per tanti anni scatena la sua voglia di vendetta contro gli ex compagni di squadra. In più potrebbe essere un’arma letale per Patriota. Marvin (Latte Materno o MM) diventa un personaggio chiave per le ricerche attorno a Soldatino, il quale in passato ha avuto a che fare con le disgrazie capitate alla sua famiglia. L’amore per la figlia gli fa tollerare la stima di quest’ultima per i Sette, ma quando il nuovo compagno della ex moglie la mette in pericolo la sua pazienza viene messa a dura prova, fino a quando non capisce che reprimere i suoi istinti è dannoso per sé stesso e per lo stesso rapporto con la piccola Janine. In questa stagione si rivela molto del passato di Black Noir e i cartoni animati che raccontano le vicende della sua vita rappresentano un contrasto magnifico. Momenti drammatici raccontati da animaletti che recitano un passato orribile e sanguinoso di cui lo stesso Sup resta vittima. E poi c’è un personaggio che nel finale di stagione passerà al lato oscuro ribaltando i piani in atto, che nel prossimo capitolo dovranno essere sbrogliati in maniera ancora più rocambolesca. Ci sono diversi cameo oltre a quello di Charlize Theron che nel film sui Sette interpreta Stormfront. C’è un Seth Rogen (co-produttore della serie) in una piccola apparizione da magnifico pervertito e fa la sua apparizione (più corposa) Paul Reiser (tornato ultimamente anche in Stranger Things), nei panni dell’ex vicepresidente di Hero Management, una società di fumetti della Vought da cui è stato estromesso (prima dell’inizio della serie) da Madelyn Stillwell e Stan Edgar. La colonna sonora è ancora una volta ricercata e funzionale. Oltre alla già citata Maniac, c’è Dream a little dream of me usata in due contesti diversi, uno calzante col tema che la canzone propone, l’altro con intenti del tutto opposti, dove il sogno diventa non incubo ma ossessione pura. E allo stesso modo viene utilizzata Uptown girl. Politicamente scorretto, particolarmente sull’argomento sesso (di cui nella seconda stagione avevamo avuto un bell’assaggio nell’incontro tra Patriota e Stormfront), coi tanti messaggi provenienti dalla Vought sponsorizzati in maniera spudorata e perversa (un esempio su tutti, A-Train che va addirittura oltre quanto dimostrato in passato), gli accadimenti estremi in cui i personaggi restano vivi per miracolo, quando lo restano. Tutto ciò che in altre serie verrebbe presentato per gradi perché di sicuro effetto, qui appare come se niente fosse, in maniera immediata e realistica, come se lo spettatore facesse parte della storia e lo si trattasse come tale: un personaggio aggiunto. La densità del copione è altissima, lo spessore di ogni personaggio viene scandagliato a più non posso, la fotografia e il montaggio sono accurati e diretti, così come gli effetti speciali che nonostante la massiccia presenza non ingombrano mai. The Boys non cala in quanto a qualità e questo fa ben sperare per il suo prosieguo che andrà a sviscerare ancora più in profondità i caratteri dei protagonisti, spingendoli chissà dove. Da una parte, quella dei superdotati, verso altre implosioni dovute alla mancanza di virtù, dall’altra quella dei Boys che li combattono, in direzione non più così opposta, perché se è vero che i principi da cui partono e che li spingono sono puri, i mezzi per raggiungere il fine devono adeguarsi alla malvagità, pena una disonorevole e immeritata sconfitta che nessuno vuole. Tantomeno i tantissimi spettatori che di stagione in stagione aumentano sempre più e che, visto che le nuove riprese dovrebbero iniziare il prossimo 22 agosto, dovranno attendere poco più di un anno per l’arrivo del nuovo capitolo. VALUTAZIONI dal trailer all’intera serie soglia d’attenzione visione The Boys | stagione 3 ideatore Eric Kripke soggetto tratto dal fumetto di Garth Ennis e Darick Robertson personaggi interpreti critica IMDb 8,7 /10 | Rotten Tomatoes critica 8,0 /10 utenti 4,3 /5 | Metacritic 77 /100 |
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