Perchè l'elemento attivo delle antenne, trasmittenti o riceventi, specialmente le prime, pena possibili danni, deve essere sempre in relazione alla lunghezza d'onda del segnale da trasmettere o ricevere; nel caso di una banda di frequenze si sceglie una frequenza più o meno centrale.
Se la dimensione che si ottiene è troppo ingombrante, solitamente è così, si passa alla metà o al quarto.
Nel caso delle FM (88-108) si può, ad esempio, scegliere la frequenza di 100 MHz, ossia una lunghezza d'onda di 3 m., 75 cm. è esattamente la dimensione della famosa antenna "a un quarto d'onda".
Questa è l'antenna più semplice che esista, il classico stilo (che può essere anche un cavo lungo alcuni metri, come nel caso delle OC oppure OM).
Ci sono poi dei trucchi per allungare artificialmente l'antenna mantenendo le dimensioni fisiche più corte, ad esempio quelle sui ricetrasmettitori portatili o nelle antenne per auto: alla base si inserisce una bobina opportunamente calcolata che "allunga" elettricamente il tutto.
L'efficienza di una antenna diminuisce man mano che ci si allontana dalla dimensione ottimale, quella massima.
La variante allo stilo è quella di realizzare il famoso "dipolo", ossia due stili messi sulla stessa linea, ad esempio in orizzontale.
Nel caso in questione, si può andare con un cavo coassiale dal connettore sino a una posizione migliore e poi si collega a centrale e calza due pezzi di conduttore della lunghezza opportuna, nel nostro caso due da 75 cm. l'uno, distanziati al centro di qualche cm.
Si ottengono così le classiche dipolo che vediamo sui tetti, man mano che si sale di frequenza le dimensioni del dipoli e degli altri elementi diminuiscono, proprio per quanto scritto all'inizio.
Ci sono anche altri fattori che influiscono, salendo di frequenza, oltre ad influire sull'impedenza dell'antenna, importante specie nel caso di trasmissione.
Ciao