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Con l'acquisizione di QD Vision, uno dei principali fornitori dei nanocristalli Quantum Dots, Samsung si è assicurata anche i diritti per l'utilizzo della sigla QLED. L'acronimo di Quantum Dot Light Emitting Diode veniva utilizzato da QD Vision per gli schermi auto-emissivi con LED inorganici, in via di sviluppo da lungo tempo, che potrebbero arrivare sul mercato nel 2019. La notizia che sarebbe stato adottato per i nuovi televisori Samsung serie Q, trapelata nei giorni prima del CES, ha suscitato il dubbio che si fosse in qualche modo arrivati ad anticipare lo sviluppo di questa architettura. Solo dopo la conferenza di Las Vegas è stato chiarito invece che i QLED Samsung utilizzano comunque matrici LCD, succedendo quindi ai Nanocrystal TV e SUHD TV delle edizioni 2015/2016.

Con i nuovi Quantum Dots, in lega metallica priva di cadmio e ulteriormente miniaturizzati, si sono tuttavia ottenuti vantaggi significativi in termini di contrasto, riproduzione dei colori e luminosità, nonché un maggiore angolo di visione effettivo, per merito anche della struttura Dual Pixel. Il compito di ribadire che "QLED" non indica necessariamente quantum dots con proprietà elettroluminescenti è stato affidato a Chris Chinnock, presidente di Insight Media, nel corso di un meeting con la stampa americana del settore. Samsung vorrebbe inoltre che QLED diventasse il termine generico per indicare qualsiasi display dove vengono implementati i quantum dots, senza considerare il tipo di architettura.

La compagnia coreana prevede di concedere liberamente l'uso della sigla, che potrebbe dunque essere applicata agli schermi Quantum Dots di qualunque marchio. L'idea è quella di far percepire i QLED come una categoria di schermi che condividono la stessa tecnologia, anche se diversificata secondo varie architetture, così come in precedenza i display CRT, plasma e LED.
Fonte: HD Guru
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