
Il terremoto finanziario che sta colpendo le più importanti economie
mondiali (Italia in primis) sta cominciando a coinvolgere pesantemente anche le
aziende di elettronica di consumo e in particolare quelle più in difficoltà
nel mercato dei TV. Nel giro di pochi mesi abbiamo assistito all'annuncio da
parte di Philips dell'abbandono del settore TV e relativa vendita della
divisione ai cinesi (vedi news),
poi Sony che annuncia un'importante e urgente ristrutturazione della propria
divisione TV (vedi news)
con le ultime indiscrezioni che preannunciano possibili accordi o fusioni con
altre aziende per quanto riguarda la produzione e l'assemblaggio dei TV (quindi
molto più di joint-venture sui singoli componenti - vedi ad esempio i pannelli
LCD) e ora Hitachi pronta a chiudere le sue fabbriche produttive di TV entro
marzo 2012.
Ma cosa sta accadendo? Per il 2012 è prevista una forte contrazione della
domanda. A titolo di esempio citiamo gli ultimi dati provenienti dal Giappone:
nel 2010 sono stati venduti quasi 26 milioni di televisori, mentre per il 2012
le ultime stime parlano di appena 7 milioni di TV vendute. Dati a dir poco
preoccupanti e che stanno costringendo le multinazionali del settore a rivedere
le proprie strategie. Ecco quindi che un'azienda come Hitachi, che detiene solo
lo 0,5% del mercato mondiale dei TV, non ritiene più utile mantenere in piedi i
propri siti produttivi. Se entro fine anno non arriveranno significativi segnali
di ripresa, Hitachi chiuderà la sua fabbrica nella prefettura di Gifu in
Giappone e affiderà la produzione in out-sourcing a terzi.
Ciò che comincia a delinearsi in maniera sempre più marcata è un mercato
dei TV in mano a pochi soggetti leader, finanziariamente forti e con le spalle
sufficientemente larghe per affrontare e cercare di superare indenni il prossimo
periodo di difficoltà.
Fonte: Reuters |