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Apple: Blu-ray ha vinto, ma....
Gian Luca Di Felice - 21/01/2008, 11:16
“Durante un'intervista rilasciata da Steve Jobs all'emittente CNBC, il CEO di Apple ha confermato che la guerra di formati HD è ormai stata vinta dal Blu-ray, ma non è convinto che il futuro dell'alta definizione passerà per un supporto”

"E' ormai chiaro che il Blu-ray ha vinto la guerra di formati HD, ma con il nuovo ordine mondiale di affitto film online, anche in HD, nessuno si preoccuperà più di quale formato stiamo parlando" ha dichiarato il CEO di Apple Steve Jobs, in un'intervista rilasciata all'emittente statunitense CNBC. Il capo della "Mela" fa chiaramente riferimento al suo nuovo servizio "iTunes Rental" presentato pochi giorni fa al MacWolrd 08 e porta inevitabilmente acqua al suo mulino, ma cerchiamo di guardare un pò oltre.

I vari servizi di download con acquisto o noleggio dei film in HD, per ora limitati ad un massimo di 720p e con audio Dolby Digital 5.1, non possono chiaramente rivaleggiare qualitativamente con i film proposti in alta definizione su Blu-ray o HD DVD, ma il grande eco avuto in questi giorni sui giornali di tutto il mondo e soprattutto gli accordi sottoscritti con tutte le major più importanti del panorama cinematografico non possono non far riflettere. Se poi pensiamo che Microsoft propone il download di film in HD sul "Market Live" di Xbox360 e Sony ha appena siglato un importante accordo con DivX per la distribuzione dei film e si appresta a lanciare una piattaforma di noleggio e vendita di film online per la PS3, mentre Panasonic ha presentato al CES il suo primo televisore compatibile "YouTube", ecco che lo scenario futuro potrebbe rivelarsi effettivamente piuttosto diverso da quello attuale.

Da grandi appassionati di audio-video di qualità, speriamo ovviamente di no, ma se pensiamo a quanto successo nell'audio, con i vari Mp3, AAC e WMA a farla ormai da padroni nei confronti del CD (per non parlare di SACD e DVD-Audio), ecco che  immaginare una "dematerializzazione" dei contenuti audio-video per tutti forse rischia di essere la strada preferita da chi i contenuti li fa e li deve vendere puntando a trarne il massimo dei profitti (zero costi di stampa e distribuzione).

Fonte: Clubic