Le associazioni dei consumatori sono estremamente preziose poiché si
adoperano per la salvaguardia dei diritti dei cittadini. Questa volta però non
riesco a capire questa guerra ostinata del Codacons contro gli occhiali 3D,
iniziata con buone premesse lo scorso febbraio, con un esposto ai NAS seguito da
un ritiro di circa 7000 occhialini da parte delle forze dell'ordine. Il Codacons
in particolare, suggeriva l'obbligatorietà del marchio CE su tutti gli
occhialini.
Il Consiglio Superiore di Sanità ha già risposto in merito, dichiarando
parere negativo: il marchio CE sugli occhialini 3D non è obbligatorio. Poi c'è
stato l'episodio
di quei genitori che hanno portato al cinema, a vedere Alice in 3D, la loro
bambina di 3 anni che, subito dopo, ha accusato un non ben identificato gonfiore
e infiammazione ad un occhio. Da quel momento, senza che si fosse stabilito
nessun rapporto di causa-effetto tra gli occhiali del cinema Plinius di Milano e
la presunta infiammazione (e non infezione) della bambina ha del grottesco.
Il CSS ha distribuito un documento viziato
da premesse che denunciano una palese disinformazione di chi deve prendere
decisioni importanti a tutela dei cittadini. Ma comunque, a parte il parere non
vincolante sul preferire occhiali 3D monouso, le indicazioni del CSS sono
moderate e condivisibili. Ieri è arrivata la "bomba":
il Ministro della salute Fazio ha inviato un circolare in cui dichiara un parere
positivo solo sull'utilizzo di occhiali monouso, consigliando un divieto ai
minori di 6 anni e minacciando ulteriori provvedimenti nei prossimi giorni,
probabilmente attraverso un decreto d'urgenza.
In tarda serata, torna all'attacco il Codacons, che dichiara addirittura
insufficiente la circolare del Ministro, annunciando un ricorso al Tar "affinché si giunga a misure più restrittive sugli occhialini per la visione dei film in 3D, sulla base del principio di
precauzione". "Non basta sconsigliare la visione in 3D ai minori di anni
6", dichiara il presidente del Codacons Carlo Rienzi che
prosegue: "è necessario introdurre il divieto per tale categoria, considerati i rischi per la salute emersi dal parere del Consiglio Superiore di Sanità. Misure restrittive servirebbero anche fino ai 14 anni".
"La circolare del Ministro Fazio, inoltre, è carente poiché non stabilisce quale sia la durata massima della visione in 3D oltre la quale è necessario un
intervallo. Deve poi essere imposto l'obbligo di fornire informazioni agli spettatori adulti relativamente agli effetti collaterali legati agli occhialini, in particolare a tutela di coloro che già presentano patologie all'apparato
visivo", conclude Rienzi. Per tali motivi l'associazione presenterà un ricorso al Tar del Lazio contro la circolare del Ministero della salute, chiedendo ai giudici di disporre misure più efficaci a tutela della salute degli spettatori.
Link al comunicato ufficiale: www.codacons.it
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