Re: Perché bisogna "progettarlo" molto bene...
Citazione:
ciesse ha scritto:
Vorrei riprendere un po' il discorso progettuale accennato da Andrea Aghemo (e perché bisognerebbe considerare solo amplificazioni di valore, o, come le avete chiamate "blasonate").
Tra gli "svantaggi" della classe D bisogna innanzitutto considerare il filtro d'uscita.
Essendo nella maggior parte delle realizzazioni un filtro passivo, esso di solito è strettamente correlato ad una specifica resistenza di carico.
Sopra a tale valore di resistenza tende a risuonare, al di sotto a sovrasmorzare e in presenza di carichi reattivi (come un sistema di diffusori) tende a creare variamente complicati circuiti di risonanza.
Per ovviare a questo svantaggio la frequenza di taglio del filtro (che corrisponde alla f. portante dell'ampli), va innalzata il più possibile (ma questo porta a perdite, perché i mos-FET finali di potenza hanno un'impedenza di ingresso ampiamente capacitativa).
Aumentando la numerosità delle commutazioni aumenta la corrente e la potenza di pilotaggio richiesta dai mos-FET, ma anche la potenza dissipata per i brevi istanti dei due stati assumibili, quindi va anche ben "ventilata" la sezione degli stadi finali.
Un altro svantaggio è che forti correnti ad alte frequenze possono portare a penetrazioni in radiofrequenza nel segnale, ma realizzando appropriatamente la massa sui circuiti delle schede queste possono essere ben controllate.
Chiaramente un non appropriato layout costruttivo delle schede porta a risultati non buoni dell'amplificatore, così come la scelta di componenti ad impulsi molto pregevoli minimizza i guai...
Alla fine un buon ampli in classe D, capace di pilotare diffusori di buona levatura, deve comunque "costicchiare" quel qualcosa più di un T-amp, credo...
Se, invece, si pensa a un sistemino surround e ci si accontenta, va benissimo anche risparmiare e avere quella potenza che si desidera anche se non ben rifinita sonicamente...
Ciao!
C.
Credo che Jeff Rowland conosca bene i limiti di questa tecnologia e con tutti gli artifizi tecnici possibili credo che il tutto non sia ancora maturo per un ascolto hi-fi.
Re: Re: Perché bisogna "progettarlo" molto bene...
Citazione:
mixersrl ha scritto:
Credo che Jeff Rowland conosca bene i limiti di questa tecnologia e con tutti gli artifizi tecnici possibili credo che il tutto non sia ancora maturo per un ascolto hi-fi.
Purtroppo non ho avuto modo di ascoltare amplificazioni digitali di valore in un ambiente e con una catena controllata (al TAV ho sentito in velocità anch'io la configurazione della quale accennavate sopra, ma non avevo focalizzato un'attenzione particolare, visto che in quel periodo mi stavo dedicando all'HT e non pensavo a finali tipo il Mark Levinson che ho da poco acquistato).
In ogni caso non è un problema di hi-fi... ma di come si vuole affrontare un'ottimale risoluzione sonora. Mi spiego: inutile che per un'HT (che usa segnali compressi) o per ascoltare un MP3 si usi un finale in classe A. Basta un AB per un buon HT e un T-amp per il player di MP3. Per ascoltare SACD e, ancor più, vinile credo che ancora sia preferibile un finale in classe A, se si vuole, appunto, la risoluzione sonora di fino...
Quindi sono favorevolissimo all'uso della classe D in ambito HT: tanti canali potenti, case piccoli e basso assorbimento di corrente.
In stereofonia classica e con sorgenti di riferimento abbastanza contrario.
Ciao!
C.
Re: Re: Re: Perché bisogna "progettarlo" molto bene...
Citazione:
ciesse ha scritto:
Purtroppo non ho avuto modo di ascoltare amplificazioni digitali di valore in un ambiente e con una catena controllata (al TAV ho sentito in velocità anch'io la configurazione della quale accennavate sopra, ma non avevo focalizzato un'attenzione particolare, visto che in quel periodo mi stavo dedicando all'HT e non pensavo a finali tipo il Mark Levinson che ho da poco acquistato).
In ogni caso non è un problema di hi-fi... ma di come si vuole affrontare un'ottimale risoluzione sonora. Mi spiego: inutile che per un'HT (che usa segnali compressi) o per ascoltare un MP3 si usi un finale in classe A. Basta un AB per un buon HT e un T-amp per il player di MP3. Per ascoltare SACD e, ancor più, vinile credo che ancora sia preferibile un finale in classe A, se si vuole, appunto, la risoluzione sonora di fino...
Quindi sono favorevolissimo all'uso della classe D in ambito HT: tanti canali potenti, case piccoli e basso assorbimento di corrente.
In stereofonia classica e con sorgenti di riferimento abbastanza contrario.
Ciao!
C.
Sei favorevole come me in quanto veniamo da un ascolto prettamente stereofonico e un pò snobbiamo il multicanale ma in un discorso generale credo che anche in HT sarebbe preferibile optare per un classe AB.
Re: Re: Re: Re: Perché bisogna "progettarlo" molto bene...
Citazione:
mixersrl ha scritto:
Sei favorevole come me in quanto veniamo da un ascolto prettamente stereofonico e un pò snobbiamo il multicanale ma in un discorso generale credo che anche in HT sarebbe preferibile optare per un classe AB.
Sì, ma dipende sempre dal costo, dallo spazio e dall'assorbimento di corrente: se vedi le foto, non immagini che fatica e quanto assorba un impianto del genere... Se con 1.500,00 Euro mi avessero proposto un 7 canali (150W cadauno) che suonasse "bene" in un case molto più ridotto in peso, assorbimento di corrente e occupazione di spazio... avrei scelto la classe D invece dell'AB, anche perché mi rendo conto benissimo che non è facile (negli appartamenti "normali") sistemarsi in casa "bestie" da oltre 15 kg di peso cadauna e costo (sempre cadauna) come un intero HT "in a box"...
Meglio un pre valido e un finale classe D 5 o 7x150 che un HT "in a box"...
Ciao!
C.