Tutto esatto.
Oltre a quanto indicato circa la possibilità di regolare i livelli dei singoli ampli nel modo più opportuno per adeguarsi al resto dell'installazione esiste un'altra motivazione per regolare tali controlli in modo diverso in ogni installazione, motivazione cui avevo accennato già in precedenza.
Faccio direttamente l'esempio: un pre o, in generale, qualsiasi sorgente che si collegherà ad un finale è affetta da rumore di fondo che può avere origine in una parte qualsiasi del circuito elettronico (poco o tanto che sia il rumore di fondo c'è sempre, a volte ci può anche essere del ronzio o simili), facciamo l'ipotesi che il rumore abbia origine nel pre, a valle del regolatore di volume (ovvero dopo) quindi avrà in uscita un livello abbastanza costante, se noi inviamo questo segnale "sporcato" al finale e mettiamo al massimo il regolatore del livello di ingresso dai diffusori uscirà il suono più una certa quantità di rumore di fondo.
Se però noi aumentiamo il livello nel pre avremo in uscita una maggiore quantità di segnale (il livello del rumore rimane invece costante) e dovremo quindi abbassare un po' il livello di ingresso dell'ampli, in questo modo il segnale in uscita ai diffusori sarà comunque sempre lo stesso, ma il rumore di fondo diminuirà.
Vista l'importanza del regolatore di livello in un finale? Questa storia del rumore di fondo è sempre valida e va sperimentata caso per caso, altro punto importante da tenere presente sono le varie sensibilità di ingresso/uscita di pre e finali, tenendo il livello del finale fisso al massimo si può correre il rischio di saturare lo stadio di ingresso di quest'ultimo, con conseguente distorsione, magari anche di clipping, inoltre si è costretti a lavorare solo con la parte iniziale del controllo di volume del pre.
Altro che "volume al massimo sempre e comunque", per non parlare di ipotesi fantasiose circa il degrado del segnale se non si imposta in tal modo il regolatore di cui si sta discutendo.