Più che altro l'a500 è un classico classe AB, l'a800 è un classe D
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Più che altro l'a500 è un classico classe AB, l'a800 è un classe D
L'ho preso sul famoso sito tedesco di musica pro (non so se si possono linkare i siti, ma è facile da trovare :D).
Leggevo un po' di articoli su come i nuovi classe D stiano dando grandi soddisfazioni.
Ieri ho provato a vedere Bastardi Senza Gloria e in un paio di scene era meglio che al cinema, una pressione sonora assurdo ma dettagli e coinvolgimento estremo.
Appena riesco faccio qualche prova col giradischi :D
Link non saprei ma il nome del negozio si ..e soprattutto non ho capito se parlate del beringher...
Si l'a800, il negozio si chiaman Thomann.
Ieri ho giocato un po', provando a portarlo a metà corsa per avere un'attenuazione del pre meno importante (parlando con una persona che lavora per me, che in passato ha lavorato nel mondo dell'audio pro, secondo lui la parte della catena che saturi è quella che impatta di più il suono, quindi se voglio dare più importanza al suono del pre conviene tenere i finali a metà corsa e il pre più vicino agli 0 DB).
Il risultato mi sta piacendo, ma mi do ancora qualche settimana di prove
Uso il Thomann e-800 collegato qualche tempo fa, quasi per gioco, come finale ad un Cambridge CXA80. Il tutto amplifica delle B&W 603 S6 + Sub ASW610. Il risultato, se si considera il prezzo di questo componente, è sorprendente. Miglioramento netto in termini di dinamica rispetto al CXA80, suono pieno, avvolgente, pulito. Forse talvolta leggermente aspro sul medioalto (solo su alcune registrazioni), ma niente di esagerato. Già tre audiofili hanno ascoltato l'impianto dopo aver inserito questo componente e sono rimasti impressionati positivamente. Ovviamente le ventole interne vanno disattivate. Per il ridicolo prezzo pagato è un assoluto best buy. E dovrebbe far riflettere su quanta roba dal prezzo assolutamente fuori di testa rifilano agli audiofili.
PS: scusate non avevo capito che si discuteva del Beringer A800 e non del Thomann E800, il mio commento riguardava il secondo. Immagino che anche il primo sia un prodotto valido, anche se non l'ho mai provato.
Io per la scelta ho tenuto un unico vincolo: no ventole.
Anche perchè lo sforzo che un sistema hifi/HT (almeno nel mio caso) richiede a un ampli del genere è ridicolo :D
è risaputo (non da tutti) che i finali sono tra i pochi componenti se non gli unici che grazie al mondo pro possono dare tantissimo, a parità di prezzo il più delle volte per non dire sempre polverizzano letteralmente la controparte "hifi", specialmente in ambito HT, poi in ambito 2 canali a volumi modesti per uno che vuole ascoltare col calore delle amplificazioni hifi logicamente sono inadeguati.
del resto basterebbe un po di logica: live e cinema cosa usano? saranno tutti scemi?
... Non solo live e cinema. jbl per amplificare dei modelli di altissima gamma (le everest?) usava finali crown.
L'importante è che siano fatti bene, per suonare bene.
I finali pro di solito vanno tenuti al massimo per dare al meglio, perché i potenziometri del volume sono dei semplici attenuatori, che se lasciati aperti non influenzano il segnale.
Il pre invece lavora sempre in attenuazione, per cui non dovrebbe cambiare nulla se attenua tanto o poco. Chiaramente non vanno portati vicino al clipping, altrimenti distorcono e si rischia di rompere qualcosa. Ma per portarli al clipping ci vuole un bel po' di birra
ah si certo e tra l'altro non penso usasse finali crown qualsiasi, ma i DSI che sono il top di gamma e infatti venivano indicati come "nativi" per certe JBL, tant'è che sui DSI c'è il logo JBL ;)
Io ho un DSI 1000, un po sprecato per i surround, ma non mi andava di tenere due amplificazioni diverse per il front, prima era collegato ai front: una cannonata e nell'usato si trova a prezzi RIDICOLI, roba tipo 300-350 euro e per battere un DSI 1000 in campo hifi ne devi cacciare almeno 1500\2000, per quello che è anche i 700 euro da nuovo li vale fino all'ultimo cent ;)
Perchè, secondo te, nel 99% degli stadi analogici di amplificazione presenti in prodotti da pochi Euro a migliaia il regolatore del volume come è realizzato se non con "semplici" potenziometri?
Su questa affermazione ci sarebbe da discutere e sono state scritte parecchie pagine da autori vari (a livello di AES Convenction e simili) in quanto si può andare ad influire sul rumore di fondo, oltre a possibili problemi di saturazione dei vari stadi, la cosa è un po' complessa.Citazione:
se lasciati aperti non influenzano il segnale
Ti riferisci ad un caso ben preciso o è una affermazione di carattere generico valida per tutti i pre?Citazione:
Il pre invece lavora sempre in attenuazione
Nel secondo caso direi che è completamente sbagliata, il tutto dipende dal livello del materiale da riprodurre (file, CD, ecc,)dal livello di uscita della sorgente quando riproduce il materiale di cui sopra, dal guadagno degli stadi di preamplificazione, dalla sensibilità dello stadio finale.
Se la sorgente fornisce in uscita al massimo 1 V e lo stadio finale necessita di 2 V per erogare la potenza di targa lo stadio pre deve amplificare il segnale (è lì proprio per fornire un livello adeguato a qualsiasi esigenza).
Può darsi benissimo che per ottenere i Watt necessari si debba amplificare il segnale in uscita dalla sorgente oppure ridurlo (od anche mantenerlo inalterato).
Non sono un tecnico, parlo più per intuizioni e per le poche nozioni di base accumulate negli anni.
Pensavo che i potenziometri utilizzati nei finali fossero dei meri attenuatori di segnale, che quindi potessero introdurre "disturbi" se utilizzati e invece fossero bypassati quando completamente aperti.
Allo stesso modo pensavo che i potenziometri dei volumi dei pre (almeno quelli analogici) fossero anch'essi degli attenuatori, magari fatti un po' meglio per non introdurre "disturbi" visto che, contrariamente ai potenziometri dei finali, questi vanno utilizzati sempre.
Chiaramente parlo solo del controllo del volume, non del trattamento del segnale.
Se c'è qualcosa di sbagliato in quello che ho scritto, chiedo venia. Anzi, ti prego di spiegarmi dove ho frainteso. Sono qui per imparare.
I "potenziometri" ono tecnicamente tutti uguali: una resistenza ed un cursore che striscia sulla stessa da un estremo all'altro, le estremità delle resistenza sono collegate a due terminali esterni, idem per il cursore, quindi tre terminali che possono essere collegati in vario modo, ad esempio: un terminale della resistenza a massa, l'altro terminale funge da ingresso del segnale, il cursore preleva il segnale in un punto variabile della resistenza ed è l'uscita, se si sposta il cursore verso il terminale di massa il segnale in uscita diminuirà, o sarà a zero, se si sposta verso l'altro estremo aumenterà o arriverà al massimo.
Può cambiare la qualità del componente, che può essere anche realizzato in modo "stagno" per impedire che la povere entri all'interno e a lungo andare provochi poi delle scariche.
Ci possono essere dei potenziometri doppi comandati dallo stesso albero e si usano per intervenire sui due canali di un segnale stereo.
Ovviamente ci possono essere dei potenziometri dal costo di 1 € e quelli dal costo molto più elevato, ad esempio quelli a corsa lineare usati nei mixer professionali, altri comandati da un motorino elettrico, ma il principio di funzionamento è sempre il medesimo.
Qui c'è una descrizione un pochino più tecnica, per ragazzi che vogliono affacciarsi al mondo dell'elettronica:
https://it.emcelettronica.com/corso-...ti-elettronici
Immagino che dentro alle apparecchiature casalinghe non ci sia un potenziometro (per farlo funzionare col telecomando ci vorrebbe un servo motore!) e che il nostro amico intendesse dire che invece nelle apparecchiature pro c'é ed è come quello che descrivi tu.